lunedì 30 maggio 2011

Martiri, testimoni di Cristo

In Cina, i cristiani stanno subendo delle persecuzioni. Così come l'acqua fa crescere le piante, così il sangue fa crescere i cristiani. In teoria dovremmo essere tutti pronti a subire il martirio. Dare la vita è un atto senz'altro eroico: è eloquente il nostro istinto di sopravvivenza, però c'è un altro tipo di martirio, quello cosiddetto bianco, cioè un distaccarsi dalle cose terrene, dall'amor proprio... in poche parole, un morire al mondo. Per affrontare serenamente la morte, sia personale che dei propri cari, bisogna essere distaccati dalle cose terrene.

domenica 29 maggio 2011

Il Rosario

La Madonna è davvero potente! Quando le si chiede qualcosa secondo la volontà di Dio, Ella s'affretta a risponderci. Maria compie miracoli per chi crede in Lei, provare per credere! Oggi stesso nella trasmissione "A Sua Immagine" hanno raccontato della guarigione di un uomo a Lourdes. La Madonna fa ancora miracoli, nonostante la nostra incredulità e la nostra miseria.... Preghiamola pertanto, perché guarisca la nostra anima.

sabato 28 maggio 2011

Riguardo all'architettura


Anche riguardo all'architettura, la Chiesa sta compiendo passi inaspettati che si possono definire come un ritorno alle origini. E' ribadita con forza la centralità del Santissimo Sacramento sia come attributo logistico dell'architettura sacra, sia nella spiritualità. Molti stanno osservando che non è necessario che l'altare sia staccato dal muro e che il Sacerdote sia volto verso il popolo, in quanto il centro della Celebrazione Eucaristica non è il Ministro ma Gesù Eucarestia. In fondo è vero... preferiamo vedere negli occhi il ministro che volta le spalle al Santissimo Sacramento che concentrarci sulla grandezza di Dio...

venerdì 27 maggio 2011

Il linguaggio della fede

L'amore verso una persona si esprime pure con i gesti. Se io dicessi a qualcuno di volergli bene e poi, in concreto lo picchiassi senz'alcuna ragione, non gli dimostrerei di certo quel grande amore che asserisco di avere. Decisamente, i gesti sottolineano le parole e i concetti se non in talune volte, li sostituiscono totalmente. Anche la fede ha il suo linguaggio che dovrebbe essere quello dell'amore. Di fronte ad una persona ragguardevole si usano tanti accorgimenti per dimostrarle che la teniamo in considerazione e che per noi è importante.
Tempo fa ho ascoltato a tale proposito una trasmissione su Radio Maria.
Certo, non bisogna osservare tali regole rigidamente, tanto meno per giudicare l'altro. Tuttavia hanno una certa valenza. La trasmissione radiofonica affermava con forza che l'atteggiamento dell'adorazione è stare in ginocchio e che bisognerebbe rispettare quanto più si può l'alternarsi dello stare in ginocchio, in piedi e seduti durante la Messa, perché la posizione che assume il fedele ha un significato importante.  Faceva notare inoltre che sarebbe bene, stare in ginocchio durante la Consacrazione, o almeno in piedi, ma, evitare di stare seduti.
A volte si fa per abitudine, ma è importante risvegliare in quel momento il proprio sentimento d'amore e di fede.
Se non facciamo la genuflessione o ci mettiamo seduti per pigrizia e non tanto per non -  fede, non facciamo altro che evidenziare che diamo la priorità al nostro io e non a Dio.
Nel mio cuore è scolpita l'esperienza di una ragazza, approvata dalla Chiesa, divulgata con l'imprimatur, della visione dell'anima dannata di una sua amica. Tra tante altre cose, l'anima dannata disse che non curava più la genuflessione perché in realtà, non credeva più in Gesù Sacramentato. 

Non a caso questo Papa sta cercando di ripristinare il modo di ricevere la Comunione: in bocca e in ginocchio. E' vero che tante volte la testa quando si hanno atteggiamenti anche seri, può vagare... ma vi dico una mia piccola esperienza. Una volta, il venerdì santo, tutte le persone davanti a me, adoravano la Croce con un bacio solo, senza genuflettersi. Ho sentito che il mio spirito adorava Dio e si genufletteva davanti al Crocifisso. Se fossi stata sul Golgota avrei abbracciato quel legno, mi sarei fatta inondare del suo sangue. Così, ho trovato naturale spezzare la lunga fila di non - genuflessioni e la mia genuflessione è stata espressione di ciò che avevo nel mio cuore.

Riguardo anche al fatto di ricevere la Comunione in piedi ho qualche perplessità... rimedio stando in ginocchio dopo... Anche su questo vorrei affidarvi una mia piccola esperienza. L'estate del 2010, mia mamma mi ha domandato se potevo tagliare le unghie a mio padre. Mi sono ritrovata in ginocchio davanti a lui. Non è che mi sono messa in ginocchio per adorarlo come avrei fatto dopo la Comunione... mi ci sono ritrovata eppure questo mio atteggiamento ha richiamato fortemente un ricordo di devozione filiale e ringraziamento. Quante volte da piccola lui mi ha accudito e mi ha tagliato le unghie dopo che mi era volato dalle mani il tagliaunghie mentre cercavo invano di farlo da sola... Di fronte al suo dolore dovevo inginocchiarmi... Mio padre era un uomo... figurarsi cosa dovremmo fare nei confronti di Dio! Invece... come tanti soldatini, in piedi, andiamo a ricevere la Comunione...

giovedì 26 maggio 2011

Sindel, lo zingaro di Carlo Sgorlon

Mi è sempre piaciuto leggere... avevo la fama di divorare i libri... Infatti pensarono di darmi un premio quando, non so cosa mi saltò in mente, riuscii a leggere i Malavoglia di Verga, in soli tre giorni!!!Nell'anno propedeutico di quinta magistrale, lessi in un solo boccone "Il vento nel vigneto" di Carlo Sgorlon, libro che ci fece leggere l'insegnante d'italiano. Me la rivedo davanti, magra, poco più alta di me, con quegli occhietti castani sfuggenti, parlare questo Sgooorlooon. Quando parla va di Carlo Sgooorlooon, gli occhietti si illuminavano d'immenso quasi come quando parlava di "Roooma, città aperta", di "Ladri di bicicletta" e di De Sssica... Quando non c'erano le "o" da triplicare, c'erano le "S"... Sgooorlooon non era altro che Carlo Sgorlon, lo scrittore friulano. Di lui ho letto anche "Il calderas", romanzo su cui riflettere... soprattutto in questi tempi così diffidenti, rasentanti il razzismo. In una cittadina slava, Novigora, si scatenò una moria di cui dapprima non si conoscevano le cause. Il sospetto, dettato per lo più da pregiudizi, cade, superstiziosamente, sugli zingari accampati nei pressi della cittadina. Il virus sospetto, che poi si rivelòcome un avvelenamento del pane da parte di un'erba, la segale cornuta, penetrò anche tra i nomadi. Vissalòm, un uomo anziano, portò con sé Sindel, un bimbo scampato alla sciagura, rimasto, però, orfano. Vissalòm voleva fuggire dalla guerra che incombeva sull'Europa e recarsi in Italia, patria del sole e della fratellanza. Riuscirono a varcare il confine dell'impero Asburgico, a fatica. I gagé, ovvero il popolo "non-nomade", stavano cominciando ad imporre le loro leggi pure agli zingari che fino ad allora non avevano avuto mai costrizioni in qualità di popolo nomade e privo di una patria specifica.
Gli Austriaci li fecero passare dopo aver loro diretto parole arroganti e facendo loro notare che non sarebbero più potuti entrare nell'Impero Asburgico. Vissalòm ebbe un attimo di esitazione perché intuì che non avrebbe più varcato il confine dell'Impero entro il quale ha vissuto gli anni della sua vita. A Sindel non fu detto della morte dei suoi genitori e gli si fece intuire che la fuga aveva come obiettivo principale portarsi il più possibile lontano dalla guerra (la I° guerra mondiale) e che lungo il cammino li avrebbe incontrati nuovametùnte. Sindel era curioso e intelligente: voleva sapere tutto sul suo popolo, ma ritiene di doversi discostare da esso per quanto riguarda l'ignoranza. Imparò a leggere e a scrivere, avrebbe voluto farsi portavoce del suo popolo.
I due nomadi fermarono il loro wurdon, carrozzone, presso Fajet, un paesino friulano, dove svolgono mestieri manuali, utili alla comunità. Vissalòm morì e Sindel decise di fermarsi definitivamente a Fajet. Purtroppo accadde che la storia del pane si ripeté con il vino. Sindel venne visto da un uomo mentre beveva del vino e, quindi viene accusato da questo di veneficio. Sindel temeva la prigione, così contraria alle sue origini di nomade, e decise di fuggire, ma, una notte, fu visto dal vecchio che, riconoscendolo, lo aggredì. L'accusatore aveva una bicicletta ed era ubriaco fradicio. Sindel si difese e, nella collutazione il vecchio cadde. Si rialzò subito e Sindel riuscì a fuggire. Venne però acciuffato dalla polizia e, la cosa che temeva di più si avverò: venne gettato in prigione. In questo episodio hanno trovato corpo le mie riflessioni. Sindel era un nomade, abituato a non fermarsi mai, temeva i luoghi chiusi. Agli inizi gli sembrava d'impazzire ma poi comprese che un uomo poteva essere libero anche in un carcere. Sviluppò la sua dimensione interiore e riuscì ad accettare una condizione che, tempo fa, lo turbava enormemente. 
Forse Sindel aveva trovato un modo di evadere da una situazione altrimenti insostenibile, sviluppando la sua interiorità.
Anche noi dobbiamo riuscire a sviluppare il nostro mondo interiore nella fede in Dio, in modo che la realtà si trasfiguri.

martedì 24 maggio 2011

La morte? un capolinea?


Ma no! La morte non può essere un capolinea! Non è nemmeno un punto di arrivo; esso è il punto di partenza di una nuova vita, una vita immersa nella presenza di Dio. L'impostazione di questa vita dipende dal sapere dove andiamo. Sapere dove si va è fondamentale! La morte dei nostri cari al di là del nostro dolore umano, dovrebbe stimolarci ad affrettarci ad entrare nel luogo del riposo! E non inasprirci e gettarci nella disperazione più assoluta. Eloquenti le parole di Mario Filippo Bagliani riguardo alla sua morte: "Non pensate alla mia morte come ad una fine, ma ad un inizio, l'inizio di una nuova vita!"

lunedì 23 maggio 2011

L'uomo comunica anche con il suo corpo

Come spesso ho già detto, l'uomo comunica con tutto se stesso, con la sua gestualità e il suo modo di porsi... spesso anche come starnutisce e tossisce! Chiaro che non posso di certo reprimere lo starnuto! Ma se lo rende più esplosivo per un motivo o per l'altro, è perché si vuole porre all'attenzione dell'altro! Niente da fare! L'uomo è un essere emozionale!

Elena, la bambina dimenticata nell'auto

Fa scalpore la morte di Elena, 2 anni appena, dimenticata nell'auto per cinque ore in un parcheggio rovente di Teramo. Non è la prima volta. 
Si è consumato un dramma che è di tutta la famiglia... Chissà che sensi di colpa ha il padre!

Questo fatto induce a riflettere sui ritmi della vita moderna che stordiscono l'uomo con la sua frenesia.

Creano vuoti di memoria che, in taluni casi possono trasformarsi in veri e propri omicidi. L'uomo non ha più tempo per riflettere su se stesso, di mettersi a tavolino e parlarsi francamente. Non si è più capaci, appunto, di dialogare! Ciò fa comprendere benissimo come tanta gente smarrisce il senso della vita e rimane svuotata dei valori più importanti. Tutto è un frenetico andare e venire e, quando subentra qualcosa che a maggior ragione ferma la corsa, ecco che l'uomo, senza fede rimane disorientato, preso alla sprovvista.
Una malattia... un lutto... arrestano la corsa, svuotano di senso quell'operare frenetico, perché, finché si sta bene, si possono sorbire i frutti, ma quando il corpo o la psiche non è in grado, non abbiamo più risposte.

domenica 22 maggio 2011

Le sette sataniche

L'Avvenire, giornale cattolico, nel 2006, lamentava un diffondersi allarmante, anche a Roma, delle sette sataniche. Ma che cosa ci trovano? Non saprei rispondere chiaramente, ma ho riflettuto sul fenomeno lungamente. C'è gente che compie le opere di satana pur non facendo parte di alcuna setta. Viene attirato tramite il peccato, per essere poi gettato definitivamente nella voragine, una voragine senza fondo che spinge ad uccidere, ad abbruttirsi maggiormente con il peccato.
Ma questi sono i "pesci piccoli", coloro che diventano schiavi senza saperlo, non pensano di servire il male divinizzandolo, anche se poi, in concreto lo fanno: schiavi di satana inconsapevoli.
Satana è una presenza tangibile, rumorosa e spaventosa. Coloro che stanno ai vertici di queste sette, credono fermamente in lui... Ma credere nel demonio vuol dire credere anche in Dio. Quando, infatti, il demonio si manifesta con i suoi rumori, in modo così evidente non è difficile giungere a credere nella presenza di Dio. Tanto che ha pensato bene, in questo mondo ateo e di cristiani disorientati, di agire in modo silenzioso e subdolo, facendo credere che è solamente invenzione di qualche prete retrogrado o di qualche cattolico che crede alle favole. 
Se esiste il male, infatti, deve esserci anche il bene! Quindi, coloro che stanno al vertice delle sette, sanno che esiste Dio! Durante un esorcismo fatto da Gesù, narrato nel Vangelo, il demonio, uscendo dalla persona, afferma di conoscere Gesù come Figlio di Dio.
Perché scelgono tali sette, non saprei! Purtroppo ai vertici stanno persone importanti, quali politici, attori avvocati, medici. Non si sa se sono giunti al potere perché si sono consacrati a satana. Egli, infatti promette potere, carriera, successo, salute.
Non è affatto gente malata come tanti pensano o dicono, tanto da spiegarsi un fatto straordinario e raccapricciante. E' gente che si è venduta consapevolmente al demonio, intelligente... e meno male che non sappiamo chi è implicato. Una ragazza che si è chiamata Michela, uno pseudonimo per coprire la sua vera identità, ha raccontato la sua storia. Ha affidato i ricordi che le facevano più male a delle pagine bianche poi pubblicate, smentite da tanti satanisti... Potevate avere dubbi? Il demonio è padre della menzogna. La ragazza era stata mandata dai capi ad uccidere Chiara Amirante, fondatrice della comunità "Nuovi Orizzonti" che opera a Roma, presso la stazione Termini. Dava loro tanto fastidio, visto il bene che fa. La ragazza, però, dopo tale incontro, si convertì.
Ha affermato che in queste sette, purtroppo, fanno parte persone di spicco, molto importanti! Ciò che fanno in queste sette è orribile! Tutto si basa sul sesso, soprattutto sui bambini, vittime innocenti che ne usciranno segnati per sempre (se ne escono). Satana, infatti, sa bene che chi è pedofilo e violenta, ha subito la medesima cosa da piccolo! Negli Stati Uniti questo fenomeno è molto più espanso, ma pure in Italia ha vari esponenti. Compiono sacrifici umani, estraggono i feti dal seno delle proprie madri, oppure le fanno partorire normalmente e poi sacrificano i bambini, violentandoli e, poi, facendoli a pezzi...Vivi! E' chiaro che il demonio si scarica principalmente sull'innocenza dei bambini e sull'atto "creativo", di dare vita della donna. Terribile! Si racconta di tanti medici e ostetriche sataniste che consacrano i bambini sul nascere....
Un fatto accaduto negli Stati Uniti d'America è particolarmente eloquente. Si racconta di un tizio, oltretutto con un cognome di origine italiana, che, finito in prigione, ha confessato di far parte di una setta satanica e che ne sarebbe voluto uscire. Incredibile il resto... Quando la polizia cominciò le indagini e quindi gl' interrogatori, tutti coloro che potevano testimoniare credibilmente, subirono vari incidenti mortali: alcuni persero la vita uccisi da un proiettile di pistola, un altro fu trovato morto (32 anni) in seguito ad un attacco di diabete, episodio decisivo che fece arenare tutte le indagini della polizia....
Il problema è sottovalutato purtroppo pure da molti preti, tanto che i veri esorcisti stanno ormai scomparendo dalla circolazione. Pensano siano cose antiquate, tradizioni di moralisti che volevano spaventare i loro bambini per indurli al bene... Non è così.... Satana agisce indisturbato anche fuori dalle sette: i numerosi aborti ne sono un testimonio. Sacrifici umani, di bambini.... di vite umane, perpetrati fuori dalle sette... ma che importa a satana se comunque raggiunge il suo scopo? I giovani vogliono essere anticonformisti, uscire dalla noia del quotidiano che non riescono più a superare perché diventati troppo fragili, senza fede né ideali, si gettano a capofitto attirati dalla curiosità, in queste sette... e ne rimangono intrappolati...
Oppure sono spinti da una forza occulta perché forse nella loro famiglia hanno qualche dannato....
In effetti le cause possono essere molteplici.
Dal giornale del Riformista è stato, inoltre, scritto un articolo riguardo alla Comunione in mano. Riporto il brano originale:

Che per le sette sataniche «il permesso ai fedeli di ricevere la comunione sulla mano ha rappresentato un punto di svolta» è cosa facilmente credibile.
Lo scrive Michela - il nome è volutamente inventato per mantenere l'anonimato dell'autrice - nell'affascinante quanto terribile racconto (a ruba nelle librerie) edito da Piemme, "Fuggita da Satana. La mia lotta per scappare dall'inferno" (165 pagine, 10 euro), ed è logico comprendere come per coloro che intendano impossessarsi della sacra ostia per profanarla, questa sia più facilmente trafugabile se la si riceve sulla mano che non direttamente in bocca. Ma che dietro questa scelta, divenuta prassi

in Italia nel 1989, ci sia lo zampino di Satana è cosa più discutibile anche se, per chi ha fede, non del tutto peregrina.

Vengono in mente le parole di Paolo VI inerenti quel fumo di Satana che si sarebbe insinuato nella Chiesa. Viene in mente il pronunciamento (spesso disatteso) dello stesso papa Montini nel 1969 a favore della comunione sulla lingua con qualche rara eccezione concessa esclusivamente in quei paesi (sostanzialmente l'Olanda e il Belgio) dove l'uso della distribuzione sulla mano era già in uso.

E viene in mente quell'ostinata e tenace battaglia mossa dal cardinale Siri contro la comunione sulla mano, battaglia che consentì alla Cei di non cambiare la prassi in auge da sempre della comunione sulla lingua, almeno fino a quel - per alcuni - famigerato 15-19 maggio 1989, quando, proprio pochi giorni dopo la scomparsa dell'ex arcivescovo di Genova (morì il 2 del mese), l'assemblea generale dei vescovi italiani, con un solo voto di scarto e «approfittando» dell'assenza di molti presuli, cambiò le regole e concesse che nelle diocesi italiane chi voleva potesse ricevere la comunione sulla mano.

Un cambiamento notevole, che secondo alcuni andrebbe addirittura contro un'istituzione apostolica della comunione sulla lingua - san Tommaso, nona caso, parlava di una consuetudine «antica come la Chiesa» -, il tutto, si dice, per assecondare una prassi propria delle eresie ariane, nestoriane e pelagiane, ripresa poi nel mondo protestante e diffusa largamente in alcuni circoli cattolici olandesi dai quali, tra l'altro, è uscito quel «catechismo olandese» poi giudicato come eretico.

Satana ha fatto ancor meglio. Fa credere che prenderla in bocca sia la stessa cosa: si può togliere dalla bocca... Non è così. E' terribile come satana si stia infiltrando nella Chiesa, con richieste che sembrano un bene, ma bene non è....


sabato 21 maggio 2011

Gli scandali nella Chiesa

Proprio a Genova, nella mia città, il più grande scandalo della Chiesa Italiana. E' lecito domandarsi come sia potuto accadere, come può un prete condurre una vita così moralmente bassa... Comprendo pienamente le parole del Cardinal Bagnasco, parole così accorate. Fa male sentire che satana s'infiltra nella Chiesa colpendola al cuore. Don Seppia stava fuori tutta la notte e poi dormiva fino a tarda mattinata. Lui che poteva chiamare Gesù dal Cielo, non sentiva il bisogno di celebrare l'Eucarestia.
Molti si sono scandalizzati del segno satanico che il prete aveva inciso sulla schiena, ma, in realtà tutta la sua vita testimoniava la sua appartenenza a satana! Il saluto tipicamente rivolto nell'ambito delle sette e il segno inciso sulla schiena, non facevano altro che confermare, come fosse un sigillo, ciò che lui viveva.
Com'è possibile? Mi ritornano in mente certe frasi. Sicuramente la notizia mi ha fatto male, come se mi avessero amputato una mano, prima come facente parte della Chiesa, poi come nativa di Genova. Capisco pienamente lo sgomento del Cardinal Bagnasco, considerando poi che lui è l'Arcivescovo della città, oltre che esserne nativo. Eppure, dopo questo dolore e il commento a freddo (che orrore!) mi rimane un vuoto dentro il cuore e affermo che la responsabilità è un po' di tutti noi.
E' chiaro dalle testimonianze che don Seppia, fin dall'inizio del suo sacerdozio, acconsentiva ad una vita lassista, più da laico che da prete. Ha cominciato ad acconsentire alle sue passioni e inclinazioni, fino ad appartenere totalmente a satana giungendo persino a divinizzarlo. Tutta l'attività di satana si fonda sui vizi di cui è accusato il "prete", mancano solamente i sacrifici umani tipici delle sette.

Dovevamo pregare prima, sacrificarci per la Chiesa e i suoi sacerdoti. Interessante notare la furbizia di satana. Non è da escludere che questo "prete" appartenesse già a satana, il cui impegno principale è contrastare la Chiesa, gettare fango e scandalo, colpendola al cuore, insinuando dubbi e incertezze.

Si ci domanda: ma come può non essersi accorta la Chiesa? Satana è persino capace di far trovare successo anche nella Chiesa, avanzare nella sua gerarchia, senza nemmeno trovare più di tanto intoppi! Egli, infatti, ai suoi adepti, promette successo, lavoro...pure felicità... ma non la pace!
Le vere vocazioni sono quelle veramente provate in tutti i campi e che, nonostante tutto si mantengono fedeli. Dio lavora in queste anime, sradicandole dalla terra, per immergerne il cuore nell'azzurro del suo cielo.
Quasi tutti i santi sono stati provati nella loro vocazione: santa Teresina di Lisieux; Edith Stein ("il convento non è luogo di rifugio per gli ebrei", così le si erano rivolti i superiori); santa Bertilla Boscardin ("la Congregazione non sa che farsene di te"); santa Bernadette Soubirou ("finge di stare male"); suor Maria Pierina De Micheli, diventata poi delegata della Madre Generale della Sua Congregazione ("non sappiamo che farcene, non ha salute!")
E sono proprio questi (e ce ne sono tantissimi altri) che "scartati" quasi dai superiori, hanno dato gloria alla Chiesa!
Ed è ancor più furbo satana a colpire i punti focali della Chiesa: Genova, Milano...Roma! Interessante, davvero!

Maria, donna libera

Maria è stata capace di dialogo con Dio perché era fondamentalmente una donna libera. Non aveva alcun timore di concretizzare il progetto di Dio, sebbene esso la compromettesse totalmente. E' lo slogan di Giovanni Paolo II: "Non abbiate paura". Se non fosse stata libera, Maria non avrebbe potuto accettare la maternità.

Dove il tempo non c'è..

Dimmi, Anima mia, cosa stai pensando? Il tuo spirito trasportato nel tempo, quando il mare s'infrangeva sugli scogli ed ostentava il suo nitido orizzonte fra lo stupore di nuvole che correvano o stavano incerte scrutando i monti, così statici, sembravano desiderosi di raccontare qualche storia, storie arcane, intrecci di vita, di gioie e dolori, di pace e di guerra.... E il vento stava a sentire... sfiorando le storie rotolando sulle parole, mentre il buio calava, indeciso e sofferto, felice di giocare con i sentimenti. Il tempo scompariva dietro il sipario delle fantasie che scuotevano il cuore e vibravano come foglie sui rami scosse dal vento...

Maria c'insegna a dialogare con Dio

Maria c'insegna a dialogare con Dio, soprattutto nel momento dell'Annunciazione e della Croce. Al saluto dell'Angelo Ella comprende pienamente la Sua condizione di creatura e nello stesso tempo, sonda gli abissi della misericordia di Dio. Maria non si ferma al "non sono degna", ma accetta l'amore di Dio e l'accoglie nel suo cuore.
Quando l'anima scopre la misericordia di Dio, prova un miscuglio di stupore, gioia e timore. E' meraviglioso quando l'immensità di Dio si china sull'imperfezione di un uomo o di una donna.

giovedì 19 maggio 2011

Far sentire al fratello che gli si vuole bene

E' importantissimo far sentire al proprio fratello di amarlo per renderlo capace di amore. Solo chi sa ricevere amore sa anche darlo... Nel campo dell'educazione è fondamentale far comprendere al giovane che è amato. Solamente così lo si potrà condurre per le strade del bene.

L'amore di Dio santifica

Se pensiamo che siano tutti i nostri sforzi che mettiamo nel migliorarci a farci santi, ci sbagliamo di grosso. Nessuno di noi può dirsi perfetto. "A chi è stato perdonato molto, molto ama". Chi sa infatti che gli è stato perdonato, apre il suo cuore alla gratitudine e quindi all'amore. Semplicemente, si sente amato e quindi tenderà ad amare gli altri. Un cuore, che non ha mai conosciuto l'amore, difficilmente riuscirà a donarlo agli altri. E' la misericordia di Dio che santifica l'anima, non è la somma di tanti atti perfetti e meritevoli di lode.

mercoledì 18 maggio 2011

Nel Cuore di Maria

Entrare nel cuore di Maria significa entrare nell'intimità con Dio, imparare a pregare, a meditare, a stare in silenzio, ad amare.
Perché temere se si ha come Madre, Maria? Ella è la Madre che pazientemente ascolta, asciuga le lacrime e ti consola. Reclina il capo sul cuore di Maria, ascolta il suo battito. Il Suo Cuore Immacolato, ardente d'amore, trasformerà le tue colpe e le presenterà al Cuore di Gesù. Gesù non negherà nulla alla Sua cara Madre e così come un tempo mutò l'acqua in vino, brucerà tutte le nostre colpe. Stando nel Cuore di Maria s' impara a stare in preghiera. nella sua stanza Maria meditava ed ascoltava la Parola di Dio; ecco che un angelo, mandato da Dio, entrò e le rivolse un saluto che la sconvolse perché di tipo messianico: "Rallegrati, Maria".
Il cuore di Maria, turbato, si pose in ascolto ed infine accettò la sua missione di Madre di Dio e dell'Umanità.
Accolse il Verbo di Dio con umiltà, nel silenzio del suo cuore, senza ragionare sulle difficoltà che ne sarebbero derivate, si getto a capofitto nell'adempimento del progetto di Dio.
Quale esempio di fede e di umiltà! Chiediamole di assomigliare a lei, che diventi davvero nostra Madre....

martedì 17 maggio 2011

Il vero amore...non è nell'individualismo

E' arduo perdonarsi alcuni sbagli! In psicologia si parla di accettazione di se stessi, di autostima... Ma... un'altra contraddizione: più si parla di autostima, più l'uomo sembra andare alla deriva sballottato dalle onde delle sue passioni che, mugghiando, lo portano sempre più lontano, senz'alcun punto di riferimento. Infatti l'amore umano, anche verso la propria persona, non è capace di massima espressione, cioè del perdono illimitato. Bisogna, perciò, lasciarsi amare da Dio. Solo Lui è la massima espressione dell'amore, del perdono illimitato. Rientriamo in noi stessi, ma lasciamo il posto vuoto per Dio, affinché si sieda accanto a noi e ci leghi saldamente, riconciliandoci con il nostro "io", quello che non vorremmo ma che è la nostra realtà. Lasciamoci amare da Dio, così come siamo. Non siamo un individuo nemmeno per noi stessi! Un giorno, in una di quelle presentazioni di power point, vi erano delle riflessioni sulla concezione moderna dell'amore rispetto a quella del passato. Una di queste frasi che mi è rimasta impressa è questa: l'amore adesso è più autentico rispetto al passato perché è l'unione di due individui ben distinti, mentre in passato era una dipendenza reciproca. Riflessione assai enigmatica e non del tutto autentica. In passato la donna si occupava prettamente della famiglia, ma ha dimostrato di saper assumersi l'impegno del lavoro in caso di necessità, forse lavori umili (come l'intendiamo noi) e non da manager. 
Le mamme erano capaci di sacrificio e, questo, non voleva dire annientarsi, ma sublimare quella oblatività insita nella donna.
E' vero che san Paolo aveva scritto che le donne dovevano sottomettersi ai loro mariti, ma ha anche aggiunto che i mariti dovevano rispettare le loro mogli. Sembra naturale a noi, ma non in una società dei tempi di san Paolo in cui la donna valeva nulla ed era usata davvero come un oggetto. Nella psicologia l'individuo è rappresentato come un cerchio. Com'è possibile unire i due cerchi?Rimarranno tali e quali, separati senz'alcun punto d'incontro, chiusi nel loro mondo. Sono d'accordo nell'affermare che due persone non devono dipendere affettivamente l'una dall'altra e quindi che devono trovare un proprio equilibrio interiore che nemmeno una solitudine forzata possa scalfire... Non è giusta in alcun caso la dipendenza psicologica.L'uomo e la donna sono indipendenti solamente economicamente e tutti e due rimangono due linee cure ben chiuse, senza possibilità di potersi unire. L'amore non fa perdere l'identità di una persona!
Nella comprensione di questo, possiamo prendere spunto dalla costruzione di un puzzle. Tutti i tasselli vanno incastrati uno con l'altro: nessun tassello è più importante degli altri, ma è essenziale affinché il puzzle sia completo senza mancare di nulla. Se ne mancasse uno, nessuno potrebbe prenderne il posto, esso rimane vuoto e tutto il puzzle perderebbe la sua bellezza ed eleganza. Vanno ad incastro! Talune volte dobbiamo far spazio per accogliere l'altro, tal'altre dobbiamo prevalere e farci accogliere dal prossimo... Ma l'individualismo non genera mai l'amore, al contrario, egocentrismo.

lunedì 16 maggio 2011

Dialogo con se stessi

Sembra strano ma il dialogo più difficile è con se stessi, soprattutto al giorno d'oggi. Difficilmente si trova il tempo di stare con se stessi, si ha timore di conoscere alcune cose. La vita è piena di rumori e in mezzo al caos, non si può riflettere. E' un mare che travolge tutto con il suo impeto.
E' opportuno mettersi a tavolino, con il nostro "io" davanti, quello autentico e non quello che vorremmo e che spesso raccontiamo agli altri e chiedergli: "Raccontami la tua storia, quella vera, senza maschere di sorta, le tue aspettative ma pure i tuoi fallimenti che bruciano nel tuo cuore come vampe".
Il dialogo esige la verità. E dopo aver ascoltato la sua storia, interloquisci con il tuo "io" esponendogli il punto in cui vorresti arrivare, accettando però i suoi limiti e tracciando un cammino adatto e graduale. C'è un ma....Deve avvenire ciò che accade nella Trinità: deve esserci un'altra persona che leghi, senza la quale è quai impossibile vedersi in modo sereno...  questa Persona è Gesù. Non possiamo compiere l'introspezione da soli. Egli c'insegna ad amarci.

domenica 15 maggio 2011

Il vento del dialogo

Oserei dire che in ogni settore non si parla altro che di dialogo: nella famiglia, nella politica, nella società, nella Chiesa... ma poi, concretamente, siamo più incapaci di dialogo di qualsiasi altro. Scaturiscono azioni violente e despote, incapacità di accettare l'altro nella sua interezza, facendo prevalere l'individualismo e i propri bisogni, con effetti disastrosi: sfaldamento delle famiglie, indifferenza.
Come ho già fatto notare, la mentalità di un popolo, o addirittura mondiale, emerge in seguito ad alcuni eventi storici che hanno scosso interi popoli.
L'Italia e tutta l'Europa usciva da un periodo scuro, privo di libertà e di diritti, nel quale si poteva morire per una sola parola o per pura fatalità dovuta magari all'umore di quel soldato. E' naturale che, cascati il nazismo e il fascismo e, in qualche nazione, il comunismo, l'Europa si sia aperta al dialogo e abbia fatto di esso il suo slogan principale.
Ironia della sorte, il dialogo è diventato la cosa più difficile da concretizzare, a cominciare da quello con se stessi, poi nelle famiglie, infine nella società intera.
Ecco allora, che appaiono come funghi gli psicologi, persone addette all'ascolto. Ebbene, non si riesce a parlare con i propri familiari, quindi si va da una persona addetta all'ascolto, che non può dire di no, perché l'inchioda uno stipendio. Forse, mentre il paziente parla delle sue paturnie, lo psicologo pensa alla squadra del cuore o al prossimo sciopero da fare, però il paziente si è sfogato.

Qualcuno intende come dialogo la capacità di lasciare l'opinione per abbracciare quella dell'altro....Non è propriamente così, allora tutti non avremmo ideali e valori...

Dopo la seconda guerra mondiale è anche vero che il mondo intero è stato percorso dal brivido della ripresa e quindi del boom economico. Anni '60...La concezione della famiglia viene stravolta dal femminismo, giustamente per alcuni versi, per altri no, perché ha avviato una vera e propria cultura della morte.
Il benessere e la libertà hanno travolto il concetto di sacrificio, gettandolo nel dimenticatoio e hanno spinto l'uomo a combattere con sempre più forza, ogni forma di sofferenza. Battaglia impossibile, giacché l'uomo nasce nella sofferenza! Sacrificio ed umiltà sono stati sepolti per sempre, oppure ostentati nel mitico museo della mentalità del passato come dinosauri imbalsamati ma ormai estinti.
Ma... ops.... ecco la più grande contraddizione! Il dialogo non può reggersi senza umiltà e sacrificio!

Al mio caro papà


Ho composto questo video in ricordo di mio papà... Alcune foto mi toccano il cuore. Sono state scattate recentemente. Il suo Calvario vero e proprio è cominciato il 15 ottobre (onomastico di mia nonna paterna) 2008....

La cultura dell'efficientismo


Alcuni periodi della storia hanno assunto una caratteristica particolare che hanno dato loro il nome: ad esempio il Rinascimento, l'Illuminismo....

Nascono in seguito ad eventi storici che hanno segnato profondamente la mentalità e il pensiero dell'uomo. Il pensiero dell'uomo, tuttavia, può determinare alcuni eventi storici, o almeno esserne causa indiretta. L'arte è l'espressione più intrinseca del pensiero dell'uomo. Interpretare l'età in cui viviamo non è così facile, tuttavia nemmeno impossibile. Essa, pur nella sua confusione sta mostrando i suoi tratti principali. E' l'era della tecnologia. Nel settore terziario si è sviluppata, in modo più consistente, l'informatica. Tutto è a portata di un clic. Oltre che ad essere un calcolatore elettronico, il computer è diventato un mezzo di comunicazione e di informazione. Per fare una ricerca scolastica, non c'è più bisogno di andare nelle biblioteche, basta andare su internet (anche se le informazioni vanno selezionate e vagliate) e il gioco è fatto.
Poi ci sono i telefoni cellulari che hanno la funzione di computer. Con essi posso comunicare con chiunque subito. E' l'era della comunicazione mediatica. Saper comunicare è un'arte vera e propria che coinvolge l'uomo totalmente. Quella di oggi non è una comunicazione diretta, è mediatica. Tutti i mezzi mediatici possono provocare dipendenza e favorire una fuga psicologica dalla realtà.

lunedì 9 maggio 2011

La riparazione e la purificazione

Il peccato non è mai personale ma collettivo. Il peccato personale crea nelle varie comunità e, quindi anche nella società, effetti disastrosi. Anche la più piccola noncuranza, si può mutare in una mancanza grave con ripercussioni spaventose che nemmeno immagineremmo. Dico questo non per voler spaventare qualcuno, ma per indurre a riflettere prima di compiere qualsiasi azione, anche la più banale che sembra non ledere nessuno. Ad esempio può accadere che io mangi una banana per strada e getti la buccia per terra. Apparentemente esso è una trascuratezza ecologica, quindi un peccato strettamente legato all'ambiente. Non è solo così: esso può tramutarsi in un atto di trascuratezza anche nei confronti del porssimo. Qualcuno potrebbe mettere il piede sulla buccia di banana, scivolare e quindi farsi male seriamente... Forse chi si rompe una gamba non ha alcuno che possa accudirlo... con tutte le conseguenze del caso.
Ho accenntato che il peccato è contagioso ed è vero Se ad esempio, abbiamo persone accanto che non sono proprio modello di virtù, è molto più difficile perseverare nel bene. Talvolta il vizio è più contagioso della virtù perché esso produce un benessere fisico immediato, è invitante e piacevole, mentre la virtù è frutto di sacrificio e quindi non è allettante.
Se noi siamo in una comunità di qualsiasi tipo, dobbiamo stare ben attenti: il nostro comportamento contagia gli altri e ne dovremo rendere conto al momento del giudizio. Ecco come il peccato personale può diventare collettivo, senza contare le prese in giro, le formazioni di gang vere e proprie. Il peccato di una persona ha effetto macchia di olio. Da questo si deduce che, in realtà, anche la riparazione diventa collettiva.
E' la purificazione di interi gruppi, religiosi o nazionali,  a causa del loro lassismo o la loro mancanza di carità. La preghiera e la conversione personale possono trattenere la mano di Dio ed ottenere il mitigamento della riparazione, magari convogliandola ad una sola persona generosa. La riparazione deve esserci, l'umanità è fortemente debitrice nei confronti di Dio.

domenica 8 maggio 2011

Il ritorno degli alberi perduti

Riflesso della mentalità moderna è un breve romanzo di Silvano Ambrogio, "Il ritorno degli alberi perduti", rivolto ai giovani. Attraverso la narrazione di una storia fantastica, l'autore tratteggia perfettamente la mentalità odierna e i suoi desideri e paure più profondi.
L'uomo, nel ricercare il benessere, meccanizza tutto, scaccia la natura affermando così di non avere più bisogno di essa. Nei loro discorsi i terrestri allontanano invariabilmente il loro passato e il ricordo della natura che rimane confuso nella loro mente, come un quadro sbiadito e nascosto dietro la crosta del tempo. Il concetto della morte è stato cancellato o allontanato inesorabilmente anche nel termine con cui viene indicata: "non - vita".
Mediamente gli uomini vivono 200 anni scordandosi persino che esiste la morte, pur subendo una sorta di noia che li costringe a vivere lottando contro i sentimenti, soffocati e trattati come malattie con farmaci. Anche il cibo è stato sostituito da pillole aromatiche. Le distanze sono abolite da mezzi di trasporto velocissimi. Tutto ruota attorno al benessere dell'uomo, al salutismo esasperato. Gli uomini hanno disimparato a ridere e lo fanno solamente per dimagrire.
Protagonista di questa storia è Robinia, ragazza che possiede un ricordo vivo e una mordente nostalgia del passato.

Sulla Terra, un giorno, atterrano degli alieni, i Vegeticoli, considerati dai terrestri una popolazione arretrata in quanto legata alla Natura e non alla Scienza, come lo sono loro. I Vegeticoli, apparentemente, sono venuti sulla Terra semplicemente per visitarla, ma hanno una missione segreta da compiere, guidati da Olmo, il loro Capo: sollevare il linoleum che ricopre la superficie della Terra e dimostrare così ai terrestri che non erano riusciti a sopprimere la natura e che essa era pronta ad esplodere con tutta la sua vitalità se solo glielo avessero permesso. Robinia, dopo tante peripezie e contrasti generati dai terrestri, riesce ad incontrarsi con Olmo, e quindi, rafforzare le sue conoscenze sulla natura. Fra i due nasce un amore puro, ostacolato e reso difficile dai terrestri che vedono in esso un pericolo per la loro fede nella Scienza. Tutto è dominato dalla tecnologia: l'uomo non sa più ridere e se lo fa, è solo per la sua salute.

Il romanzo è molto istruttivo ed invita a riflettere sul modo di vivere dell'uomo strettamente correlato alla natura anche nelle cose più sofferte, come possono essere la morte e le emozioni "negative". Esso ci fa notare che eliminando queste, la condizione dell'uomo peggiora; al contrario, chi sa godere degli aspetti imprevedibili della natura stessa, vive in pienezza.

All'aurora ti cerco, di te ha sete l'anima mia...


E' una ricerca continua, quella dell'anima. Cerca di appigliarsi a quei ricordi che l'hanno condotta all'incontro con Dio, a quel mare infinito e grigio che mormorava la sua nenia schizzando sugli scogli, a quella pace infinita che, come un velo, si adagiava sugli alberi e sui monti... All'aurora ti cerco... In ogni istante, appena il mio cuore si desta. Sei l'acqua che mi disseta, fresca, di sorgente. Ho sete di te, Signore. Sei l'acqua che purifica, l'unica acqua che allontana la mia sete, che dona la pace dei sensi e il ristoro alle membra. Di te ha sete l'anima mia, come un'eterna assetata: ti cerca nella preghiera costante, nell'Eucarestia, cerca di vederti nelle persone che le sono accanto, negli avvenimenti... "Di te ha sete l'anima mia, come terra arida, senz'acqua..." Sono come terra del deserto. Quando ti nascondi, il mio cuore si vena, si spezza. Sente una nostalgia profonda di te e si strugge, si fende... Ma quando l'acqua della tua sorgente cristallina penetra nelle fenditure e scorre sulla terra arida, ecco che tutto fiorisce, si veste di colori sgargianti, mentre l'aria si profuma di aromi nuovi, primaverili.

La vita fiorisce, si rinnova...
"A te anela la mia carne". Tutto il mio essere anela a te, anche la mia carne. Anela a starti vicino, a immergermi nella tua Presenza e trasfigurarsi, in essa. 
"La tua grazia vale più della mia vita". La tua grazia è più importante della mia vita, perché, in realtà, essa è la vita stessa, quella eterna...

sabato 7 maggio 2011

O Dio, tu sei il mio Dio

O Dio, tu sei il mio Dio... Sì, sei il mio Dio... Sei il mio Padre celeste a cui appartiene la mia vita. Sei la Persona più importante della mia vita e, posso affermare, di avertelo dimostrato. A volte nell' anima cala un buio molto fitto che vuole nascondere ai nostri occhi ciò per cui si vive e che è importante: la vita eterna. Entrare nel buio è desiderare ancor di più vedere la vita eterna. Quanto possono confondere il cuore di un uomo queste tenebre! Ti instillano il timore che dopo questa vita terrena non ci sia nulla e che esse abbiano ingoiato i nostri cari nel loro abisso senza fondo. Sei il mio Dio, il Dio di mio padre, sei tu che unisci i nostri cuori in un vincolo più forte del sangue. Ho anelato sempre a te, nonostante le mie imperfezioni che ho cercato di gettare nel mare della tua misericordia...
"Hai gettato in fondo al mare tutti i miei peccati"...

venerdì 6 maggio 2011

Maria, una madre amorevole

Ma chi è Maria?
Maria appare pochissime volte nel Vangelo ma la Sua figura è sempre decisiva. La vediamo ragazzetta accogliere l'annuncio dell'Incarnazione nel suo grembo del Verbo di Dio e pronunciare il suo "sì"; la vediamo cercare Gesù rimasto fra i dottori nel Tempio, ormai dodicenne; la vediamo alle nozze di Cana domandare a Gesù di mutare l'acqua in vino ed infine, sotto la Croce, quando le viene affidata l'Umanità come figlia adottiva.
Maria è una Madre premurosa e amorevole, sempre sollecita dei bisogni altrui. Pensate ad una madre come provvede ai propri figli! Eppure è una Creatura imperfetta! Ella si sacrifica, ama il figlio più della stessa vita, vorrebbe sempre il meglio per lui. Tanto più il discorso vale per Maria, Creatura preservata dal peccato originale! Chissà come penserà al vero bene delle nostre anime!

mercoledì 4 maggio 2011

La santità... nella comunione dei Santi

Non ci si può far santi da soli, non si può bastare a se stessi. A volte si può travisare il concetto di santità, pensare cioé che essa sia un "non aver difetti"... Non è così. 
Un po' di tempo fa pensavo ad alcune parole di san Paolo: se crediamo a Cristo ma non alla Resurrezione, siamo da compiangere più degli altri uomini della terra. Verissimo! Talvolta si crede "troppo" alla vita terrena di Gesù fino alla sua Passione... ma poi, al momento della Resurrezione, inconsciamente, si storce il naso. Credi veramente nella Resurrezione di Cristo? Non so quanti di noi risponderebbero un sì deciso, visto il terrore che si ha di fronte alla morte. San Paolo vedeva lontano. Paura sì, ma non troppa: bisogna aver fede in quella comunione dei santi di cui parla il catechismo e concretizzarla. In pratica ciò vorrebbe dire che abbiamo in cielo dei protettori potenti che ci elargiscono i loro doni... Ma non solo. Vale anche per noi che siamo sulla terra, anche se il discorso si complica un po'.
C'è un proverbio italiano affermante che una mela guasta rovina anche le altre. E' vero pure questo. E' più facile essere contenti accanto ad una persona felice: il suo buon umore ci contagia. Lo stesso vale per il cattivo umore: non possiamo mostrarci più di tanto gai se l'altro se ne sta immusonito, trincerato nei suoi malumori.
Un esempio, forse banale questo, ma che rende l'idea di come ci contagiamo a vicenda nella strada della santità. Non possiamo pensare di conquistare l'aureola da soli, credendo che la santità sia una perfezione tutta esterna. La santità è molto diversa da quel 9 in condotta che i professori davano sulla pagella scolastica: è un sapersi innalzare con le ali di Dio...Un lasciarsi amare da Lui.
Allora si può comprendere come è importante essere santi, in modo da portare altri a desiderarlo, ad avere quella santa invidia....

lunedì 2 maggio 2011

Giovanni Paolo II, un uomo eccezionale!

Toccanti le immagini trasmesse da San Pietro per la beatificazione del Servo di Dio Giovanni Paolo II...
La piazza traboccava di gente, ogni angolo era affollato. Una folla trepidante ed entusiasta, giunta a Roma da ogni parte del mondo si è immersa nel silenzio della preghiera... E la suora miracolata, emozionata, ancora in perfetta salute. Anche Radio Maria ha trasmesso indefessamente gli aggiornamenti sul grande evento, commentando senza sosta come si è evoluta la storia nel lungo pontificato di Giovanni Paolo II. ERa un uomo autentico, capace di ridere, semplice, con la battuta pronta, un papa che sembrava un amico. Di fronte ai Santi, anche le persone non credenti s'inchinano, credono, hanno rispetto. Fu così che seppe conquistarsi la stima di tante persone lontane dalla Chiesa. La santità attira, perché è ciò che tutti si aspettano dalla Chiesa. Giovanni Paolo II parlava con forza e franchezza. Non temeva alcun potere umano: esortava gli altri a "non aver paura" e questo lavoro lo aveva già fatto su se stesso. Non aveva timore di fronte ai mafiosi, ai dittatori: Egli proclamava ed esigeva verità sempre. Anche lui fu molto criticato. Era un Papa che usciva dagli schemi di protocollo troppo spesso. Era un Papa che viaggiava troppo... Scherzosamente, ma nei video lo fa notare. I giornalisti hanno parlato troppo, anche di Lui. In realtà non era considerato santo, criticavano anzi il fatto che viaggiasse tanto e che quindi il Vaticano aveva soldi a palate. Penso che lo facesse per portare la gioia di Cristo, in tutto il mondo, per far comprendere che la Chiesa non se ne stava comodamente chiusa in Vaticano, ma che andava incontro alla gente, sperimentava la loro stessa vita. Un Santo tra noi... E credeva nell'impossibile. L'impossibile si avverava: ecco spalancarsi le porte del cuore di alcuni politici, il carisma del Grande Papa li magnetizzava: egli predicava la pace, perché la viveva in prima persona. Ecco la sua autorevolezza, il suo "potere" nel cuore delle persone. L'essere Papa non gli impediva di sbattere i piedi per terra o piangere dal gran ridere! La santità non è l'essere seriosi o cambiare carattere secondo una precisa etichetta, è un amare, un andare incontro alla gente, come fece Gesù.