venerdì 29 gennaio 2010

Essere trasparenti

Non c'è niente da fare, i nostri difetti ci danno fastidio e questo fastidio c'impedisce di essere trasparenti, cioè sinceri con noi stessi. Vorremmo essere diversi, essere migliori e, disorientati, guardiamo il nostro cuore così pieno di difetti. Per sopravvivere ai nostri stessi occhi, per stimarci, indossiamo una bella maschera che ci devìa effettivamente dal cammino che noi dovremmo percorrere. C'illudiamo di avere qualità che, in realtà, desideriamo avere: scatta, insomma, un'autodifesa che non ci salva dagli altri, ma da noi stessi.
Automaticamente gli altri diventano una minaccia perché possono vedere meglio dietro quella maschera e svelarci, con grande nostro terrore, chi siamo veramente. Le maschere che noi indossiamo sono l'ostacolo più grande al nostro cammino di santità.
Ecco perché Gesù esortò: "Siate semplici come colombe e prudenti come i serpenti!" La semplicità, la purezza di spirito ci avvicinano maggiormente alla santità di Dio. Essere prudenti come i serpenti vuol dire essere capaci di discernimento, capire, seguendo strategie appropriate, i veri sentimenti che albergano nel nostro cuore per poter conoscerci accuratamente. Chi si conosce, impara l'umiltà.

Piccoli gesti...che dicono molto

Molto importante è rinnovarsi fin nel profondo, perché mortificare solo il corpo senza mortificare il cuore, non serve quasi a nulla. La sorgente di ogni mortificazione deve essere l'amore, il desiderio, cioè di unirsi al sacrificio di Cristo sulla Croce. Ciò che spinse Cristo ad essere crocifisso era solamente l'amore e solo questo deve essere la ragione di ogni mia azione.
Una genuflessione fatta bene esprime adorazione nei confronti del Santissimo. Non è solo un atto esterno. Più si pensa e si crede che nascosto nel Tabernacolo c'è Gesù, più la genuflessione diventa più profonda. Appena entro in chiesa non devo sedermi subito: più crederò che nell'Eucarestia è presente Gesù, più tenderò a stare in ginocchio, in atteggiamento di adorazione. Sono piccoli gesti...che dicono molto su come il nostro cuore si pone di fronte al Signore. Se io compio meccanicamente questi gesti, e sento che mi pesano molto, devo interrogarmi su chi è per me Dio.

giovedì 28 gennaio 2010

Alzati, amica mia

Mio sposo...quando il sole si spegne e il sipario blu della notte scende e avvolge ogni cosa, quando il silenzio come un velo ricopre il mio cuore, ecco che sento la tua voce che m'invita ad parlare con te, ad ascoltarti, Luce eterna, sole senza tramonto...Ti vedo mentre, coronato di spine, accetti il tuo martirio per amore degli uomini, o i tuoi crocifissori tirano le tue braccia per inchiodarti alla Croce. Sussurri al mio cuore, l'amore che tu hai per la mia anima. La conduci nel tuo silenzio. La elevi alla cima più alta dei tuoi monti, le fai toccare la tua immensità.
E come la sposa del Cantico dei Cantici, ti ritrovo...

"Io sono vicino a te sempre, ti cerco anche quando ti sembra che l'oscurità della notte avvolga il tuo spirito...Ti cercherò sempre, quando sarai nei momenti più difficili e tutti ti abbandoneranno, Io ci sarò..."

mercoledì 27 gennaio 2010

Giornata della memoria

Per non dimentcare...Le parole crude e vibranti di commozione dello scrittore ebreo Primo Levi in "Se questo è un uomo" invogliano a ritornare agli orrori del passato che, purtroppo, non hanno affatto perso la loro attualità. Per non dimenticare...L'uomo guarda le immagini terrificanti dell'olocausto nel quale non morirono solamente gli ebrei. ma anche tanti altri innocenti che venivano considerati inutili alla società. Non si può dimenticare, ma l'odio non appartiene al passato, è ancora attuale nel cuore dell'uomo e sfocia in una pazzia collettiva nella quale non si riconosce più che l'altro, il mio prossimo ha dei diritti. Mentre noi ricordiamo gli errori di una follia collettiva, in altre parti del mondo si perpetrano ancora assassinii etnici. Si nasconde l'odio dietro un credo politico o religioso.Si permette ancora all'odio d'incarnarsi. No, l'odio non fa parte del passato, anche se Gesù l'ha vinto con la croce.

giovedì 21 gennaio 2010

Terremoto...

Ieri ancora terremoto, morte e distruzione. La tragedia ha ricolpito la popolazione di Haiti ma anche in mezzo a questa desolazione, accadono i miracoli: una bambina di 15 giorni estratta viva dal cumulo di macerie. La vita continua a pulsare, a testimoniare che tutto è retto da una volontà superiore, quella di Dio. Egli solo é Padrone della vita e sa quando è il momento di rapire l'anima e condurla nell'eternità. Spesso e volentieri viene d'istinto asserire di fronte alla sofferenza di un malato grave: "Che il Signore lo prenda piuttosto che farlo soffrire in questo modo"
Ragioniamo da uomini senz'altro, non pensando che Gesù stesso disse che la vera vita non è quella del corpo. Il vero cristiano dovrebbe invece affermare che quella sofferenza che il Signore permette serve a purificare l'anima e quindi ad accorciarle il Purgatorio.

mercoledì 20 gennaio 2010

Un piccolo conforto dal cielo

In realtà io non merito nulla da parte del Signore...anzi, per le mie cadute dovrei soffrire molto di più, ma Lui...è straordinario! La cura che pone in un'anima che soffre va al di là di ogni immaginazione.
Stanotte un sogno particolare: io pregavo ed offrivo per mio padre. Lui era accanto a me. Ad un tratto è apparso un sacerdote che gli ha dato la Comunione. Interessante il fatto che papà ha estratto nuovamente dalla bocca l'Ostia Consacrata. Io sono stata colta dal timore che la rigettasse e per questo motivo, ho pregato ancora. Lui se l'è rimessa in bocca...
Il sogno mi ha lasciato tanta pace e gioia. E' una cosa bellissima. Il Signore tiene conto delle offerte di chi prega per qualcuno! E certo...è straordinario anche che si sia chinato sul mio dolore, in un momento così difficile per me. E' anche vero che per me è importantissimo ricevere ogni giorno la Comunione, più importante di ogni altra cosa e, quando la ricevo, penso sempre a mio papà e la offro per lui.
Non merito davvero di essere ricolmata di questi doni ed aiuti da parte sua, eppure, nella sua grande misericordia, si è chinato sulla mia anima con gratuità.

Perdonami, Signore, nella tua immensa bontà, perché con i miei atti ti offendo...

domenica 17 gennaio 2010

Ancora terremoto...

Ancora morte, distruzione...Sofferenza immane...Il terremoto che ha distrutto Haiti dovrebbe far riflettere l'uomo: la morte colpisce all'improvviso, non ci si può adagiare su questa vita, ella è proprio come un ladro, non si sa quando verrà a scassinare la porta del proprio corpo...per rapire l'anima.
"Oh uomo, non hai ancora compreso che Io sono il Padrone di questa vita e che busserò alle porte del tuo cuore per condurlo all'eternità quando meno te l'aspetti?
Pellegrino nel tempo, ti ho creato per l'eternità...A questa cerca di aspirare in ogni momento della tua vita...Non ti curare del tuo corpo...Io, che rivesto i gigli del campo, non penserò a te, per cui ho dato la mia vita sulla Croce?
Con tutte le tue cure, non riuscirai a raggiungere un'ora sola alla tua vita terrena..."

venerdì 15 gennaio 2010

Sulle ali del vento

Come i gabbiani illuminati dal sole
volano alto
nell'azzurro del cielo
così la mia anima
staccata dal corpo
viene rapita
dalle possenti ali di Dio
che la portano
nella luce del Sole
del Suo amore...

Purificarsi con il fuoco dell'amore

L'amore è come un fuoco il cui calore dona consolazione, gioia e pace al cuore. E' un tepore che conforta l'anima. E' una dolce sofferenza e nasce dal desiderio profondo di unirsi a dio in una comunione eterna. Il fuoco dell'amore produce una ferita nell'intimo: l'anima sembra quasi prendere il volo e staccarsi dal corpo.

Preghiera per l'umiltà

Infondimi, Signore, una sincera umiltà, affinché io considerandomi quale veramente sono alla tua presenza, pieno di miserie e di peccati, mi creda dovuti tutti quei (come compaiono agli occhi del mondo) torti ed oltraggi. Dammi un grande disprezzo del mondo, affinché non faccia dipendere dai suoi giudizi e discorsi la mia felicità e la mia pace, ma tutta la riponga nell'amarti e nel piacerti. Così sia.
Imitazione di Cristo CAPO XXVIII

Beni spirituali

Che cosa è più importante nella santità? L'umiltà! Bisogna sapersi distaccare anche dai beni spirituali, da quelle grazie che ci fanno sentire perfetti. Difficile...si sente l'orgoglio sanguinare e l'anima gemere. Eh sì, come si dibatte l'orgoglio! Gesù, sulla croce, non aveva bellezza alcuna, il suo volto era sfigurato per le cadute e le percosse. Anche l'anima deve saper stare inchiodata sulla croce.

Il perdono

Perdonare purifica completamente l'anima perché è l'atto di carità più eroico che esista. Perdonare significa purificare la memoria, rinnovare il perdono ogni attimo, quando gli assalti dei ricordi stringono d'assedio la mente e non ti lasciano ragionare. Affiorano come foglie sullo specchio dell'acqua e galleggiano su quella pellicola, ignare della loro destinazione, della loro sorte. A volte il silenzio diventa un atto eroico. Ma i santi, come il solito sanno andare oltre: ecco che dopo un'offesa ricevuta, pregano Gesù per la persona che li hanno offesi e fanno...penitenza...Beati loro!!

mercoledì 13 gennaio 2010

Preghiera

Alla luce di quello che ho scritto, ho deciso da oggi di offrire ogni mio dolore, ogni più piccola penitenza, in riparazione degli eventuali peccati di mio padre, visto che lui non può più confessarsi. Proprio in questo momento, inchiodata alla mia croce, spogliata di qualsiasi forza, scaraventata indietro nel mio cammino spirituale, dal punto in cui mi sembrava di essere giunta, offro ogni mia sofferenza, offro le ferite del mio orgoglio. Fa' che spalanchi la porta della mia anima, che ti faccia entrare e prendere con gioia quello che tu più desideri: la mia buona reputazione, le mie forze fisiche, le soddisfazioni nel mio lavoro. Sì, lo so, amo ancora profondamente me stessa e fai bene a ricaccarmi al punto di partenza perché è meglio avere un cuore umile che aver superato brillantemente tutti i difetti che mi dispiacevano.

Offrire per scontare la pena

Il peccato, quando lo si confessa, è già perdonato, ma ne rimane da scontare la pena. Facile da comprendere, anche se forse all'anima capire questo fa male. Un esempio semplice semplice: facciamo che ho mancato di carità con una persona...Non è solo una mancanza che riguarda la mia anima, ma ho scatenato una reazione di sofferenza e di atti nella persona che mi sta accanto. Il peccato è stato perdonato, sono da riparare le sue conseguenze, alle quali spesso non pensiamo, ingolfati come siamo nel nostro egoismo. Un modo per scontare la pena è offrire tutti i dolori, o piccole penitenze, che ci accadono nel quotidiano e gli atti di carità verso il prossimo. Il più potente atto di carità che possiamo offrire è perdonare il prossimo. Il fuoco della carità è molto più purificante di quello del Purgatorio. I meriti che ci facciamo in questa vita sono immensi mentre nel Purgatorio brucia di un fuoco dolorosissimo senza più poterne acquistare.

Pregare per le anime del Purgatorio

Ogni istante di questa vita è un riflesso dell'eternità. La porta per entrare nella vita eterna, è proprio il credere che Gesù è il Signore. Vivere di Lui è la vita eterna. Di fronte alla mentalità odierna anche di taluni cattolici, tremo. Bisogna vivere e credere fermamente nella misericordia di Dio ed è venuto sulla terra esclusivamente con lo scopo di salvarci. Non desidera che nessuno vada all'inferno o al Purgatorio, ma, purtroppo, è verità di fede che esiste l'inferno....Esiste anche un Purgatorio dove le anime si purificano in vista della visione completa di Dio. L'inferno esiste...eccome! E purtroppo non è nemmeno vuoto! Se non volete salvare le anime vostre per amore, salvatele per timore del castigo eterno! Dobbiamo pregare per tutte le anime, sia buone che cattive, perché il giudizio divino differisce di molto da quello umano che, paradossalmente, in taluni casi, è meno rigoroso di quello divino! Quante volte un'anima del Purgatorio si è presentata affermando di non aver ottenuto più suffragi perché, erroneamente, è stata collocata già in Paradiso! O è successo il contrario: che tate anime perché non praticanti, sono state collocate umanamente nel più profondo del Purgatorio, mentre sono apparse dicendo di essere alle soglie del Paradiso!.
Pregare ed offrire piccoli sacrifici per le anime purganti...Non pensare al loro tormento sarebbe un errore grave! Pensare che il Purgatorio sia una cosa piacevole è ancora più sbagliato. Il Purgatorio e la sua sofferenza sono più duri della vita e della sofferenza di questo mondo. A volte rabbrividisco pensando alla "semplice" privazione della visione di Dio...Sento nel mio cuore una forte fame di Dio, di ricevere l'Eucarestia...Non posso esserne privata anche se il motivo è improrogabile e non dipende da me. Sento spasimare la mia anima dal desiderio di incontrare Dio. E' come se fosse un fuoco interiore...E a volte penso che questo desiderio debba essere più moderato. E' una sofferenza profonda quella delle anime che noi dobbiamo alleviare per loro perché loro non possono più intercedere per se stesse.

martedì 12 gennaio 2010

Maria...

Non conoscevo affatto la Madonna e domandai a don Orione la grazia di conoscerla...Ma io non intendevo nei termini in cui si svolse il fatto durante la notte.
Erano circa le 2.30 di notte ed io sono entrata in un particolare stato di dormiveglia. Vidi un puntino luminoso che diventò sempre più grande . Ecco che apparve una giovane donna con le mani e gli occhi rivolti al cielo, i piedi nudi. Dalle mani partiva un cono di luce che "spaccava" le pareti della stanza. Era così bella...ma non la riconobbi subito. In un secondo tempo mi si aprirono gli occhi ed esclamai: "Ma è Maria...!" Allora vidi il suo viso, mi sorrise e giunse le mani in atteggiamento di preghiera. Mi "svegliai" seduta sul letto, mentre mia sorella mi domandava cosa era accaduto e cosa volevo, visto che avevo pronunciato quella frase ad alta voce. La mattina sentii una gioia unica nel mio cuore, esplosiva...e sentii l'esigenza di testimoniare che la Madonna esisteva...
La possibile morte di mio padre mi fa ricordare anche questo "sogno" molto più recente. Mi ritrovai di fronte ad una porta di bronzo che si aprì. Varcata la soglia vidi una salita di nuvole ma una voce mi disse che non potevo proseguire ancora il mio cammino...che non potevo salire ancora...perché non mi era ancora concesso, ma che poteva venirmi incontro un'anima e parlarmi. Questa mi domandò per quale motivo pensassi sempre all'eternità e commentò che ci pensavo troppo. So di aver risposto che non era in mio potere non pensarci. A questa risposta, l'anima, vestita di bianco, e che in realtà non riconobbi subito, mi rispose che non avrei dovuto attendere molto per entrare nella vita eterna.
E' vero, per il cristiano la morte è il dies natalis, il giorno di nascita della propria anima, ma questo passaggio è duro, è quella porta stretta da cui si deve passare per entrare nella vera vita.

Il silenzio della morte

Ricordo di aver scritto al mio ex parroco, qualche anno fa, di aver paura della morte dei miei genitori. Lui mi rispose che prima o poi sarebbe dovuto accadere e quindi mi sarei dovuta preparare a tale eventualità. I miei, allora, stavano bene...Ma avevo costante questo pensiero di morte, che non riuscivo a scacciare...e così, poco più di un anno fa il primo ictus di papà e la frase sibillina al telefono: "Non so se questa volta ce la farò..." Da lì è cominciato il calvario, da me vissuto tra attese e speranze, tra sofferenza e rassegnazione, accettazione e preoccupazione, fino al giorno di oggi che assistiamo impotenti all'aggravamento della malattia. Una sofferenza immane, certo. Mi viene in mente la prima volta che vidi il volto della Madonna (ho già raccontato questo episodio) e sento ancora viva la gioia che mi spinse a correre ad annunciare: "Che bello! La Madonna esiste veramente, io non la conoscevo..."Lo racconto per farmi coraggio, perché in teoria mio padre si sta preparando a vedere quel volto bellissimo, di età indefinibile, che non ti fa più apprezzare quello delle sculture perché sono sempre più brutte di Lei...

venerdì 8 gennaio 2010

Dialogo

Ascolta, anima mia, lo sciabordio delle onde del mare, sulla sottile sabbia del mare. Leggero, delicato e soave accarezza il tuo udito e culla i tuoi pensieri che brillano come bianche stelle. Hai desiderato prenderli, stringerli dentro il tuo pugno ma ti sei accorta che sono come lucciole che fuggono, appena apri la mano. Le segui con il tuo sguardo mentre si tuffano nell'azzurro del cielo, verso l'infinito ma si confondono, inghiottite dal buio della notte...Ma lo sai...Hai paura della notte, quel velo scuro come l'inchiostro che, come una ghigliottina, si lancia spasmodico sulle fronde degli alberi, sull'acqua dei torrenti e dei laghi e sembra volerti stringere alla gola, mozzarti il respiro per vederti affogare nella sua vischiosità.
Ma ti voglio parlare della notte che tanto ti spaventa. Anch'essa ha il suo fascino, i suoi vantaggi. Il silenzio che cala con la sua pace e ti fa pensare all'eternità di Dio e della tua vita, ti racconta i segreti dell'Amore, quello vero che Gesù ha insegnato. Il buio della notte è solcato dalla lama d'argento della luna, una luce che non ferisce la vista...ed il mare, il cui cuore diventa fosforescente e brulica di vita...Ascolta ancora lo sciabordio delle onde, lasciati cullare da esse. Vuoi sapere da dove nascono i tuoi pensieri...e ti ritrovi stupita e trattieni il fiato perché il cuore di questi si è nascosto, è celato al tuo sguardo e affondi le mani in questa bruma alla ricerca della loro essenza e ancora ti ritrovi in quel mare che tutto ad un tratto, sferzato dal vento, è agitato dalla tempesta e le onde, alte e violente, s'infrangono sugli scogli. Quando la lama della luce del sole taglia l'aria dei tuoi pensieri, ti accorgi che in essa danza il pulviscolo, rado, sottile e, come nebbia, si dirada, svanendo...

Sull'onda dei pensieri...

Srotolo il nastro dei miei pensieri nell'oscurità di un mattino che indugia a nascere e da cui emerge l'asfalto, lucido di pioggia. E sembrano uno stormo di rondini che emigrano verso paesi più caldi. Grandi pensieri, grandi ispirazioni su cui aleggia una leggera bruma. Le dita argentate del mattino carezzano le case che emergono dal buio della notte che muore. Ancora pioggia, che con il suo velo scuro, il suo mantello di nubi avvolge la città. S'intravede attraverso il sipario d'inchiostro scuro; il cielo stilla acqua che rimbalza sulle pozzanghere che catturano con il loro specchio, uno spicchio di cielo. Rimbalzano le gocce, piccole lacrime che muoiono sull'asfalto, s'espandono, s'appendono nel verde cangiante degli alberi e ammiccano alla luce fatua e giallognola dei lampioni che corrono ai lati del nastro grigio della strada.
Stillano come i miei pensieri che si espandono nelle pozzanghere della mia anima che vorrebbe specchiare una piccola parte di cielo, un frammento dell'azzurro e del grigio del cielo, tuffarsi nel morbido delle nuvole ma, come le gocce, ecco, si perdono nel marrone della terra. Indugiano nel bagliorefatuo dei lampioni per poi piombare nell'oscurità della notte. E la notte confonde i pensieri. Non si possono ammirare le vette dei monti quando il morso dell'oscurità le stritola. Eppure esse si vogliono tuffare, squarciare il velo del cielo per toccare le stelle, che ammiccano alte e fisse, argentee. Quali sono le mie più grandi ispirazioni?

lunedì 4 gennaio 2010

Sotto la pioggia

Che giornata! Avevo alcune pratiche da sbrigare e quindi sono dovuta uscire. Ce n'é voluta! Alla fine sono riuscita a passare attraverso quel cancello. E' stata un'impresa ma sono riuscita. Piovigginava ed un'aria pungente mi sferzava il volto. Il cielo opaco sembrava voler annunciare la neve, ma pioveva. Ho dovuto aprire l'ombrello, un funghetto nero che supera di poco l'ampiezza delle mie spalle. ma pensavo di dover aspettare poco l'autobus...Speranza vana...L'ho visto sfrecciare senza nemmeno rallentare mentre stavo uscendo dal cancello...Pazienza...Ho dovuto rallentare mentre stavo uscendo dal cancello...Pazienza...Ho dovuto aspettare 25 minuti, passeggiando avanti e indietro con il mio funghetto sopra la testa. La pioggia è aumentata, anche questo...Accarezzavo con lo sgurado quel lungo e ampio viale trafficato con le gocce che si fermavano sul nero della tonaca. Avevo fretta, molta...Ed io che non ho mai avuto la pazienza di aspettare gli autobus:::! Ma in questo caso non potevo fare come a Genova che andavo a colpo sicuro..a piedi e...se passava l'autobus, lo prendevo al volo. Le distanze qua sembrano triplicarsi. Non ho mai temuto le distanze e nemmeno (tanto meno) le salite ma qui mi sembra di non giungere mai...Meglio fare la brava, godermi la vista di qualche albero spennacchiato, della rumenta ai margini della strada e degli automobilisti nervosi che strombazzano ad ogni pié sospinto ed aspettare quel piccolo autobus che tarda a venire. Va bé...Fa freddo...Scoccano le 11 e l'autobus passa. E' vuoato: ci sono solo due persone. Finalmente ammiro le vie di Roma illuminate. Belle...Natale è passato da poco e dopodomani si concluderanno le solennità natalizie. Peccato..Non c'è traffico e in 10 minuti giungo a destinazione. Piove ancora, l'asfalto brilla e la mia mano, quella che tiene l'ombrello, è diventata gelida. Sono fiduciosa, penso di sbrigare tutta la burocrazia oggi stesso. Salto le pozzanghere fangose, marroni, e mentre cammino, anzi, corro alla "Bersagliera" come diceva don Natta, su quel piccolo nastro grigio d'asfalto, mi rimbalza all'udito un grido che mi fa sobbalzare. Due donne che passeggiavano in quel parco hanno urlato "Attento!" ad un' auto verso cui tendevano le braccia delle due donne e la sagoma di un piccolo animale a quattro zampe spuntare. Camminava senza eccessiva preoccupazione...anzi sembrava ignaro del pericolo che aveva corso. Erano più spaventate le due donne che, dopo aver salvato l'animale, seguitarono a parlare fra loro.
Tanto tempo fa assistei ad un incidente, quello di mia mamma, che il 1° novembre 1994 fu investita da una motoretta. Mi è rimbombato all'udito l'urlo di mio padre: "Cos'hai fatto a mia moglie!" Pioveva anche quel giorno di tanti anni fa. E rivedo quella scena come in un film. Non poteva accadere, non a mia mamma! Era meglio se fosse capitato a me. La nostra vita è legata ad un filo sottile, pronto a spezzarsi ed un avvenimento cambia il corso di più vite insieme. E' come quelle foglie che, scosse dal vento, si staccano dall'albero e, volteggiando, cadono a terra, dentro una pozzanghera scura e melmosa e diventa anch'essa come un pantano. Il tempo è come il vento, stacca e trasporta tante vite lontano dall'albero, le getta a terra, gioca a farle salvare, si riducono in poltiglia, confondendosi con il grigio - nero dell'asfalto. E' passato il tempo, inesorabile: adesso è mia madre che accudisce papà e non può chiedere a nessuno "cos'hai fatto a mio marito". Sarà il tempo stesso a sistemare le cose. La domanda di mio padre, vibrante preoccupazione, emerge come una sagoma scura dalla fitta nebbia del tempo...Mia mamma quel giorno aveva attraversato sulle strisce...E quante volte io avevo sfidato il "destino" senza timore da monella, andando su un cinquantino, il motorino "Sì", in due? Sì, si andava piano..non è mai sucesso nulla...ma con il senno di poi...

sabato 2 gennaio 2010

Carissima amica...

Carissima amica, questa sera ti penso...Ti penso in questa sera che, dopo giorni di pioggia, ha un cielo turchese, ripulito da un vento rabbioso. Ma sì, ti presento i miei pensieri, i miei sogni, così confusi e così strani, sembrano stelle in un cielo scuro che vogliono tuffarsi in mare per lavarsi dalla stanchezza e dalla noia e brillare...Piccoli fuochi nel cielo della mia anima...quanti interrogativi, quanti sogni. Cosa mi aspetto quest'anno? Sai, non lo so...Non si può prendere e stringere l'oceano in una mano...E' un po' come la storia dell'anno nuovo, qualcosa mi aspetto ma so dirti cosa...E come se mi trovassi di fronte ad un tramonto, a quei tramonti sanguinanti, di Corso Italia...Tramonti che mozzano il fiato e fanno aleggiare nel cielo dell'anima sentimenti radi e trasparenti come il fumo che danzava sopra le castagne che scoppiettavano agli angoli delle vie...Così, vacuo, ondeggiante ed incerto alla fredda luce del sole invernale. Accarezzava con il suo tepore la pelle del viso e, disperatamente, ti faceva tirare su con il naso. Così, questi sentimenti aleggiano sornioni nella mia anima...Piccole dita evanescenti sfiorano i mio cuore... Ti domandi quali sentimenti agitano il mio cuore? Perché, puoi contare le gocce d'acqua che sono nel mare? Hai sentito il linguaggio delle onde? Hai percepito il loro lamento? Come quella notte che a Quarto ammirammo il mare: un'enorme massa scura, mormorante, più scura della notte...e poi quante volte l'ho visto punteggiato di lampare, sole, piccole isole luminescenti come i sogni dell'umanità in un cielo piatto, senza confini, dove le gocce diventano bianca come spuma. Sì, carissima amica, abbiamo grandi aspirazioni che, come piccole lampare nella notte, navigano in un'ignota tavola d'acqua scura. Navigano nel mare aperto gettando i loro riflessi sullo specchio del mare...Ma, poi, alla luce del giorno, ecco che scompaiono, le onde mugghianti ci spaventano, vediamo la vastità del mare...
Sogni? Sai, la notte trascina la nostra mente nella dimensione dei sogni...In fondo è più facile fissare le stelle più opache, che non feriscono come i dardi infuocati del sole. Il sole fa brillare, ma ferisce lo sguardo.
Anche la santità può essere solo un sogno...Una stella che brilla nel cielo...Ti ricordi cosa disse di Marinella De André: il vento che la vide così bella, la prese e la portò su una stella...E' vero, la santità non è un sogno, deve essere un progetto di vita ma spesso bisogna fare i conti con se stessi e piangiamo spesso miseria. In questo campo piangiamo sempre miseria, siamo come quei tipi che hanno le tasche bucate: i nostri propositi cascano spesso a terra e il loro rumore ci fa male, più male di un taglio sulla carne perché ferisce l'anima, la taglia, la fende...
Sai, penso che tremiamo di fronte a noi stessi. Abbiamo paura di noi per cui non ci fidiamo degli altri. Eppure viviamo con noi stessi 24 ore su 24. Sì, ci coccoliamo, ce le diamo sempre vinte perché sappiamo che dentro di noi c'è un mondo che nemmeno noi conosciamo...Sono gli altri che ci aiutano a conoscerci, rimestando involontariamente nei nostri sentimenti e...Mentre lo fanno, ecco che noi tremiamo per noi stessi ma è più comodo mordere gli altri e fare come il bue che dice all'asino: "Cornuto!"Ecco, l'abbiamo detto, adesso sanno chi siamo...Ma con le pive nel sacco ci accorgiamo di aver vinto come Pirro, una vittoria vana che ci lascia l'amaro in bocca.

venerdì 1 gennaio 2010

Prima giornata dell'anno

Ore 7.08 esatte suona la sveglia. Finalmente da tre ore la città si era imbevuta di silenzio...quando noi ci siamo dovute alzare...Stanotte, quando i botti sembravano voler far crollare la città ho pregato perché la gente ritrovi il vero senso della vita. Il tempo corre, fugge...Ho pregato e poi ho cercato d'invocare un po' di sonno ristoratore, quel tanto che basta per non essere troppo rimbambita durante la Santa Messa. Alle 3.00 mi sono dovuta alzare per un trasferimento urgente: i botti sembravano essere finiti ma mi giungevano flebili le note di una musica. Sembrava che fosse finita anche la pioggia che alle 22.30 aveva cominciato anch'essa a salutare il nuovo anno con fulmini e tuoni confondendosi con i botti. 7.08, quindi....Una pace sublime ha invaso il mio cuore. Un nuovo anno ha senso solo se si guarda attraverso le lenti della fede...
7.08 dunque...uno sguardo ai buchi della tapparella: buio; da essi filtrava solamente una luce opaca. Il silenzio ha accarezzato dolcemente il mio udito. Ho sospirato: "I Romani si sono addormentati!"
Dal muro pendeva il calendario, ormai inservibile del 2009. Era della "Lanterna Missionaria". Non avevo ancora il calendario nuovo del 2010 da mettere al suo posto. Mi vesto e alle 7.20 circa, ero fuori dalla stanza. Scambio di auguri, sguardo alla finestra...fuori il cielo è ancora scuro, promette ancora pioggia....Mi piace, gusto quelle prime ore del giorno nella pace e mi viene da sorridere da sola per il presente o per quello che è stato...Oh sì...un po' di nostalgia del vecchio anno...Eh no, da bambina non gioivo affatto per la fine dell'anno e soprattutto del mese di dicembre, il mese che preferivo fra tutti! Poi, metaforicamente parlando, il nuovo anno è come se fosse una nuova strada che si apre, ignota, all'orizzonte della nostra vita.
Abbiamo bisogno di pietre miliari per contare gli anni, valutare e verificare il tempo, concretizzandolo.
Personifichiamo l'Anno, pensandolo come una persona...forse provvista di cappello e di sciarpa e già che ci siamo...Il 2009, l'anno vecchio immaginiamolo con un bastone in mano e il 2010, pimpante per averla fatta franca, tra i botti che hanno lacerato la notte, bello giovane e fresco, senza bastone e con la pelle senza rughe!
Forse qualcuno rimpiangerà l'anno vecchio, quello con il bastone, quando comprenderà che quello giovane, non ha portato la pace e che non è altro che un anno vecchio, ringiovanito...e quando il suo trucco si lacererà per l'ardore di nuove lacrime, ahimé, l'uomo comprenderà amaramente che non è l'anno che deve cambiare ma è proprio l'uomo e il suo cuore a dover mutare!
Mi viene da sorridere perché il nuovo anno mi ha regalato un nuovo calendario, tutto bello, ornato di fotografie rappresentanti la neve...
Eh, mi dirai, se a Roma la neve non si vede mai, almeno sui fogli del calendario...Anche nel mese di agosto...il calendario è di Santa Lucia...ma ci vedrò bene? Anche nel mese di agosto c'è una foto con la neve!Non mi dispiace! Per adesso mi piace ammirare la bella scritta GENNAIO, seguita da 31 giorni. Bene, a gennaio quest'Anno (con la A maiuscola, s'intende) non sarà più giovane.
Sorrido mentre ammirando quella bella scritta e il candore della neve, m'inciampo per le scale... proprio come il Capodanno dell'anno scorso. Mi viene da ridere, veramente, altro che sorridere! Bho, come ho fatto lo so solo io! E rido da sola!!!!

Buon anno!!


Auguri di buon Anno nuovo! Mettiamolo sotto la protezione della Madonna!
Ringraziamo Dio per tutti i benefici ottenuti nel 2009 e guardiamo con fiducia al nuovo anno. Dio senz'altro lo ricolmerà di benedizioni!
Strano, pensavo ieri, come la gente festeggi l'arrivo del nuovo anno! Ieri sera hanno cominciato alle 10 a sparare i petardi...I botti erano talmente forti che sembravano delle bombe...a mezzanotte la terza guerra mondiale! Dei botti tremendi...e se pensiamo bene, davvero pericolosi. Ma che senso ha...
Ho salutato con un po' di nostalgia il 2009, in fondo è stato un anno bello nonostante la malattia sempre più grave di mio padre, i due ictus decisivi del mese di aprile. Tutto è grazia! Quante speranze per quest'anno. Le affido alla Madonna, Lei che ha custodito in grembo il Verbo di Dio...
Tanti cari auguri, quindi, a tutti, di buon anno nuovo!