venerdì 25 maggio 2012

La preghiera di fra Cristoforo


Ho già accennato, in un post precedente, dell'alta spiritualità della preghiera che fra Cristoforo rivolge a Dio, prima di far partire Renzo, Lucia e Agnese.
Una preghiera appunto di alta spiritualità, degna di essere riportata tale e quale come Manzoni la scrive. Eccola:
“- Prima che partiate, - disse il padre,  - preghiamo tutti insieme il Signore, perché sia con voi, in codesto viaggio e sempre; e soprattutto vi dia forza, vi dia amore di volere ciò che Egli ha voluto. - 
Così dicendo s'inginocchiò nel mezzo della Chiesa; e tutti fecer lo stesso. Dopo ch' ebbero pregato, alcuni momenti, in silenzio, il padre, con voce sommessa , ma distinta, articolò queste parole: - noi vi preghiamo ancora per quel poveretto che ci ha condotti a questo passo. Noi saremo indegni della vostra misericordia, se non ve la chiedessimo di cuore per lui; ne ha tanto bisogno! Noi, nella nostra tribolazione, abbiamo questo conforto, che siamo nella strada dove ci avete messi voi: possiamo offrirvi i nostri guai; e diventano un guadagno. Ma lui!... è vostro nemico. Oh disgraziato! Compete con Voi! Abbiate pietà di lui, o Signore, toccategli il cuore rendetelo vostro amico, concedetegli tutti i beni che noi possiamo desiderare a noi stessi.”
Spiritualità davvero ammirevole ed intensa che sottintende un cammino autenticamente illuminato e serio, un cammino ovviamente sofferto ma creduto fino in fondo da una persona che ha conosciuto la pienezza dell'impetuosità del suo carattere e ha sperimentato il rimorso delle proprie colpe e la gioia del perdono. Egli, infatti, non disdegna di recarsi dalla famiglia dell'ucciso, sfidando ogni rispetto umano andando incontro a eventuale rifiuto da parte di costoro. Ma egli, con la sua umiltà, conquista i familiari dell'ucciso ed ottiene il pane del perdono. Da quel giorno l'impegno di fra Cristoforo nel suo cammino spirituale è indiscutibile: raggiunge la vetta del perdono, poiché lui stesso nella sua vita lo ha chiesto per sé.
 La breve preghiera di fra Cristoforo compendia così bene il messaggio evangelico. Dapprima infatti, domanda al Signore di proteggere i fuggiaschi, poi la forza e amore di accettare il volere di Dio sebbene sia molto doloroso e abbia permesso l'azione dei violenti nella loro vita. La sua preghiera poi, prega per don Rodrigo, chiamandolo poveretto. Fin qui sarebbe nulla se non avesse proseguito dicendo una frase che dovrebbe diventare il fondamento della nostra spiritualità: “Noi saremo indegni della vostra misericordia, se non ve la chiedessimo di cuore per lui; ne ha tanto bisogno....Abbiate pietà di lui, o Signore, toccategli il cuore rendetelo vostro amico, concedetegli tutti i beni che noi possiamo desiderare a noi stessi.”
Chi pregherebbe così per il proprio nemico, per chi ostacola con la propria cattiveria o capriccio, i progetti personali tanto amati ed accarezzati, se non possedesse autenticamente lo spirito evangelico? Normalmente uno che soffre per l'altrui cattiveria o sbadataggine, gli manderebbe un accidenti! I protagonisti poi, cercheranno di perdonare di cuore a don Rodrigo nell'originarietà del loro carattere: assisteremo in seguito a Renzo che, lungo la strada che lo porta a Milano,  lo uccide e lo risorge un'infinità di volte, nel tentativo di condurre la sua natura ribelle al perdono; Lucia, onesta fin nell'osso, che accetta con spirito evangelico e mite la sorte che Dio ha segnato per lei, pregando Rosari interi alla Madonna per ottenere la conversione dell'Innominato....
Ognuno cerca di assimilare lungo il viaggio, il messaggio di quella preghiera, pronunciata dal frate che dovrà accettare a sua volta la volontà di Dio nella sua vita: fu trasferito dai suoi superiori in un convento di Rimini, sotto pressione di don Rodrigo.
Saremmo indegni della vostra misericordia se non pregassimo per chi ci fa del male...
Sì, ho riflettuto intensamente su questa frase, ma è vera, intrinsecamente vera. Di cuore, non per accomodare i propri guai, ma per la sua anima, per il bene della sua anima, sinceramente, senza ipocrisia.
D'altronde, tutti hanno dei peccati, tutti abbiamo bisogno della misericordia del Signore e vorremmo essere perdonati sempre, anche se ne facciamo delle grandi... Allora, come ci ricorda anche il Padre nostro, dobbiamo perdonare di cuore, intensamente...

giovedì 24 maggio 2012

La storia insegna


Di fronte a certi avvenimenti cruenti o particolarmente raccapriccianti, si suole sentire una certa esclamazione: “Siamo nel 2012 e ancora ci sono queste cose!”. Questa esclamazione suggerisce una riflessione. Se consideriamo tutta la storia dell'umanità, la possiamo  vedere in un crescendo e la possiamo rapportare alla storia di un individuo: prima si forma nel ventre della mamma, nasce, cresce scoprendo cose nuove, sempre più sofisticate, migliorando così le proprie condizioni di vita e creando uno spazio sempre più ampio di autonomia. E se riflettiamo ancor più profondamente, ci accorgiamo che in fondo, questo processo di crescita è avvenuto pure dal punto di vista sociale e filosofico. Ma è ovvio che tale crescita sia legata alla storia di ciascuna nazione o ciascun continente. Così come avviene nella singola persona: il suo presente trae origine dagli avvenimenti del passato, dalla sua provenienza, avvenimenti che talvolta non dipendono dalla persona stessa ma da quello che gli antichi chiamavano Fato e noi cristiani chiamiamo “volontà di Dio”. L'individuo si relaziona con questi accadimenti, a seconda del proprio carattere. Il carattere si può modificare ma possiede talune caratteristiche immutabili che, come i tratti somatici, definiscono la persona. Quindi, la nazione, il continente, la massa delle persone che vivono nella stessa area geografica, vengono influenzati dalla storia, dagli avvenimenti che l'hanno caratterizzata e contraddistinta. La mentalità della nazione, poi, è anche influenzata dalla posizione geografica. Un paese caldo costringerà i propri abitanti ad un ritmo più lento, rispettando i limiti che ne derivano; allo stesso modo, un paese in cui vi è un freddo intenso obbligherà le persone ad un certo tenore di vita. L'uomo, infatti, modifica l'ambiente per renderlo più confortevole, ma per certi versi è indotto lui stesso ad adattarsi: se non riesce ad adattarsi, deve emigrare e cercare un paese più conforme alle sue ispirazioni. Consideriamo il 2012 come epoca adulta perché sembra più intelligente di quella passata e l'intelligenza serve molto nella crescita personale perché permette alcune intuizioni e passaggi logici che una persona priva di questa non riuscirebbe a compiere. Epoca intelligente in quanto a livello tecnologico siamo avanti, abbiamo fatto delle scoperte straordinarie che hanno avuto ripercussione pure nel campo medico scientifico, ma riguardo all'etica... ho qualche perplessità. Si dice che in India siano molto avanti nella tecnologia, ma l'induismo, di cui l'occidente invidia tanto la filosofia della reincarnazione, assoggetta l'uomo ad una mentalità arretrata, ancorata ad una concezione di società suddivisa in classi che non permette il progresso di tutta la popolazione. Come si può osservare, a sviluppo della tecnologia, non coincide uno sviluppo etico – morale. Tecnologia sembra essere sinonimo di potere e il potere non sembra affatto portare ad un progresso spirituale dell'umanità. L'Europa, invece, ha pensato bene che, essendo cresciuta, possa fare a meno di Dio: Dio appartiene al passato, a persone che non sapevano come uscire dalla propria condizione di povertà e abbisognavano di un sostegno morale... Ma, cosa strana, nei paesi divenuti atei, il tasso dei suicidi è il più elevato: credo a ciò che vedo... Ho visto la crisi economica e come sta andando l'Italia, meglio buttarsi dalla finestra, tanto Dio non esiste.  Non vuole essere una condanna  per chi crede a ciò che vede, perché tutti noi passiamo attraverso questo dubbio atroce che lacera l'anima e siamo tentati a percorrere questa strada, però almeno non affermiamo di essere più intelligenti dei nostri antenati che avevano la forza di sopportare la povertà con dignità. E la storia dovrebbe insegnare: l'uomo nel 2012 dovrebbe essere giunto alla pienezza dell'età adulta o meglio, della senilità, visto che alcune rivelazioni dicono che la fine del mondo non dovrebbe essere poi così lontana! Eppure, è ancora Caino: uccide, rivendica; la violenza è di moda ed è un metodo spiccio sempre buono ad ogni occasione, anche le più banali...
Un filosofo/scrittore affermava che la storia si ripete ciclicamente. È vero, nessuno riesce ad imparare dalla storia che diventa uno studio mnemonico di date e avvenimenti che rimane sterile e non porta a nulla. Vero è, che comunque la storia si ripete in modo differente e, l'umanità, senza Dio, sembra andare sempre di più alla deriva poiché non ha idea che le malvagità che compie sono un peccato, un qualcosa che va bene. 
All'epoca adulta del 2012 esistono varie associazioni di volontariato, cosa buonissima, ma in fondo sono sempre esistite e tra le famiglie esisteva un mutuo aiuto che adesso sussiste a fatica, in quanto non ci si fida più della progredita umanità. L'uomo adesso ha bandito ogni forma di fantasia, d'immaginazione e quindi Dio non ha più posto nella sua vita, ma di fronte alla morte non ha parole, non riesce a sconfiggerla e rimane impotente. Soluzione? Una soluzione intelligente, visto che Dio non esiste? Allontaniamola dalla nostra mente e accarezziamola nei momenti di sofferenza intensa come dolce oblio. Non ne parliamo mai e...se è possibile usiamo altri termini che la rendano più soft. Lasciatemi scherzare un po' su tale argomento e sui termini usati... anche da noi cristiani e nessuno ne abbia ad onta! In fondo anche una grammatica famosissima lo ha fatto!
Non diciamo mai che una persona è morta. Morto, è un termine troppo duro, meglio dire che la persona è mancata... Ah sì, è mancata all'appello? E dov'è andata? Ma che domande! È volata in cielo.... Sempre sperando che sia andata in paradiso! Ma se sei ateo, come fai a dire che è volato in cielo? Quale aereo ha preso??? 
Perdonatemi questi scherzi, a volte ci vogliono... Sperando che la storia insegni davvero e che nessuno possa dire di aver fatto volare in cielo qualcun altro!!!

mercoledì 23 maggio 2012

La conversione dell'Innominato


La conversione dell'Innominato... A prescindere da come si è scherzato riguardo alla scelta di Alessandro Manzoni di non rendere manifesto il nome di quel Signorotto potente, tanto temuto dalla popolazione, il racconto della conversione dell'Innominato induce alla riflessione, perché, pur essendo ambientato nel 1600, scritto nel 1800, rimane sempre attuale. I prepotenti hanno sempre la meglio sui deboli e poveri. Ma qualcosa di inaspettato, soprattutto per chi ha assistito alle scelleratezze dell'Innominato, sta per accadere: egli accetta d'impeto di aiutare don Rodrigo nella sua impresa, però sente un soffocamento interiore appena questo s'allontana da lui. L'innominato non riesce ad aggiungere questa scelleratezza alle altre. Sente un'inquietudine molto forte impadronirsi del suo cuore ed avviene una lotta furibonda tra l'uomo nuovo che sta nascendo in lui e quello vecchio che rivendica il suo onore, non vuole passare per debole. Nel suo cuore echeggia distintamente il nome di Dio... ed inoltre a questo suo rimestamento interiore, ci si mette pure Lucia a girare il coltello nella piaga, dicendogli che per redimersi, per scontare il male fatto, non ha altro che compiere una buona azione: liberarla. La cosa strana su cui riflettere è questa: l'innominato era una persona molto più cattiva di don Rodrigo. Egli aveva perpetrato i suoi crimini, godendo dell'altrui dolore senza rimorso, eppure proprio lui Dio sceglie per appropriarsi del suo cuore e compiere il bene tramite la sua persona. L'innominato è tormentato dal rimorso del male commesso e sente tanto timore del giudizio di Dio. Anche don Rodrigo in fondo allontana questo rimorso che vuole impadronirsi del suo cuore. Lo dimostra quando Alessandro Manzoni, racconta il momento in cui fra Cristoforo si reca da don Rodrigo per distoglierlo dal suo nefando proposito. Don Rodrigo lo allontana temendo di cedere al timore di Dio. Fra Cristoforo, infatti, avendo provato con le buone, non riesce più a controllare la sua natura focosa che ha incanalato nel servizio del bene e punta il suo dito accusatore su don Rodrigo ricordandogli che il male ricade su di chi lo compie, attirandosi così la maledizione di Dio. Anche don Rodrigo ha un certo fondo buono, ma ha ancora la forza per metterlo a tacere... L'Innominato tenta di allontanarlo ma non riesce, lo sopraffà e finalmente, cede, si reca dal cardinale Federico Borromeo e gli dice tutto, anche della faccenda di Lucia.
Questo ci induce a riflettere sul fatto che in ogni uomo c'è un germe di bene che va innaffiato con l'acqua cristallina della preghiera. Dio, attraverso questa, compirà miracoli che stupiranno e incanteranno.

lunedì 21 maggio 2012

Autore dell'attentato



Un pazzo... Un pazzo di 50 anni, ha fatto esplodere quella bomba che ha distrutto una famiglia e gettato nel timore altre. Si pensava ad una matrice politica, in particolare alle Brigate Rosse che in alcune città si sono mosse sul serio ed invece è un uomo che ha smarrito il senno. È dura. Quella domanda che ci siamo rivolti nell'altro post rimane sempre più minacciosa e dolorosa: “Perché?”.

Si approfitta di uno sconvolgimento politico, di una commemorazione per essere al centro dell'attenzione delle testate giornalistiche e televisive... 
Roba da matti. Per essere al centro dell'attenzione si fa di tutto: sembra quasi che ci sia un grande timore di rimanere soli, di essere dimenticati dagli altri, allora ci si inventa di tutto, anche le cose che ledono famiglie intere, con che gusto?

domenica 20 maggio 2012

Fatti che fanno riflettere


Mese di maggio, un mese veramente insanguinato, percorso da brividi per un passato che si rinnova nel presente. La preghiera è uno strumento potente, ma non basta: l'Italia e il mondo intero sono caduti nello sconcerto, uno sconcerto più che giustificato che lascia con il fiato sospeso, con una domanda che aleggia nella nostra mente simile ad una minaccia o paura latente: “Cosa accadrà ancora? Dove stiamo andando?”
Una domanda che genera timore: una minaccia celata, quiescente. Speriamo sempre nel meglio ma la crisi economica, ormai degenerata in recessione, ha riaperto una ferita forse mai rimarginata: il rinascere dell'azione delle tanto temute Brigate Rosse che seminavano terrore ed inquietudine perché tra i loro obiettivi, vi sono tante persone innocenti che non hanno a che fare con la politica, ma hanno semplicemente la colpa di trovarsi nel posto sbagliato, nel momento sbagliato. Di fronte a tale recrudescenza del male riecheggia una domanda che fu posta da Dio tanto tempo fa a Caino: “Dov'è tuo fratello?”. Che cosa ne hai fatto? Come ti sei permesso di recidere una vita che stava sbocciando e si apriva con la forza della speranza all'ardore dei raggi del sole della primavera dell'esistenza? Da quella domanda ne scaturisce un'altra, come una sorgente inesauribile: il male, il dolore, generano domande che forse non otterranno mai risposte plausibili, c'è sempre quel margine di sconcerto e di stupore indignato: “Perché?”
Un interrogativo drammatico, perché se alla prima domanda sappiamo che l'omicidio è stato compiuto, la seconda scava nella coscienza dell'uomo rimestando le motivazioni per cui si è commesso un gesto così crudele... e ci possono essere tante motivazioni che mescolano il sangue nelle vene di chi ha subito l'ingiustizia o di coloro che per la giustizia si battono. Mi riferisco all'omicidio di Melissa, la ragazza vittima di un attentato stupido... Volevano uccidere il nome di chi aveva lottato per la giustizia, forse perché si sono resi conto che l'omicidio di Falcone e Borsellino ha ucciso i loro corpi, ma non ha ucciso il loro onore e la loro azione benefica, la loro lotta appassionata contro la malavita e la loro fama. L'amore con cui si è compiuta una cosa non si può cancellare con il clamore delle bombe o con altre uccisioni. Questi assassini non fanno altro che macchiarsi ancor di più di crimini incancellabili di cui dovranno rendere conto a Dio.
Il nostro dovere è quello di pregare per queste anime che fanno del male e questo  risulta difficile anche per chi assiste all'ingiustizia impetrata a danno di anime innocenti e deboli. Bellissimo l'esempio tratto dal racconto intramontabile dei “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, vero ritratto di una società che opprime il povero e il debole e chi vive onestamente. Si rinnova ancora questo racconto, nelle stragi immotivate, dalla violenza che si inebria semplicemente di sé. Fra Cristoforo pone davanti ai nostri occhi un atteggiamento esemplare: Renzo e Lucia subiscono la prepotenza di un signorotto locale che impedisce un matrimonio legittimo e Fra Cristoforo affida alla misericordia di Dio l'anima di don Rodrigo. Difficile da imitare: inginocchiarsi per degli assassini, per persone che forse stanno tramando altri attentati... Pregare per loro sembra quasi fomentare l'ingiustizia nel mondo... Ma no, se Dio agisce in quell'anima prepotente, forse toglierà un po' di male dal mondo...

domenica 13 maggio 2012

Maria, donna della fede

Maria è donna di fede, piena di grazia, Madre di tutta l'umanità. Un modello, è vero. Maria Simma nel libro "Fateci uscire da qui", affermava che i sacerdoti devoti a Maria, sono senz'altro più dolci di quelli che non lo sono. E' pura illusione credere di poter giungere al Cuore di Dio senza passare per quello di Maria. Dio non ha scelto modi straordinari ed eclatanti per prendere un corpo, ma ha scelto il grembo di una donna. Verranno giorni in cui non ci sarà un posto privilegiato per adorare Dio... Si adorerà nei propri cuori... Dio non ragiona come l'uomo che preferisce eventi straordinari, Egli entra nell'ordinarietà, talvolta scombussolandola, rendendola leggermente più difficile. Tante volte ha agito così nella storia dell'uomo. I grandi padri della fede ci sono maestri.