giovedì 30 aprile 2009

Bisogna quindi osare...


Meditavo in questi giorni sul concetto di santità...Davvero...Guardando al punto in cui sono arrivata, mi dovrei abbandonare allo scoraggiamento. Mi sono accorta di sbagliare tutto: ancora una volta ho messo il mio "io" al centro dei miei pensieri, dimenticando che dovrebbe invece essere Dio. Sì, si dimentica che soltanto Dio è santo. La nostra perfezione non è quella di non sbagliare mai, ma quella di conoscere l'amore di Dio, imparare l'umiltà...e lentamente diventerà Dio stesso la nostra santità.

Mi viene in mente a questo proposito santa Teresina. Ella intendeva proprio questo. Santa Teresina si paragonava ad un uccellino. L'uccellino non desidera essere una grande aquila, perché sa che non lo diventerà mai, ma si accetta così com'è, confidando nella misericordia di Dio. In realtà, la misericordia di Dio, non è solo la capacità di Dio di perdonare i peccati, ma di soccorrere la nostre miserie...Anzi, colui che è piccolo, osa molto di più rispetto a chi è grande. Desiderando essere perfetti non facciamo altro che alimentare il nostro orgoglio e ciò non giova alla santità.

Inoltre non sarebbe santità, ma perfezionismo!

Devo quindi osare...perché la misericordia di Dio osa...Solo per questo, da me non potrei fare nulla.

A proposito di San Paolo


Come santa Virginia era devota a san Francesco e san Paolo, anche a me piacciono molto questi due santi. Non volevo parlare di ciò, ma soffermarmi su alcune espressioni di san Paolo:
"Fatevi miei imitatori, come io lo sono di Cristo."
Sembra un'espressione superba; paradossalmente è invece espressione di grande umiltà. Se lo dicessi io, chissà quanti fischi e pomodori mi prenderei...Veramente non oserei nemmeno, per non incorrere appunto in un'umiliazione ulteriore: gli altri mi sbatterebbero senz'altro sul uso le mie mancanze di umiltà... e se non lo facessero gli altri, lo farebbe la mia coscienza...
E...se parliamo di impegno...Non sono ancora al 100%. Però affermo con sicurezza che sono in cammino...Immaginatevi quindi san Paolo a che punto era! Non so se sono riuscita a spiegare quello che volevo.
In fondo, in altre espressioni, san Paolo afferma:
"e in ultimo apparve anche a me, come ad un aborto"...."Come l'infimo degli apostoli"
Allora san Paolo, o è bugiardo, oppure contraddittorio...S. Paolo aveva un carattere molto forte. Proprio in questi giorni, gli atti degli apostoli ce lo presentano come colui che approvò l'uccisione di Stefano. Non lo lapidò lui, ma fu fra coloro che approvarono l'uccisione. Infatti più in là viene mandato per arrestare i cristiani... E' da notare però, che durante l'uccisione di Stefano, il mantello di questo fu appoggiato ai piedi di Saulo. Atto simbolico: nell'Antico Testamento, il mantello veniva dato a colui che doveva continuare la missione di profeta. Ed ancora un'espressione che spiega e unisce le contraddizioni:
"Tutto posso in Colui che mi dà forza"
Svelato quindi il mistero di san Paolo.

L'umiltà è una scala che porta in cielo


Proprio in questi giorni si è letto il brano del Vangelo in cui Gesù afferma che l'unica opera dell'uomo è quella di credere in Dio. Questo mi ha fatto meditare sull'umiltà, quella vera...Sì, perché così come esiste una carità pelosa, cioè che desidera un certo tornaconto, c'è anche un'umiltà pelosa, o comunemente detta falsa. L'umiltà non è certo quella basata sul non riconoscimento dei doni di Dio! Scendo sul pratico: so di possedere una bellissima voce ma nego, di fronte agli altri l'evidenza: ripeto che ho una voce brutta e sono stonata...Oddio! Non è che devo andare a caccia di lodi, questo no, sarebbe contro lo spirito di umiltà, ma nemmeno posso o devo negare l'evidenza di un dono che Dio mi ha palesemente fatto. Altrimenti le cose sarebbero due: ho una falsa umiltà, oppure sono affetta da complessi.

Dicendo questo, emerge nella mia memoria il ricordo di Santa Teresina di Lisieux, che spiegò semplicemente il mistero della diversità delle strade che portano alla santità.

Lei, infatti, si domandava come mai esistevano santi che dopo aver vissuto nel peccato, si convertivano, tanto da riuscire a donare totalmente la propria vita, ed altri che non hanno mai peccato.

Le anime sono come fiori in un prato: se tutti desiderassero essere"rose", non esisterebbe più la varietà di aromi e di colori della natura, ma tutto si rivestirebbe di una certa monotonia. Spiegò anche che la timida e delicata violetta non ha di che invidiare alla stupenda rosa. Perché?... Perché un ditale pieno d'acqua non ha da invidiare il bicchiere altrettanto pieno d'acqua. Sono entrambi pieni...e se tentassi di mescere altra acqua nel ditale, uscirebbe senz'altro. Il ditale non può contenere più acqua della sua capienza.

Non riconoscere i doni di Dio sarebbe un po' come affermare che in noi ha fatto solo disastri, nulla di buono.

E mi viene in mente la Madonna quando esclamò: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente!"

Umiltà, però, è riconoscere anche che i doni sono di Dio e non attribuibili a noi stessi...Insomma, l'umile dovrebbe sentire come S. Paolo: "Sono iniziato a tutto, alla povertà e alla ricchezza..." . Importante non essere attaccati ai doni di Dio, il quale potrebbe toglierceli quando meno ce lo aspettiamo...Nulla è mio, tutto è di Dio!

San Luigi Orione e Santa Virginia

Ho parlato prima della grande carità di dono Orione...ma anche santa Virginia, in altri tempi e modalità, praticò una carità eroica, tanto che Giovanni Paolo II, quando la proclamò beata, la definì martire della carità. La sua infatti è una storia singolare e sofferta, sviluppata all'ombra della Croce, dipanatasi fra il dramma della morte di alcune persone importanti nella sua vita, quali la mamma, la sorellina e suo marito. Ella sperimentò totalmente la precarietà degli affetti che decretò la sua sequela di Cristo senza riserve, sfidando finalmente la volontà del padre che avrebbe voluto per lei un nuovo matrimonio.
Luigi Orione nacque poverissimo e visse nella consapevolezza di una vocazione sacerdotale e religiosa, liberamente abbracciata e aiutata da coloro che gli stavano accanto nel superamento di varie difficoltà. Entrò a far parte dei Francescani Cappuccini da cui dovette essere dimesso a causa di una malattia che lo stava portando alla tomba. Entrò dai Salesiani quando ancora S. Giovanni Bosco era ancora in vita e da cui uscì per andare al seminario diocesano, prima di diventare diacono.
Virginia Centurione nacque ricca. Anch'ella avvertì la vocazione alla vita monastica, a quei tempi perseguibile solo claustralmente, fin dai primi anni dell'infanzia, ma, morta la madre a cui aveva confidato il suo segreto e che le aveva risposto vagamente di riparlarne quando avrebbe compiuto 20 anni, fu costretta a sposare, a soli 15 anni, Gaspare, unico rampollo della famiglia Bracelli. Per Virginia fu un colpo tremendo aderire alla volontà del padre, così differente dalla sua che l'immaginava monaca clarissa.
Il matrimonio, allietato dalla nascita di due bambine, si rivelò una sofferenza enorme per Virginia che si adattò eroicamente al nuovo stato che Dio le chiese di assumere attraverso la volontà del padre. Amò profondamente il marito, non con quel sentimento fugace, simile a una fiammella pronta a spegnersi al minimo soffio di vento. Il suo amore era radicato nella volontà e Virginia sopportò il vizio del gioco del marito, vizio che lo portava lontano da lei, e la costringeva ad una lunga attesa, di ore, di giorni...vizio che portò Gaspare alla tomba a soli 24 anni. Virginia ne aveva appena 20...ecco l'eco della profezia materna...
Punto in comune fra i due santi: le due opere nacquero spontaneamente, dal nulla.
Luigi Orione che aveva sperimentato la difficoltà di diventare prete nella povertà, pensò a un istituto per le vocazioni povere e a raccogliere poi gli orfani e i derelitti...
Virginia, una sera, mentre pregava sola nel suo oratorio, sentì un lamento proveniente dalla strada: era gennaio ed era molto freddo....Era una ragazza di strada: ecco la voce di Dio, la Sua chiamata, bisognava solo rispondere. L'accolse in casa, la rifocillò. Fu seguita da altre e, quando ormai giunsero ad essere una quarantina, Virginia le portò in processione a Monte Calvario. Virginia non riuscì mai a coronare il suo sogno di consacrarsi a Dio in un istituto religioso, ma diventò ugualmente Fondatrice di due Congregazioni Religiose.
I disegni di Dio sono imperscrutabili ma portano tutti ad un'unica meta: la santificazione della propria anima. Dio è un pedagogo sapiente: Egli sa perfettamente cosa fa bene ad un'anima.
Qualche scrittore del tempo di Virginia che conobbe il desiderio profondo di consacrazione, si interrogò sul motivo per cui non riuscì a realizzare il suo sogno. Addusse come motivazione il rifiuto pieno di orrore di Virginia all'invito della sorellina morente di raggiungere con lei la mamma già in Paradiso. Infatti la sorellina, mentre moriva, vide la mamma già in Paradiso che le ordinò di domandare a Virginia se volesse venire anche lei. Virginia ebbe una reazione inaspettata e spropositata, specularmente al ricordo del dramma della morte della madre.

martedì 28 aprile 2009

Un esempio da imitare...in piccolo

Riguardo all'amore verso i nemici, mi ha sempre colpito l'esempio della nostra Madre Fondatrice, la quale, di fronte agli insulti, al dileggio della gente, faceva penitenza ancor di più, pensando di meritare tutto ciò che dicevano...Straordinario!
Bellissimo anche un episodio narrato dal nipote nel primo libro sulla storia di S. Virginia. Si racconta che uno dei difetti della Santa fosse una certa dose di autoritarismo. Si pensa, o almeno trapela dalle sue suppliche, dai suoi scritti che ponevano l'accento sull'umiltà. Ebbene...Santa Virginia, dopo aver raccolto le ragazze dalla strada, le puliva, dava loro una divisa e procedeva alla rasatura dei capelli, a quei tempi considerati pegno di bellezza e di matrimonio sicuro. L'infelice che si stava sottoponendo a tale operazione, fu presa tutt'ad un tratto dalla smania (l'autore della biografia identifica questa smania con il diavolo) e cominciò a schernire la Madre e a difendersi, dicendo alla Santa che doveva tagliare i suoi di capelli. Virginia rifletté ed affermò: "Hai ragione" e recise la sua bionda chioma senza indugio osservando: "Devo portare prima l'esempio io".La ragazza, a quel gesto, si pentì e piangendo si sottopose docile a quella dolorosa procedura.Altro atteggiamento, velato dall'ardire dei santi, forse un po' strano, ma che dice tanto sul senso che aveva la santa del peccato.
Ricreazione: le ospiti di Monte Calvario parlano animatamente; una si lascia andare nella maldicenza. La Madre la riprende duramente e subito dopo se ne pente e punisce la sua lingua passandola per tutto il pavimento.
A quel gesto inaspettato di umiltà e penitenza, le ragazze supplicarono la Madre di perdonarle.
Sono solo due esempi pescati fra i tanti nella vita di Santa Virginia Centurione Bracelli.
Non è che siamo tutti chiamati a pulire il pavimento con la lingua dopo aver riconosciuto uno sbaglio, ma è lo stesso spirito di penitenza che ci deve animare...

domenica 26 aprile 2009

Come giungerò alle vette della santità

Se guardo al punto in cui sono arrivata nel cammino di santità, avrei appeso subito abito religioso e "scarponi da montagna" al gancio e non mi sarei più mossa, nemmeno di un millimetro!!!Dopo ben sei anni, finalmente un nuovo sogno particolare, e di nuovo grazie a don Orione, mi ha fatto compagnia in una notte un po' sofferta...
Ultimamente ho pregato molto la Madonna e le ho affidato un mio difetto che, per me, è come una spina nel cuore: l'impulsività. La Madonna è così potente che, da quel giorno, non sono più caduta in questo odioso difetto. Le è bastata un poco di buona volontà da parte mia, e Lei, Madre cara, ha fatto tutto il resto. Ho sentito concretamente, il divario tra la mia piccolezza e la Sua potenza, tanto che il mio cuore si è sciolto in un ringraziamento sincero. Ho ardito allora di chiedere la grazia della vera carità. In fondo è nell'interesse di Dio l'espansione del Suo Regno e quindi me la dovrà concedere!
Torno al racconto del mio caro don Orione e del mio particolare sogno... Sto leggendo dopo tanto tempo, la sua biografia. Don Orione si donò totalmente, si diede tutto a tutti e la sua carità m'incantava...Una sera lessi di quando, entrando in una casa la cui vendita gli era stata proposta da un Vescovo, Egli si accese di amore e, come un bambino corse verso la statua della Madonna della Guardia, baciandola.E' la "mia" stessa Madonna! In quell'istante pregai con fervore don Orione e gli domandai la grazia di comprendere la vera carità e di accrescere la mia fede e devozione alla Madonna. Di notte mi vidi in una chiesa dove pregava anche una schiera di mie consorelle. Sentii il desiderio forte di "andare più in alto" ed ecco che vidi ciò che mi avrebbe aiutato a scalare la montagna della santità: da un lato vidi il confessionale, accanto al quale ardeva una lampada, poi un Tabernacolo, spoglio di fiori, anch'esso illuminato dalla lampada...e sopra di esso, quasi irraggiungibile, sopra uno scalino grande, un altro Tabernacolo, anch'esso illuminato su cui vegliava la Madonna della Guardia che avrei voluto baciare...
Invece di baciare Lei, riuscii a baciare il Tabernacolo irraggiungibile...dopo di che mi svegliai...
A parte al riferimento della professione perpetua, al mio secondo sì a Dio, totale, definitivo (vi erano due confessionali, due Tabernacoli..riprende un fatto reale che seguì la mia professione semplice), vedo in esso le tre cose che nel cammino cristiano aiutano a giungere alla santità: i Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucarestia, l'intercessione della Madonna e la fede.
"Nulla è impossibile a Dio!" Anche trasformare una farabutta e lazzarona come me, in qualcosa di un po' migliore!

Carità senza limiti


E' da tanto che sto meditando sulla carità, la regina di tutte le virtù. Essa nasce dall'umiltà che ne è, appunto, la sorgente più alta. L'umiltà ti mette a servizio di Dio e dei fratelli.

Oh Signore, fa' che il mio cuore sia ripieno di carità, ma non di quella carità a buon prezzo verso chi già mi vuole bene, ma verso chi vuole togliermi la tunica...Questa è vera carità...

Fa', o Signore che io abbia il coraggio di amare coloro che mi sono antipatici...Fa' che abbia il coraggio di dare anche il mio mantello a chi mi chiama in giudizio per togliermi la tunica...Fa', o Signore, che riesca ad essere generosa, a non avere timore di amare (non solo tollerare) coloro che mi odiano..La mia carità non abbia limiti perché ciò che conta è la vita dell'anima. Fa' che abbia l'ansia di portarti le anime più lontane, quelle che non ti conoscono... di cercarle affinché sappiano qual è il vero amore. Basta stare chiusa nel cenacolo del mio cuore, avvinta dalle catene delle mie paure e del concetto di giustizia per salvare la mia faccia e per coprire evidentemente la mia mancanza di umiltà e carità vera...Voglio spendere la mia vita in modo totale, convinta che, fra le braccia della Madonna e di Gesù, non mi può accadere nulla!

sabato 25 aprile 2009

Il tuo maestro parla...


"Oh anima, mia sposa, vedo che sei stata al capezzale di tanti malati, li hai aiutati a mangiare, li hai sostenuti...Vedo che hai educato tanti bambini...Vedo che preghi...che nel silenzio del tuo cuore invochi il mio Nome...Vedo che adori l' Eucarestia e fai bene, perché là sono nascosto, prigioniero del mio amore per te...Ma non mi basta...voglio di più."

"Che cosa vuoi, o Signore?"

"Solo una cosa mi manca...Desidero che tu sia scevro delle scorie del tuo amor proprio che s'infiltra, s'insinua anche nelle azioni più belle che compi per amore, che mi doni tutte le tue sofferenze, tutte le tue gioie, che ti offri in olocausto al mio amore..Desidero che tu non ti possegga più...Non desidero più le tue azioni, busso al tuo cuore, desidero il tuo intimo, come anch'io ho donato il mio cuore alla Chiesa. Nella malattia, nella tua impotenza, voglio vedere l'amore crescere perché così raggiungerai il Nulla per ottenere il Tutto. Non voglio più le tue "opere", voglio che dal tuo saper soffrire - offrire, nasca la tua lode per il mio amore...Solo così mi apparterrai per sempre."


"Alzati, amica mia, mia bella, e vieni!

Perché, ecco, l'inverno è passato, è cessata la pioggia, se n'è andata;

fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato..."

Umiltà


Quanto è difficile possedere l'umiltà! Eppure l'umiltà è anche una virtù umana. Basta guardarsi attorno, riflettere sulla grandezza e bellezza dell'universo, sulla forza della natura, sulla fragilità delle creature per comprendere la piccolezza dell'uomo. E l'uomo, il più delle volte, non accetta la sua caducità, i suoi limiti e nemmeno l'esistenza di Qualcuno che ha una volontà differente e che diriga la sua vita. L'uomo si ribella a questo concetto, vuole essere padrone della sua vita ma l'esistenza stessa della morte evidenzia che la realtà è ben altra.

Colui che è umile accetta la presenza di Dio e non si crede superiore a nessuno perché conosce bene la sua debolezza e sa che, se non sbaglia, è Dio che lo sostiene. L'umile non ha timore di sbagliare perché fa tutto per amore di Dio e sa che Lui lo sostiene e gli darà la forza per compiere il suo dovere. Beato l'umile che si abbandona fiducioso nelle mani di Dio, come il bambino fra le braccia del genitore...

giovedì 23 aprile 2009

Saper riconoscere Gesù nella propria vita: "La mia vita è storia di salvezza!"



Nulla avviene a caso nella vita che è una chiamata di Dio.
Dio ci vuole ricondurre a sé facendoci passare attraverso alcuni avvenimenti che diventano quella strada da percorrere in obbedienza ai voleri di Dio. E bisogna davvero avere gli occhi dell'anima bene aperti per poter seguire consapevolmente il sentiero che Gesù ha tracciato per ciascuno di noi. Spesso Gesù si presenta nella brezza e non nel vento impetuoso...allora occorre far silenzio per essere in grado di udirla e saperne fare tesoro. Il seme gettato nel terreno deve attecchire, morire, diventare pianta, albero che possa far ombra agli uccelli del cielo. E' importante infatti saper leggere la propria vita per aiutare gli altri a diventare alberi dalle ampie fronde.
Il seme che viene gettato nel nostro terreno ci è dato da coloro che ci stanno accanto. E' Gesù che bussa alla porta del nostro cuore per condurci, tenendoci per mano, alla casa del Padre. Per far questo però, dobbiamo essere tanto umili, riconoscere il positivo negli altri e servirsene per vivere la vita che è storia di salvezza.

domenica 19 aprile 2009

Beati Coloro che pur non avendo visto crederanno...


Domenica di San Tommaso, oltre che della divina misericordia.

Mi piace molto la figura di questo santo, non solo perché era intitolata a Lui la mia parrocchia originaria nella quale c'era una bellissima statua marmorea che lo rappresentava, ma per la sua disarmante incredulità. Questo aiuta a chiarire che chi videro non era un fantasma o frutto di illusioni. Chi scrisse il Vangelo, voleva sottolineare questo per risaltare la veridicità delle apparizioni. Tommaso voleva constatare il segno dell'amore di Dio, mettendo le mani nelle ferite e la mano nel costato del Risorto. Sì, perché è ciò che lo contraddistingueva dagli altri criminali crocifissi.

"Shalom!" fu il saluto che Gesù rivolse ai suoi apostoli quando entrò nel luogo dove essi si erano rifugiati per timore dei Giudei.

Un saluto che non vuol dire solo "pace", ma ha un significato molto più ampio, un saluto che augurava salute fisica e spirituale. Chissà che gioia sentirono i discepoli al vedere il Signore! La gioia di chi non crede e vede è più profonda di chi crede e già sa.

Pellegrini nel tempo

Una foto, una parola, possono portare lontano nel tempo, in quella cella dl cuore in cui nessuno può entrare. Sembra un breve viaggio ma è più lungo senz'altro di un viaggio in America. Alcuni luoghi e persone, poi, non possono essere raggiunti se non da chi ha condiviso quell'esperienza, sentito quella parola... Si è pellegrini nel tempo, sempre, in ogni istante verso la meta dell' eternità. Per un fatto accaduto molti anni fa, ho intitolato questo blog "incontro all'infinito". Il fatto lo può solo raggiungere con la propria mente, una persona che è stata un'amica cara. Vedo ancora il mare spumeggiante, su cui il vento correva allegramente, riflettere il cielo grigio. Il mio cuore in quell' istante ebbe la percezione della presenza di Dio e poté contenere l' infinito. Ecco l'infinito che ho cercato da sempre e ha riempito il mio cuore. Un istante può decidere l' eternità. E' un soffio, un respiro. Ogni istante è prezioso. Si può dire un sì o un no a Dio... si può decidere il destino proprio per l' eternità. In un attimo si può decidere la morte e la vita. Un bel po' di tempo fa mi mandarono una PPS che presentava una storia molto commovente che faceva riflettere. Raccontava di un ragazzo che, per strada, incontrò un suo compagno di scuola. Questo compagno veniva emarginato da tutta la classe. Quel giorno, insolitamente, portava con sé, sulla strada di casa, tutti i libri. Qualcuno lo schermì novamente e gli fece cadere tutti i libri per terra. Allora il ragazzo, mosso a compassione, si avvicinò, gli sorrise e lo aiutò a raccogliere una profonda amicizia. Il due compagni cominciarono a discorrere e, fra loro, nacque una profonda amicizia. Il compagno di quel ragazzo che lo aiutò, studiò e si laureò a pieni voti e, durante la festa per la sua laurea erano tutti presenti, amici vecchi e nuovi...ed anche quel compagno che lo aiutò a raccogliere i libri.Fece un discorso bellissimo e ad un tratto, mentre ringraziava tutti, si soffermò a raccontare un fatto accaduto tanto tempo fa, quando alcuni bulli gli avevano fatto cadere i libri a terra e come un amico lo aveva aiutato... A quell'amica doveva la vita: egli quel giorno, aveva deciso di portare tutti i libri a casa per restituirli alla madre e quindi uccidersi.Un piccolo gesto, un sorriso, una parola, come il soffio dello Spirito, possono ridare vita a chi l'ha perduta...

sabato 18 aprile 2009

La domenica della Misericordia



Mentre la liturgia ci propone la lettura degli atti degli apostoli, le parti che narrano i primi passi della Chiesa dopo la Resurrezione di Gesù, siamo invitati a prepararci alla grande festa della misericordia, istituita da Giovanni Paolo II per rivelazione di Santa Faustina Kowalska. La misericordia di Dio è un abisso che non si può scandagliare. Che tenerezza la figura di Dio che cerca la pecorella smarrita e se la mette tutto felice sulla spalla! Oppure il Padre che aspetta il figlio partito da casa e che ha sperperato tutto il suo patrimonio...

Oh Gesù, confido in te!

Jezu Ufam Tobie!

Un soffio...


Signore, concedimi la forza

di offrire il mio buio

di saper riflettere in una piccola lacrima

l'azzurro del cielo

e il candore delle nuvole

solo per un soffio

per poter comprendere e abbracciare

coloro che sbagliano

e vedere il cielo

nel cuore loro.

mercoledì 15 aprile 2009

Le Briciole


Oggi ho ricevuto un libretto scritto da Carla, responsabile dell'associazione delle Briciole. Esso mi ha infuso tanta pace e rinfrancato nel mio cammino. Il mio impegno ultimamente è quello di essere vigile alle mozioni interiori e guardarle in faccia per riconoscerle e darci un nome. Spesso, quando si affaccia un sentimento negativo, proprio perché negativo, si allontana dalla propria mente senza analizzarlo. Se si taglia una pianta, senza sradicarla, essa crescerà ancor più rigogliosa e folta.

Questo libretto mi ha interpellato, ha messo in discussione il mio "io".

Solo l'amore dona la gioia della vita, perché esso aiuta a decentrarsi, a non occuparsi di sé e quindi ad essere felici.

In queste pagine vi é racchiusa l'esperienza di dolore vissuto con dignità e gioia, seppur nella difficoltà e nella fatica inevitabili di fronte a croci così grandi. Il dolore offerto per amore fa risorgere gli altri. Genitori che hanno i figli inchiodati al letto da moltissimi anni, intubati...alcuni di questi non hanno reazioni significative se non piccole grida, dormire, svegliarsi...Genitori che hanno il coraggio di accettare il figlio così com'è reputandolo un dono...Genitori che hanno saputo trasformare la loro casa non in una casa di pianto, ma un centro d'irradiazione di gioia, coraggio, speranza e soprattutto amore, dove altri vanno a domandare consigli, conforto...

Altre testimonianze di persone che sanno accettare la loro grave malattia, come tumori e sclerosi multipla come dono per gli altri...Certo, questo si può accettare solo con la fede e alla luce del Cristo Crocifisso, altrimenti sarebbe follia pura...e sono storie vere.

martedì 14 aprile 2009

Insieme si può risorgere...


Trivigliano...un piccolo paese, una manciata di case sulla cima di un monte; ai suoi piedi, piccoli fazzoletti di erba smeraldo rivestita dei colori della primavera e del suo manto delicato, punteggiati di case; altri monti gli fanno corona imbiancati di neve che spicca sulle azzurre montagne, rendendo fiabesco il paesaggio. Una pace e una tranquillità ineffabili riempiono il mio cuore. La comunità è ospitata in un ampio edificio che sembra volersi arrampicare sulla nuda roccia, tra le case antiche costruite ancora di mattoni di pietra. Questa comunità annuncia che la speranza non è un semplice nome astratto, una leggera bruma destinata a dissolversi alle prime luci dell'alba. Insieme si può risorgere...e ciò che fa risorgere e dà vita è l'amore. I ragazzi affetti da dipendenza dalle sostanze sono recuperati soprattutto partendo dal punto di vista umano, esortati a compiere un cammino introspettivo per riconoscere e quindi affrontare le paure e le angosce. La comunità crea un ambiente d'amore in cui la persona non viene giudicata per quello che è o quello che fa, viene semplicemente recuperata nella sua umanità affogata nella melma dei problemi che hanno letteralmente travolto queste anime fragili, non cattive...Io penso che questi ragazzi feriti fin nelle profondità del cuore da mancanze altrui d'amore nei loro riguardi, hanno cercato nelle sostanze stupefacenti una via di fuga da quella realtà che li schiacciava. Non mi sono sentita di certo superiore a loro, anzi, mi hanno donato loro molta speranza e penso che chiunque abbia bisogno di essere recuperato ogni giorno nella sua umanità, attraverso un lavoro di introspezione e di superamento di sé.


Nessuno deve essere emarginato, per alcun motivo. E' vero che colui che ha problemi ci succhia fin nel midollo, ma dovrebbe essere accettato totalmente e così, sentendosi amato, comprendere di non essere solo. Sì, solo l'amore può far risorgere...Gesù non solo morì per amore ma risorse anche per amore...Allora insieme si può risorgere...

lunedì 13 aprile 2009

Lunedì dell'Angelo

Pasquetta...giorno velato di nuvole grigie...Oggi vado a visitare una comunità di recupero per tossicodipendenti, un'opera fondata da un sacerdote vincenziano. Un'esperienza nuova, anche se non del tutto, perché in passato, ho già avuto contatti con persone che avevano questi problemi.
Quanti pensieri si affollano nella mia mente! Difficile descriverli. Sembrano tanti fili che seguono una propria strada. Cerco di sbrogliare la matassa.


La mia prima riflessione è stata riguardo ad alcuni blog che ho letto navigando in rete. Blog atei ed anche irriverenti riguardo alla religione. Questo mi ha dato fastidio, ma non ho nemmeno lasciato un commento, non per timore, ma perché penso che non ne valga nemmeno la pena. Alcuni atei così irriverenti nei confronti della religione non sono disposti a sentire nulla...e non voglio nemmeno citare le parole che Gesù disse a riguardo nel Vangelo...


Nei blog ho letto parolacce, insulti, persino contro Cristo e il Papa...Gli autori sostenevano che i cattolici non dovevano nemmeno lasciare il commento perché già limitavano con le imposizioni della dottrina il loro tenore di vita.


C'è stato un periodo in cui anch'io ero atea, o mi definivo tale, ma sinceramente non mi veniva nemmeno in mente né di bestemmiare, né di insultare la Chiesa e il Papa che, a quei tempi, era Giovanni Paolo II. Semplicemente dicevo di non credere...e se loro volevano andare in chiesa, buon per loro, io avevo già fatto la mia scelta...Come io ero libera di non andarci, così loro di andarci...


Io penso che queste persone che insultano la Chiesa ed in realtà di essa non conoscono quasi nulla, abbiano la coscienza che demorde loro e per questo hanno atteggiamenti aggressivi nei confronti dei cattolici.
Accettare il pensiero della Chiesa è solo una grazia di Dio. Non si può arrivare alla fede solo con la ragione.
La fede è un dono da accrescere ogni giorno di più. Essa deve essere alimentata, come una tenera piantina, curata con amore...E' la conquista di ogni giorno. Ma tu, che non hai questo dono, perché devi aggredire coloro che hanno un certo stile di vita?
Da questo un altro filo si è snodato. Noi cattolici dobbiamo vivere più profondamente il mistero di Cristo, coltivare questo amore costantemente...Solo così saremo testimoni credibili in un mondo ateo e confuso, saremo quel sale della terra e quella luce del mondo di cui ha parlato il Vangelo.
Difficile per questo mondo aprire, spalancare le porte a Cristo...Perché il suo messaggio interpella, diventa stile di vita...Eppure questo solo dà quella pace e tranquillità...


domenica 12 aprile 2009

Buona Pasqua di nuovo!

Eccomi di nuovo! Rinnovo i miei auguri di buona Pasqua a tutti! Ho avuto qualche problema con il computer, ma finalmente sono riuscita a sbloccarlo! Oggi, giorno di Pasqua, mi viene spontaneo meditare e soffermarmi sul Triduo Pasquale. Sono stati giorni molto intensi e già da dopodomani si riprenderà la vita di sempre. Il tempo sta correndo velocissimo, sembra ieri Natale, anche se molte cose sono già cambiate.
Non so se sono io o è una mia impressione, ma stanotte ho sentito varie scosse. Verso le 2.30 è suonato anche il telefonino e ho pensato a mio papà...Ma non era una telefonata da casa, era un numero sconosciuto...Bho! Sì, varie scosse, leggerissime che mi hanno svegliato e mi hanno dato l'opportunità di pregare per i miei e le persone che si raccomandano alle mie preghiere. Un sonno un po' disturbato quello di stanotte. Una volta pensavo che il Natale fosse la festa più bella...Ma da un po' di tempo (sarà l'età che avanza), penso più spesso alla Santa Pasqua. Sì, in realtà Pasqua è la festa più grande!Quella che dà speranza. Finalmente possiamo gridare il nostro alleluja, con tutta la forza che abbiamo in corpo. Ogni volta il Sabato Santo, con l'assenza di Dio nel Tabernacolo, mi suscita una certa impressione, pur vivendolo nella grande speranza della sconfitta della morte e della Resurrezione...Va bene, allora ancora auguri di buona Pasqua a tutti! Di cuore!

sabato 11 aprile 2009

Buona Pasqua!


Sono appena rientrata dalla veglia pasquale con i vestiti che sanno di fumo...Prima di cadere nelle braccia di Morfeo, volevo augurare a tutti una buona Pasqua...A risentirci a domani. Cristo è risorto e risorgeremo anche noi!

Sabato Santo



Signore, perdonaci, ma a volte è difficile credere alla Resurrezione...Così pensavano i discepoli, gli Apostoli, scoraggiati di fronte al silenzio della tua morte. Noi viviamo il Sabato Santo nella speranza della domenica di Risurrezione, ma gli Apostoli, a quei tempi, spauriti dagli eventi tragici, stavano chiusi nel cenacolo, tristi, oserei dire quasi disperati. Ciò che accadde e che videro, fece loro mutare idea e modo di vivere. La paura scomparve e dei conigli si trasformarono in leoni che diedero la loro vita per la fede. Entriamo nella speranza dell'attesa...Aumenta Signore la nostra fede.

venerdì 10 aprile 2009

Venerdì Santo

Il silenzio è sceso sulla terra: il Figlio di Dio è spirato sulla croce dopo aver sofferto molto.
"E dopo aver inghiottito il boccone, satana entrò in lui"

Era l'ora delle tenebre, l'ora del diavolo, del principe delle tenebre. Sì, ormai immerso nel peccato, Giuda apparteneva totalmente al diavolo e lo dimostrò non avendo fiducia nella misericordia di Dio. Era sul serio posseduto dal demonio.

Il Venerdì Santo non è per meditare sul tradimento di Giuda e sulla sua figura assai emblematica ma sull'amore di Dio così immenso. Nell'Ultima Cena lo vediamo mentre istituisce l'Eucarestia e fa testamento del suo amore ai discepoli: due gesti...Istituzione dell'Eucarestia e Lavanda dei piedi.Amore a Dio e ai fratelli. Si apprestò quindi ad affrontare la Passione che lo portò a soffrire immensamente. Ciò che rese valida la sua Passione fu l'amore, non tanto la sofferenza patita. Il debito dell'umanità con il suo peccato era immenso per cui c'è voluta tanta sofferenza...Entriamo quindi nel silenzio di Dio, nel cuore del suo amore...Il mistero più grande nella vita dell'uomo è proprio la morte...

giovedì 9 aprile 2009

La forza della preghiera




Non so se avrete compreso dalle mie parole che amo profondamente l'Italia...Dicono che noi giovani (o Dio...sono già di mezza età)...insomma, gli adulti di oggi, non sanno che cosa voglia dire avere l'"amor di Patria". Fin da piccola ho sentito forte nel mio cuore l'amore per la mia terra, la mia città, per la mia Patria...Era una cosa innata. Forse mio padre che ha servito per tanti anni l'Italia come militare, mi ha trasmesso, pur non parlandomene, questo amore per la mia nazione. Ho sentito sempre l'impulso d'inchinarmi di fronte alla bandiera tricolore per la quale tanti prima di me hanno sofferto, lottato, hanno dato la vita. Mi sento fortemente italiana e sarei capace di difendere la mia Patria da chi la vilipende. Sono fiera di essere italiana e, per questo e non solo perché sono cristiana, le corde del mio cuore vibrano profondamente quando un fratello italiano soffre. Mio padre, quando passava il Tricolore, si poneva sull'attenti e la salutava militarmente con la mano sulla fronte...ed anch'io ho imparato ad onorarla.

Vi domanderete dove voglia arrivare con questi miei discorsi patriottici...Semplice... Il terremoto ha colpito il cuore dell'Italia ed il dolore è stato immenso...In un post precedente avevo affermato che non potevo far nulla...Sentivo la mia impotenza e il desiderio di aiutare questi miei fratelli. Come singola non avrei potuto far nulla, ma sentivo dentro il mio cuore il desiderio forte di andare là e scavare con le mie mani per salvare qualche vita. Oltre alla preghiera avrei voluto fare qualcosa di più. Ho pregato, soffrendo per questa limitazione e, dopo aver raccomandato i terremotati alla Madonna, anche la Madonna si è messa in moto! Nel giro di un giorno si è azionata una catena per raccogliere viveri e vestiario da mandare in un istituto religioso che ha accolto parte degli sfollati. Una gara di generosità senza pari. Roma ha risposto agli appelli con forte generosità...Brava Roma, il cui suolo è stato bagnato abbondantemente dal sangue dei martiri della fede e della Patria.

Questo è il Giovedì Santo vissuto...

Tu, o Gesù, hai istituito il Sacramento dell'Eucarestia e hai comandato di lavarci i piedi gli uni gli altri. Oggi stiamo cercando di lavarci i piedi gli uni gli altri, con i nostri difetti, i nostri limiti, ma stiamo cercando di farlo.

Sostieni coloro che stanno lavorando per salvare vite umane nascoste sotto le macerie e benedici il loro lavoro. Dona il tuo conforto a coloro che hanno perso tutto e aiutali a ricostruirsi un avvenire. Rimani con loro, così come volesti rimanere fra noi nel Sacramento dell'Eucarestia...

Grazie agli Abruzzesi


Mentre ancora si succedono alla televisione immagini strazianti, di gente senza più nulla, privata dell'essenziale e soprattutto degli affetti più cari, la terra continua a tremare senza quasi lasciare il tempo di piangere le proprie vittime.
Non si succedono solo immagini di distruzione, ma anche di persone che sanno vivere con dignità il loro dolore.
Grazie a voi, fratelli italiani che siete stati colpiti da una immane tragedia, per i vostri volti che sanno contenere il grande dolore con straordinaria dignità...Grazie a voi, per il vostro esempio...che pure avreste il diritto di urlare il vostro dolore...

martedì 7 aprile 2009

Dio Onnipotente...


Bollettino drammatico


Il telegiornale continua a snocciolare notizie drammatiche ed il numero dei morti ad aumentare. Cominciano a trapelare le prime esperienze di chi si è salvato...Commento amaro, ma molto profondo della cronista, mentre la televisione presenta immagini di distruzione: "Quando la forza della natura si scatena, ci fa comprendere qual è la nostra realtà"

L'Italia guarda sgomenta il dolore dei suoi figli, di coloro che nel fior fiore degli anni si è dovuto presentare proprio agli inizi di questa settimana di Passione, di fronte a Dio.

Oh Gesù, attraverso le parole del Vangelo scorgo la tua grande umanità, mentre di fronte alla morte del tuo amico Lazzaro scoppi in un pianto dirotto...Anche noi di fronte al dolore di questi nostri fratelli piangiamo impotenti comprendendo che la vita è nelle mani di Dio. Piangiamo, siamo scoppiati in pianto, mentre i vigili del fuoco rovistavano nelle macerie febbrilmente, perché il dolore e la morte fanno comprendere la grandezza della vita, in cerca di qualcuno ancora vivo. Siamo scoppiati in pianto, desiderosi di affondare le mani tra le pietre dei palazzi distrutti e salvare qualche vita.

Oh Gesù, tu hai sperimentato pienamente il dolore umano quando sudasti sangue nell'orto degli ulivi ed il peso dei nostri peccati gravò sì pesantemente sulle tue spalle...Sperimentasti l'abbandno totale da parte di coloro che si professavano tuoi amici...anzi, tuoi discepoli.

Oh Gesù, tu hai spermentato il dolore immenso delle tue carni dilaniate dai flagelli, umiliata dagli sputi, traforata dai chiodi.

Oh Gesù, nonostante questo affiora timidamente una domanda che rimarrà in sospeso, senza alcuna risposta: perché?

Sì, perché se io potrò vivere una Pasqua (almeno fino ad adesso) sotto un tetto, tranquillamente, non mi do pace che, invece, tanti non avranno più nemmeno un tetto sotto il quale dormire...


Mentre chiamo mamma per aver notizie di mio cugino che vive verso le zone terremotate, anch'io ricevo una nostizia drammatica che accresce la mia croce: mio padre sembra che abbia avuto un terzo ictus e questa volta lo sta "menomando" fisicamente. E ' una croce grande, non penso ad altro che a giugno, quando finalmente tornerò a casa per dare sollievo a mia mamma. Nonostante questo, penso che la mia croce sia minore rispetto a quella di chi ha subito il terremoto. Offro anche questo per loro. No, non perdo la speranza, sebbene abbia domandato la grazia della sua guarigione a don Orione, e abbia ottenuto un peggioramento...

lunedì 6 aprile 2009

Ore 3.32


Ore 3.32, mi sembra che la testa giri ed il cuore scoppi. Forse sono io che sto male, ma tutto si muove e non accenna a fermarsi...Accendo la lucetta dell'abat - journ e vedo che l'anta dell'armadio che non avevo chiuso a chiave, si apre lentamente...Mi accorgo che non sono io a stare male, ma è la terra che trema. Scuote la palazzina ritmicamente...E' il terremoto...Mi sembra impossibile che capiti a me..e non sento nemmeno paura. Passa qualche minuto la terra si ferma. Sono scattati tutti gli allarmi delle auto, sento parlare al piano di sotto, scendo anch'io..Noi scherziamo su questo..Ma a me sono venute in mente le zone colpite...Roma non è mai stata l'epicentro ...ragiono così...in quel momento. Tutto si cheta, le macchine smettono di lamentarsi e piomba nuovamente il silenzio della notte. Ore quattro, mi infilo rabbrividendo sotto le coperte. Altra scossa...Mi sembra di nuovo la mia testa...Poi piombo nel sonno che si popola anche di sogni...

Al mattino, verso le 6.30, ecco che vengo a sapere della tragedia. L'Aquila distrutta, famiglie gettate nella disperazione. Mio Dio, viene anche a me da piangere, non posso fare nulla. L'Italia piange nuovamente in lutto i suoi figli. Le immagini che la televisione propone sono drammatiche...Ancora fratelli nel pianto, morti, feriti...Non posso fare nulla...Vorrei essere là...Povera gente...

Andiamo con Lei ai piedi della Croce


Andiamo quindi con Lei, al Calvario e STIAMO ai piedi della Sua croce...

Il libro della Passione del Signore di Anna Emerick, narra i tormenti che il Signore subì. La Madonna assisté alla dolorosissima flagellazione, lo seguì lungo la strada che conduceva al Calvario mentre i soldati dileggiavano il Figlio. Scrivendo questo, mi viene in mente l'obbedienza della Madonna...Non sono madre, ma ho visto la mia che avrebbe donato la sua vita pur di vedermi risparmiata dalla sofferenza. Penso che anche Maria, in quei momenti di angoscia e sofferenza, avrebbe desiderato morire con il Figlio. Sarebbe stato facile provocare la propria morte, ma non lo fece perché la volontà di Dio era un'altra: che la Sua anima fosse trapassata da una spada.

Allora buona Settimana Santa a tutti...ricordando che dopo il Venerdì Santo c'è sempre la Resurrezione!

domenica 5 aprile 2009

Madonna della Guardia


Anche don Orione fu molto devoto della Madonna e la venerava con l'appellativo della Guardia. Chiaro...Ha tanti appellativi ma è la stessa Madonna! Partendo da questo presupposto, l'atmosfera che respirai al Santuario della Guardia non l'ho trovata in alcun altro santuario. Quante volte feci la strada a piedi percorrendo sentieri che serpeggiavano tra il verde degli alberi e dei prati! Ne ho già parlato...Ogni pellegrinaggio mi ha suscitato sentimenti diversi. Ciò che me li ha resi speciali è la preghiera che ha scandito i nostri passi (già perché non ero sola). La mia fede viene alimentata dalle varie testimonianze dei miracoli avvenuti soprattutto a Lourdes, testificati da un'equipe di medici, credenti e non. La recente lettura della vita di Alessandra di Rudinì, mi ha rinfrancato: la sua conversione avvenne a Lourdes. Lei si recò a Lourdes in preda a dubbi che parevano insormontabili..Non ci andò piena di fede, portò i suoi ragionamenti contro la Chiesa, il suo scetticismo, oltre al fallimento che tutti conoscono della sua relazione con D'Annunzio. A Lourdes, di fronte ai suoi occhi avvenne un miracolo: una cieca tornò a vedere. Anche dal suo spirito cadde il velo che opacizzava la sua vista e umilmente riconobbe i suoi sbagli e il suo orgoglio si abbatté, vinto dalla fede che sgorgò come una sorgente tra le rocce. La Madonna è davvero potente...

O uomo...


Oh uomo, piccolo come sei, ti sei presentato sinceramente dinanzi ai tuoi occhi? O ti sei raccontato tante bugie? Chi sei, o uomo? Hai immaginato la tua morte, tu che neghi la verità di Dio? Polvere sei, la tua carne è costretta a diventare polvere, sparsa forse nel vento...Sei contento che di fronte al tuo sguardo ci sia il nulla? Come ti sei spiegato la sofferenza che dilania il tuo corpo o il tuo spirito? Tu, o uomo, che ti sei lasciato scivolare dentro il baratro del tuo non credere, del tuo nulla dopo la morte, non hai mai riflettuto che forse il nulla della tua depressione, del tuo vagare senza senso, è lo stesso burrone del tuo ateismo? Non posso credere che il tuo cuore sia privo di desideri e sia appagato dai mille affari da cui sei sommerso, dalle cose che possiedi. E una domanda affiora chiara e limpida e altrettanto accusatrice: perché vivi?
Non rispondere che vivi solo per il lavoro perché il lavoro non appaga l'uomo totalmente e se giungerai alla vecchiaia anche sano, come riempirai i tuoi giorni? Se non rispondi alle domande fondamentali della tua vita, precipiterai in quell'abisso scuro di cui non scorgi il fondo di depressione e solitudine, così minaccioso...E non dire che non hai timore della morte...non ci credo. Solo chi davvero è distaccato da sé o chi è disperato fin da esserne travolto, non ha paura della morte. Il destino o il fato...o come tu lo vuoi chiamare, potrebbe toglierti tutto ciò che ami di più in questa vita...Le cose e persino le persone non sono e non possono essere i punti fermi della tua vita...

O uomo, se ti accorgerai della tua piccolezza, solo allora, vedrai il baratro che hai di fronte e da cui cerchi di stornare la mente riempendo la vita di vanità e cose fugaci. Ma se il tuo baratro è così profondo, sappi che l'amore di Dio è un abisso di cui non riuscirai a scorgere il fondo. Solo i santi hanno intravisto parte del fondo di quell'abisso e di fronte ad esso hanno compreso che nient'altro possiede valore. L'essenza di Dio è l'amore e ciò che ci tiene in vita è proprio questo.

Sacra Sindone

Rispondo al tuo commento Marco. No, la fede c'era già altrimenti non avrei donato la mia vita in modo totale a Gesù. Voglio dire che non baso la mia fede sulla Sacra Sindone ma sulla storia testata dei Vangeli. Anche se dicessero che la Sindone fosse un falso, la mia fede non verrebbe senz'altro meno. Sai, nel 1998 sono andata a vedere l'ostensione di Essa a Torino...ma dirti che la mia vita spirituale si basi su questo è troppo. La fede è un dono e la presenza di Cristo è soprattutto nell'Eucarestia, cioé dove Gesù ha detto di essere presente ed io ti assicuro ci passo delle ore (non certo di fronte alla Sindone). In ogni modo grazie del commento che non ho rifiutato, dobbiamo essere capaci anche di reggere le critiche se non sono volgari e mi piacerebbe parlare con te...anche se sei anonimo penso di aver visitato il tuo blog su cui hai scritto, se non sbaglio, un post proprio sulla Sindone...Mi piacerebbe scambiare qualche idea, abbi il coraggio di non essere anonimo. Ti ricorderò nelle mie preghiere. Ciao, buona giornata!

sabato 4 aprile 2009

Sacra Sindone


Credere, credere a tutti i costi...alla vita eterna...che Gesù è risorto...Questa vita è solo un specchio di quella eterna. A volte si legge il Vangelo superficialmente, si "crede" al Gesù dei miracoli...si "crede" che Gesù morto in croce. Ma la fede nella risurrezione, fin dove arriva?

No, Signore, so di non credere fino in fondo. Aiutami a credere...Credere vuol dire essere distaccati dalle contingenze della vita e proiettarsi nella dimensione di una vita oltre la morte. Tutto assume una parvenza diversa, la realtà si trasforma, si trasfigura come Gesù sul Tabor, perché si ha la percezione della propria anima e quindi importa maggiormente la salute di questa rispetto a quella del corpo...No, vita e fede non possono andare separate. Ho letto un articolo sulla Sacra Sindone e i vari dibattiti su di essa...Mi ha risvegliato la fede...non nell'uomo della Sindone, ma nel Crocifisso per eccellenza...Allora il mio cuore si è riempito di pace, di gioia e di speranza nella vita eterna...E' come se il mio spirito si librasse tra le verità eterne e non anelasse ad altro se non a raggiungere il proprio Dio.

Settimana di Passione


Da domani inizierà la settimana di Passione. Anche oggi il tempo è incerto, i veli dorati del sole ricoprono le facciate dei palazzi i quali spuntano tra il verde degli alberi.
Da ieri, dopo aver letto la vita per me nuova di Alessandra di Rudinì, ho cominciato quella di don Orione. Non è nuova, già la conosco, ma è così entusiasmante, così piena di esempi di fede, che mi affascina scorrere nuovamente gli avvenimenti della sua vita e meditare su di essi. Leggere quelle pagine mi riporta a rivivere uno scorcio del mio passato, a gettarci uno sguardo di ammirazione e nostalgia, a rivedere nella mia mente alcuni volti e posti a me cari che mi hanno segnato in quel periodo.
Ho fatto il volontariato al Piccolo Cottolengo, mi sono accostata al capezzale di alcuni malati senz'alcuna speranza, sformati dal destino...Parafulmini della società, qualcuno li chiamava. Dalle piccole finestre dell'edificio munite di sbarre verniciate di bianco, si potevano vedere i monti coperti del verde fitto degli alberi. Quel palazzo giallino doveva contenere solo infelicità ed invece vi si scopriva che serpeggiava una gioia intensa data sicuramente dalla fede vissuta di chi lavorava là dentro, dalle suore, dai preti, dagli stessi ricoverati. Un piccolo sole nell'oscurità della sofferenza... E non erano sofferenze da poco...Allora raffiorano nomi che rievocano le nebbie del mio passato: Gianna...Giuseppina...Chiara...Elisa...
Poi ancora a Tortona la Madonna interamente d'oro voluta da don Orione...Il caro Piemonte con i suoi colori, i suoi riflessi, mi dona la sua pace...