venerdì 21 luglio 2017

Il buio oltre la siepe

“Il buio oltre la siepe” è un film di antica data, ma molto educativo, profondo e attuale. Nessun valore va in disuso! La trama è questa.
La storia viene raccontata in prima persona dalla protagonista Scout, ormai adulta, ed è ambientata in Alabama all'inizio degli anni 30, durante la grande depressione. Jean Louise (Scout) e Jeremy (Jem) Finch sono due ragazzini orfani di madre, che vivono nella piccola cittadina immaginaria di Maycomb. Il padre Atticus è avvocato e, nonostante il poco tempo concessogli dalla sua professione, si occupa con grande sensibilità e affetto dell'educazione dei due figli, col solo sostegno della brava domestica nera Calpurnia. La vicenda si svolge nell'arco di tre anni e inizia quando la bambina ha sei anni ed è impegnata, durante l'estate, in giochi avventurosi col fratello Jem, più vecchio di 4 anni e con l'amico Dill, suo coetaneo. Abituati a inventare personaggi ispirati alle vicende dei loro romanzi di avventura preferiti, i tre ragazzi sono attratti dalla misteriosa presenza del vicino di casa Boo (Arthur Radley), in passato membro di un gruppo di giovinastri, che per evitare il riformatorio è stato segregato in casa dal padre.
“La tranquillità della cittadina è sconvolta da una grave vicenda: Tom Robinson, un bracciante nero, viene ingiustamente accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza bianca (Mayella Ewell). Atticus è incaricato dal giudice Taylor di difenderlo. Atticus riesce a dimostrare l'assenza di prove a carico dell'imputato, e avvalora la sua innocenza dimostrando in modo incontrovertibile che le percosse subite dalla giovane, e la stessa violenza, sono opera del padre, il crudele e ignorante Bob Ewell; ma la giuria condanna ugualmente Tom. Scout e Jem assistono all'intero processo dalla balconata riservata ai neri, ospiti del loro pastore. La maggioranza degli abitanti di Maycomb disprezza Atticus, che viene definito “negrofilo”, anche per aver permesso ai suoi figli di mescolarsi al pubblico di colore durante il processo. Tom viene quindi incarcerato. Atticus è convinto che ci siano buone possibilità di ribaltare la condanna col ricorso in appello, ma Tom è stanco e sfiduciato e durante l'ora d'aria tenta la fuga, venendo così ucciso dalle fucilate delle guardie come un povero uccellino indifeso. Nonostante questo, Bob Ewell continua a nutrire un terribile odio nei confronti di Atticus che lo spinge addirittura a cercare di uccidere Jem e Scout mentre stanno rincasando una sera al ritorno dalla festa di Halloween I bambini vengono salvati da Boo, che per anni li aveva osservati in silenzio dall'interno della sua abitazione considerandoli forse i suoi unici amici. Per salvare i due ragazzi Boo è costretto a uccidere Ewell. Lo sceriffo ne è consapevole ma, per evitare allo psicolabile Boo lo stress del processo e i clamori della folla, decide di archiviare il caso come un incidente.
Questo film fa riflettere sulla diversità come ricchezza. I pregiudizi ci possono portare a un odio smisurato verso persone o cose che non lo meritano. È come condannare una persona all’emarginazione, alla morte spirituale e sociale. È terribile questo. L’ odio dettato dal pregiudizio è senz’altro quello più privo di senso in assoluto, proprio perché non ha fondamento.

Empatia o relativismo?

In un articolo che parlava di un grave fatto di cronaca, si osservava che ciò che manca oggi è l’incapacità di guardare le cose dal punto di vista dell’altro.
I rapporti umani sono difficili, persino nel vangelo vi sono momenti in cui vengono narrate le difficoltà di comprensione tra gli apostoli. Questo non si nega. Sebbene siamo intelligenti, il nostro istinto, ci fa agire d’impulso, senza che noi possiamo riuscire a filtrare l’evento dalla neocorteccia, luogo del cervello deputato al caso. Le nostre reazioni sono perciò dettate dall’istinto di sopravvivenza, abbiamo paura e perciò le nostre emozioni sfociano senza essere filtrate dalla ragione. Questo è normale. Ciò che ci raccomandano gli psicologi è di cercare di sviluppare la capacità di empatia, comprendere i sentimenti dell’altro. Ciò è fondamentale per poter educare gli altri. Mettersi nei panni altrui è importantissimo anche nel proprio cammino spirituale. Non si può negare. Questo non va confuso con il relativismo, privo di verità fondanti. Dobbiamo avere dei punti di vista fermi, ma bisogna essere capaci di vedere la cosa da prospettive differenti. Comprensione ed empatia non sono solamente virtù determinanti per essere dei buoni psicologi o insegnati… ma pure dei buoni cristiani.

Faccio un esempio pratico. Si presenta una persona amareggiata dagli eventi della vita, atea convinta. Di fronte a questa persona non dobbiamo porci come dei giudici. Dobbiamo comprendere ciò che passa dentro il suo cuore , capire il suo punto di vista, ma noi non dobbiamo essere relativisti, lasciare la nostra fede per abbracciare il suo ateismo… Dobbiamo piuttosto essere prossimi, rimanere fondati nella nostra speranza, senza convincere a tutti i costi la persona che abbiamo davanti. Se noi siamo dei testimoni credibili, lei si convincerà da sola. Già, a volte si fa un grande minestrone: si mescola comprensione, empatia e relativismo… ma non è così la questione. Delle verità devono esistere nella nostra vita, altrimenti saremo come delle persone che si mettono in viaggio senza avere punti di riferimento, senza una vera meta da raggiungere… Se da principio questo può apparire esaltante, lo sarà per breve periodo, poi ci perderemo, non sapremo più qual è la nostra strada e potremo persino rischiare la nostra vita soffocati, sconvolti, travolti dai marosi della vita. Attenzione, questo può portarci a morte sicura!

mercoledì 19 luglio 2017

Hitler

Hitler, una figura controversa che ha fatto discutere il mondo intero. Ma chi era quest’uomo? 
Tempo fa, su un canale televisivo, hanno ripercorso la storia di Hitler, domandandosi il motivo per cui ebbe così tanti consensi tra il popolo. Interessante. In effetti, al contrario di Mussolini che si appropriò del potere tramite un colpo di stato, Hitler giunse al comando della Germania in modo regolare. 
Il documentario voleva far riflettere sul fatto che Hitler non aveva doti umane di comando e soprattutto, la sua ascesa al potere fu singolare. Forse non tutti sanno che per un certo periodo era stato disoccupato e che era la Caritas che lo ospitava nei suoi alloggi… non aveva una casa…
Che fosse povero ma talentuoso, poteva agevolarlo nella sua ascesa politica… Ma a quanto pare non possedeva doti organizzative e tanto meno militari che potesse suscitare ammirazione tra il popolo tedesco. La sua fu tutta un’illusione. 
Austriaco di nascita, si identificava in modo particolare con il popolo tedesco. Dopo la prima guerra mondiale, la Germania era profondamente umiliata e povera. Aveva perso rovinosamente la guerra. Hitler aveva partecipato alla prima guerra mondiale a fianco della Germania, ma non era stato coraggioso come invece lui voleva far credere. Aveva ricoperto dei ruoli per i quali non esisteva alcun rischio per la vita. Ottenne un’onorificenza, ma non così alta come lui voleva far credere. Egli si gloriava di imprese eroiche che non aveva mai compiuto! 
L’unica dote di cui si poteva avvalere era l’oratoria: insomma, era uno che con le parole ci sapeva fare! Grazie a questa dote egli riuscì a conquistare con  molta fatica il popolo, umiliato, stanco, in ricerca di un prestigio che gli era stato tolto così a caro prezzo, desideroso di riconquistare una propria dignità e potenza agli occhi del mondo. Manco a dirlo, Hitler venerava Mussolini! Lo prendeva a modello! E diventò più potente, tanto più potente di lui a prezzo di tante vite umane. 

Racconto tutto questo, ripercorro questa fase della storia, perché tante volte mi capita di avere a che fare con dei nostalgici di quel terribile regime che costò tante vite non solo agli Ebrei, Cattolici, cittadini dei Paesi occupati, Gay, malati psichiatrici e fisici, ma anche tra gli stessi tedeschi o nazisti. Forse provocherà non poca delusione il sapere che a Hitler non interessava per niente del popolo tedesco. A lui interessava solo l’odio che aveva in cuore, di essere al centro dell’attenzione e il suo regime fu tutta una farsa e non da poco! Pensare a Hitler come un possibile capo di qualsiasi nazione per risollevarla è ridicolo. Lui ha condotto la Germania all’annientamento, senza contare che l’ha aizzata ad un vero odio fratricida. Ovviamente, anche il suo degno compare Stalin, ma di lui questa volta non voglio parlare. 

Hitler era un drogato… Eppure le donne (ahimé!) ne erano fortemente attratte…. Ma chissà perché quando si avvicinavano a lui diventando sue amanti, impazzivano e si suicidavano o tentavano il suicidio! Terribile! Questo dice quale personalità complessa fu Hitler a livello umano. Egli teneva a distanza le donne, i suoi rapporti con esse erano molto freddi… Si accennava che forse Hitler era omosessuale! Ma che strano! Non era tedesco, non sapeva farci con le donne… ma come mai proprio questi erano i martiri del suo crudele regime? Inoltre era malato, la droga lo aveva consumato…. 
Ragazzi! Di questo avete nostalgia? Ridicolo!