lunedì 28 dicembre 2009

28 dicembre...

E' il mio compleanno...Non sembra vero! Il più grande regalo l'ho già ricevuto: l'Eucarestia. I miei pensieri sfiorano i Natali precedenti. Era sempre un giorno speciale! Mia sorella era bravissima a fare il presesepe, semplice, così bello e luminoso. La capanna era spruzzata di neve, quella neve che ho sempre così tanto amato. Il presepe veniva fatto nella nicchia di un mobile che si trovava proprio di fronte all'entrata, pronto ad accogliere chiunque venisse a farci visita. L'albero era in cucina pieno anch'esso di luci colorate. A Natale, allo scoccare della mezzanotte,eravamo pronte a togliere il fiore lucente che ricopriva Gesù bambino. Ecco, era nato! Per me il Natale era una gioia grandissima. La cosa più bella era trascorrerlo in famiglia. Ogni giorno pregavo di fronte al presepio, spesso cantavo canzoni natalizie. Lo sentivo veramente tanto e per me era significativo che fosse seguito dal mio compleanno. Gli anni passarono e anche le mie esigenze mutarono. Ricordo con piacere il periodo che precedeva il Natale...Quanti Natali...Qualche volta brillava un sole pallido, cristallizzato dal freddo invernale. Le tenebre della sera calavano velocemente e ci sorprendevano sedute su una panchina, oppure quando uscivamo dai negozi. Il cielo si tingeva di blu scuro e le luci natalizie che ornavano i carrugi s'accendevano. Non ho mai sopportato quella corsa agli acquisti che costringeva le persone a riversarsi per le strade. Le vetrine si vestivano a festa...Mi piaceva guardarle di sfuggita. Ricordo con piacere il freddo che stringeva in una morsa il mio corpo. Ricordo che un giorno faceva così freddo che la pioggia diventò nevischio. Avevo compato alla Upim un cappellino di pile che indossai subito...Oh quando entrai nell'autobus, nel 35, sentii il calore sciogliere il mio freddo! I vetri erano appannati e punteggiati di piccole gocce...
Come brillava l'antico lastricato di via Garibaldi! Che folla in via Venti Settembre, via Roma... In piazza Corvetto avevano addirittura appeso delle luci sulla statua di Vittorio Emanuele...e c'è una storia....tramandata dai genovesi su quelle due statue....All'epoca il tempo ed il suo trascorrere non infierivano più di tanto, i suoi segni non erano visibili come lo sono oggi.
Che bella Genova, vestita così a festa! In quei giorni tutto cambiava aspetto e quando dopo il 6, si ritornava al solito tran tran, il cuore veniva afferrato da una vaga malinconia. Si spegnavano le luci e la vita continuava.
Com'è cambiata la mia vita da allora! E' cambiata la città, così grande, affollata! Ultimamente non sono andata nemmeno a vedere il presepe di San Pietro. La piazza trabocca di gente, turisti, una folla anonima...Il mio ex direttore spirituale, quello della "porta rossa", è diventato cerimoniere del Papa! Una volta che andai da lui sotto Natale, incontrai il Cardinale Tettamanzi che usciva dall'Arcivescovado tutto imbacuccato...Non lo riconobbbi e fu lui a salutarmi e ad augurarmi buone feste! Quanti scherzi dietro a quella porta rossa...e adesso siamo tutt' e due a Roma...Chi l'avrebbe mai immaginato? In una Roma in cui la neve non si fa mai vedere...in una Roma travolta dai turisti.

domenica 27 dicembre 2009

Sacra Famiglia...

Dopo il diluvio di ieri ecco che è tornato il sole. Si è fatto strada a stento tra le nuvole. Che giornate strane...E' vero che ogni volta che si critica è implicito che si ci senta migliori dell'altro. Anche se la critica riguarda un difetto che mi pare di non possedere. L'umiltà è come un piccolissimo seme. Deve trovare terreno fertile nel nostro cuore. Non può constare di soli atteggiamenti esterni, deve affondare assolutamente le radici nel terreno del cuore. Là troverà nutrimento necessario per crescere. L'acqua che la farà crescere sono le umiliazioni. Un'acqua forse un po' amara, ma necessaria e salutare. Della testimonianza di Gloria Polo mi ha fortemente colpito quando lei afferma che di fronte a Gesù tutti, anche le anime dei dannati costrette a ritirarsi, s'inchinano. A volte penso alle irriverenze commesse di fronte al Santissimo. Esse nascondono una certa mancanza di fede. Io chiederò la forza d'inginocchiarmi di fronte al Santissimo fino alla morte, sia fisicamente che spiritualmente.

sabato 26 dicembre 2009

La superbia

Ogni volta che critico, mi sento sempre superiore agli altri...Infatti...faccio un esempio semplice, semplice: se io ho i piedi piccoli no avrò mai il coraggio di dire ad un altro che ha i piedi piccoli, perché coì mi ridicolizzerei di fronte agli altri e renderei palese il mio stesso difetto...

venerdì 25 dicembre 2009

Non giudicare mai

Quante volte ho ripetuto nei post precedenti che Gesù è venuto al mondo per amare, soprattutto i peccatori, i diseredati. Non ha avuto mai timore di sporcarsi le mani che hanno toccato e sanato ciò che tutti gli uomini dichiaravano immondo. Egli si compiace di riempire di sé le anime umili ma allontana da sé quelle superbe. E' vero che Dio ci ha dato i comandamenti a cui Gesù ha affiancato le beatitudini e quindi ci sono alcune regole da seguire ma è anche vero che Dio nei primi tre comandamenti, ci ha dato la chiave di lettura per leggere quelli che seguono: l'amore verso Dio e il prossimo. I comandamenti non servono per giudicare gli altri...e chi siamo noi? ...ma per svolgere un accurato esame di coscienza personale...Gli altri? Dobbiamo solamente pregare per loro: non non siamo Dio e non sappiamo ciò che passa nel cuore umano: Dobbiamo aver solamente misericordia e piegare le ginocchia di fronte a Dio.

giovedì 24 dicembre 2009

Dio è mia luce e mia salvezza

Non so se avrò la forza d'inserire oggi questi due post nel blog, subito, perché ancora adesso sono confusa per le cose che ho letto stamattina. Avevo copiato quelli che avevo scritto ieri ma non avevo il coraggio di aggiungere quello che avevo scritto proprio stamattina. Mentre tutti pensano al Natale, alla gioia del Redentore, mi pareva stonato inserire un post in cui io parlavo di morte...anche se, (e non posso costringere il mio cuore a fare altrimenti), il mio pensiero dominante era quello...E proprio oggi riesco a cercare su internet la testimonianza di una certa Gloria Polo, colombiana, che mi aveva segnalato qualche mese fa una mia cara amica..Solo adesso riesco a farlo: nel mio animo succede la rivoluzione...Mi metto in discussione, comprendo anche che nella mia vita va cambiato quasi tutto. Non piango fisicamente, ma sento le lacrime della mia anima che lasciano in essa solchi profondi. Da sempre ho colloquiato con la morte, fin da quando ero piccola, è un dono del Signore e allora quell'abisso nero che pareva dover ingoiare la mia anima, si è trasformato in porta che accede all'eternità, alla luce. Le maschere non servono a nulla di fronte a Dio. Grazie Signore!

Vigilia di Natale

E' la vigilia di Natale, non mi sembra. Nemmeno il mio spirito è in sintonia con il periodo liturgico che celebriamo. Mentre essa attende la gioia della nascita di Cristo, mi è più naturale meditare sulla morte, perciò non riesco a riempire l'altro blog. Sto in attonita attesa che la mia anima, invogliata dalle luci natalizie, si dia una vigorosa scrollata e si rimetta sui binari giusti...e mi accorgo che non dipende da me...Può darsi che a Pasqua riesca a pensare al Natale! Sfuggono i giorni... Penso alla massa della gente che in questi giorni si riversa sulle strade, grigia e triste come chi non sa aspettarsi nulla. Un gomitolo di pensieri, grigi come il cielo di questi giorni, senza sole ma senza nemmeno il biancore della neve...Ancora una volta Natale, in quest'inverno così incerto...I sogni si sono congelati, non ci sono più, cristallizzati a formare uno splendido quadro. Aiuta, o Gesù Bambino a far sognare questa umanità triste che percorre la via della vita senza trovarne un senso, ad attendere, ad amare...perché i sogni e le attese di bene non producono rumore ma riempiono il cuore e la vita.

Buon Natale...


Buon Natale e auguri a tutti di felicità!

mercoledì 23 dicembre 2009

....

Siamo un impasto di anima e corpo e quante volte il corpo, logorato dalla malattia impone i suoi ritmi, le sue esigenze ad un'anima che, come una farlfalla, vorrebbe rompere il suo bozzolo e fendere con le sue ali colorate l'azzurro del cielo... E mentre sogna un destino di cielo ed eternità, è come una bambola di pezza, così vuota, senza alcun sostegno e già, scordantesi della luce, vede solo la morte e come essa smonterà il suo corpo...
Hai sempre sognato l'eternità, hai desiderato la luce...ma ti aspettano le ombre scure, vischiose della morte, quella spirale che ingoierà la tua anima, le farà ingoiare il marrone della terra...
Ma credo, Signore...Penso al viso così bello della Madonna, ma mi appare come un volto di fumo che la mano altera e la fa scomparire nel buio. Non è che fumo e ciò che a quei tempi era la mia forza è il mio tormento...Ho immaginato tutto, io che sono solo polvere, io che ho anelato alla luce, sono solo sabbia perduta negli abissi.
Hai pensato di toccare il cielo con la tua malattia ed invece ti ho fatto vedere che questa ti può trascinare nel baratro della tue miserie. Soffri ogni giorno, erediterai il buio della notte, un buco nero nello spazio della tua anima...
Ma io non mi sorprendo, cerco di credere...credo...Le tenebre delle mie miserie fanno bene ad umiliari il mio "io" anche se fa male e geme. Ha fatto bene la mia malattia a mostrarmi quello che veramente sono. Ciò che voglio celebrare nella profondità della mia anima non è la perfezione di questa, ma la misericordia di Dio.

Giornata strana...

Dopo la giornata lacrimosa, ecco che ne segue una un poco strana...Quelle giornate in cui cerchi di fare nel migliore modo le cose ed invece si combinano i migliori guai di questo mondo! Quelle giornate in cui vorresti chissà che cosa ed invece ti accorgi che quello che desideravi era solo un té caldo, vedere il suo fumo danzare lentamente come una piccola nube che osa sfidare il sole, o come il vapore del fiato quando l'aria è molto fredda e umida...Come si è strani talvolta...esploratori, cercatori di sentimenti ed emozioni ma tenuti a galla dal piattume e dall'abitudinarietà. Qualcosa di speciale dev'essere nascosto in questa sabbia grigia che confonde i miei giorni... qualche volta desidero sprofondarmi nel silenzio del mio cuore, ascoltare attentamente la mia anima ed il suo respiro. Vorrei gettare il mio cuore verso il cielo, per vedere scintillare il grigio della sabbia alla luce del sole...ma essa ricade pesantemente, attratta dalla terra, smette di brillare e viene portata via dalle onde del mare. Si mischia all'altra sabbia e scende negli abissi e sprofonda nel buio più fitto.

martedì 22 dicembre 2009

Giornata lacrimosa

Che giornata lacrimosa! Così bagnata che l'asfalto sembra un lago. E' davvero cupo il cielo, cinerino, sembra non voler più lasciare alcun spiraglio alla luce del sole rimasto ingabbiato tra l'azzurro e la patina scura delle nubi. Per quest'anno la scola è finita, riaprirà i battenti nel nuovo anno, il 2010. Queste giornate imbronciate si alternano a quelle illuminate da un sole dirompente, che accendono di fuoco i giorni invernali. E' la mia stagione preferita...mi piace sentire il fiato caldo dei termosifoni accarezzarmi il viso mentre contemplo quel paesaggio velato di malinconia mentre affonda nel viola della notte e le mani scheletrite degli alberi diventano sempre più scure...E non nemmeno io se gettarmi nel dedalo dei miei ricordi, lasciarmi accarezzare dalla loro malinconia o nostalgia, incerta, in quel corridoio, se oltrepassare la soglia dell'uno o dell'altro sentimento. Non so nemmeno io...Sto incerta, impalata in quel corridoio e forse non varcherò la soglia di nessuno dei due sentimenti. Mi piace sentire le loro dita leggere sfiorare la mia mente e mi accorgo che la porta di accesso in quel corridoio sono state alcune riflessioni profonda sulla vita. Sento il mio cuore il passo felpato delle mie emozioni che fanno rumore nei miei pomeriggi affondati ormai nel mare del silenzio. Vorrei affrontare con forza quel destino dell'uomo, quel passaggio alla vera vita...

L'insegnamento

Sto leggendo un libro che tratta dell'insegnamento e delle sue problematiche. L'autore parte dalla sua esperienza come studente e racconta poi come è giunto alla pratica del mestiere dell'insegnante. Inutile dire che anch'io sono tornata indietro nei panni della studentessa delle scuole medie. Come forse ho raccontato già, ho avuto gli stessi insegnanti di mia sorella, tranne due o tre...Veramente la scuola ha avuto una certa importanza nella mia vita, ma non intesa come apprendimento di nozioni o nella sua struttura di interrogazioni e compiti in classe. No, la scuola ha avuto un'importanza strategica nell'intessere rapporti umani, anche con l'adulto. Quello per me era importante. Dicono che è brutto avere gli stessi insegnanti che ha avuto la sorella maggiore perché inevitabilmente, essi ci confrontano con loro...Questo valeva per me ed anche per alcune mie compagne...Soprattutto una...con cui condividevo il banco: S. Allora come adesso, se scoppiavo a ridere non c'era nulla da fare, nessuno mi poteva fermare. La mia compagna, molto timida..ahimé, rischiava di essere trascinata dal mio cattivo esempio...Devo dire che sono un'insegnante faceva continuamente confronti fra noi e le nostre sorelle...quella di matematica...Era già di una certa età e i cinque anni che separavano me e mia sorella, non l'avevano cambiata: le labbra erano colorate di un rosso acceso; le ciglia rifinite con il rimmel si aprivano e chiudevano su degli occhi azzurro pallido, alta, magra... Camminava ancora partendo da destra verso sinistra e da sinistra verso destra, oscillando pericolosamente sui tacchi vertiginosamente alti...Mia sorella dopo le medie aveva cominciato a frequentare il liceo scientifico. Io avevo già chiaro in mente ciò che avrei fatto nella mia vita: volevo diventare infermiera o assistente sociale o...se nel frattempo inserivano anche a Genova l'università di psicologia, avrei frequentato con passione quella. Non avevo la minima intenzione di seguire le orme di mia sorella e rinchiudermi in una scialba e fredda università di fisica, pur avendo propensione con i numeri i quali mi affascinavano, ma mai quanto il contatto umano e l'interiorità. Di matematica ero brava ma quando la prof. di matematica disse questa frase, ondeggiando paurosamente sui tacchi, si riferiva al comportamento: "Le vostre sorelle erano molto più buone di voi!" e ci puntò il dito accusatore ornato di un'unghia smaltata. Io smisi per rispetto di ridere, anche se non riuscii a soffocare del tutto il sorriso e il suo dito accusatore si fermò sotto il mio naso, perché la mia compagna aveva già capito l'antifona e, abbassando lo sguardo, stava già per piangere. Della sua minaccia e confronto me ne feci un baffo: sapevo benissimo di essere diversa da mia sorella che aveva interessi femminili come mia mamma, mentre io preferivo passare le mie giornate, palleggiando, andando in bici, e così via...E quindi non seppi soffocare del tutto il mio riso...Bhe, forse aveva ragione questa mia prof perché mentre mia sorella continuò nelle superiori ad avere 9 o 10 in condotta, io ebbi per tutti i quattro anni, appena un 8 stiracchiato.
Questa frase, però decretò tante cose: la prima l'allontanamento di questa mia amica per paura del mio contagio e la seconda la mia consapevolezza di essere realmente diversa da mia sorella e quindi la rinuncia da parte di mamma di femminilizzarmi a tutti i costi. Ero una frana ad andare con i pattini, non avevo grazia in ginnastica artistica, ma sapevo fare goal alla perfezione...passo da bersagliere, insomma, come diceva il famoso don Natta, cappellano dell'Andrea Doria e che di militari se ne intendeva.
Soltanto per il primo quadrimestre del primo anno dell'Istituto Magistrale riuscii a conservare 9 di condotta e fu anche il miracolo più grande perché in realtà ero riuscita a malapena a fuggire ad una minaccia questa da parte di una prof di francese che mi beccò mentre stavo disegnando, come un novello Strozzi, la sua caricatura!!! Ma non potevano far nulla: avevo un 10 tondo di matematica, un 8 d'italiano e latino...
Non mi sono mai preoccupata di apparire buona e a lasciare l'esuberanza fuori dalla porta, ma qualche volta desideravo quel dieci di condotta che fu assegnato a qualcuno...
Non mi scorderò mai una mia insegnante fiorentina, madre di Enrico Ghezzi, che scrisse anche un libro sul nostro conto, che cominciava a spiegare il Padre Dante in corridoio. Ho incontrato la mia prof d'italiano, già suora, ed esclamò: "Tu sei sempre stata brava in italiano!" L'abito aveva cancellato d'un colpo il mio 8 stiracchiato di condotta.

sabato 19 dicembre 2009

Un altro sogno

Un vento, un vento da impazzire, sembrava voler portare via tutto...Ma, come la violenza del mare, non mi sfiorava.

venerdì 18 dicembre 2009

La speranza

Oggi è una giornata molto fredda. L'oro del sole sembra raggelarsi, appeso ai rami spogli, indugiante sul verde smeraldo dei prati, brillante sulle facciate delle case. Natale, presto sarà Natale: il giorno si accende di meraviglia nuova, ma chissà per quante persone, sarà un Natale triste...E' la notte in cui accadono i miracoli e tutto sembra possibile...Perché tanti anni fa Dio, l'Eterno, è sceso dal cielo e ha preso un corpo. Che meraviglia! Stupiamoci sempre dinanzi a questo mistero così grande!Egli viene a donarci la pace e, quanto abbiamo ancora bisogno di pace!Questo mondo grondante sangue e odio...E' difficile costruire la pace che esige un rinnegamento completo. La gioia e la pace sono entrate nel mondo.
Anche la città, come tutti gli anni, sta mutando volto. S'intravede pure qui, in periferia. La mattina, ancora avvolta dal mantello scuro della notte, si tinge di meraviglia nuova. Ecco che nel silenzio, appaiono alcune luci che fendono il buio con i loro colori sgargianti e trasformano i palazzi in casette del presepio. Fanno un certo effetto...Vederle affiorare dal mare vischioso della notte. Rifletto che effettivamente dovrebbero diventare davvero come le casette del presepio, tutte tese in attesa del grande evento della nascita di Cristo.
Com'è difficile però, rompere la tela dl proprio egoismo!Così come Dio, per salvarci ha squarciato il velo del cielo, stravolto le barriere del tempo e della natura, pure noi dobbiamo infrangere il nostro egoismo.
La speranza rompe le leggi del tempo, rende possibile ciò che sembra impossibile, colorare il grigiore della quotidianità, irrompere nel mondo e laddove sembra un arido deserto, far nascer fiori profumati.
Essa supera i confini ristretti della mentalità umana e introduce nel pensiero e nell'amore di Dio.

martedì 15 dicembre 2009

Santa Virginia...

Oggi è la festa di Santa Virginia! Mi sono accorta che il mio ripercorrere tanti ricordi della mia vita, non è solamente un rivedere la mia vita come storia di salvezza, ma è anche un desiderio di unirmi ancor di più alla vita di Santa Virginia. La mia vita si è svolta infatti nella stessa città, sono vissuta e cresciuta ai piedi di Monte Calvario...la mia fede è cresciuta proprio là, nella ex chiesa della "Visitazione", si è rafforzata nella Chiesa di San Nicola da Tolentino dove risiedeva il primo biografo della Santa..... La mia vita si è svolta a stretto contatto con quella di Santa Virginia...e questo ripercorrla...E' un po' come rafforzare le radici della mia fede e della mia scelta di vita specifica come Figlia di Nostra Signora al Monte Calvario.

Un sogno particolare...

Verso le 2 di notte un sogno particolare...che mi ha riportato subito alla realtà. Oggi infatti ricorre la memoria di un'altra santa genovese a cui era devota anche Santa Virginia ed è morta anche lei il 15 dicembre: Vittoria Strata.
Non riesco a comprendere il sogno...anche perché non stavo troppo bene....Questi sogni particolari hanno la caratteristica di riportarmi subito alla realtà e di accompagnarmi poi per giorni e giorni fino a diventare indelebili nella memoria.
Ho sognato due teschi che si sono proposti in successione...Ho trovato adesso in internet che anche il corpo della beata Vittoria Strata è incorrotto come quello di Santa Virginia...

lunedì 14 dicembre 2009

Croce...

Croce...Quando la Croce prende la forma di una malattia che a volte, ti toglie ogni forza per reagire, o ti lascia con quelle poche che hai...è la vera Croce che ti spoglia di ogni energia che lascia l'anima nuda e fragile... anche questo serve...anzi più delle altre croci perché gli altri vedono che non sei perfetto.

venerdì 11 dicembre 2009

La preghiera, porta per l'eternità

La preghiera deve nascere dal profondo del cuore: deve essere mossa dal desiderio di congiungersi con l'eterno. Anche il Rosario non deve essere una preghiera meccanica, ma ogni ave Maria deve far vibrare le corde più profonde del cuore, nascere dall'anelito che si ha di Dio. Nella preghiera, non sono le labbra che parlano, ma il cuore che canta un ritornello che non lo stanca mai perché loda Colui e Colei che egli ama più della propria vita. Oh Amore increato, fonte dell'Eterno amore, sei tu stesso la preghiera del mio cuore, quel fiore che nasce in esso.

giovedì 10 dicembre 2009

Un ricordo...

Ancora un ricordo...Ore 21.00: inizio partita...In palio la Coppa dei Campioni: la Samp è in corsa e non potevamo di certo mancare: occasione di vederci tutti insieme davanti anche a terrine e scodelline ricolme di candidi pop - corn...Buoni! Avevamo tutti l'inteesse della nostra squadra del cuore. Non era come essere nella gradinata Sud, ma insomma, la compagnia era buona. La casa di S. era proprio sotto Righi e di là si poteva ammirare il mare. Quella sera, lei avrebbe voluto regalare la vittoria per A. A volte il cuore dell'uomo è un grande mistero e bisogna accostarci ad esso in punta di piedi, rispettando il suo dolore, qualunque esso sia. So che per lei quella bandiera era cara. La raccolsi...Gli altri cercavano di tirarle su il morale, sembrava esagerato per una partita. Portai la bandiera fino a casa sua e gliela riconsegnai. La riprese...Difficile davvero comprendere il cuore dell'uomo, tanto facile passare sopra il dolore altrui.

mercoledì 9 dicembre 2009

La musica del mio cuore

Rivedo il mare ingoiato dal buio della notte mentre la lanterna getta i suoi fili d'argento e dorati come nastri di sogni inseguiti da tempo da chi ha guardato lo stesso mare. Si rincorrono le malinconie e i sogni, impalpabili e senza ancora un nome, tra le note di una musica che trasporta il mio cuore lontano, anelante d'infinito e di qualcosa di grande. La gente frettolosa cammina per le strade, afferrata dal buio scuro come l'inchiostro. Anche lei rincorre i suoi sogni, chissà,mi chiedevo, se si domanda dove andiamo e cosa ne sarà di noi... Che, insomma, tutto questo affannarsi, cosa serve...quando ci affanniamo alla ricerca di qualcosa di grande rincorrendo i nostri sogni che rimangono illusioni...Diciassette anni, avevo diciassette anni quando il mio sguardo, cullato dalle dolci note, accarezzava il buio del mare... No, questa vita, non basta...per donare tutta la gioia di cui è ricolmo il cuore, voglio vivere eternamente...In via del Campo le note, le parole tristi, accorate di De André che con toni crudi, a tratti un po' volgari, rappresentavano la realtà sociale di Genova...No, a questa realtà non ci stavo proprio...Ma ancora, come Eros definì in una musica che accompagnò la mia esistenza, quella era musica per me, faceva parte di me...Così come quelle strade che videro e possono raccontare, se potessero, i miei sogni...

martedì 8 dicembre 2009

Ho dato me stesso per te

Gesù ha donato tutto se stesso...
"Ho donato tutto: il mio corpo sulla croce...le mie mani inchiodate sulla croce...I miei piedi trafitti e immobilizzati dai chiodi...Il mio capo, coronato di pungentissime spine...Ho aperto il mio costato...Ti ho donato il mio cuore, trafitto anch'esso da una lancia. Ti ho dato il mio cuore perché tu abbia i miei stessi sentimenti, perché tu abbia desiderio di portare tante anime al Padre: fu questa l'ansia della mia vita, portare al Padre più anime che potevo...Ma perché tu, di fronte alla sofferenza fuggi? Ti ho donato il mio cuore...Ti ho donato tutto di me... Ti ho donato anche mia madre...Ma tu hai paura che donandoti, t'impoverisca...e non comprendi che ti arricchisci di me...Vuoi saziarti dell'amore delle creature ma poi questo ti lascia l'amaro in bocca...Non sai sorridere di fronte al dolore perché desideri essere compatito...Ma poi ti accorgerai che la compassione umana è come sabbia stretta nel pugno: scivola e lentamente ritorna alla terra. Non riesci a comprendere che la sola ricchezza della tua vita sono Io".

Shalom, oh anima...

Gesù, dopo la Resurrezione entrò a porte chiuse nel cenacolo dove stavano rinchiusi gli Apostoli per timore dei Giudei. Sembra il simbolo del nostro cuore: quante volte l'uscio di esso è sprangato per timore del prossimo! Avviluppato dalle forti passioni, non riesce a liberarsi dai lacci che lo trattengono ancorato alle questioni terrene...Troppo timoroso anche nei confronti dei suoi moti interiori che tante volte lo disorientano, gli fanno trattenere il respiro. Eh già, come diceva una canzone di tanti anni fa: ognuno di noi ha dentro di sé il suo mare che ogni tanto gli fa sentire l'onda...
Il cuore dell'uomo, di per sé, ferito dal passato e dalle conseguenze del peccato, non ha pace. Ma Gesù entra nel nostro cuore anche se l'uscio è chiuso ed annuncia e porta la Sua pace.
"Shalom...pace a te, o anima: apri, spalanca la porta della tua essenza, della tua intimità, quella che nessuno vede, ma è così chiara agli occhi del Padre! Spalanca la tua porta, non temere la violenza dei marosi del tuo "io"...Sono con te, sempre...quando credi che i flutti tremendi dei tuoi sentimenti, ti travolgano, ti soffochino, io sarò il porto sicuro, dove il tuo battello navigherà placidamente, nel lucente specchio dell'acqua...Sono io che ho sgridato le potenze della natura. Solo io posso darti la pace, che non è assenza di tempeste, ma è accettare la tua debolezza per accogliere il mio amore nel tuo cuore. Io ti amo e solo se accetterai di vederti te stesso attraverso le lenti del mio amore e ti lascerai amare, comprenderai e amerai gli altri e donerai la pace...Ma devi lasciarti amare da me e credere fermamente al mio amore. Non ti soffermerai più a contemplare con dolore orgoglioso, la sconfitta dei tuoi peccati che hanno abbassato l'immagine che gli altri hanno di te...Ma guarderai con coraggio le tue miserie e saprai accettare la tua bassezza perché in essa riconoscerai la grandezza di Dio e soprattutto il Suo immenso amore che saprai poi riversare su coloro che sono accanto a te e saprai donare quella Pace che io ti ho donato. Con me, non temerai nulla: saprai stare solo perché sai che non sei mai solo, ma ci sono io che sono come ombra che ti copre. Non temerai gli altri, li accetterai come sono, perché io li amo come amo te. Non temere, io sono con te.
Non temere quando tutte le luci del mondo si spengono: ricorda che io sono la luce del mondo..."
Tu sei l'anima della mia anima: in te il mio cuore libero dei suoi errori, nella pace, fiorisce. Solo se avrò la pace dentro di me, se farò pace con le mie ferite saprò essere operatrice di pace...Ma se avrò dentro il cuore la guerra e mi lascerò sopraffare dalle mie ferite, vedrò nel mio prossimo i difetti che in realtà sono miei, in esso non saprò vedere la parte positiva, ma proietterò in loro la mia zona d'ombra. Riverserò la rabbia che ho dentro il cuore, in colui che sta davanti...
"Shalom, quindi, o anima...se tu accoglierai il mio amore, porterai la tua croce con gioia...accetterai... desidererai che i chiodi della sofferenza affondino nella carne della tua anima e libera, saprai che l'anima può respirare della mia immensità. Respirerai dell' eternità...Io sono la tua vita."

mercoledì 2 dicembre 2009

Se ho la pace nel cuore...

Essere in pace con se stessi...? Scontato? Non troppo direi! Su questo argomento ne parla ampiamente la psicologia. Autostima..Rapporti conflittuali...Sì...Se sono in pace con me stessa, riuscirò ad accettare gli altri così come sono senza desiderarli diversi...riuscirò a perdonarmi, a ridere di me, a ricominciare da capo dopo un eventuale errore. Non avrò paura della solitudine e saprò dialogare con me stessa e interrogarmi sugli inevitabili conflitti che scuoteranno la mia mente...Ma chi mi la pace del cuore, se non Cristo? Egli, come il buon Samaritano, mi soccorrerà, fascerà le ferite del mio spirito e provvederà a tutti i miei peccati. Mi è sempre piaciuta l'immagine di Gesù, così vera e straordinaria, quando gli viene presentata la donna adultera. Ella, gettata con violenza per terra nel mezzo, come si può fare con un pezzo di carta, deve essere giudicata...
Gli uomini, che già avevano in mano le pietre per lapidarla, domandarono a Gesù che cosa dovevano fare di quella donna...Bene, i due adulteri presi insieme...Già: la donna nei riguardi del suo sposo e Gesù della Legge...Vediamo cosa risponde il profeta, Lui che si erge come Figlio di Dio! Ma Gesù non risponde nulla e sorprende nuovamente la folla. Si china e scrive per terra. Questo gesto è enigmatico...Mi piace, riflettendo su questo gesto, ritornare al libro della Genesi, quando l'uomo riceve la condanna della morte da parte di Dio: "Polvere sei e polvere tornerai" La Polvere si permette di giudicare la Polvere. Gesù continua a tacere, ma quelli insistono, vogliono una risposta per poter scagliare liberamente le pietre che bruciano nelle mani. Gesù sorprende nuovamente e, come tante altre volte abbassa la superbia dell'uomo e lo zittisce. Si alza ed afferma: "Chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra!" Ecco che tutti, uno alla volta, andarono via. Gesù ricomincia a tracciare segni per terra. Dio che si chiana sull'uomo e lo plasma fino a redimerlo con il suo perdono, perdono che può nascere solo dal cuore di Dio. "Nemmeno io ti condanno"

martedì 1 dicembre 2009

Anche il mio "io"...occasione di umiltà

Oggi riflettevo nuovamente sul cammino di santità personale. Senza volerlo lo pongo sempre su un piano moralista, su come cioè diventare più buoni... Propositi poi non mantenuti, piccole rivendicazioni del mio "io" delle quali rido io stessa... Mi piace scrutare la furbizia del mio "io" che cerca e riesce a spuntarla su tutti e su tutto con un'abilità estrema che davvero, mi fa sorridere. Il bello è che ci casco anch'io, miseramente, e mi strappa l'esclamazione: "Sono sempre al punto di partenza!". Qualche volta mi scappa persino da dire in cuor mio: "Ma chissà che cosa avrà visto in me di così bello il Signore!" E' proprio questa domanda che mi fa poi fare un'altra riflessione: in realtà il Signore non ha visto nulla di bello in me, è semplicemente, meravigliosamente innamorato di me e...come si sa...l'amore è cieco...e quello di Dio è anche folle, non ha nulla di razionale...o meglio, è razionale e supera la razionalità. Si sa che quando si ama una persona, alcuni suoi difetti diventano pregi...Eh sì, il Signore mi ama alla follia e per questo mi cerca, entra nel mio cuore, mi sostiene, mi perdona, ha fiducia in me, mi dà una nuova possibilità...Io devo solamente credere al Suo grande, immenso amore...

domenica 29 novembre 2009

Lourdes...

Questa notte...Lourdes...un piazzale immenso che traboccava di gente, gente con il sorriso sulle labbra...La Madonna desidera che ci siano anime che sappiano offrire la propria sofferenza con il sorriso. Non sempre la salute del corpo è il nostro bene maggiore...La parola sacrificio è bandita dal vocabolario, eppure il Vangelo non è cambiato. La Madonna cerca anime che sappiano immolarsi, che sappiano forgiarsi con piccoli sacrifici...Non aspetta che ci crocifiggiamo, che ci dilaniamo la carne, ma che sappiamo offrire quei piccoli sacrifici che la vita quotidiana ci dona: un cibo non gradito accolto come il più succulento, raccogliere una carta che per la nostra schiena giacerebbe tranquillamente per terra, saper sopportare un dolore in silenzio...(difficile!) La Madonna cerca anime eroiche nella quotidianità e nel nascondimento...Non cerca persone che recitino meccanicamente tutto il Santo Rosario, ma che sappiano unire la propria vita alla Sua, con coraggio e abnegazione. E' vero che a chi dona con gioia, il Signore domanderà di più, ma non dobbiamo temere perché ci donerà anche la forza di sopportare. Spesso e volentieri ci giustifichiamo affermando che non dobbiamo cercarci le sofferenze perché non sapremmo affrontarle. E da una parte è vero..Ma spesso ci si lamenta anche delle occasioni stesse che la quotidianità ci presenta e ci lasciamo sfuggire quelle perle preziose... Gesù ha offerto una volta per tutte il sacrificio della Sua vita, un sacrificio completo...ma ha chiesto anche a noi di offrire, rinnegando noi stessi, portando la nostra croce. In poche parole ha tinto di speranza il dolore, ha dato un senso alla nostra vita, ha cambiato ciò che sembrava una condanna, in redenzione...
La nostra vita è il canto d'amore di Dio...

sabato 28 novembre 2009

Gli altri, palestra per l'umiltà

Il nostro prossimo ci aiuta a rompere i nostri schemi mentali, ad essere meno ipocriti. Non bisogna desiderarli diversi da quello che sono, perché ci amareggeremmo la vita inutilmente: ci sono certe cose che non si possono cambiare e si devono accettare e affrontare così come sono. Il prossimo diventa allora la palestra ideale dell'umiltà, un'altra scala che ci porta al cielo.

martedì 24 novembre 2009

Il mare in tempesta

Stanotte ho sognato il mare in tempesta. Avevo paura, temevo le onde che erano altissime, ma queste s'infrangevano sugli scogli da cui le guardavo, senza quasi nemmeno sfiorarmi. Erano onde enormi...Il mio mare...non poteva farmi del male! Una volta, senza volere, come già ho raccontato, lo sfidai. Le onde erano davvero alte e ciò che mi colpì fu la loro forza, esse mi risucchiavano con un impeto tale che non riuscivo più a raggiungere la riva. Ma anche nella realtà vinsi la forza delle onde e riuscii a raggiungere la riva.

lunedì 23 novembre 2009

Colui che è santo, è colui che è umile

Colui che fa tutto alla perfezione, che non sbaglia nulla, che prega sempre bene...No, no...Santo è colui che si riconosce per quello che veramente è, una debole creatura. Non sono i limiti ad ostacolare la santità! Quando colui che è perfetto, o così sembra esteriormente, critica gli altri, non è affatto santo e nemmeno conosce sé stesso. Appare santo, ma non lo è. S'illude di essere santo ed in realtà è il più imperfetto di tutti perché non vede i suoi difetti.

Divagando fa le stelle

Stasera ho visto brillare nel blu del cielo, alcune stelle ridenti, lucenti, d'argento. E' la prima volta che le vedo così brillanti qui a Rm. Non che il cielo fosse particolarmente terso, anzi, è rimasto opaco, lattiginoso, offuscato da uno strato sottile di nubi. Allora la mia mente ha spaziato fra le nubi...Sì, eternità, vita, gioia... Ho respirato avidamente quell'aria serotina...Chissà quante volte anche Gesù ha contemplato il cielo di notte, mentre s'immergeva nella presenza del Padre, nella preghiera e nella lode... A volte le parole non bastano ad espriere un concetto, allora il scuore tocca la sublimità della musica con le sue armonie racconta i sentimenti più profondi dell'anima. Scivola leggera e sublime, tocca con le sue delicate dita le acque del mare, come leggera e fresca brezza le punte rocciose dei monti...Altre volte, ancora, nemmeno la musica sa parlare delle bellezze della vita...allora è meglio immergersi nello stupore e l'incanto del silenzio e assaporare così le profondità di Dio, la Contemplazione.
Spaziamo fra le stelle, argento colato nel blu della notte, cercando l'infinito del cielo dove lo sguardo non riesce a giungere...Cerchiamo il luccichio dell'acqua del mare per poter raggiungere attraverso la bellezza della natura l'infinito di Dio...

sabato 21 novembre 2009

Il Sacramento della Confessione o Riconciliazione

Che bello accostarsi al Sacramento della Riconciliazione! E' il Sacramento dell' Amore e del Perdono di Dio! A volte si fatica a confessare i propri peccati ad un uomo, ma aiuta molto pensare che, nascosto in quell'uomo, c'è Dio. Echeggiano quindi nel mio cuore le parole di Gesù: "Figlio ti sono perdonati i tuoi peccati, va' in pace." Forse il Sacramento della Riconciliazione, si comprenderebbe maggiormente e si apprezzerebbe nel suo reale valore, se si capisse il danno che il peccato fa nell'anima, così come anche le imperfezioni non superate e non curate. Dopo essersi confessati, il cuore sembra libero, sembra immergersi nell'immensità di Dio.
Bhe...scrivendo su questo Sacramento, mi è balzato alla mente il continuo diverbio tra chi non riesce ancora ad orientarsi nelle norme e concetti introdotti dal Concilio Vaticano II. Mi riferisco al doppio nome dato al Sacramento: Confessione o Riconciliazione?
Secondo me vanno bene entrambe e mi sembra che l'una completi l'altra. Prima la Confessione dei peccati per poi riconciliarsi con Dio.

giovedì 19 novembre 2009

Il silenzio della mattina

La città tinta ancora del viola della notte si sta lentamente illuminando. Nonostante sia così presto, si ode il ronzio delle auto che sfrecciano per la strada. Una giornata nuova...e nasce nel mio cuore, simile ad un fiore, il ricordo delle giornate della mia adolescenza, quando, al mattino, affrontavo a testa bassa la salita che portava alla fermata del bus. L'aria frizzante aveva lo stesso sapore screziato dell'oro del mattino ma possedeva pure, il freddo delle dita invernali che sembravano cristallizzare le foglie dei pioppi e degli ippocastani che costeggiavano i nastri grigi delle strade.

mercoledì 18 novembre 2009

Funi di morte, porta dell'eternità

"Mi stringevano funi di morte, mi opprimevano tristezza e angoscia...Ti prego, Signore, salvami"
Con passo felpato la morte, la percezione di essa, sono penetrate nel mio cuore. Il desiderio dell'eternità, non sembra intaccarsi, nonostante veda dentro di me, così chiaramente la morte del mio corpo e ne provi l'agonia interiore. E' un'agonia reale, forte...Vedo già il mio corpo freddo, dentro la bara...Mi capita durante le preghiere, ma non solo e sento un certo smarrimento...E per il mio carattere, vorrei già affrontare l'eternità e aver già il cuore in essa. Amo profondamente la vita, le cose meravigliose che mi circondano e vorrei assaporare tutto ciò che essa mi offre, non lasciarne cadere una briciola. La vita è una cosa meravigliosa e ne sono così avida che la vorrei gustare per l'eternità, vivere ogni attimo con intensità, gioire delle picccole cose, del sole che nasce, della volta stellata, dei fiori che spandono i loro delicati profumi, i colori cangianti della natura...Allora il mio cuore sembra esplodere di vita e le angosce della morte un passaggio inevitabile per giungere al possesso di Dio. Non mi spiego perché le sento adesso.

martedì 17 novembre 2009

La salita sul monte

Mi piace pensare spesso alla vita come ad una salita che porta alla vetta di un monte. La vita è un cammino verso l'apice della santità, quella vetta che sembra voler entrare nel santuario del cielo. Che sensazione stupenda, quando si giunge alla vetta! Quando si comincia il cammino, si è ricolmi di entusiasmo, anche se dal basso si scorge la punta del monte perdersi fra le nuvole cotonate. Le passeggiate in montagna si iniziano al mattino, precisamente all'alba, quando il sole sorge. I sentieri percorrono ampie vallate, s'inerpicano tra massi enormi, pietraie che mettono a dura prova il fiato, costeggiano torrenti scroscianti e canterini e laghi che riflettono i colori del cielo. La salita è dura, ma una volta giunti alla vetta, ecco che si può godere di un panorama stupendo e sembra di toccare il cielo con un dito e di camminare così in alto.... Così è la santità: è dura salire l'erta scala della santità, ma una volta che si raggiunge la vetta, l'aria si fa più rarefatta, il cielo è più vicino allo sguardo e le rocce delle montagne sembrano parlare della forza di Dio...

lunedì 16 novembre 2009

Il cammino della vita

Com'è lungo ed impervio il cammino della vita! Ma ecco, anche se nella fatica, la vita si colora di speranza. Nemmeno di fronte alla morte il cristiano deve arretrare o disperare, essa è il dies natalis, introduce nell'eternità. Talvolta si vorrebbe gettare la spugna, abbandonarsi all'oblio più profondo. E' in questo momento che si deve lottare maggiormente, affrontare la vita con grinta senza lasciarsi sopraffare dal tedio, dal mal di vivere.Nella vita brilla sempre la luce della speranza. La vita non può essere buia.
Signore, donami di amare i limiti del mio corpo e saperli donare come olocausto a Te gradito, anche quando è difficile.

domenica 15 novembre 2009

Una campana...

L'eterno dì della festa, la domenica...Vedo il sole, la sua placidità, la sua calma nell'accarezzare i palazzi, la magnolia che si erge imponente con i suoi rami protesi verso il cielo... Da quando mi ricordo l'ho vista sempre là, portatrice di ricordi anche buffi! Come quando il mio gatto in un mattino freddo d'inverno, lo sentimmo miagolare disperato. Quel mattino freddo, la neve aveva gonfiato fiabescamente Genova. Con il suo manto aveva ricoperto le scale ripide, le strade, il tetto della mia chiesa. Il mio gatto si era arrampicato sulla magnolia e miagolava disperato perché non sapeva più come scendere visto che ai piedi dell'albero, lo aspettavano i cani lupo. Ovviamente la sua disperazione era anche la mia...Così mia madre dovette andare a prenderlo...
Di domenica le campane suonavano a festa: le note rimbalzavano sulla specchio del mare, accarezzavano la città silente. Mi piaceva ascoltare quelle note allegre, gustare quell'aria intrisa di pace...L'eterno dì di festa....la domenica...

giovedì 12 novembre 2009

Il coraggio di dire "Ti voglio bene"

E' vero che le parole perdono il loro significato e la loro credibilità quando non sono accompagnate dai fatti, ma, talvolta, è importante esprimere i propri sentimenti e non aver paura di farlo! Saper dire "ti voglio bene" è svelare il proprio intimo all'altro. Ho preso l'abitudine di dirlo anche ai miei alunni...devono saperlo...Non solo dal mio comportamento ma anche dalle mie parole. La maestra non è la mamma, però deve saper comunicare, anche nella severità, il suo amore. I miei alunni sono la mia gioia: più sono vivaci, più voglio loro bene, per come sono e non per quello che dovrebbero essere. Ed ecco, quindi, che loro senza volerlo, seguono le regole della disciplina, la calma entra nei loro cuori e li plasma. Non hanno bisogno di un'insegnante che sappia stare in cattedra, un'insegnante perfetta, ma che sappia mostrare e chiedere scusa anche dei suoi limiti e condividere con loro le ansie e le gioie.

.....

L'eco della storia di Mario Filippo, giunge distinta nel cielo della mia anima. Voglio avere la stessa dignità di fronte alla malattia, non piangermi mai addosso. Sì, perché di fronte al dolore bisogna vivere con forza e dignità. Che bello saper sorridere alla sofferenza! Desidero assaporare ogni istante di questa vita, come si fa con una caramella prelibata; desidero rendere speciale la quotidianità e la mia stessa aridità.

Momenti strani...???

Momento strano...Lo spirito è avvolto da una fitta nebbia ovattata. No, Signore, non temo nulla. Forse è un po' di stanchezza...Attraverso questa nebbia mi giungono gli echi dell'eternità. Ricordo l'anima di Mario Filippo che mi assicurava che le porte di questa si sarebbero aperte presto...O Signore, morire vuol dire tuffarsi nella luce...Che sia quindi presto, come sembra che tu abbia promesso. Questa realtà mi scivola dalle mani, come fresca acqua, e, mentre vedo con gli occhi dello spirito il deterioramento, la corruzione che il mio corpo subirà, anelo a quella luce dove s'immergerà il mio spirito, dove si beerà della pace di Dio. E non posso allontanare questo pensiero. Ho già vissuto tante volte il dissolvimento dellla mia carne, visto la tomba dove il mio corpo riposerà... mentre l'anima avrà già compiuto il salto, superato il buio della morte, quella porta di bronzo, pesante...L'ho già visto con gli occhi dello spirito e se da una parte è stato tremendo, dall'altra è come se il mio cuore tendesse sempre di più all'eternità. Non anelo ad altro se non immergermi in essa. Quante volte ho parlato della Luce anche quando ero lontana da Dio...

Storia dei ragazzi in cielo...

Toccanti le storie dei ragazzi, la cui vita terrena è stata tirchia di anni. Già, perché laddove termina il Calvario, continua il Tabor dell'eternità. Sono narrate sempre da don Paolo Gariglio e fanno desiderare ancor più il Paradiso. Le riflessioni si fanno molto profonde...Che grazia la malattia! Essa, se vissuta bene, con dignità e serenità, diventa la scala che porta al cielo. La malattia non deturpa lo spirito, ma fa crescere le ali della fede.

martedì 10 novembre 2009

Vita mutantur non tollitur

Sto riflettendo intensamente sul concetto di vita eterna. Chissà perché l'uomo contemporaneo è ancorato al materiale. Sembra quasi aver timore di tutto ciò che è spirituale, come se questo togliesse la supremazia all'intelligenza. L'intelligenza stessa, però, non può essere ricondotta solo all'azione dell'organo cerebrale. Dobbiamo pure accettare che è immateriale. L'uomo è ancorato suo malgrado, al concetto d'eternità...perché non accettare che lo spirito, l'anima sono immortali? Questo concetto non va contro la ragione, eppure si guarda con sospetto chi crede nell'eternità, come se fosse un pazzo. E pazzo è considerato anche chi ritiene sia una vita felice quella condotta da chi non è perfetto fisicamente. L'uomo d'oggi ha terrore del diverso, la sofferenza fa inorridire, chi non è efficiente è emarginato. La materia è in continua trasformazione. Questo processo è subito anche da noi. Quando moriamo, la vita cambia forma, non finisce.

Diventare ostia

Durante la S. Messa, al momento della Consacrazione, avviene la grande trasformazione che i nostri occhi di carne non vedono: il pane, l'ostia diventa Corpo di Cristo. Tanti miracoli hanno confermato questa trasformazione...Noi non vediamo che la sostanza del pane è cambiata, i nostri sensi non lo percepiscono ma è così... Anche noi dobbiamo trasformarci come l'ostia, in Corpo di Cristo, consacrandogli ogni istante. Facendo questo, ci troveremo mutati senza nemmeno accorgercene.

lunedì 9 novembre 2009

Prepararsi all'eternità

Prepararsi all'eternità, vuol dire vivere ogni istante come se fosse l'ultimo. Bisogna far sbocciare l'anima fuori dal proprio corpo. La malattia è una lunga scala che porterà alla luce del Paradiso, una scala ripida, difficile da salire ...ma da salire... E' quella porta stretta in cui si deve passare, è la Croce su cui si deve salire. E' l'occasione per disincarnarsi già su questa terra. Avere la certezza che l'anima è immortale fa affrontare la morte in modo senz'altro differente. Con la morte, l'anima si distacca dal corpo ed entra nella luce di Dio. La certezza dell'immortalità dell'anima, fa esclamare Mario Filippo: State certi, non vagherò nel buio!
Questa certezza così ben radicata nel cuore prende corpo in una serie di atteggiamenti nei confronti della realtà terrena.
La Croce comincia ad assumere maggiormente i tratti salvifici e non incute più di tanto timore: essa diventa provvisoria come tutte le altre realtà terrene.
Si godono senz'altro molto di più le realtà di questa vita. La Croce non dev' essere considerata come un incidente di passaggio e tanto meno un ostacolo alla santità. Nella sua crudezza essa esprime il percorso che il buon Dio ha scelto per l'anima, una strada precisa per giungere alla santità in poche parole: la volontà di Dio sul quell'anima.

domenica 8 novembre 2009

Morire d'amore

La prima santa che conobbi dopo la mia conversione fu Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo. Avevo 19 anni ed avevo espresso a qualche prete il mio desiderio di consacrarmi a Dio. Il primo prete era il mio parroco. A lui feci notare la mia poca salute e se con questa la volontà di Dio fosse differente da quella che avevo pensato. Lui mi rispose con molta fiducia..."No, no, stai tranquilla, tutt' al più se non ti vogliono da nessuna parte, fondi tu stessa una congregazione."
Il secondo era un Padre Carmelitano. Il primo morì di tumore in concetto di santità . Il padre Carmelitano lesse i miei scritti e disse che avevo una grande affinità con santa Teresa di Gesù Bambino e mi diede la biografia da leggere. M'innamorai profondamente della sua spiritualità, anche se non la conobbi totalmente dopo la prima lettura...ma dopo anni...
Ultimamente durante gli esercizi spirituali, ho preso un libretto che narrava la Passione di Santa Teresina...Morire d'amore significa desiderare unirsi al buon Dio...ed è ovvio che bisogna passare per la Croce e la morte. "Morire d'amore, non vuol dire morire tra i trasporti..." NO, affatto. Sulla Croce Gesù soffrì tremendamente non solo fisicamente, fu ingiuriato dai suoi aguzzini, abbandonato dai suoi più cari amici, i suoi discepoli che tanto si erano stupiti dei suoi miracoli ma che di lì ad avere veramente fede, ne corre. Con questa frase, sono entrata nella spiritualità della Nostra Madre Fondatrice che con grande umiltà accettava ogni croce per amore di Dio. Morire d'amore significa sperimentare anche l'abbandono del Padre, come Gesù...Mi viene in mente la pazienza di Padre Pio di fronte alle numerose calunnie...Bisogna avere pazienza...Bisogna amarli...Una parola!! Morire quindi d'amore vuol dire desiderare profondamente unirsi al Padre passando attraverso la Croce che purifica lo spirito.
Tanto tempo fa sognai una cosa particolare che all'inizio mi fece paura ed anche ribrezzo: morire martire nel Colosseo. Non seppi definire il significato del sogno anche perché non me ne ritenevo affatto degna...Adesso posso rispondere che il Signore è capace di compiere miracoli interiori e di farci diventare dei coraggiosi gladiatori.

Io e l'influenza A

Sono stata assente dal blog e quei pochi post aggiunti, sono stati aggiunti tra un colpo di tosse e l'altro...Anch'io ho preso, e questa è la seconda settimana, l'influenza. Quella normale...Quindi, quando ho aggiunto l'ultimo post, avevo qualche dubbio anch'io. No, non è suina!!! Però effettivamente io appartengo ad una fascia a rischio, con poche difese immunitarie. E' da due settimane che sto combattendo con l'influenza, ho preso antibiotici ed ancora tossisco come una locomotiva...Mio padre, poi, rientra ancor più di me nella fascia a rischio: l'anno scorso in questo periodo ha avuto un versamento pleurico...oltre ad ictus, diabete e compagnia bella...Paura? Mah, un po' di dubbi riguardo alla mia salute, cioè che riesca a passare quest'inverno senza contrarla, li ho. Farò il vaccino semplice antinfluenzale ma quello della suina no, nemmeno mio padre...Tuttavia sento di non aver paura, se verrà, cercherò di combatterla e se il Signore mi chiamerà...ebbene...non aneliamo al Paradiso???? Questo per sottolineare che ho scritto quelle righe non perché stessi così bene e sentissi il virus così lontano...o abbia una salute di ferro per cui posso tranquillamente sperare che anche se contraessi il virus, probabilisticamente, ne uscirei illesa, più fresca di prima. No, ho scritto questo post, appartenendo alla fascia a rischio ed avendo anche l'influenza abbastanza forte da due settimane. Ma sì, la nostra vita è nelle mani di Dio e nessuno può aggiungervi nemmeno due minuti. Il nostro impegno deve essere quello di prepararsi alla vita eterna, giorno per giorno, e possedere quella fede che si professa. Possederla e vivere.

martedì 3 novembre 2009

Il terrore della morte

Troppo allarmismo per la nuova influenza, allarmismo che ne dice molto sulle contraddizioni della società odierna, così stanca della vita e così attaccata ad essa, in modo esagerato ed erroneo. La società sembra voler tenere sotto controllo a tutti i costi la morte, sembra voler darle un freno o decretare quando è il tempo giusto che venga a prendere la propria anima. L'uomo, padrone della terra, vuole essere padrone anche della vita, definirne le scadenze...se è possibile scegliere anche il modo in cui andare all'altro mondo...
Allarmarsi non serve a nulla davvero, perché il solo padrone della vita rimane Dio e Lui solo può scegliere il modo in cui quell'anima deve passare alla vita eterna. L'uomo, a questo pensiero, non ci sta. Recalcitra, la sua insicurezza lo rende spasmodico e nello stesso tempo troppo orgoglioso...

lunedì 2 novembre 2009

Il cielo piange

Il cielo oggi piange...Già, è una giornata davvero piovosa. Non sono potuta andare al cimitero e di questo me ne dispiace molto...Devo sempre sottostare alla legge della mia salute che ha deciso di purificarsi con una bella bronchitiella...Ma sì, bisogna cambiare ogni tanto, non si può essere sempre così monotoni...Bisogna dare alla tosse quel tocco artistico di diversità!!!

Il senso della vita

La gioia del tempo presente mi ha indotto a riflettere sul senso della vita. La vita è fatta di avvenimenti semplici, di profumi, di aromi, di sensazioni anche fuggenti. Tanti attimi costruiscono la vita. Assaporarla è un dovere, non bisogna che gli avvenimenti fuggano senza incidere e scivolino come se passassero su una lastra di ghiaccio. La vita va vissuta fino in fondo, con intensità, perché l'attimo è fuggente e non tornerà più. Non c'è nulla di più brutto del vivere come se si fosse morti. Si diventa dei morti viventi. Comprendo ciò che voleva dire Mario Bagliani quando descriveva la natura con sfumature così belle. Queste sfumature sono nate sicuramente dal profondo amore per la vita. Lui...che stava per morire a 19 anni appena compiuti! Con che intensità egli descrive i colori sgargianti della natura, l'infinità del mare che tanto amava. Si assapora la natura solo quando si vive all'unisono con il creato e soprattutto il Creatore. Mario amava il mare della mia terra, della Liguria. Là si rifugiava nelle vacanze con i suoi amici. Amava anche i monti della sua terra, il Piemonte...Quei monti che ho visto anch'io, quei monti che hanno proiettato la mia mente in una dimensione diversa...Mario usava parole vibranti d'amore e forse anche di nostalgia. Egli stava per lasciare questa vita...Oh mio Dio, tante volte i miei pensieri sono stati sorpresi dall'idea della morte...Ed ecco che tutto ad un tratto nostalgia, curiosità, timore, attesa sfiorano la mia mente...

venerdì 23 ottobre 2009

Giornata piovosa

Altra giornata piovosa e piuttosto calda: come piange il cielo! A tratti sembra inconsolabile. Il pennello variopinto dll'autunno ha cominciato a colorare le foglie, spruzzandole di giallo. Non so per quale motivo, ma questa stagione dilata il mio cuore. Anelo alla pioggia e al freddo e questi m'infondono un senso di sicurezza.

mercoledì 21 ottobre 2009

Quando la luce del cuore s'accende

Calate le tenebre si specchiano sul volto del mare, tremule, danzanti, fosforescenti e brulicanti di vita. Hai specchiato le mie tenebre e le luci del mio cuore, cullandole con le tue armonie vibranti d'amore. Raccontami dei tuoi misteri...

martedì 20 ottobre 2009

Un soffio...

Sfuggono i miei ricordi
accarezzando le cime dei pini
come lo scirocco che dal mare corre ai monti.
Silenzio,
mentre il mare canta
la sua eterna canzone
colma i vuoti dei cuori.

lunedì 19 ottobre 2009

Nel deserto...

Assetata, mi aggiro per il deserto. Spira un forte vento che trascina i miei pensieri, lontano...come piccole stelle brillano nel cielo della mia anima...Il vento ulula e con la sua intensità porta granelli di sabbia nel cielo azzurro ai confini con l'orizzonte...
Assetata, affamata...Oh Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, ti te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne...
Il tuo silenzio è un deserto dorato, ulula il vento, la sua voce si fa sentire...ma non mi sento smarrita, vorrei solo comprendere le Tue parole, rivederti camminare, stare accanto agli infelici, gli ultimi della terra...

martedì 13 ottobre 2009

Nel silenzio, la preghiera

Le ondate dei ricordi si sono acquietate e mi hanno rilasciato tranquilla sulla rena del presente, un presente sereno dove spira leggera la brezza. Ho meditato sulla preghiera. Penso che sia una cosa meravigliosa ed essenziale, un dialogo profondo con una Persona a cui siamo legati attraverso l'amore con lo Spirito Santo. Devo credere con tutte le mie forze che là, davanti a me, c'è la Madre di Dio e la Madre nostra, Maria, e Gesù in persona nell'Eucarestia.. E' un dialogo...Non importa se per più di 50 volte pronuncio le stesse parole: se fosse il mio fidanzato, non mi stancherei mai di ripetergli che lo amo.
Il figlio non si stanca mai di dire alla sua mamma quant'è bella e dolce e di starle vicino. Quante volte mi è capitato nei momenti di sofferenza forte di ricevere consolazione rimanendo vicino alla mamma senza aver la forza di raccontare il mio dolore ma traendo forza solo dalla sua presenza.
L'amore filiale va al di là di ogni discorso, di ogni ripetizione, esso si nutre di lunghi silenzi, di sguardi e sorrisi. E' questa la libertà di figli che Dio chiede a noi.