giovedì 26 dicembre 2013

Rancore

Diciamolo chiaro: vicino alle festività di Natale si dicono tante stupidaggini... o almeno sembra. A Natale si è più buoni. Già, perché esserlo a volte sembra un'impresa disperata. Non bisogna essere buoni solamente a Natale, ma tutto l'anno e questo dipende pure dai valori in cui si crede e alla priorità che si dà a questi. È da idioti per me festeggiare il Natale, scambiarsi dei regali quando poi non viviamo la fede e non riusciamo a perdonare. Tutto questo è incoerente...purtroppo a volte la regola che vige nella nostra vita è: mors tua, vita mea... e non è bastato l'avvento di Gesù a cambiare il nostro modo di ragionare e si mangia alle spalle degli altri. Se
davvero vivessimo il Natale, vedremmo le cose sicuramente in modo differente.

Natale

Il Natale è una festa meravigliosa, anche se non la più importante liturgicamente parlando. L'amore vero, quello divino abbatte tutti i confini. Laddove l'uomo non giunge arriva Dio. Lo aveva detto l'angelo a Maria: nulla è impossibile a Dio! Prendendo un corpo mortale, Dio ha dimostrato che pure l'uomo può varcare la soglia dell'infinito e dell'eternità. Se lui ha squarciato i cieli, ha creato un varco che non si può più chiudere. È questa la magia del Natale. L'uomo soggetto alla caducità, l'insicurezza, ha un destino diverso. Per l'uomo sarebbe un destino irraggiungibile se Dio non avesse voluto dimostrare che tale è la sua volontà. È vero, talvolta, guardando ai nostri limiti e difetti sembrerebbe difficile raggiungere lo scopo per cui siamo nati. L'incarnazione ha reso possibile tutto ciò. Sicuramente la notte in cui è nato Gesù è capitato qualcosa di straordinario. L'impossibile è diventato possibile.

mercoledì 18 dicembre 2013

Incarnazione


L'Incontro vero con Dio avviene solamente ed esclusivamente con un'azione da parte di Lui che viene incontro all'uomo. Maria era una donna eccezionale, ma l'incontro con Dio avviene su iniziativa Sua. Ecco perché dal cuore di Maria sgorga la preghiera eccezionale, meravigliosa del Magnificat. Ella comprende pienamente che ciò che è avvenuto dentro di sé è per opera di Dio e questo perché sa di essere piccola, una semplice creatura nelle Sue mani. Ciò che accadde con Giuseppe che accettò la questione, lo dimostra. Dio va in soccorso di coloro che sono piccoli, poveri, che si abbandonano nelle sue braccia. Non è solamente l'atto dell'Incarnazione a far scaturire dal cuore di Maria l'inno del Magnificat. Fu tutto quello che accadde con Giuseppe... Ricordiamoci però che se è iniziativa di Dio l'incontro con Lui, è anche vero che Maria cercava la sua rivelazione. La fede è un'adesione della ragione umana, non solo un dono che ci casca dal cielo!

Maranathà, vieni Signore Gesù


Durante il periodo dell'Avvento spesso ripetiamo quest'invocazione: “Maranathà, vieni Signore Gesù”. Era il grido dei cristiani, dei primi cristiani che attendevano la venuta di Gesù, il dies natalis. A volte rifletto su questo. I cristiani consideravano il dies natalis, il giorno dell'incontro definitivo con Gesù, in poche parole, la morte. La festa del Natale è prefigurazione di tale venuta definitiva da parte di Dio. Gesù infatti, è già venuto sulla terra e noi siamo tutti pellegrini diretti all'eternità. I cristiani non vedevano l'ora di affrontare l'incontro con Dio, forse perché a quei tempi avevano un vivo ricordo della persona di Gesù. Accade anche a noi quando muore una persona cara. Sentiamo e ricordiamo gli atti di quella persona, poi subentra lo sconforto, la sensazione che ormai quella persona sia lontana. Con le nostre labbra invochiamo Maranathà, vieni... Ma se davvero Dio obbedisse e venisse proprio in quel momento a prenderci??? crediamo all'eternità: la morte non è la fine di tutto... Ma un grande inizio!

San Giuseppe

San Giuseppe è una figura eccezionale, un modello splendido per le nostre vite su come vivere la fede. Il sogno al tempo di Gesù, era il mezzo privilegiato con cui Dio comunicava con le anime. Rivelava catastrofi e cose importantissime per la persona e per il popolo che egli guidava.
Maria si trovò incinta per opera dello Spirito Santo prima che andasse a vivere con Giuseppe. È strano che Dio abbia scelto questo metodo, un metodo che deve indurci a riflettere. Le donne che “conoscevano” nel senso biblico un uomo prima del matrimonio e, soprattutto un uomo che non era il promesso sposo, dovevano essere lapidate secondo la legge. Abbiamo mai pensato, riflettuto su come si possa essere sentita Maria in quel momento? Da come i vangeli raccontano, Maria non si è giustificata con Giuseppe pur raccontandogli ciò che le era successo. Si trovava effettivamente in una posizione delicatissima. Eppure Ella crede alla Parola di Dio. Che coraggio!!! Pensa che Dio la soccorrerà, che qualcosa accadrà in sua difesa...Il contrario di Eva.
Di solito Dio sceglie donne già sposate, avanti nell'età. Usa spesso questo schema nell'Antico Testamento. Manda l'angelo che annuncia la maternità a una donna sterile, questo per dimostrare che è Lui il padrone della vita, che permette che la vita nasca nel grembo di una donna. Questa volta sceglie una donna fertile, giovanissima come lo erano le donne ebree a quel tempo che volevano unirsi in matrimonio con qualcuno. Questo accade prima del matrimonio, per far capire che Dio aveva scelto quella persona e che non c'era alcun intervento umano.
Giuseppe non fa scene di gelosia, ma pensa di licenziare in segreto Maria. Il contrario di Adamo che denuncia Eva. In quel momento cruciale interviene Dio, proprio quando le cose sembrano spezzarsi, finire, e appare in sogno a Giuseppe dicendogli di non temere e di prendere in sposa Maria perché il frutto del suo seno è opera di Dio. Giuseppe dimostra un coraggio eccezionale... come Maria. Accetta di stare accanto ad una donna attraverso la quale si sta compiendo un evento straordinario. Giuseppe non parla, accetta la volontà di Dio costantemente, rivelandoci un modello di fede bellissimo. Non è il suo onore in primis, ma è la volontà di Dio e il suo compimento. Obbedisce costantemente a Lui... San Giuseppe è un santo grandissimo che va riscoperto. Provate a pregare il sacro manto in suo onore.... È un santo potentissimo!

domenica 8 dicembre 2013

Immacolata Concezione

Oggi è la festa dell'Immacolata, festa molto importante per i cristiani. L'Immacolata Concezione è un dogma in cui crede la Chiesa ed è legata alle apparizioni a Lourdes. La storia dell'umile Bernadette Soubirous che vide la Madonna, ha avuto seguito con numerosi miracoli di guarigioni del corpo e dello spirito. Dio, permettendo a Maria, sua Madre, di apparire a Bernadette, ha voluto far comprendere ancora una volta che non sceglie le persone colte e superbe, ma i piccoli e gli “ignoranti”. Sceglie costoro perché chi deve esaminare la cosa, non possa asserire che è stato un puro frutto della fantasia e degli studi della persona. Chiaramente non sceglie le persone che, oltre ad essere ignoranti sono grette di animo, ma coloro che sono piccoli, che hanno una fede straordinaria, che sanno sperare e confidare in Dio. Ogni apparizione ha la sua storia. La Madonna un giorno, apparì a Bruno Cornacchiola di religione protestante proprio mentre esaminava la Bibbia e preparava un sermone contro Maria. Voleva uccidere il Papa. Maria apparve a Bruno e la vita di costui cambiò in un battibaleno. Conosco alcune persone che lo incontrarono e videro il suo sguardo: mi hanno raccontato che aveva gli occhi luminosi e la sua anima era adornata di un'umiltà incantevole.
La storia di Bernadette ha tutt'altro stampo. Ella era cagionevole di salute, afflitta da un'asma che la tormentava con attacchi frequenti. Non aveva cultura, nemmeno del catechismo. La sua fede era pura e genuina, nata tra le mura domestiche dall'esempio della madre e del padre. La sua famiglia fu travagliata da parecchie croci e viveva nella miseria. Bernadette non si riteneva degna di vedere la Madonna e non la chiamò mai tale. “Aquerò” era il nomignolo che le aveva affibbiato la giovane Bernadette, ovvero “quella cosa”. La bella Signora non si era mai presentata se non quando Bernadette, spronata da coloro che volevano valutare il fenomeno, le domandò insistentemente il suo nome. Maria si presentò come l'Immacolata Concezione. Usò il dialetto del luogo, questo a sottolineare che Dio non ha una lingua particolare, l'amore lo spinge a parlare ogni lingua pur di farsi capire dall'uomo.
L'apparizione fu come un'approvazione da parte del Cielo del dogma che di lì a poco era stato proclamato tra grandi discussioni, studi e dibattiti. La Chiesa non può approvare qualcosa contraria alla fede verace. Maria è la Persona più indicata per spiegarci e comunicarci il mistero profondo del Natale e il suo spirito. Maria ha meritato di ospitare nel suo grembo Gesù semplicemente per la sua umiltà. Ella viveva profondamente la comunione con Dio e aspettava ardentemente l'avvento del Salvatore. Per tale motivo fu scelta da Dio, così come lo fu Giuseppe, suo sposo.

mercoledì 4 dicembre 2013

Calunnie


Pazienta per un poco: le calunnie non vivono a lungo. La verità è figlia del tempo: tra non molto essa apparirà per vendicare i tuoi torti.” Immanuel Kant.


Quanto dolore però! Il cristiano pensa che in questi casi, quando sia oggetto di calunnie, Dio prenda le sue difese. I tempi di Dio non sono i nostri e il suo modo di difenderci è sapiente perché ci conosce fino in fondo e... conosce anche gli altri. Quante volte i salmi cantano: “Quando ero ancora informe, già mi conoscevi.”
I santi hanno conservato la loro gioia perché facevano questo: affidavano a Dio tutte le loro pene, sapendo che lui li avrebbe difesi. Dio non si compiace della menzogna, presso di lui il malvagio non trova dimora... e li esclude dal suo Regno. Chi compie il male, chi inganna, chi ama la menzogna, non riesce ad entrare nel Regno dei Cieli, non riesce ad arrivare alla conoscenza di Dio, non otterrà così facilmente il dono della fede, semplicemente perché lui stesso ha chiuso il suo cuore e nonostante Gesù bussi al suo cuore, non apre, non lo sente... o finge di essere sordo e cieco, perché intuisce che Dio è comunque esigente e quando qualcuno lascia che Lui diventi padrone della sua anima mette tutto a soqquadro, come noi non vorremmo. Riprendiamo l'episodio dell'adultera. Dio la perdona... però è anche vero che il suo perdono deve cambiare qualcosa nella sua anima. Gesù infatti rivolgendosi all'adultera, dopo che tutti sono andati via senza condannarla, dice queste parole: “Nessuno ti ha condannata? Neanch'io ti condanno, d'ora in poi va' e non peccare più”
Dopo l'incontro vero con Gesù non si deve più peccare... o almeno ci si prova.
Mi colpì molto il comportamento di Padre Pio di fronte alle calunnie mosse sul suo conto: “Bisogna perdonare, bisogna saper perdonare persone come queste...” ed ancora di fronte alle ristrettezze ingiuste che la Chiesa gli opponeva: “Sono figlio della Chiesa, la Chiesa è madre e non può volere il mio male!”
Chiaramente è un amore divino e umano insieme: ci vuole l'aiuto della Spirito Santo!

martedì 3 dicembre 2013

Umiltà

Questa domenica è cominciato l'Avvento, il periodo in preparazione al Natale. Così come la Quaresima, l'Avvento ci esorta ad esercitare e coltivare le virtù, soprattutto la regina di tutte: la carità. Non dobbiamo dimenticare, però, che la carità trova terreno fertile in un cuore umile. L'umiltà è una virtù umana e “divina” insieme. Al giorno d'oggi è stata relegata nel museo del tempo andato, in mezzo a cianfrusaglie, piena di polvere. Dovremmo riscoprirla e darle il posto che le compete, ovvero tra le virtù fondamentali per il cammino personale verso la perfezione. I grandi filosofi, cristiani e non, hanno affermato che non esiste la staticità, che tutto si muove, si evolve. È vero. Anche san Paolo in una lettera aveva osservato che tutto è in divenire: da adulto si abbandonano certi atteggiamenti aventi da bambini, sarebbe stupido mantenere un comportamento infantile! Può anche darsi che alcuni aspetti del nostro carattere siano rimasti infantili, ma questo non vuol dire che sia giusto. C'è poi l'infanzia spirituale di cui ha parlato pure Gesù. Non vuol dire che dobbiamo rimanere o ridiventare come eravamo da bambini! Tutto subisce un'evoluzione, che lo vogliamo o no. Basta osservare la natura: il tempo, che pure è una cosa astratta, è una realtà determinante della nostra vita. Essa fa in modo che il creato subisca la corruzione o evolva. Niente rimane stabile, tutto è soggetto alla precarietà. Ciò emerge continuamente nella nostra stessa storia: nasciamo che non sappiamo fare altro che piangere quando abbiamo fame o sete, dormire quando ci sentiamo stanchi e ci ritroviamo da adulti ad essere capaci, nei limiti della sopravvivenza, ad essere capaci di comandare ai nostri bisogni e istinti primari. Ecco perché la maturità umana è trovare un'armonia tra tutti i nostri bisogni, ciò che noi vogliamo e quello che possiamo realmente fare. Non possiamo dare libero sfogo a tutte le nostre esigenze, bisogna in qualche modo saperle discernere, comandare, altrimenti diverremo schiavi del nostro corpo. Qualche volta non sono i più acerrimi nemici a renderci schiavi, ma è il nostro stesso corpo. Bisogna amarlo veramente, perché tempio dello Spirito Santo, non bisogna maltrattarlo, ma educarlo sì. Non lasciamo i bambini fare tutto ciò che vogliono quando li vediamo in pericolo, ma facciamo capire loro ciò che è il vero bene per loro che tante volte non corrisponde al suo volere... Anzi, il più delle volte è sempre il contrario. Così accade a noi. Il nostro vero bene non corrisponde a ciò che noi vorremmo. Non si può passare il Vangelo attraverso il setaccio dei nostri capricci. Quando Gesù affermava che per entrare nel Regno dei Cieli bisogna entrare per la porta stretta, intendeva proprio quello. Il Regno dei Cieli e addirittura la sua comprensione, non è di tutti; è riservata a coloro che possono e sanno intendere. Non è Lui che fa le selezioni, siamo noi stessi, quando ci opponiamo ai suoi voleri. Ha poi detto: “Chi non diventerà come un bambino, non entrerà nel Regno dei Cieli”. Del vangelo spesso prendiamo ciò che noi vogliamo, desideriamo un Gesù sdolcinato... ma non lo era. Gesù possedeva un grande equilibrio e in certe cose, quelle che riguardavano il Padre, era intransigente. Aborriva prima di tutto la superbia ed è per quel motivo che si scagliava contro i Farisei, gli Scribi e i Dottori della Legge, ma apriva le braccia a coloro che erano palesemente dei peccatori: adulteri, pubblicani... Però dobbiamo convenire sul fatto che qualcosa nella vita di questi peccatori, una volta che incontravano Gesù, cambiava. Ricordiamo Zaccheo: quando si arrampicò sul sicomoro per vedere Gesù, era ancora peccatore... ma quando Gesù mise piede in casa sua, la sua vita cambiò... “Restituirò tutti i soldi che ho rubato!” affermò Zaccheo. Non si può incontrare realmente Gesù e rimanere uguali! Umiltà è verità. Facciamo verità dentro di noi e non vittimismo... La Madonna gioì nel Signore quando nel Magnificat esclamò: “Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome”
Maria non dice che Dio ha fatto un gran pasticcio nella sua anima! Non può dirlo perché ciò non corrisponderebbe a verità... Però afferma che è il nome di Dio ad essere santo e che lei è solamente il riflesso della sua santità.