giovedì 30 dicembre 2010

La bellezza della vita

A volte la vita è intrisa di una sorta di malinconia nostalgica. Il passato, come un quadro meraviglioso, si tinge di colori stupendi, si riempie di armonie celestiali. Esso è tale perché è come un film che abbiamo già visto. Vissuto al presente ci creava tanta suspance, come quei film in cui non ci capisce mai chi è l'assassino, (Pippo direbbe che è l'assassino è il maggiordomo), ma visto da quello che era futuro e adesso è diventato presente, è una piacevole e sicura replica, che può essere tragica quanto vuoi, ma ne conosci la fine. Il passato affascina perché in realtà è un film di cui conosciamo il finale. Il presente ci dona le sue inquietudini, pesanti o meno e a volte sembra chiederci di fare un salto nel buio. Qualche filosofo diceva che il presente in realtà non esiste, perché nello stesso tempo in cui lo pensi esso è già diventato passato. Nel presente, però, nascono alcuni sentimenti, sofferenze o gioie che durano nel tempo. Piccoli periodi, scorci di tempo, che sono comunque destinati a terminare ma tuttavia hanno il sapore dell'inquietudine, dell'avventura o della tragedia. Spesso non si vive il presente intensamente, perché troppo presi dalla paura del salto nel buio del nostro futuro. Lo vediamo simile ad una voragine che inghiotte i nostri sentimenti. Gesù ci esorta a non pensare al futuro ma ad affrontare il presente: affliggersi per il futuro non ha senso: il presente ha già le sue inquietudini... Ed ecco la meraviglia della fede cristiana: le parole che Gesù pronuncia dopo, intrise di una grande speranza e gioia: "Non vi preoccupate di ciò che mangerete o di ciò che vestirete, il Padre vostro celeste sa di cosa avete bisogno, prima ancora che glielo chiediate. Non vedete come vestono i gigli del campo, non tessono, eppure nemmeno Salomone in tutto il suo splendore, vestiva così. Cercate il Regno di Dio ed il resto vi sarà dato in aggiunta".
Bellissima filosofia di vita e viverla fino in fondo toglierebbe parte della nostra inquietudine e ci farebbe gustare il tempo presente. Carpe diem...Cogli l'attimo. Vivi l'attimo fuggente, perché se lo lasci fuggire troppo in fretta lo chiamerai passato e ti accorgerai in un istante, che non hai assaporato nulla di ciò che invece era dolce come il miele....
De Andrè, in una canzone, ha asserito che gl'istanti più belli fuggono, durano poco: 
E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
Proprio perché sono belli, essi fuggono, ci lasciano il sapore della nostalgia. Talvolta, però, non ci accorgiamo che possiamo creare noi gl'istanti più belli, costruire qualcosa di straordinario nell'ordinarietà, decidere di essere felici, nonostante tutto.
Capita anche che dall'alto del nostro presente, il passato, proprio quello che quando era presente, ci aveva fatto tanto penare, è stato un attimo prezioso della nostra vita, grazie al quale non saremmo ciò che siamo adesso... Certo, un cumulo di difetti, ma un prodigio di Dio.... 

mercoledì 29 dicembre 2010

Sempre io, prima a sinistra (sempre seduta), guardando la foto!!!!

Parlando di tempo...

Permettetemi una piccola divagazione: parlando di tempo e girando per internet, ho trovato una, anzi due fotografie di quando ero alle elementari! Io sono quella seduta, la seconda a destra guardando la foto....Ero in seconda!

Come in un film

Nei momenti in cui l'anima si ritrova nel silenzio e nella solitudine assoluti del suo deserto interiore, si rende conto della sua condizione umana in modo consapevole e lucido. Essa vede ciò che sarà del suo corpo con una lucidità sconvolgente. Allora la paura l'assale, comprende di essere davanti ad un mistero più grande di lei. Sente il silenzio e la solitudine del suo deserto interiore, nota con intenso dolore la sua aridità. Sa di aver toccato la freschezza e il biancore della neve che scintilla al sole. Adesso si ritrova nel suo deserto assoluto, assetata ed affamata con la nostalgia struggente di quel paradiso che le sembrava di avere in pugno ma che le è sfuggito come sabbia al vento, attraverso le sue dita intorpidite. Getta uno sguardo con una sorta di disperazione verso quel cielo che ormai sembra talmente lontano da rivestire la certezza dell'irraggiungibilità. Vede il corpo che aveva abitato simile ad un fantoccio privo di vita soggetto alla corruttibilità, affogato sotto un mare di terra, quindi guarda la sua vita come se fosse un film. Rivede con nostalgia struggente e nello stesso tempo un dolore indefinibile, alcune scene della sua vita che vorrebbe mutare. Rivede con sofferenza rinnovata, gli scherni di chi in realtà ha fatto gli stessi suoi sbagli, ma si compiace di burlarsi dei suoi, tanto per credersi più santa. Scene di vita sofferte, travolte dall'onda della sofferenza si susseguono al suo sguardo, mentre trattiene il fiato rendendosi conto di alcuni sbagli stupidi dovuti troppo spesso alla sua mancanza di fede. Rivede come essa sia stata tentata dal demonio, con mosse astute e pericolose.Si dibatte, l'anima, nella sensazione di essere travolta dalle tempeste, dall'ardore della sofferenza. Poi, tutto ad un tratto, proprio quando le sembrava di non avere più speranza, ecco che Dio le offre il Suo aiuto che, appena un attimo prima le pareva impossibile...

Buon 2011!

In attesa della fine dell'anno

Il Natale e il mese stesso di Dicembre, lasciano il sapore vago della nostalgia, nostalgia di un anno a cui si attaccherà l'etichetta con il baldanzoso nome PASSATO. Come ho sempre detto, anche il tempo che passa, nasconde un mistero profondo e questi giorni sono gli ultimi respiri del 2010. Fin da bambina, è una cosa innata, non mi piacevano i botti di Capodanno e nemmeno il pensiero di un anno che era scivolato via. Il tempo da bambini trascorre lentamente, un po' come quando con ansia scrutavamo le lancette dell'orologio che pigramente ticchettavano, ma faticosamente giungevano alle 12.30, fatidica ora in cui sarebbe suonata la campanella che ci avrebbe permesso di uscire dalle nostre aule...Finalmente, dopo quattro ore di studio! Capodanno mi dava un certo sapore di tristezza... Mi dovevano consolare dicendo che il nuovo anno avrebbe avuto le stesse sembianze dell'anno passato... Ma io avevo nostalgia di Natale e, prima di abituarmi al nuovo anno, ci voleva un po'. Era come se lo personificassi. Per me l'anno vecchio era come un nonno, una generazione passata con il fascino della saggezza. E poi dicembre...! Il mese che preferivo di più! Dovevo aspettare per ben un altro anno che ritornasse e mi avrebbe lasciato ugualmente la nostalgia dolce del passato. E' ancora adesso il mio mese preferito. E' il mese in cui io sono nata. Festeggiavo nel medesimo modo Natale e il mio compleanno. E' vero, tante volte risultava uno svantaggio: con la scusa del Natale i regali erano esigui.... Ma i miei veramente non mi hanno fatto mai pesare la cosa. Facevano un regalo più bello, più grande... Eppure, ero fiera di essere nata subito dopo Natale. Era un proseguo di Natale, perché, inconsciamente, per me, erano entrambe la festa della vita! Sì, decisamente, ne andavo fiera. Certo, un tempo aspettavo senz'altro la data del mio compleanno con più gioia... sapete, adesso, gli anni fanno riflettere sulla canizie!!! Una volta si aveva il desiderio di diventare grandi, di sapere cosa si sarebbe diventati.... e allora, il lento incedere degli anni, sapevano della libertà degli adulti!!!! Ricordo i miei pensieri come se fossero attuali, eppure sono già passati tanti anni....
Va bene, allora, buon attesa del nuovo anno!

martedì 28 dicembre 2010

Le anime del Purgatorio proteggono

Questo fatto è accaduto a me, personalmente tre o più  estati fa, mentre stavo in famiglia. A messa mi recavo spesso nella mia parrocchia dove si celebrava alle 8.30. Ovviamente mi ci recavo un po' prima per poter pregare. Ad un certo punto, poco prima delle 8. 30, ho sentito l'impulso di pregare le anime del purgatorio con una giaculatoria molto semplice: "Anime del Purgatorio, proteggeteci.".
Quando tornai a casa, mia madre mi raccontò che dal quarto piano era caduta una sbarra di ferro proprio mentre lei stava lavorando in giardino. Ad un certo punto ha sentito qualcuno che l'ha spinta da parte e, quasi contemporaneamente, un tonfo fortissimo proprio vicino a lei, nel punto in cui stava lavorando pochi secondi prima. Lei non poteva sapere che io avevo pregato le anime del purgatorio proprio in quel momento ed infatti, attribuì la vicenda al fatto che io stavo a Messa....Un pelo...

Le anime che muoiono in incidenti stradali

Maria Simma era un'anima privilegiata a cui Dio aveva dato la missione di accogliere ed offrire per le anime del Purgatorio. Costoro venivano a lei chiedendole ciò di cui  avevano bisogno per andare in paradiso. Talune di queste, morte in incidenti stradali hanno rivelato che non era quella l'ora prestabilita da Dio, ma avevano accelerato l' ora della morte esponendosi ad un rischio grande... Un po' come il suicidio... e che perciò avrebbero dovuto vivere in purgatorio tutto il tempo fino a che sarebbe scaduto quello concesso veramente all'anima sulla terra. 
Altra affermazione di Maria Simma è che purtroppo molti incidenti stradali sono provocati dal diavolo, così come la depressione, il grande male del secolo civilizzato. Le anime del purgatorio si presentano semplicemente per domandare aiuto, suffragi e soprattutto non vogliono il male delle persone, tanto che sono già sante e sono potenti nei confronti di Dio: a tale proposito avrei un fatto da raccontare, una mia esperienza personale ....

domenica 26 dicembre 2010

Un altro fatto sorprendente

Un altro fatto sorprendente che però non fece scalpore come la storia di Anneliese e i diavoli non c'entrano, accadde negli Stati Uniti e anche di questo abbiamo niente di meno che un documento costituito da un filmato, girato da coloro che subirono l'incidente. Storia sorprendente e significativa. Il diavolo non c'entra, la Chiesa nemmeno, ma fa ugualmente riflettere. Si tratta di tre ragazzi che girano con la macchina per le strade del loro Stato. Ragazzi normali, che dicono anche parolacce, che scherzano fra di loro e quindi non si parla di fanatici religiosi, affetti da visionite acuta. Ecco che il ragazzo, seduto sui sedili posteriori, continua a girare un filmato, riproduce i vari dialoghi, insignificanti o meno. I compagni di strada lo esortano a spegnere quella cinepresa e di fare attenzione alla strada che non riescono mai ad azzeccare. Sembrano essersi persi e di vagare sempre nello stesso punto. Per questo motivo continuano ad intimare al ragazzo di spegnere la cinepresa. Egli non li ascolta, fino a che incontrano una ragazza sul ciglio della strada. Chiede un passaggio, la fanno salire sulla macchina ma appare sconvolta. La credono vittima di una violenza. Cercano di farla parlare. Lei non si sbilancia più di tanto, appare con gli occhi sbarrati. I ragazzi intimano ancora al regista in erba di spegnere la sua macchinetta che è forse causa del nervosismo della ragazza, ma ella non parla, continua a tacere con gli occhi sbarrati. Un dramma. I ragazzi comprendono che c'è qualcosa di più. Il filmato s'interrompe nel momento in cui la ragazza indica il punto in cui ha subito l'incidente ed è morta. Anche la macchina dei ragazzi subisce l'incidente e i due che stavano davanti, il ragazzo e la ragazza, muoiono. Sopravvive solo Davide che non sa raccontare ciò che è veramente accaduto durante l'incidente, è sotto choc ma rimane il filmato girato durante il viaggio, testimone verace ed eloquente più di ogni altra cosa. Si fanno delle ricerche in merito alle quali si scopre che è davvero morta una ragazza proprio in quel punto in seguito ad un incidente stradale.....Vero o no, certo, rimane da verificare... Ma io l'ho accostato a tante testimonianze di Maria Simma che ha visto le anime del purgatorio e ha parlato degli incidenti stradali e le loro cause. Ne parlerò in altri post.

Un caso ancora irrisolto

Un caso ancora irrisolto quello di Anneliese Michel, una ragazza morta ad appena 24 anni di denutrizione in seguito ad una presunta possessione. Non conoscevo la sua storia. E' molto complessa ed anche la Chiesa non si è ancora pronunciata del tutto. La storia di questa povera ragazza, che si può leggere anche su internet, a cui si è ispirato anche un film, è sconcertante. Desidero riflettere su questo. Sentire parlare di Dio, agli atei  dà molto fastidio, chiamano fantasie le credenze dei cristiani, o addirittura li giudicano come dei pazzi. Sentire parlare del demonio, dà fastidio ancora di più, perché forse rimuove fin nel profondo la grande paura dell'uomo che esista davvero un inferno e un Dio vendicativo che volevano cancellare definitivamente dalla memoria. Allora l'uomo cerca di trovare a qualsiasi cosa una spiegazione razionale che voglia scacciare la paura di ciò che sfugge al suo controllo come può essere il potere del diavolo. Sanno bene che l'esistenza del diavolo testimonia l'esistenza di Dio! Il diavolo è furbo, perciò spinge gli uomini, anche credenti, a non credere alla sua esistenza. Sebbene siamo informati sulla storia di questa ragazza, ignoriamo affatto il dramma interiore che ha vissuto, i suoi sentimenti, le sue paure e le sue speranze. La medicina afferma che era una forma di epilessia che creava queste visioni orribili e queste manifestazioni sconcertanti della ragazza.... Va bene... Ammettiamo che fosse una forma di epilessia, le cose che non quadrano però, sono tante. Accettiamo che da essa scaturissero quelle forme di avversione a tutto ciò che era sacro e le visioni stesse.... Ma....se il suo corpo era denutrito, spossato per i lunghi digiuni, come poteva richiedere la presenza di una squadra di uomini per trattenerla durante i suoi attacchi? Ammesso che fosse una forma di epilessia, come poteva parlare distintamente, nello stesso tempo, due voci differenti ed in più usando lingue morte come l'aramaico? Questo caso non altro che evidenziare il dramma dell'uomo di fronte a tutto ciò che non è visibile ai suoi occhi. Un vero dramma... Finché si parla di Dio, l'ateo può accusare, fare la parte del "diavolo"! Ma quando si parla dell'esistenza del demonio le corde più profonde del cuore si scuotono, forse anche quelle del cristiano, la paura antica del castigo eterno inflitto a causa dell'ingiustizia umana, ribolle e propone mille interrogativi a cui non riescono a rispondere. Provano a rispondere con concetti medici, elucubrazioni scientifiche... Ma non riescono mai a soffermarsi sul fatto che alcune cose non sono sotto il dominio dell'uomo.

sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale a tutti!

Anche quest'anno è arrivato Natale, un Natale lavato dalla pioggia, sempre magico, nonostante tutto. Magico perché è avvenuto il miracolo più grande che potesse accadere: Dio ha assunto la natura umana. Sembra una frase pre - confezionata che ogni anno ripetiamo, ma ogni Natale è diverso dall'altro anche se sommariamente si fanno le medesime cose. La vita è un continuo divenire, un incessante divenire, che non si ferma mai. Il Natale fa meditare sul mistero del tempo che passa inesorabilmente, anche perché subito questa solennità, un anno termina. A volte il tempo trascorso sembra inutile, sembra che ci abbia lasciato solo l'amaro in bocca e un inquietudine vaga per l'avvenire che ci sovrasta con i suoi interrogativi, sempre più pressanti e inquietanti. A volte non ce ne accorgiamo, ma accadono dei miracoli. Miracoli che hanno il sapore della semplicità, una semplicità genuina...Siamo entrati nel tempo, per sbocciare nell'eternità.

giovedì 23 dicembre 2010

In attesa del Natale

Quante luci! I vari poggioli si sono rivestiti a festa, coronati di luci che s'accendono e si spengono inghiottite dal buio della notte, una notte precoce, invernale, scurita dall'ombra delle nubi che in questi giorni coprivano il cielo. Quelle luci mi ricordano l'albero che si allestiva in cucina. Di sera rallegrava e illuminava ad intermittenza il locale piombato nel buio della sera invernale. Era davvero adornato in modo semplice ma molto bello. Qualche volta ci si recava nei supermercati per trovare qualche addobbo nuovo che potesse rallegrare l'albero. Un anno comprammo i capelli d'angelo che diventarono la passione del mio gatto. Egli infatti, che aveva pari entusiasmo rispetto a noi, li mangiava con appetito al posto della solita erba dei vasi che, in quei giorni invernali, diventava fredda o forse le provocava dolore ai denti! Molto meglio quei fili argentati illuminati ad intermittenza dalle luci che lo avviluppavano delicatamente. In men che non si dica, i fili d'angelo avevano disparità fra loro, uno era lungo, l'altro era corto. Avevamo un gran bel da fare per allontanare il gatto, così attirato da quei fili così invitanti! Non si riusciva. Così quelle luci colorate, mi riportano a quello scorcio di tempo in cui illuminavano le lunghe serate invernali. Talvolta la tramontana picchiava forte con la sua sferza, raggelava le mani che sembravano staccarsi dalle braccia. Si tirava su disperatamente con il naso...Allora, ritrovare l'albero illuminato infondeva una sensazione senz'altro piacevole, degna del miglior focolare domestico...

sabato 18 dicembre 2010

Il sole dopo la pioggia

La natura è il miglior libro, dopo la Sacra Scrittura ovviamente, su cui si possono fare le meditazioni più profonde. Ieri la temperatura qui a Roma era veramente rigida e, cosa stranissima, la neve ha fatto capolino per la seconda volta nello stesso anno. La prima, infatti, era stata il 12 febbraio...sempre di venerdì.. Stupenda, meravigliosa è dir poco: ad un tratto le case sulle quali incombeva poco prima un cielo a dir poco grigio, incerto sul da farsi, erano avvolte da eleganti fiocchi di neve che volteggiavano portati via da un vento gelido. Si è posata solamente sui campetti e sui prati, sconvolti da un tempo così insolito. Il freddo ricama meravigliosi panorami, riveste di meraviglia la terra, li colora, li rende candidi cristallizzandoli. Poi, purtroppo, proprio mentre cominciava a ricoprire il cortile, la neve ha deciso di nascondersi nuovamente e di affogare in un mare di pioggia e di brillare sotto lampi argentei che accendevano le case ed un cielo diventato tutt'ad un tratto di un grigio cupo.Torrenti di pioggia hanno cancellato ogni traccia di neve... faticosamente invero, perché la temperatura è rimasta gelida. La neve ha indugiato nel verde dei campetti e si è rifugiata tra i ciuffi d'erba...che quest'estate erano secchi per il gran caldo. Ecco, anche l'anima nel freddo più intenso forma i suoi ricami più belli. Sembra un paradosso ma è esattamente così. Anche la natura sembra morire sotto il manto candido della neve, ma essa sotto il suo gelo custodisce gelosamente il seme della primavera pronto a germogliare. Così accade nell'anima. Il freddo fa soffrire tremendamente, sembra farla morire sotto la sua morsa, ma custodisce il seme del suo risveglio che a suo tempo, fruttificherà. Intanto, con il suo gelo, compone i suoi ricami più belli. 
Oggi il sole. Laddove giaceva un leggero strato di neve, piccole pozzanghere brillavano sotto il sole, come tanti diamanti riversati nel cortile...

venerdì 17 dicembre 2010

La neve a Roma

Qualche fiocco ondeggia allegramente per il cielo, tra il grigio delle nuvole e il vento che gioca con i rami scheletrici, ormai spogliati di ogni foglia. Felicità immensa per i bambini... Ma anche per gli adulti!!!Nevica a Roma!!!

domenica 12 dicembre 2010

Commento al video

Bellissima canzone di De André che profila la sua spiritualità. L'ho inserita perché è risaputo che De André aveva certe idee politiche ed era ateo per definizione. E' vero anche che era sempre dalla parte dei derelitti, dei dimenticati della società, cosa che, a volte, noi cristiani non facciamo con chi è vicino a noi. Siamo pronti a parlarne male dimenticando la carità fraterna affidandoci a regole ferree che, in realtà, non riusciamo a seguire nemmeno noi. Non sto dicendo che vanno eliminati i Comandamenti, lungi da me questo pensiero. Sto solamente discutendo che anche noi, come i farisei, abbiamo dimenticato abbondantemente che ciò che li regola, è la carità e carità, non vuol dire giudicare il fratello e le sue azioni o non rendersi conto della sua sensibilità o dei suoi bisogni. Mi ritornano alla mente alcune parole di Gesù proprio su questo argomento. Fu giudicato dai farisei stessi! Erano quelli che osservavano maggiormente la Legge!

Via della croce - Fabrizio De André

domenica 5 dicembre 2010

Verso il Natale...


Giornate fredde che rotolano velocemente verso la solennità del Natale e la fine di un altro anno. Il 2010 sta, infatti, ormai finendo. Nelle città si accendono le illuminazioni che le rivestono a festa. La gente corre, chissà se si rende conto del tempo che passa così velocemente che sembra un lampo che squarcia il cielo con la sua luce fulminea e, a volte, non ti lascia il tempo per pensare. A volte il corso della storia della nostra vita può cambiare in un istante. Un istante può cambiare il futuro, i nostri sentimenti, le nostre paure. E' vero, quell'attimo assume le sembianze di uno scalpello che incide sulla pietra segni indelebili. Ho inserito anche un video, non tanto per la canzone di De André, ma per le zone che vi sono riportate, sono le zone dove ho vissuto quasi tutta la mia vita e che hanno visto i miei sentimenti, le mie sofferenze e le mie gioie. Ad un tratto hanno fotografato anche il palazzo dove abitavo, così la mia mente è andata ai Natali passati. Come non meditare su questo tempo che passa, come foglie strappate dal loro albero e portate lontane, oltre le memorie di un tempo vissuto, memorie che il tempo può comunque cancellare? Non si può non meditare sul tempo che passa! Il tempo ci traghetta, volenti o nolenti nell'eternità.Mi vedo allora passeggiare per i carruggi di Genova, con il naso rosso spuntare appena dalla sciarpa, le mani ricoverate in comodi guanti che a volte non trattenevano il caldo. Oh sì, tutta la città s'illuminava a festa e i negozianti cominciavano ad augurare buon Natale salutando. La città si vestiva di luci. Quella di oggi non è più quella di ieri. Ieri mi è capitato qualche appunto che avevo scritto nemmeno un anno fa, ma quella che lo leggeva non era più quella che aveva scritto. Da una parte, meno male. Se restassimo fossilizzati nei nostri errori, sarebbe grave, bisogna evolversi sempre in meglio. Tornare indietro non si può, ma ho imparato che nemmeno il passato ci appartiene, in certi casi il buon Dio permette che venga distrutta anche la nostra memoria e di ciò che era passato non ci rimane nemmeno un granello. Questo è il dramma umano, un dramma in cui solo Dio può comprendere e leggere. Leggevo ieri una testimonianza di un uomo che all'età di 38 anni ha subito un incidente gravissimo ed è rimasto come un vegetale. Almeno, i medici dicevano di lui così, ma in realtà lui viveva nel terrore, perché comprendeva tutto.Questo mi riporta all'esperienza di Eluana Englaro. Gli uomini possono sbagliare le loro previsioni. Colui che sembrava in un coma vegetativo, si accorgeva di tutto e subiva le dimenticanze di coloro che, senza dirlo, lo credevano morto. E mi riporta anche ad un sogno di un bel po' di tempo fa, quando vidi due persone, Eluana Englaro ed un ragazzo che io non conoscevo e le loro espressioni di gioia, soprattutto di Eluana che esclamava piena di gioia: "Se tu sapessi, come sono felice" In capo nemmeno ad un mese, il padre decise di farla morire....

Omaggio a Genova...

sabato 4 dicembre 2010

Crescere umanamente...

Per diventare liberi, bisogna imparare a far crescere sia la parte umana che quella spirituale. E' un cammino faticoso che necessita  di molta forza, desiderio di cambiare e sincerità. Il Signore conosce meglio di noi i mezzi più consoni per la nostra persona, perciò i due cammini s'intersecano, non possono scindersi nettamente. Devono unirsi e procedere di pari passo. Infatti nessun uomo può guarire da solo alcune ferite, ci vuole il medico divino che è più sapiente di noi e conosce più di noi stessi il nostro cuore. A noi la docilità al suo volere. Non è certamente facile, il Signore chiede tante cose e soprattutto non è semplice combattere contro se stessi, ma poi si ha la ricompensa, il gusto di quella libertà sudata, desiderata, voluta... Perché più ci si accosta a Cristo e più si diventa liberi, l'anima anela all'infinito del cielo....

Oltre quella porta

Oltre quella porta che delimita il mio presente dal passato c'è il mare, un mare che ho visto nelle sue mille sfacettature, in tante ore delle mie giornate... Ma ci sono anche dei monti, stupendi e superbi, che spalancano la porta dei miei pensieri e li fanno vagare per momenti irripetibili, come d'altronde irripetibile è il momento presente. Ho ascoltato per tanto tempo la voce del mare, i suoi sussurri, le sue urla rabbiose. Ogni sua parola è impressa nella memoria, come un timbro indelebile.C'erano momenti in cui la brezza leggera portava delicatamente i pensieri di un'umanità che si specchiava sulla sua superficie e al mare confidava i suoi sogni. Gente di mare, gente abituata a lottare testardamente, contro le onde che sembrano voler inghiottire le memorie e le esistenze di tante persone, confuse, incapaci di trovare un senso alla loro vita.

Le meraviglie della natura...

La natura riesce a stupire sempre con le sue meraviglie, anche nel mezzo di una città. Essa è il riflesso di Dio e della Sua bontà. Ormai è arrivato l'inverno, l'aria ha assunto il suo piglio gelido e si diverte immantinente a spogliare gli alberi delle loro foglie, le quali sembrano dei gioielli bagnati nell'oro. Il cielo stamattina era di un azzurro cristallizzato, sembrava un immenso e calmo mare su cui galleggiavano placidamente alcune nuvolette. Più il tempo passava, più gli alberi e le case s'accendevano dell'oro del sole. Che meraviglia la natura, emblema del tempo che passa! Se si osserva, anche in mezzo alla città, essa ha molto da insegnare all'uomo, il quale, preso dalle mille faccende, non s'accorge della bellezza che lo circonda. Da tempo la natura si stava preparando al suo sonno, lo aspettava con trepidazione. Ecco allora il vento autunnale, carico di rugiada e di lacrime nostalgiche, sfiorare e colorare le foglie di giallo. Lentamente, come assopite, sotto la sua delicata carezza, le foglie si staccano dai rami, diventati sempre più nudi, e ricoprono il manto dei marciapiedi...
Il tempo passa, è una legge così strana e inesorabile...severa... Non si torna più indietro: i minuti che passano, diventano passato, indelebile, separato dal presente da una porta robusta, chiusa a chiave, chiave che solo chi vive il presente possiede. Nessun altro può entrare, se non per brevi istanti chi ha condiviso con la persona quello scorcio di tempo, un piccolo tratto di quella meraviglia che si chiama VITA.

giovedì 2 dicembre 2010

Andare incontro a Cristo

"Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!"
Celebre frase dell'inizio di pontificato di Giovanni Paolo II. Non è così scontata come pare, essa racchiude, nella sua sinteticità, una spiritualità profonda. Spesso l'uomo si fa un Dio a sua immagine e si scorda volentieri che, in realtà, al momento della creazione è accaduto esattamente l'opposto, ovvero, che siamo noi ad essere stati creati ad immagine di Dio. Siamo noi che dobbiamo ricercare l'immagine di santità che abbiamo perduto e questa, la troviamo in Cristo. Abbiamo in mente l'immagine di un Gesù o troppo severo oppure edulcorato tanto quanto basta per avere la coscienza a posto. Il Gesù che invece dobbiamo conoscere è quello del Vangelo, severo con gli ipocriti e i superbi, ma magnanimo con chi è umile e pentito. Certamente Dio non si stanca di cercare gl'impenitenti, Egli è misericordioso ma rispetta la scelta dell'anima alla fine della sua vita terrena che sceglie di piombare all'inferno. Non abbiate paura di lasciare il peccato che appesantisce nel cammino di santità, accogliete Cristo e la sua potestà. Sì, perché a volte siamo veramente affezionati ai nostri peccati e difficilmente troviamo il coraggio di lasciarli. Gesù ci ha insegnato una via tutta nuova, altrimenti con le nostre sole forze, non riusciremmo assolutamente a seguire i comandamenti di Dio. Cristo sembra esigere molto, ma è anche vero che chi si affida, chi ha fiducia in Dio, ha trovato la strada, anzi, l'ascensore per salire in paradiso. E' Lui che ci santifica, non dobbiamo temere, Egli farà meraviglie nella nostra anima se ci affidiamo a Lui! Solo che lo dobbiamo desiderare veramente, senza afferrarci al concetto di giustizia umana che tante volte ci blocca nel nostro cammino pieno di santità. Egli ci farà gustare fin da questa terra le sublimità della vita interiore, solo se nelle sue mani non temeremo nulla.

Rispetto per l'Eucarestia

Il rispetto per l'Eucarestia nasce soprattutto dalla consapevolezza del nostro peccato. Per questo motivo ritengo molto pericoloso che il ricevere la Comunione sullla mano si sia diffuso così rapidamente. La società di oggi non conosce il peccato, tutto è lecito. Questa mentalità si può essere diffusa anche tra i cattolici e perciò, il ricevere la Comunione sulla mano diventa pericoloso. Lo vedo dalla mia esperienza personale: quando sono maggiormente raccolta, non frastornata da mille altri pensieri e consapevole di Chi vado a ricevere, preferisco stare in ginocchio, in adorazione. La consapevolezza del mio peccato non mi allontana da Dio, anzi, mi avvicina sempre di più, in un modo del tutto speciale. Vedo Gesù chinarsi sulle mie ferite, perdonarmi e mi sento davvero felice, anche di essere imperfetta, perché altrimenti non mi sarei potuta rifugiare dentro il Suo Cuore. I nostri atteggiamenti esteriori esprimono ciò che noi abbiamo dentro di noi.
Inoltre pensavo che nelle apparizioni della Madonna, approvate dalla Chiesa, il o la veggente s'inginocchia di fronte alla Madre di Dio...Ma perché allora noi, quando riceviamo il Corpo di Cristo che è anche Dio, non ci inginocchiamo e ci permettiamo di prenderLo sulle mani...Magari ci laviamo le mani dopo...Il colmo! Abbiamo tolto la divinità a Dio, quando in realtà i veggenti cascano in ginocchio di fronte alla Madonna...