martedì 27 marzo 2012

Resurrezione, meta e traguardo


Se è vero che siamo tutti in cammino verso la morte, lo siamo anche verso la Resurrezione. Morte, attesa e resurrezione sono inscindibili. Non scordiamo l'attesa sofferta del Sabato Santo. Essa ha, infatti, una parte preponderante nella nostra esistenza. L'attesa può avere due esiti: della gioia e della delusione, delusione derivante da un evento non verificatosi e quindi drammatica.

E' un periodo di speranze e dubbi.
I discepoli, dopo la morte di Gesù, forse non si attendevano più nulla; noi invece siamo beati perché, pur non avendo visto, possiamo gustare l'attesa gioiosa del Sabato Santo che fa dimenticare il dramma del Venerdì Santo e che è già tinta di una speranza che colma tutte le nostre attese.
Il nostro traguardo quindi, non è solamente la morte ma la Resurrezione... E' questa che muta radicalmente la nostra esistenza: la nostra fede nella Resurrezione...

domenica 25 marzo 2012

Verso la settimana santa


Ci stiamo avvicinando ormai alla settimana santa che culminerà nel Triduo pasquale. E' il giorno più lungo dell'anno e anche il più importante. Non possiamo negare che la nostra esistenza è tutta protesa verso quell'evento che ha cambiato la storia dell'intera umanità Ci piace riflettere sulla Passione di Cristo in modo filosofico, o guardare ad essa come ad un evento lontano che ci ha toccato ma non fin nel profondo. La Passione è un evento drammatico e sconcertante che nei tempi moderni abbiamo tentato di aggiustare, accomodare secondo il nostro gusto per non scandalizzarci più di tanto. Abbiamo cercato di diminuire la sofferenza di Cristo e l'orrore delle conseguenze del nostro peccato. Abbiamo tentato di modificare l'aspetto del Crocifisso, rappresentando in Esso pure la Resurrezione. Giusto, oltre al Venerdì Santo c'è la domenica di Resurrezione senza la quale la morte di Cristo e la nostra stessa fede non avrebbe alcun senso, ma, siccome pensare alle cose belle e piacevoli non ci è difficile, è meglio soffermarci sui dolori di Gesù. E' pur vero che aver fede autentica nella Resurrezione non è così semplice e immediato. La nostra esperienza umana si sofferma sul dramma della morte che conosciamo molto bene e, se da una parte tentiamo di edulcorarla, dall'altra riusciamo a comprenderla molto bene. Forse proprio per questo motivo tentiamo di edulcorarla. Ciò che forse fa sorgere lo scandalo e la repulsione nel nostro cuore, è la violenza inaudita con cui si sono accaniti su Gesù senz'alcun motivo, pur avendo fatto loro del bene.

E' un'ingiustizia che fa tremare profondamente le corde del nostro cuore e che ha portato molti a riflettere sul fatto che il Padre sia stato crudele a sacrificare il proprio figlio. La stessa morte di Gesù può indurre a dubbi profondi di fede.
Perché sacrificare brutalmente il Figlio per un'umanità ingrata?
Quest'interrogativo aleggia sulle bocche di tanti che hanno cercato di comprendere il modo di pensare e di agire di Dio.
La logica di Dio, senza dubbio, sovrasta e supera quella umana e non si può comprendere senza un aiuto di Dio, da parte dello Spirito Santo.

venerdì 23 marzo 2012

Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? È il grido di Gesù sulla croce, tratto da un salmo. Un grido che sembra esprimere i dubbi profondi della fede dai quali, ogni cuore umano è scosso, prima o poi. Tuttavia è pure una preghiera, non si parla con chi si crede non esistere. Il grido di ogni uomo nel momento supremo della sofferenza, della croce, il momento in cui si sperimenta l'unione e la separazione da Dio nello stesso tempo. Quanti progetti, quante aspirazioni... ciò che poi rimane essenziale è quanto si ha amato: del resto non rimarrà altro se non polvere al vento... Misera polvere destinata ad essere trasportata dal vento, così come sarà il nostro corpo. Mi sento di dire davvero: beati quei santi che si sono fatti tali vivendo poco tempo sulla terra. Ad esempio Chiara Badano: in cuore il desiderio di diventare medico...desiderio mai avverato....; la scuola? Bella, piacevole... ma qualche fallimento? Ha fatto grandi cose? Bhe, agli occhi di noi uomini, anche cattolici, non ha fatto apostolato vero e proprio come lo intendiamo noi; pur essendo intelligente e bella, non ha mai raggiunto quei traguardi umani che soddisfano. Non ha avuto nemmeno più di tanto il tempo di dedicarsi al volontariato come è d'uso oggi. Ha solo vissuto la sua vita intensamente, accettando in modo sofferto, ciò che il buon Dio le chiedeva. Ha saputo poi offrire tutto di sé... No, i veri santi fanno opere straordinarie all'ombra della croce, ombra che talvolta nasconde i propri sentimenti più profondi e talvolta prendendo la forma di croce, prendono la fisionomia del fallimento... umano...

martedì 20 marzo 2012

I cirenei della nostra vita



Siamo ormai nel pieno della Quaresima, alla soglia della Settimana Santa. Quanti momenti di passione nella nostra vita! Quanti momenti in cui ci avviamo a vivere e percorrere la via crucis delle nostre sofferenze, di varia natura, a volte inaspettate e, per questo, ancor più dolorose. Se ne vorrebbe conoscere il motivo, il senso, ma, talvolta tutto rimane nell'ombra. La croce è un grande mistero nella vita dell'uomo, così come lo è stato nella vita di Gesù: mentre viveva la Sua Passione, si stava ormai avvicinando l'unione definitiva con il Padre, tuttavia è stato il momento in cui ha provato più intensamente il suo abbandono. Così avviene in ciascuna vita: più ci si avvicina all'abbraccio del Padre, più si sperimenta il suo abbandono, la sofferenza più atroce, la solitudine... Il dramma del silenzio di Dio. Non era così scontato che Gesù vivesse la passione, Egli sentiva il turbamento, la paura di quel momento così doloroso. Non abituiamoci ad ascoltare il racconto della sua passione. Non deve scivolare su di noi, come semplice acqua o dilettare la nostra mente come pura e bella filosofia di vita: il cristianesimo è un avvenimento. I venerdì santi della nostra vita, ricalcano la passione di Gesù, seppur non abbiano la stessa intensità. 

A volte, i momenti di prova intensa, i nostri venerdì santi, ci aiutano a scoprire con meraviglia gli splendidi cirenei che abbiamo accanto. Gesù fu aiutato da Simone di Cirene il quale fu costretto a prendere la croce del Salvatore sulle sue spalle, ma a noi si accostano cirenei volontari che ci aiutano a portare la nostra sofferenza, anche se poi ci sollevano solo un poco: ci danno il tempo di scrollarci di dosso quella polvere che ha insudiciato il nostro viso, quando siamo caduti sotto il peso della croce. Bisogna saper riconoscere questi nostri cirenei e ringraziare Dio per averceli messi accanto.

lunedì 19 marzo 2012

giovedì 8 marzo 2012

Infanticidio


Il mondo? Sembra andare a catafascio. Sono stati approvati divorzio e aborto e, dopo il caso di Eluana Englaro, si arriverà ad accettare pure l'eutanasia, ma quello che sta accadendo è incredibile! Due giovani ricercatori di cui non diciamo il nome, hanno affermato che bisognerebbe applicare anche ai neonati la legge sull'aborto e si giungerebbe, così, all'infanticidio! Non accetto che una vita si sopprima sebbene il nascituro non sia sano, in quanto la vita è dono di Dio e non possiamo porre dei limiti alla Provvidenza, figurarsi quando ormai il bambino è nato! È vero che i miracoli non accadono tutti i giorni, ma chi ha detto che le persone più sane siano le più serene? Capita sempre più spesso che le persone meno sane abbiano da insegnare a coloro che hanno tutto o stanno meglio di loro perché queste, talvolta, non comprendono che ciò che possiedono, è dono di Dio e perciò non riescono a gioire per le cose più semplici.
La vita umana è diventata alla stregua di quella degli animali. Così alcuni fanno con gli animali! Quando nascono troppi gattini che non si vogliono crescere, ecco la soluzione: metterli dentro un sacchetto e soffocarli. Non ci siamo accontentati degli animali, adesso pensiamo di farlo anche con i neonati: sono indesiderati, non possono essere cresciuti, non sono sani... Perciò, facciamoli fuori. Che cosa abominevole! Come si fa ad uccidere un neonato, solo perché sembra che non si abbiano i soldi necessari per crescerlo? Inaudito! Eppure vero! Sono giunti a dire, a volere anche questo. E mentre tanti si sollevano indignati per gli animali abbandonati, nessuno presta voce a questi piccoli che tentiamo di farli fuori come fece Erode al tempo di Gesù. Ancora sangue innocente rischia di essere versato, inutilmente.
Oggi, festa della donna, c'è chi urla in piazza i diritti della donna... Va bene, purché non tocchino altre vite... Perché non si ha diritto di decidere della vita di un altro.

mercoledì 7 marzo 2012

Vera carità

Sondando il nostro spirito...quanti impedimenti, quanti intoppi e... quante illusioni di essere arrivati! La vera carità è quando facciamo nostra la preghiera di Cristo sulla croce: "Perdona loro, perché non sanno quello che fanno". Esatto, la carità è autentica quando si ha il sincero coraggio di pregare per coloro che ci fanno del male o ci fanno soffrire, desiderare per loro il paradiso.

martedì 6 marzo 2012

Misericordiosi come il Padre Celeste


Gesù conosce profondamente l'animo umano e le sue dinamiche fondamentali. Come mai, quindi, ha ammonito l'uomo di non giudicare per non essere giudicati?
La chiave di lettura, tratta dal Vangelo di Luca, è nella prima parte: “Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro che è nei cieli”.
Il discorso è semplice. Spesso riflettiamo quello che siamo sugli altri. Questo accade pure con Dio.  Non lo vediamo così come Egli è, ma attraverso i nostri difetti. Se noi giudichiamo gli altri, è perché non sappiamo accettare noi stessi e quindi vedremo un Dio giudice, troppo “disumano”, come, in realtà, lo siamo noi. Quando la nostra anima gli si presenterà, poiché ha  un'immagine di un Dio Giudice, si allontanerà da Lui di gran carriera, senza speranza di misericordia. Se io saprò formare nel mio cuore l'immagine vera di Cristo, allora vedrò gli altri con gli occhi della misericordia e, quando la mia anima si presenterà a Lui, non avrà dubbi sul suo buon cuore.
Gesù sapeva bene quello che diceva, conosceva bene l'animo umano e i suoi anfratti... ed è per questo che la carità copre una moltitudine di peccati.
Ai superbi, ai farisei, che esigono dagli altri, accadrà che, quando si presenteranno a Dio, gli diranno che non hanno bisogno del suo amore perché sono già a posto e si allontaneranno affondando nel loro orgoglio.

Gettare disprezzo nella Chiesa


Una puntata di “Voyager” che trattava di Madre Teresa di Calcutta, mi ha fatto profondamente riflettere. Questa parlava di come la beata abbia speso tutte le sue energie e la sua stessa vita nel servizio dei poveri fra i poveri e come abbia affrontato coraggiosamente la dolorosa prova della “notte oscura”. Chi è passato attraverso questa, sa benissimo la sofferenza che ne scaturisce e come sia difficile continuare nell'esecuzione del proprio servizio.
Mi hanno fatto, invece, cadere le braccia, alcuni video contro Madre Teresa che la tratteggiavano come un'opportunista, una persona fondamentalmente cattiva. Forse a causa di alcune testimonianze non propriamente evangeliche di taluni esponenti della Chiesa, si getta del fango su coloro che Ella ha proclamato beati o santi.
Tutto questo non ha senso se non nel desiderio di screditare la Chiesa e quindi Cristo stesso.

domenica 4 marzo 2012

Riconciliarsi con se stessi e la propria storia

Il silenzio interiore mira a ritrovare se stessi, a entrare con quella parte di sè con cui siamo ancora in conflitto, o che, per un motivo o per l'altro, è ritornata a galla nel presente creandoci disagio ed insofferenza... Cose normali della vita, caratteristiche inevitabili per chi come noi siamo in continuo divenire. Dobbiamo sempre controllare la nostra rotta, perché siamo in navigazione in un oceano sconfinato sotto la cui superficie, si agitano con minor o maggiore intensità le correnti che potrebbero rischiare di travolgerci e farci naufragare miseramente. Non è così semplice, perché la nostra rotta non deve variare nemmeno di un millimetro! Esige un'attenzione continua, un rituffarsi nel proprio intimo per raccogliere i sentimenti che si agitano nel fondo. Quando ci sembra che tutto vada bene, ecco che la sofferenza agita il nostro cuore... E' una sofferenza benevola che esige la nostra attenzione, affinché ci preoccupiamo di ricontrollare la nostra cabina di pilotaggio, se stiamo seguendo la rotta o abbiamo sbandato di un po'. La sofferenza ha allora la funzione di un campanellino d'allarme, come avviene con il nostro corpo. Il dolore fisico, infatti, vuole attrarre l'attenzione affinché noi poniamo un qualche rimedio al nostro corpo. Sentiamo un forte mal di stomaco? Ecco, c'è qualcosa che non va nel nostro fisico, forse qualcosa d'insignificante, ma pur sempre qualcosa. 
Sì, è la stessa cosa con il nostro spirito: sentiamo una sofferenza e dobbiamo immergerci nel nostro intimo, per vederne qual è la causa, poi andare dal nostro medico, il medico per eccellenza, Gesù, che saprà darci la medicina adatta a curare quel male... Ma tante volte il compito principale che dobbiamo fare e che spesso ci pare insignificante, è riconciliarci con quel dolore passato che ci ha segnato profondamente e che qualcosa lo ha risvegliato...
Mamma mia! Quanta attenzione ci vuole!

venerdì 2 marzo 2012

Lo stupore


Questa vita frenetica ci ha portato a dimenticare alcune emozioni positive fondamentali come ad esempio lo stupore. Tutto sembra scontato e non è mai oggetto di riflessione. Senza dare immediatamente la colpa alla città sommersa di cemento, basta guardare noi stessi e potremmo fare una meditazione piena di stupore, lo stesso stupore che rapì colui che scrisse la Genesi. Guardiamo le nostre mani che si muovono, il nostro stesso sguardo che contempla... Sebbene siamo già “condannati a morte”, esistiamo in un tempo limitato, chiediamoci da che cosa scaturisce tale meraviglia quale siamo noi stessi! Forse non ci riflettiamo abbastanza, oppure ci disprezziamo troppo. Il nostro corpo pieno di vita, che si muove, soffre, spera e gioisce è un grande mistero e se leggiamo questa realtà con occhi di meraviglia, di stupore, non oseremmo fare del male a nessuno e nascerebbe il pieno rispetto della vita. Da ciò nascerebbe la cultura della vita e non della morte qual è quella di oggi. Infatti, la cultura del nostro tempo è mascherata da cultura della vita: tutto si fa per rispetto dell'altro o della persona, anche uccidere: pensiamo all'eutanasia e all'aborto. Ma come si possono compiere delitti del genere, senza pensare ai diritti di colui del quale decidiamo il suo destino? Forse si vuole cancellare un'angoscia profonda che non fa accettare la sofferenza e non permette di affrontarla, ma facendo tali nefandezze, lo spirito è sommerso da lotte ancor più aspre, dovute alla coscienza che non vuole e non può accettare alcun delitto. Sì, perché una persona, se conduce una vita normale e commette un aborto o pratica l'eutanasia su un proprio caro che non vuol vedere soffrire, non agisce pensando di uccidere: forse decide spinto da quella sofferenza terribile che gli lacera il cuore non pensando alle vere conseguenze che poi si faranno sentire. Ma c'è anche uno stadio in cui la coscienza diventa insensibile al male che si commette e non sente più alcun rimorso, anzi sente quasi una soddisfazione perversa che lo trascina nel baratro dell'inferno, se non quello vero, quello spirituale...
Bisogna riscoprire, perciò, alcuni sentimenti positivi e coltivarli perché la vita si assapora attraverso questi. È vero che bisogna agire tramite la ragione e la volontà, ma è pur vero che i sentimenti fanno parte della nostra vita e soprattutto quelli positivi vanno coltivati: anch'essi costituiscono la nostra realtà.

Croce


Ci sono alcuni momenti così difficili che, pur amando il Signore e desiderando immensamente la sua presenza, il suo contatto, non si ha nemmeno la forza di pregare, almeno con le formule che la Chiesa propone. L'attenzione non c'è più, si fatica a mantenere la mente su ciò che si dice e si ha quasi l'impressione di sprecare le parole. È un momento di purificazione intensa, è l'ora della croce, della sofferenza intensa, senz'alcuna consolazione...La croce stessa, allora, diventa preghiera. Si comprendono appieno le parole che Benedetta Bianchi Porro sentì da una sua amica: la croce è quando sei spogliato di tutto, anche della tua stessa forza di combattere i tuoi difetti, affinché tu comprenda che non sei tu ad agire nel tuo spirito, ma è Dio stesso. La croce, sebbene Dio sembri assente, diventa la contemplazione suprema del suo mistero d'amore, diventa preghiera e tensione all'eternità. Non servono le parole, sei spogliato persino di quella consolazione. Infatti, quante volte pure la nostra preghiera è intrisa di amor proprio o almeno di una ricerca di consolazione?
La consolazione serve ai nostri sensi, per invogliarci ad accostarci a Dio, ma Egli talvolta permette quest'aridità estrema per farci comprendere che è il suo amore che ci santifica.
Quanti esempi luminosi di santi, morti in giovane età che hanno saputo fare della loro malattia quell'olocausto d'amore, passando per un'aridità intensa!