mercoledì 1 novembre 2023

Oltre le mura della chiesa

  È triste che tanti bambini stiano dimenticando che il primo di novembre si festeggiano i Santi e non Halloween. Le due ricorrenze sono agli opposti: una richiama un regno di tenebre, prigione spirituale e paura; l'altra un regno di luce, libertà, pace e fiducia. Non voglio entrare in polemica, parlando nuovamente delle motivazioni e criticare coloro che preferiscono vestirsi da scheletri e cose varie, piuttosto che ricordare i Santi e la gioia del Cielo e che arrivano addirittura a deriderli. 

Ci sarebbe molto da dire... ma non mi sento di creare "guerre"... anzi, tutt'altro. 

Oggi è festa di precetto e ancora una volta mi sono ritrovata in chiesa ad assistere alla santa Messa e al sacrificio incruento di Gesù sull' altare. Il miracolo dell'amore si ripete ad ogni celebrazione ed oggi il ricordo era rivolto a coloro che già vivono nel Regno dei Cieli, della Luce. 

Ho sentito l'eco di tante domande che rimangono drammaticamente sospese: perché tante sofferenze nel mondo? Perché tante guerre ingiuste? Perché tanta violenza, tanta sofferenza nei letti degli ospedali, nelle case?... Non c'è una risposta a tutto questo. Oggi si festeggiano delle persone che, nella loro profonda umiltà, hanno accolto nel loro cuore il mistero dell'amore di Dio e lo hanno saputo donare agli altri, nonostante la loro profonda debolezza e imperfezioni... Il santo non è colui che è perfetto, che non sbaglia mai, tutt'altro, è proprio colui che si riconosce debole, che sa di essere amato da Dio e si affida alla sua misericordia... è colui che sa di essere un disastro, che non si stupisce dei suoi sbagli, che sa che l'unico bene della sua vita è Dio.

E così mi sono ritrovata inginocchiata davanti al mio Dio, con le mie debolezze non volute, con la consapevolezza di essere un nulla. Mi sono ritrovata entro le mura della chiesa, attorniata da tante vetrate e statue rappresentanti i Santi. La mia anima, nuda, sanguinante, umiliata dai suoi stessi errori, dalle sue pochezze, si è ritrovata a camminare scalza, piangente, nei territori feriti dalla guerra. Non si tratta di capire da che parte stare. La mia anima si è inginocchiata davanti al dolore di tanti uomini, donne, bambini che stanno soffrendo o hanno addirittura perso la vita. Come in un film, sono passate davanti ai suoi occhi le lacrime di tanti bambini che si sono trovati mutilati, senza più una casa, senza più genitori. Allora si sono riempiti anche i miei occhi di lacrime e la famosa domanda "PERCHÉ?" è riecheggiata nel mio cuore. Il mio sguardo si è mosso attorno, su quelle immagini delle vetrate che mi guardavano pensierose e mi sono accorta che quei santi avevano tutti sofferto molto, anche ingiustamente, e avevano saputo offrirlo per amore, unirlo a quel crocifisso che campeggiava sopra l'altare... E chi, più di Gesù, ha sofferto per amore? È Lui il senso di tutto, Colui che spezza la nostra solitudine, che rende soave il nostro deserto e copre la nostra nudità...

Allora buona festa dei Santi, perché il nostro futuro, se lo vogliamo, non sono le tenebre, ma la luce...

Festa dei Santi

 Oggi è una grande solennità che mi è sempre piaciuta. la festa dei Santi.



Chissà perché, quando si parla di santi, si pensa che siano lontani anni luce da noi, dalla nostra portata, eppure Dio ha chiamato tutti alla santità. Non diventeremo santi per i nostri meriti che sono davvero pochi, ma entreremo nella "Sua casa per la Sua grande misericordia". Il segreto per diventare santi, è sentirsi e comportarsi come figli di Dio. Diventare bambini e considerare Dio come padre, sono i nostri impegni più grandi. Colui che è nelle mani di Dio che lo guida e lo protegge, non teme alcun male e rimane sereno, sicuro che Dio lo ama.

I Santi sono i veri rivoluzionari, che nella pace, nell'amore, hanno stravolto positivamente le esistenze di coloro che erano loro vicini ed alcuni di loro, hanno creato opere socialmente importanti, hanno tirato su scuole, ospedali, mense per i poveri ecc... 

Il loro amore per Dio sfociava nell'amore per il prossimo. Dio è la sorgente dell'amore e quando ci abbeveriamo ad essa, la sua acqua riempie il nostro cuore, tracima, dona acqua a tutti coloro che sono accanto a loro. L'amore di Dio non può stare chiuso in un cuore, ha bisogno di comunicarsi, di donarsi agli altri. È un amore infinito che riempie il cuore dei Santi e perciò si comunica, si moltiplica.

martedì 31 ottobre 2023

Lo Spirito Santo

 La nostra vita è un intreccio di accadimenti che a volte non capiamo. Rimaniamo interdetti, a volte non abbiamo la forza di ribattere nemmeno una parola. Proprio quando siamo più impegnati a vivere la

cristianità in modo concreto, ecco che Dio sconvolge la nostra anima, la spoglia e le fa notare tutta la sua fragilità. Si rimane profondamente dispiaciuti, perché si vorrebbe la perfezione. Si insinua nello spirito la desolazione di vedere gli sforzi compiuti per camminare verso Dio vanificati. A cosa serve pregare di più, andare a messa tutti i giorni quando poi si cade nelle imperfezioni e il nostro spirito non sente quella gioia che prima la gratificava? Eppure, in questo garbuglio di sentimenti, di desolazione, di deserto interiore, c'è l'azione dello Spirito Santo. Lui irrompe nella storia personale, mette in subbuglio, non fa comprendere il senso delle cose. Cosa fare allora? Allora è il momento di abbandonarsi in Dio. Egli ci ama nonostante tutte le nostre debolezze, è il Signore della storia personale, ma anche della Storia. Credere ciecamente che Lui dirige il nostro cammino per il nostro bene, quello superiore. Ci ama di un amore infinito e, se in un tale momento, sconvolge i nostri piani facendoci vedere la nostra desolante e raccapricciante debolezza, non dobbiamo far altro che fare un atto di umiltà, riporre ai suoi piedi tutte le nostre attese disilluse, la nostra fragilità, aggrapparci ancora di più a Lui, avendo fede nel suo amore immenso.... e come ama noi, con tutte le nostre fragilità, ama anche gli altri. Quella stessa compassione che Lui ha per noi, noi la rivolgeremo agli altri. 

domenica 29 ottobre 2023

Ricerca di Dio, non di se stessi

Siccome l'unica certezza è la morte, dobbiamo imparare a ricercare Dio e non noi stessi. Cosa significa? Tante volte ci amareggiamo perché gli altri ricevono più complimenti o più successi di noi. Desideriamo essere i migliori e ci dispiacciamo se il prossimo emerge. Vorremmo essere i primi fra tutti, amati, considerati... è la cosiddetta competizione che genera nelle comunità di ogni tipo, dissapori, malignità e sofferenza. Dalla ricerca di noi stessi, del nostro interesse, nasce la tristezza, l'insoddisfazione, a volte anche la menzogna... e dove c'è la menzogna, c'è il diavolo. In questo modo egli si insinua nelle nostre comunità, anche quelle religiose, generando ogni tipo di sofferenza e divisione. 


Sì... anche le comunità religiose, parrocchiali, non sono esenti da questo: esiste la competizione riguardo alle cose spirituali. Lei /lui appare migliore di noi... viene considerato più dal parroco o dai parrocchiani e noi soffriamo. Sentiamo gelosia, quindi si comincia a parlare male di quello o quella, insinuiamo il dubbio... ecco che il diavolo balla e festeggia... si genera divisione.

Quanto sarebbe bello, invece, se tutti tendessero alla vera vita, quella che non finisce in una tomba! Cominceremmo a valutare le cose e le vicende che viviamo in modo completamente diverso e la pace regnerebbe nei nostri cuori. 

Amerai il Signore tuo Dio

 Siamo ormai alla soglia del mese di novembre, mese che molti definiscono triste, ma che, invero, racchiude il mistero profondo della vita.

Sui social si assiste alla discussione annuale su Halloween e la festa cristiana dei Santi. A me personalmente, è sempre piaciuta la festa del primo novembre perché preludio e assaggio del Paradiso che ci attende. La vita eterna va conquistata, sebbene la fede sia una grazia. Di questo ringrazio sempre il Signore, se non fosse stato per Lui, vagherei ancora nelle tenebre, alla Sua ricerca. Spesso ho detto che la vita cristiana vera inizia quando si incontra una Persona che ti cambia la vita, che chiama tutto il nostro essere a partecipare della Sua vita. Quando c'è questa chiamata, si ama totalmente la vita e si comprendono alcune idee della Chiesa per lo più considerate retrograde dalla gente. Non si può capire se non esiste questo incontro. Lui  è la luce che illumina il nostro cammino e le profondità del nostro essere.

Noi siamo nati per la vita eterna, cioè per la felicità e siccome tutto passa, bisogna vivere l'essenziale. Se si vive l'essenziale, tante meschinità decadono, tanti puntigli perdono la loro importanza... Che cos'è la soddisfazione di un momento, la propria gloria che svanisce a seconda del giudizio effimero della gente, di fronte alla felicità eterna, alla gioia promessa del nostro Salvatore se moriamo a noi stessi?

Non tutti possono capirlo. La gloria e la soddisfazione terrena di un istante è davvero effimera. Ma cosa ci serve guadagnare il mondo se perderemo noi stessi?

Allora non perdere se stessi, significa amare davvero noi stessi, la nostra anima; cercare la vera felicità che sta solamente in Dio.

giovedì 10 agosto 2023

Perdere la vita per Cristo

 Oggi è la festa di san Lorenzo, martire, e il Vangelo di oggi ricorda:

"Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna."

Cosa significa che uno deve odiare la propria vita? I cristiani devono essere tristi? Eppure in più parti, Gesù afferma che bisogna essere felici! Cosa significa allora?


La vita vera è quella offerta per amore di Dio: è la pienezza della vita. Chi infatti ha vissuto una vera vita cristiana ha saputo valorizzare ogni istante per amore di Dio e del prossimo, sperimentando una gioia genuina, anche noi momenti di forte sofferenza. Infatti, chi ama la vita e il suo significato profondo, desidera la vita eterna, perché vive già su questa terra il Cielo e l'appartenenza a Cristo.

lunedì 7 agosto 2023

Vangeli diversi

 Stamattina alla messa, sono stata molto attenta alla lettura del Vangelo perché volevo utilizzarlo per strada come oggetto di meditazione. Il prete ha letto quello della moltiplicazione dei pani. Gesù si preoccupa delle folle accorse per ascoltarlo e risponde agli apostoli: "Voi stessi darete loro da mangiare".

Due aspetti molto importanti, fondamentali: prima di tutto la sollecitudine, l'attenzione di Gesù verso i bisogni della folla. Sono bisogni materiali, ma primari: il cibo serve per stare in piedi, per vivere. Se Gesù è preoccupato e interviene sui bisogni fisici di coloro che l'hanno seguito per ascoltarlo, lo sarà anche per la loro anima e provvederà affinché essa riceva tutto ciò che le è necessario per compiere il suo cammino verso il Padre. Siamo deboli, senza di Lui non possiamo far nulla. Abbiamo tante ferite dovute al nostro passato, tanti fardelli da portare, che a volte diventano davvero pesanti. Delle ferite rimangono le cicatrici, a volte Dio non le guarisce, ma ci dà la grazia di superarle guadagnando così tanti  meriti. Abbiamo bisogno di Lui. Il superamento delle nostre ferite ci dona la felicità.

Il secondo aspetto è l'invito che Gesù fa agli apostoli: "Voi stessi darete loro da mangiare". Gesù dà il potere agli apostoli di intervenire sui bisogni del popolo, della folla. Gli apostoli non possono fare nulla senza il suo intervento, ma, in effetti, anche loro hanno individuato i loro bisogni. Attraverso l'intercessione, possono ottenere la soddisfazione di queste esigenze impellenti.La presenza di Gesù è fondamentale.

Ad un certo punto, siccome la memoria abbisogna di essere stimolata, mi appresto a riguardare il vangelo di oggi e con sorpresa noto che è quello della tempesta... Dio ha voluto che meditassi su quell'altro vangelo, Dio segna e dà ciò che l'anima ha bisogno in quel momento. 



mercoledì 2 agosto 2023

I Credenti e le risposte

 Tempo fa, su Facebook, mi imbattei in un articolo di un giornalista in cui affermava che non si accontentava della risposta dei credenti sull'origine del mondo, ma che si fidava di chi, invece, non forniva risposte di alcun tipo. Capisco il suo discorso, anch'io tanto tempo fa mi domandavo mille cose delle quali non avevo risposta. Nella vita bisogna cercare alcune risposte, non si può andare a tentoni, perché prima o poi potremmo cadere nel burrone della disperazione, del non -  senso della vita e la depressione che ne conseguirebbe, non avrebbe cura. La fede è la conseguenza di un incontro, anzi, dell'Incontro con la I maiuscola. Chi non ha avuto quest'incontro, non riuscirà mai a capire il credente. C'è chi frequenta la Chiesa per tradizione, perché gli è stato insegnato, ma c'è anche chi, come san Paolo, ha incontrato Dio realmente. Il vangelo di san Luca racconta l'episodio dei due discepoli di Emmaus. È una pericope molto bella che narra dei due discepoli, quindi persone che avevano ascoltato l'insegnamento di Gesù in vita, che lo avevano seguito, che avevano visto i miracoli, che si recavano ad Emmaus. Erano stanchi, afflitti per tutto quello che era accaduto a Gesù... "Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele, con tutto ciò sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute". E... aggiungo io... non è accaduto nulla, siamo ancora qua, schiavi dei Romani, di noi stessi. Nulla di nuovo... 


Gesù si era accostato a loro chiedendo che cosa era accaduto. I discepoli non lo hanno riconosciuto, ma al momento della spiegazione di Gesù dei fatti accaduti, essi hanno sentito che qualcosa dentro di loro si era mosso: "Resta con noi, perché si fa sera". Allora il Signore si ferma a casa loro e spezza il pane per loro. È proprio in quel momento che i discepoli lo riconoscono, nello spezzare il pane, un gesto che Gesù faceva spesso in vita. 

I due discepoli non hanno riconosciuto subito Gesù, c'è stato un cammino graduale verso casa, un incontro speciale che ha svelato loro il mistero della Passione, Morte e Risurrezione. Chi non ottiene questa grazia, non comprenderà mai le risposte che il Cristiano si dà. E noi abbiamo bisogno di alcune risposte fondamentali, altrimenti continueremmo a vagare in quel buio insidioso che potrebbe diventare una trappola mortale. Alcune cose rimarranno avvolte da un velo, anche per il cristiano e qui si mette in gioco la fede. Vivere di fede, è fidarsi di Dio.

Comunione dei santi

 Quando ci si avvicina a Dio, si desidera che anche gli altri sperimentino la grandezza e bellezza di Dio. È quel tesoro nel campo, quella dramma cercata disperatamente e finalmente trovata, per cui si desidera fare festa insieme a coloro che stanno accanto a noi, ma non hanno conosciuto la bellezza di Dio. È la gioia dell'incontro con Dio, con una Persona viva e vera. Chi non ha ricevuto la grazia dell'incontro con Dio, si domanderà sicuramente come mai uno può incontrare Dio che è invisibile. Eppure, chi ha incontrato Dio, ha vissuto un  momento di pienezza durante il quale ha sentito sensibilmente la Sua presenza. La gioia di tale incontro è talmente grande che si desidera raccontarla. 

Quando si vedono delle persone che non credono o che appartengono alla Chiesa e non ne condividono le idee, si desidera profondamente che esse sentano anche solo per un istante la presenza concreta di Dio. Cosa fare in casi in cui la persona in questione è lontana da Dio? Chiaramente noi non possiamo vedere dentro l'anima di questa persona, ma Dio sì. Dobbiamo semplicemente affidarla a Dio, Lui saprà cosa fare e offrire per lei dei sacrifici. Esiste un grande tesoro datoci dalla Chiesa: la Comunione dei Santi. Attraverso di essa, le nostre preghiere faranno tanto bene a quell'anima bisognosa e le conquisterà il paradiso!



Dio è il Tutto

Siamo davvero piccoli davanti a Dio, con i nostri sbagli, i nostri limiti, la debolezza fisica e spirituale... 
Più ci avviciniamo a Dio, più ci accorgiamo di quanto siamo imperfetti. La sua luce illumina gli interstizi della nostra anima, svelando le nostre piccolezze. Allora ci accorgiamo che con le nostre sole forze non riusciremmo mai a diventare perfetti nell'amore come Lui ci vuole, che solamente Lui può darci la forza e la grazia per praticare la carità. 
Questo pensiero non deve scoraggiarci: abbiamo un Dio che ha donato la sua vita sulla croce per noi. Lui solo sa qual è il nostro bene. Dovremmo abbandonarci in Dio, al suo volere, perché lui è onnisciente.