domenica 4 dicembre 2016

Eternità

Di fronte alla precarietà della vita, è nostro dovere interrogarci sul suo senso e su come viverla. Molteplici possono essere le risposte, ma una risposta...questa risposta, non me l'aspettavo!
Tutti noi umani abbiamo timore del nulla, dell'ignoto, desideriamo la sopravvivenza della nostra specie, ossia, in una parola, l'immortalità. Il pensiero di scomparire nel nulla ci turba, solleva tante questioni scabrose, tanti misteri, tante aspettative. Rispondere a tali quesiti non è semplice, nessuno può essere sicuro e il dubbio, spesso e volentieri, lambisce le nostre menti, a volte gettando sopra di esse un velo al quale non sappiamo dare un nome, ma sappiamo che ci suscita angoscia. 
Questa risposta, presa da un'esperienza ultraterrena, non me la sarei mai aspettata: “Avrei preferito che esistesse il nulla dopo questa vita     ...”
Si tratta di una rivelazione di un'anima dannata. Non si trattava di una frase relativa alla condizione di “anima dannata”, ma proprio del sentimento che comandava la sua esistenza carnale, quando era ancora in vita. Questo è sconcertante. Un'anima è talmente tanto desiderosa di fare del male che preferisce pensare e soprattutto desiderare che ci sia il nulla dopo questa vita! È sconcertante, più del fatto che un'anima pensi che esista solamente il paradiso e non l'inferno. Forse per il fatto che un'anima, quand'anche in modo errato, sa che esiste un'eternità oltre questa vita terrena, la possa tenere in qualche maniera lontana dal fare del male in modo gratuito.