lunedì 31 luglio 2023

La Parola

 La santa Messa è formata da due momenti fondamentali: la liturgia della Parola e la liturgia Eucaristica. La liturgia della Parola prepara al fulcro della santa Messa, al momento in cui Gesù si rende presente con il suo Corpo e il suo Sangue nell'Eucaristia. È un momento molto importante, infatti per entrare in comunione con una persona si deve ascoltare ciò che ha da dirci. In questo caso è Dio che ci parla: si svela negli episodi dell'Antico Testamento, nel Nuovo per poi eseguire la lettura del Vangelo. Durante la liturgia Eucaristica, il Verbo si fa carne: in un'ora noi partecipiamo al Mistero (segno) di Cristo. Egli svela il senso delle Scritture e spezza il pane per noi. 

Meditare la Parola di Dio è quindi fondamentale per conoscere di Dio e inserirsi poi nel grande mistero della Comunione con Lui. Finita la celebrazione, Cristo, incarnato in noi, dovrebbe rivivere attraverso il nostro corpo, il nostro vissuto, per perpetuare e giungere capillarmente ad ogni persona, di ogni tempo. Ascoltare, conoscere una persona, significa amarla nella pienezza.

domenica 30 luglio 2023

La scelta

 Dal Vangelo secondo Matteo

Mt 13,44-52


In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì».

Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».


Riporto il Vangelo di oggi nella sua interezza. Nell'altro post ho sottolineato la parte del "trovare un tesoro" che è il Regno di Dio, in questo post, desideravo soffermarmi sull'aspetto della scelta. La prima lettura, infatti, ci pone la preghiera di Salomone che domanda la capacità di discernimento, cioè di scelta. In effetti, se si legge attentamente il Vangelo, l'uomo che trova il tesoro e il mercante, si trovano davanti a una scelta importante, non semplice: le cose terrene che hanno già o comprare una cosa nuova, il campo con il tesoro nascosto o la perla preziosa. Non hanno dubbi: ammaliati dalla bellezza del tesoro e del campo, lasciano tutto e prendono possesso del Vangelo. Ognuno di noi deve saper fare le proprie scelte nella vita secondo il Vangelo e non sono sempre facili. Le cose del mondo sono belle, attraggono e spesso siamo soffocati dalla noia della quotidianità e quella gioia che ha provato quell'uomo che ha trovato il tesoro nel campo, si affievolisce diventando quasi nulla. È la volontà, la capacità di fare discernimento che scattano in questo caso. L'emozione, il sentimento sono svaniti e l'aridità ha preso il sopravvento. Per questo motivo il vero amore deve prendere possesso della nostra volontà, affinché la nostra casa sia costruita sulla roccia e non sulla sabbia... altrimenti basterà una tempesta per essere travolti nelle nostre certezze e la fede essere sepolta dalle nostre preoccupazioni.

Il tesoro più prezioso

 Come afferma il Vangelo di oggi, il Regno di Dio è come un tesoro trovato casualmente in un campo, come la perla preziosa tanto cercata dal mercante. La parte comune alle due parabole è il fatto che per ottenere il tesoro o la perla preziosa, si vende tutto ciò che si possiede e si compra ciò che si desidera.

Il Regno di Dio è qualcosa di veramente prezioso, che richiede un lasciare ciò che si ha, un sacrificio di se stessi... ma ne vale davvero la pena, perché con esso si ottiene la vera gioia, la gioia piena della presenza di Dio e del suo amore. Non tutti possono capire questo: è una grazia che Dio dà. Il regno di Dio chiede di lasciare le proprie certezze, le proprie abitudini per fidarsi di Lui, per comprare qualcosa di nuovo. Dio fa nuove tutte le cose, ma per ottenere questo, bisogna abbandonarsi alle sue mani.

sabato 29 luglio 2023

La resurrezione di Lazzaro

 Oggi, 29 luglio, la liturgia ricorda tre santi uniti da uno stretto legame di parentela: Marta, Maria e Lazzaro. I tre erano uniti a Gesù da una profonda amicizia. È un brano che in poche righe, racconta un vissuto umano profondo, intessuto di valori imprescindibili, quali l'amicizia, la fede, il dolore, la vita eterna.... un brano intriso di umanità e divinità.

Prima di tutto, nel vangelo di Giovanni che narra l'episodio della resurrezione di Lazzaro, si puntualizza l'identità di Maria: Maria era colei che aveva unto i piedi di Gesù di nardo e li aveva asciugati con i suoi capelli. Era colei che lo amava, che lo riconosceva come suo Signore, era colei che lo aveva ascoltato volentieri mentre Marta si affannava a servirlo. Non è Maria Maddalena. 


I Giudei volevano mettere a morte Gesù, il cerchio si stava stringendo e, tornare in Giudea, significava esporsi a un grave pericolo. Gesù, appena saputo della malattia di Lazzaro, si ferma nel posto in cui si trovava ancora per due giorni. Lui sa tutto, sa anche che Lazzaro è morto. La malattia di Lazzaro è per la vita, non per la morte, affinché coloro che vedono, credano che Lui è il Signore.

"Lazzaro si è addormentato". La morte è un sonno, non è la fine di tutto e Gesù è colui che va a svegliare Lazzaro. Gesù è la resurrezione e la vita. 

Gesù dice ai discepoli di tornare in Giudea per svegliare il suo amico Lazzaro e Tommaso ne esce con una delle sue tipiche espressioni concrete: "Ma sì, andiamo con lui a morire!".  Di fatto Tommaso si reca con Gesù e gli altri apostoli in Giudea affrontando così il rischio, ma la sua analisi a cui Gesù non ribatte, è giusta e soprattutto molto reale: se uccideranno Lui, uccideranno anche noi. Gesù, secondo Tommaso, si sta comportando come un incosciente! 

Gesù, una volta a Betania, si comporta prudentemente, sta fuori dalla casa dei suoi amici e aspetta che Marta gli venga incontro e Maria viene chiamata di nascosto. Gesù è la vita, è la resurrezione. Gesù si commuove profondamente, sente il suo cuore fremere per il dolore, il dolore di vedere Maria soffrire, di vedere Lazzaro morto... ma Egli è il Signore. Arrivato al sepolcro di Lazzaro, fa togliere la pietra, quella grande pietra che, in seguito, alla morte di Gesù, rotolò tranquillamente senza sforzo... perché Lui era l'autore della Vita. Con la potenza della sua voce lo richiama alla vita: "Vieni fuori". Vieni fuori alla Luce, esci dalla tomba, vieni fuori dalle tenebre della morte, muoviti, liberati, perché io lo desidero e sono la tua vita...

lunedì 10 luglio 2023

Quando la vita è un gioco

 La vita è un dono, un dono davvero grande non compreso da molti. Non è una passeggiata: essere fedeli alla vita, senza voltarle le spalle e tradirla, non è semplice perché ci sono i momenti bui, i momenti in cui perdiamo di vista il punto di arrivo, ci distraiamo dalle cose terrene. 

Nessuno è esente dal vivere i momenti di forte sofferenza, la vita è fatta anche di questo. 

La cosa che la rende pesante, a volte, è proprio il piattume della quotidianità, quando tutto perde il sapore, quando non si sente più nulla e le emozioni sembrano addormentate. Questa è la cosa più pericolosa, perché la persona cerca di stimolare quelle emozioni sopite per dare un senso ad una vita che tutto ad un tratto si è svuotata di tutto. 

Forse i giovani di oggi sperimentano questo... Forse non riescono a sopportare il peso della quotidianità... ed è per questo motivo che si dedica a giochi molto pericolosi quali sono le challenge o sfide (in italiano). Filmano le cose più pericolose, come buttarsi in mare da uno scafo in corsa, rischiando di perdere la vita... solamente per ricevere notorietà sul web...  È davvero triste, perché da queste cose
si capisce come la vita non abbia più valore, venduta per una manciata di like... Ma davvero, la nostra vita che valore ha? Quasi nulla perché ha perso la sua sacralità, la sua preziosità. Un tempo, forse a causa dell'alto tasso di mortalità, la vita era preziosa, era considerata davvero un dono da custodire, nonostante la sua durezza e, nello stesso momento, la morte era una realtà da affrontare, non così traumatica o addirittura oggetto di tabù come lo è oggi.