giovedì 25 dicembre 2008

Per un attimo farò silenzio, mi affaccerò alla finestra del mio cuore per vedere se c'è qualcuno che soffre. Sono entrata con il passo felpato nella stanza del mio cuore, dove non entra nessuno se non il Padre Celeste. Voglio spalancare le mie porte, liberarmi dalle mie catene, per poter andare incontro al fratello che soffre. Ma poi la delusione di , bussa alla porta con quella sua forza che non ammette repliche.

SSSS...Silenzio!

Stanotte alle 11.45, abbiamo celebrato la S. Messa. La chiesa era affollata, il piccolo presepe sotto l'altare, illuminato. L'aria era fredda ma la gente è entrata alla spicciolata. L'albero dell'atrio era lucente di mille colori intermittenti. Il mio pensiero è andato a chi con le parole, testimonia l'odio, a chi ancora una volta è costretto a vivere in mezzo alla guerra. Pensavo alla potenza dei mezzi di comunicazione e a come tanti ne usano per mandare messaggi violenti e come quest'ultimi possano rimanere impressi nella mente di tanti innocenti. Ma perché voler spronare all'odio, alla violenza, all'uso del corpo come oggetto? Così facendo, accendiamo in noi quella scintilla che ci sprona ad odiare a far affiorare quella parte di noi che è nascosta, facendo leva sulla curiosità.Così il mio pensiero è andato a tanti a cui il Natale porta sofferenza, a tanti, soli e abbandonati. Silenzio allora davanti al presepe, e se non crediamo o bestemmiamo o adoriamo la violenza, non riteniamoci nemmeno degni di ricevere e scartare regali. Quando poi la tua anima si presenterà a Lui, Egli ti scaccerà. Perdoniamo, anche se ci hanno fatto del male ed il nostro cuore sanguina, perdoniamo così nascerà Gesù Bambino nei nostri cuori e vivrà in noi. Perché la nostra gioia sia piena...o come ha detto il Sacerdote che è dell'America Latina: la ioia di Cristo sia la nostra pienezza!

mercoledì 24 dicembre 2008

Natale 2008

Tutto è pronto ormai per la grande festa. Manca solo la cena insieme, la Santa Messa di mezzanotte...Sì, sembra che ci sia tutto, anche quella lotta strana interiore che ogni anno si fa sentire prima di Natale, o dopo...Quella c'è sempre! Poi scompare...Tutto pronto, il presepe lucente di colori in refettorio...quello semplice in chiesa...Quest'anno potrò andare a Ge, non è che sono tanto entusiasta, voglio rendermi conto solo della situazione e quindi tornare a casa. Non so cosa servirà. Spero che Gesù Bambino doni a papà tanta fede, se non gli concederà il miracolo della salute, sarà una strada o in salita o in discesa...dipende da che punto di vista si guarda la situazione. Ci vuole tanta fede e basta. Mi sembra di essere sempre allo stesso punto, spiritualmente parlando, ma forse mi sbaglio, perché ogni volta che cado riesco a rialzarmi. A volte manca semplicemente quell'entusiasmo sensibile...Gesù mi lascia nell'aridità, ma sento che sto camminando comunque, magari appoggiata alla mia volontà. Chissà se mi farà dono di avere una certezza, almeno un po' sensibile! Va bene, allora buon Natale ancora, un buon Natale alla ricerca dell'essenziale!

Buon Natale

Auguro a tutti un buon Natale e un felice anno nuovo!

Gesù Bambino, vieni nei nostri cuori...


Buon Natale

Auguro a tutti un buon Natale e un felice anno nuovo!

lunedì 22 dicembre 2008

Carissima amica dell'infanzia

Grazie per le tue visite sul blog. Mi fanno tanto piacere!Anche a me mancano tanto le nostre passeggiate, i nostri discorsi. Non so se ti ho detto che forse dopo Natale verrò a G. per pochi giorni, per vedere com'è la situazione di papà. Non ho ancora ricevuto risposta dai capi, sebbene li abbia sollecitati. Sto aspettando l'ardua sentenza! Da una parte non me la sento, a causa della mia salute, di affrontare un viaggio così lungo per poi stare pochi giorni. Ho chiesto già il permesso, Dio deciderà. A presto!

SONDARE I MISTERI DELLA NATURA

P
enso alla notte...Il cielo si tinge di un blu scuro, punteggiato di stelle azzurre ed argentee...Un manto elegante che accarezza la terra...ed ecco il sorriso della luna! L'uomo ha conquistato il cielo e brama conoscerne i segreti. E' andato già sulla luna, ha mandato sonde nello spazio che si sono tuffate nell'oscurità per esplorare pianeti lontani. Tutto giusto e doveroso, l'importante è non andare contro gli altri, soprattutto con la religione, in modo perentorio! Così come la Chiesa deve essere pronta alle nuove scoperte, se non vanno contro la vita.L'uomo è comunque piccolo e ha costruito il suo sapere su alcune ipotesi sperimentate, ma in realtà, non può comprendere l'essenza dell'universo, così immenso! Egli voleva spiegare, demolendo la fede, quale cometa i Magi ammirarono quella misteriosa notte, dimenticando che se all'epoca, l'apparizione dell'astro era segno di un brutto presagio, i Re dell'oriente, stranamente, "al vedere la stella, provarono una grandissima gioia". Tornare quindi all'essenziale, mettersi in viaggio alla ricerca di Gesù e "provare una grandissima gioia"...Va bene, il Big Bang...tutto giusto...Ma rivolgo all'uomo una domanda sibillina: "Tutto è iniziato con un'esplosione...ma da materia già esistente, da gas? Dal nulla? Ma perché, in fondo, è esploso qualcosa? chi ha permesso l'esplosione? e perché si è creato l'universo?Il Signore dell'universo si è fatto bambino...e se Lui ha creato l'Universo, non poteva usare liberamente un astro per guidare alcuni "astronomi", desiderosi di comprendere le leggi che regolano i cieli e portarli alla Verità? Comunicar loro che è Colui che ha creato i cieli che dirige la storia e non l'influsso delle stelle?L'astronomo russo, tuffandosi nell'oscurità dello spazio, commentò ironicamente che nel cielo non aveva incontrato il Dio dei Cristiani. Ironicamente gli ribatterei: "Allora hai incontrato una stella che ha generato il Big Bang e ti è scoppiata sul muso?" L'esplosione c'è stata, ma tu non l'hai vista, come dunque puoi accertarla? Allora rispetto da entrambe le parti: scienza e fede. Anche la scienza deve stare al suo posto!

mercoledì 17 dicembre 2008

Lo stile cristiano

Ieri ho ricevuto un calendario dei Frati Cappuccini, i quali hanno le missioni in varie parti del mondo. Un frate che ha scritto un articolo nella parte introduttiva, lamentava lo stile di vita un po' lassista della Chiesa. Grazie a questa lettura e alla festa di S. Virginia, ho riflettuto sul mio modo di vivere. Cosa posso cambiare? Il primo punto da considerare è la povertà. La povertà ha un alto significato. Gesù e tanti santi che lo imitarono, la scelsero come condizione di vita per entrare nel Regno dei Cieli. "Beati i poveri di spirito, di essi è il Regno dei Cieli" proclama la prima e riassuntiva beatitudine. La povertà di spirito va bene...però, pretendere di avere questa, e poi temere quella materiale,è una contraddizione e si dimostra di non possedere nemmeno la prima. Le Parole di Gesù la richiamano in continuazione:"Non preoccupatevi di ciò che berrete, mangerete, o di come vestirete, il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno, prima ancora che glie le chiediate"Che bello sapere che c'è un Dio che è Padre e provvede a tutti i nostri bisogni!La Chiesa deve ridursi a vivere l'essenzialità, senza orpelli di alcun genere...Ogni anima che forma la Chiesa deve ritornare all'essenziale...e l'essenziale è vivere nella verità, credere in Dio. La nostra vita è nelle mani di Dio e non potremo aggiungere ad essa un solo giorno. Questo concetto nasce dalla convinzione che Dio ci ama ed è onnisciente. Ed ecco che in questo calco vedo l'immagine del serafico San Francesco, figura bellissima della cristianità. Non sentiva più il bisogno di nutrirsi, tanto era l'ardore della fede...San Francesco dormiva su un sasso e percorreva le strade predicando l'amore e la letizia.

lunedì 15 dicembre 2008

15 dicembre...

Oggi grande festa! Piove ancora ma il cielo della mia anima è sereno.
Ho ripercorso con i miei pensieri, il cammino che mi ha portato ad essere ciò che sono oggi, ed il mio cuore si è espanso. Un cammino davvero stupendo...
Il tuo sguardo, dolce e materno, mi osserva ed io torno ai tempi in cui il Vangelo e le Sue Parole scorrevano nelle mie vene.
M. F. mi istruiva, mi dava tanta speranza, negli stessi ambienti in cui tu, tante volte, passasti con discrezione fra i letti delle tue figliole che stavano dormendo, per vedere se avevano bisogno ancora di te...sullo stesso suolo su cui tu ponesti le tue ginocchia per adorare Gesù Crocifisso.
Quando pregasti per le tue figlie, lo facesti anche per me...che fui la tua prima figliola di M. C. a G.
Nessuno davvero può cancellare il legame che esiste fra noi due. E' una chiamata di Dio.Grazie! In eterno!

domenica 14 dicembre 2008

Virginia ed io...

Virginia è stata beatificata a Genova nel 1985 e canonizzata a Roma nel 2003, da papa Giovanni Paolo II il quale esaltò le virtù della Santa nella sua omelia, definendola anticipatrice del volontariato moderno...
Avrei potuto scrivere molto di più su di lei che fu sposa, madre, vedova esemplare, promotrice di grandi opere di carità, di cui, a Genova, si avverte ancora lo spirito...Potrei ancora raccontare di come visse nell'ombra ed educò al bene tantissime giovani tolte dalla strada...di come accettò le umiliazioni e sofferenze della vita...di come nacquero dalla sua spiritualità due congregazioni ben distinte e che ancor oggi operano sparse per il mondo... Ma non era questo il mio intento. Non ho nemmeno tracciato le linee fondamentali della sua vita, che ognuno può trovare anche in internet o in un libro a lei dedicato. Insomma, la biografia di Santa Virginia che io ho tracciato, non è esauriente; il mio vero intento è quello di raccontare che ella, senza che io lo sapessi, ha seguito il mio cammino spirituale passo dopo passo e ho cercato di presentarvela perché non fosse per voi una perfetta sconosciuta. La mia gratitudine nei suoi confronti è immensa!
Nella chiesina dove lei offrì le sue prime figlie, io compii i primi passi nel mio cammino di fede. Mi rivedo mentre cammino per quel corridoio rammentando le parole di mamma che mi esortavano a domandare una grazia alla beata Virginia, perché là era passata con le sue prime figliole e non avrebbe giammai disdegnato qualsiasi richiesta fattale. Mi rivedo mentre, un po' incerta, entro nella chiesa e mi domando in che modo si debba rendere omaggio a quel Dio, celato in un'ostia, e che pure è onnipotente e santo. Come ammaestrata da una voce invisibile, immergo le dita nell'acqua santa, e segnandomi con un' ampia croce, mi genufletto profondamente. Qualcuno mi suggerisce come devo pregare il rosario...i libretti che consulto mi confondono ancora di più le idee perché partono dal presupposto che, chi legge, sappia già le nozioni principali. Io, invece, non so nulla...Qualcuno, sempre nel silenzio di quella chiesina, mi dice che durante la Messa, nel momento della Consacrazione del Pane e del Vino, bisogna inginocchiarsi perché Dio, in quel momente, scende dal cielo.
La chiesina raccoglie le mie ansie, i miei desideri e là nasce la mia vocazione che dovrà poi passare attraverso il crogiolo della sofferenza. Il cammino che ho compiuto è stato lungo, ma adesso, se mi volto, vedo chiaramente che è stata Virginia a guidarmi per gli impervi sentieri e che veramente è stata la mia Madre spirituale invisibile, ma pur vera. Per questo, ho pubblicato i miei pensieri nei suoi riguardi, per dirle il mio grazie profondo, il mio desiderio di diventare sua degna figlia e di non permettere che io disdegni i suoi consigli e perseveri sempre nello stato a cui Dio mi ha chiamato.

Una donna che amò profondamente Dio

Uno dei giorni più belli nella vita di una donna, si presuppone sia quello del matrimonio. Per Virginia, sedicenne, non fu così.
Figlia del doge di Genova , orfana di madre da quando aveva quattro anni, Virginia aveva sempre sognato di consacrarsi a Dio in un monastero di clausura: fu invece costretta dal padre, Giorgio Centurione, a sposarsi con Gaspare Bracelli, un giovane nobile. Virginia, come accadeva a tante donne del suo tempo, dovette uniformarsi alla volontà del padre, pur non conoscendo il suo promesso sposo. E si preparò spiritualmente con la preghiera, a questo passo importante che era il matrimonio. Il destino, oltretutto, le giocò un brutto tiro perché il matrimonio, fu celebrato due volte.
Il "grande giorno", Virginia aveva tutte le dame attorno che la stavano imbellettando...Lei non poteva andare all'altare se non dopo aver domandato il permesso a Gesù Crocifisso. Ma là, di fronte al suo vero Amato, sentì una Voce (non si sa se era la sua coscienza o davvero il Crocifisso): "Virginia, tu mi hai lasciato per un uomo!"
Ella scoppiò in pianto e, come disse il suo primo biografo del '600, il suo belletto si sciolse e andò al suo matrimonio con le gote pallide, senza trucco.
Ella riuscì a convertire suo marito, dedito al gioco di azzardo nel quale, egli, sperperò il suo patrimonio. Virginia lo aspettava con grande pazienza e crebbe sola le due figliole. Gaspare morì a soli 24 anni di tisi, confortato dalla presenza della moglie ventenne e dai sacramenti. Virginia non si maritò più ma, dopo aver cresciuto e sistemato le due figlie, si diede totalmente a compiere opere di carità. Si affacciò nuovamente l'idea di consacrarsi a Dio in un monastero, ma Dio, attraverso il confessore, le fece comprendere che era Sua volontà che lo servisse nei più poveri stando nel mondo. Fu martire della carità. Ciò che fu speciale nella sua vita, non era la carità che ebbe verso il prossimo, ma lo spirito che l'animò e che attingeva ai piedi del Crocifisso. La sua forza erano la preghiera ed il suo amore verso Dio.

Santa Virginia, prega per noi!


Ho vagato tra gli articoli del blog correggendo le sviste e gli errori.
Domani è la festa di Santa Virginia: i bambini parteciperanno alla Santa Messa. Più che altro sentono molto la festa del Natale, di cui l'attesa è vissuta con entusiasmo. Anche la scuola si è rivestita a festa: ovunque pendono stelline, angioletti...e non mancano il presepe in ogni classe e l'albero nel corridoio. Che bello!

venerdì 12 dicembre 2008

I gradi del silenzio

Come ho accennato nell'articolo precedente, il silenzio è una componente essenziale del dialogo e della vita cristiana. Dal silenzio nasce il pensiero, la riflessione, la pace dello spirito. Il silenzio è umiltà quando non si risponde alle offese, quando si lascia emergere l'altro. La parola silenzio, sul vacabolario, ha due significati: il primo, l'assenza completa di ogni suono, voce e rumore; il secondo, condizione caratterizzata dalla presenza di suoni e rumori sommessi, gradevoli, riposanti. Abbiamo bisogno di entrambe i silenzi per immergerci in Dio e nella Sua Presenza.
Il silenzio, inteso come assenza di rumori, è il più lodevole e prepara alla contemplazione di Dio.
Un filosofo religioso distingueva il silenzio della preghiera in tre gradini principali: la lectio, la meditatio, la contemplatio. E' interessante riflettere su questi.
Il primo gradino: la lectio. Di solito si legge la Parola di Dio. Primo gradino del silenzio: la nostra lingua tace, parla Dio.
Il secondo gradino: meditatio. Dopo aver letto la Parola, lascio che entri nella mia mente e diventi pensiero.
Il terzo gradino: contemplatio. Il mio pensiero s'immerge e coincide con quello di Dio. Ed è il silenzio assoluto.

lunedì 8 dicembre 2008

IL SILENZIO

Ho riflettuto spesso sul silenzio, su come io lo concepisco. Per me il silenzio non è l'assenza di suoni. Mi è capitato più volte di meditare più facilmente, accompagnata dalle melodie della natura e da qualche brano di musica classica. Il silenzio è la quiete del cuore e credo che sia un tipo di linguaggio. Non ci sono parole rumori assordanti, ma melodie dolci che aiutano l'individuo a mettersi a contatto con Dio.
Un filosofo affermò che l'uomo pensa sempre. Non può essere esente dal pensare e quindi non può esistere un vero silenzio dentro il cuore, ma pace sì, armonia di pensieri piacevoli e positivi.

Entrare nella propria stanza

"Alzati, amica mia, mia bella e vieni, il tempo del canto è tornato, i fiori sono apparsi sui campi...L'inverno è già passato.."
"Pregate incessantemente"..."E quando pregate non state ritti negli angoli delle piazze per essere visti da tutti.Tu, quando preghi, chiuditi nella tua stanza e prega il Padre tuo nel segreto e il Padre tuo che vede nel segreto ti ricompenserà"
Tanto tempo fa sentii parlare per la prima volta di un libretto che trattava della preghiera: "Il Pellegrino Russo". Ebbi modo di leggerlo solo pochi anni fa. Il racconto si sviluppava partendo da un versetto della Sacra Scrittura, la lettera di San Giacomo, la quale affermava: "Pregate incessantemente". Il famoso Pellegrino russo cominciò il suo cammino per cercare qualcuno disposto a spiegargli come si potesse mettere in pratica il versetto della Sacra Scrittura. Infatti, pregare incessantemente, è difficile, soprattutto quando si è occupati in un lavoro che esige l'attenzione. Lungo il suo peregrinare, il pellegrino russo incontrò un maestro di spiritualità il quale gli spiegò che pregare incessantemente era possibile anche per chi è impegnato in un'attività. Il maestro di spiritualità iniziò il suo nuovo allievo ad una pratica semplicissima: il pellegrino avrebbe dovuto dire mentalmente, mentre inspirava "Oh Dio", e mentre espirava "abbi pietà di me ". Agli inizi il pellegrino incontrò qualche difficoltà, soprattutto nel soffermare la sua mente nella preghiera. Via via che egli si cimentava in questa pratica, la cosa si semplificò e il pregare per lui fu facile come respirare.
Le preghiere vocali sono importanti e suppliscono la nostra aridità, la quale, a volte, ci toglie le parole di bocca. Non solo per questo: le preghiere vocali sono importanti, quando un gruppo di persone prega insieme. Altrimenti che guazzabuglio!
C'è l'esigenza, però, di entrare nella propria stanza, cioè nel proprio cuore, il vero santuario dell'incontro di Dio con l'anima. Fare silenzio nel proprio cuore permette di ascoltare la voce dello Sposo. Fare silenzio, significa far tacere ogni sentimento negativo per immergersi nell'amore di Dio. Quando infatti si vive in un luogo rumoroso, non si ode con chiarezza la voce di chi ci è vicino. Ogni cosa nasce dal silenzio: la parola, l'armonia della musica, il sorriso. Soprattutto, dal silenzio, nasce l'ascolto.

domenica 7 dicembre 2008

In preparazione dell' Immacolata

Madonnina mia, raccogli le mie ansie...Mi hai seguito costantemente, con il tuo amore, lungo il cammino della mia vita. Come per darmi coraggio, venivi a me. Mi domando infatti come mai da quando finalmente ho trovato la mia strada, ti sei nascosta. Non lo so. Penso sia perché le prove che ho dovuto superare nella mia vita per raggiungere la realizzazione della mia vocazione, erano molte e a volte parevano quasi impossibili superarle. Perdonami se sono fredda con te e rendimi tua degna figlia.

sabato 6 dicembre 2008

MADONNA DELLA GUARDIA PREGA PER NOI


UNA MIA ESPERIENZA PARTICOLARE: ELUANA ENGLARO

Desidero narrare qui una mia esperienza particolare. Io la racconto semplicemente così come l'ho vissuta. Come ho già detto sono affetta da una malattia per cui rischio spesso il coma, anche se non ho mai sperimentato cosa voglia dire, con grande stupore dei medici, in quanto a causa dell'indomabilità di essa, rischio una serie di complicazioni a cui non sono mai andata incontro. Una sera in cui stavo particolarmente male e gli occhi si chiudevano da soli, sono sprofondata in un sonno pesante ed in esso scivolai nella realtà virtuale di un sogno. Stavo entrando in coma (nel sogno) e accanto al mio letto vidi due persone giovani, un maschio di cui non riconobbi l'identità e una femmina che riconobbi per il suo sorriso. Ella mi rivolse la parola con un sorriso luminoso, saltando per la gioia: "Se tu sapessi" mi disse "come sono felice!"Quel sogno fu provvidenziale, mi svegliai e presi ulteriormente la medicina, che calmò i miei sintomi e mi restituì al mattino sana e salva.

I CONDANNATI A MORTE

Ho letto un libro da poco, ma non ricordo il titolo, forse i "Soli della mia vita" di Dominique La Pierre. Era una raccolta di racconti di storie vere che può dare a tutti una valida testimonianza. Il primo fu molto commovente e trattava di un condannato a morte, alla camera a gas, in uno stato dei grandi e civilissimi Stati Uniti, mi pare la Florida. E' vero che aveva compiuto dei delitti gravissimi e che, forse, se fossero capitati nell'àmbito della mia famiglia, avrei dovuto combattere contro me stessa per poter essere coerente con le mie idee. C'è comunque chi ci è riuscito! La vita è un dono...Non abbiamo il diritto di sopprimere una vita, sebbene l'individuo abbia commesso vari crimini. Se Dio usasse fare con noi la medesima cosa, Lui che vede macchie anche negli angeli, saremmo tutti all'inferno! Non dobbiamo quindi arrogarci il diritto di spegnere una vita, compito che è solo di Dio!

I miei parenti

Piove a dirotto. Un cielo giallo - grigio piange inconsolabile, mentre gli alberi stanno perdendo le loro foglie, ormai ingiallite, sotto la sferza di un vento impetuoso. La prossima settimana farò celebrare le Sante Messe in suffragio dei miei parenti defunti, esattamente dei miei nonni. Non li ho conosciuti, tranne mia nonna materna di cui ho un bel ricordo. Ella era molto devota alla Madonna della Guardia e, tutte le volte che veniva a Ge,desiderava recarsi al Santuario, per renderle omaggio. Ricordo soprattutto la pazienza con cui mi fece assaggiare il succo di frutta al gusto di pera. Io ero fissata con quello di albicocca, ma quello alla pera, dopo l'intervento di nonna, lo sostituì egregiamente, tanto che diventò il mio preferito! A proposito invece della sua devozione alla Madonna della Guardia, ricordo un episodio che spesso ho sognato tale e quale come era, tanto che la reminescenza sembra mescolarsi con il sogno. Era venuta a trovarci nei mesi invernali e per farle piacere ci siamo recati al Santuario. Era coperto di neve. La neve fece impazzire me e mia sorella. La nonna aveva un gran ben da dirci di stare attente: noi, come spesso ci accadeva durante i temporali, diventammo sorde, ci tirammo delle belle e candide palle di neve ed io feci un bel capitombolo, infradiciandomi tutta.
Dei nonni paterni non so quasi nulla, non li ho mai conosciuti. Del nonno materno so che soffrì molto e morì molto presto. Alla luce della fede mi sono spesso domandata "dove sono finiti?". Per fede so che esiste il Paradiso, il Purgatorio e l'inferno. Rifletto spesso sulla vita eterna, soprattutto da qualche anno, l'interrogativo si è fatto più pressante e serio, per via forse della salute o delle persone che ho conosciuto e hanno già lasciato questo mondo. Prima, la morte mi appariva come qualcosa di più lontano, di quasi intangibile, anche se, come raccontai in un articolo precedente, fu questa signora con la falce che venne a prendere tanti giovani amici di sofferenza, ammalati di cancro, leucemia, a lacerare la mia anima, a creare quella crisi interiore che genera LA domanda fondamentale della vita: "Chi sono e dove sto andando?"
Non so quando scoccherà la mia ora, ma so che prima o poi arriverà ed anche il mio corpo si dissolverà. Prima o poi dovrò affrontarla. Con cautela, e anche un po' di timore, mi domando come sarà. Soprattutto temo quando capiterà ai miei genitori. So che forse sto affrontando un discorso per alcuni un po' lugubre, ma ho detto che questa è LA DOMANDA per eccellenza della vita a cui bisogna rispondere per poter affrontarla con serenità. Se so dove vado, non avrò timore più di tanto di quel salto nel buio. Gesù ha testimoniato che la vita è eterna e che la morte è solo un passaggio. Ultimamente ho riflettuto sulla sua morte che è quella che ci ha salvato. Gesù deve aver sofferto tremendamente, penso abbia subito prima di tutto una morte interiore. Il tradimento, che noi subiamo durante la vita da parte degli amici, ci fa soffrire immensamente. Lui nel Getsemani, subì il tradimento di milioni e più di uomini, cioè di quelli che nel futuro l'avrebbero tradito. Già è duro essere condannato a morte per aver commesso qualche grave colpa, figuriamoci se innocente e per di più dopo aver sanato tante persone!
Dopo aver subito la morte, Egli apparve risorto ai suoi increduli discepoli, scoraggiati e delusi: come deve essere stato duro per loro vedere il Maestro inchiodato sulla croce, Colui che tanto aveva predicato la libertà...Eppure erano quegli stessi che poi furono contenti di morire per la fede...

venerdì 5 dicembre 2008

Ricordando ancora...

Un giorno la mia maestra, in seconda elementare, aveva dato da studiare l'uva. O mamma!!!Quel giorno proprio non avevo aperto il libro, ma, fare scena muta, non mi piaceva. Speravo con tutto il cuore che non mi interrogasse ...ed invece, ecco che mi guarda con i suoi occhi severi, e comincia ad interrogarmi..."Che cos'è un acino?" O bella, questa è una domanda facile facile a cui rispondere, anche se non avevo studiato!!! "L'acino è una...pallina!!!".
"Non proprio" rispose la maestra che celò con difficoltà una risata....
Non so per quale motivo, la mia risposta passò alla storia, eppure era così semplice! Ed era giusta! Non è mica un cubo!

LIBERTA'

Ho desiderato la libertà
lontano dai miei pensieri
dove il mare si confonde
con il sole che si corica
sulla linea dell'orizzonte.
Ho desiderato attuare nella vita mia
la libertà del tuo amore
limpido, cristallino
come le acque che sgorgano
dalle alte montagne.
Ho respirato il profumo dei tuoi giorni
mi ha saziato, o Signore,
il tepore del tuo sguardo
mi ha chiamato il silenzio dei tuoi occhi.

mercoledì 3 dicembre 2008

Eucaristia...Fame e sete di Te, Signore..


FAME E SETE DI TE, O SIGNORE!

Nella liturgia di oggi, Isaia parla dell'eliminazione della morte e della preparazione di un lauto banchetto....Ed ecco Gesù nel Vangelo sfamare le folle accorse a Lui per essere guarite...e compie la seconda moltiplicazione dei pani e dei pesci...
Sant'Agostino nelle sue confessioni esclamò: "Fame e sete ho di te mio Signore..."
Anch'io provo la fame di Eucaristia, di ricevere Gesù nel mio cuore e comprendo pienamente il grido del santo. E' un desiderio profondo dell'anima, come l'arsura che spinge l'uomo a desiderare l'acqua. Tanto tempo fa, in piena estate nell' ora più calda del giorno, usavo fare passeggiate lunghissime. Un giorno mi colse un'arsura tremenda. Non pensavo ad altro che a bere, all'acqua che potevo trovare lungo il mio cammino.
Così accade alla mia anima nei confronti dell'Eucarestia, è un desiderio e un'esigenza, senza la quale non posso vivere.....

Tanto per distrarci un po'

Tanto per distrarci un po' tra una riflessione seria e l'altra, racconto degli aneddoti simpatici riguardanti la mia infanzia.
In prima elementare io ero piccolissima...la più piccola di tutti e la maestra aveva voluto per me il banco più basso....I banchi erano disposti a ferro di cavallo e la maestra mi aveva messo vicino ad un mio compagno che era poco più grande di me in altezza. Non ho mai avuto una migliore amica, ma il migliore amico sì! Era lui! Stavamo talmente bene insieme che la maestra ci metteva sempre vicini. Un giorno non so cosa ci saltò in testa, mentre la maestra spiegava, decidemmo in accordo di scendere al piano inferiore. Il piano inferiore era sotto il banco. Decidemmo e così fu. Andammo sotto il banco e ci sembrò di essere approdati in paradiso! Nessuno ci vedeva e la maestra continuava a spiegare...Se non che, vidi delle gambette anch' esse di bambina, dirigersi verso la cattedra e tutto ad un tratto vidi che seguì anche un dito puntatore e accusatore...Oh Oh....Vidi da sotto il banco gli occhi inferociti della maestra che si puntarono su di noi e a questo seguì una bella intimazione di uscire da sotto il banco...NOOOOOOO!!!La prima nota noooooo! Il mio diario di Paperino andò a finire pericolosamente sopra la cattedra in attesa di essere riempito dall'annotazione della maestra...NOOOOO!Non potevo cominciare così la mia carriera scolastica, questo era troppo!!!!!!!!!!!!!!!!!!Ci accingemmo a piangere tutti e due per far commuovere la maestra...ed in effetti si commosse e la minaccia fu ritirata.

Le Briciole di dicembre

Ho ricevuto oggi la lettera delle Briciole del mese di dicembre. Essa trattava tra tante altre cose, di alcune persone che, pur essendo ammalate, nella loro sofferenza, riescono a donare pace e speranza. Carla, la responsabile di questo movimento, afferma che la virtù in cui ci si deve allenare per prepararsi alla festa del Santo Natale è la capacità di perdonare. Ho riflettuto su questa virtù riguardo alla mia vita. Perdonare è molto difficile e supera di gran lunga la capacità umana. Saper perdonare è una grazia di Dio, così come saper accettare con gioia la sofferenza nella propria vita ed essere così luce per gli altri. E' difficile a volte comprendere senza criticare colui che è vicino. Bisogna saper rompere i propri schemi, non desiderare di essere la vittima di turno e di essere al centro dell'attenzione. Bisogna saper sciogliere i nodi interiori per essere liberi di amare l'altro senza che i suoi limiti ci rendano schiavo.
Se io so perdonare me stessa, riesco a perdonare anche l'altro. E' un discorso molto complesso e si apre alla conoscenza di .
Qualche anno fa mi capitò tra le mani un libro che una persona mi seppe felicemente consigliare, che trattava sulla crescita umana e spirituale. E' importante conoscere le proprie mozioni interiori e quindi saperle indirizzare bene.
Tutti i meccanismi di difesa che noi possediamo dentro, fanno sì che l'uomo non riesca a donare più di tanto di e ad affermare la propria libertà.
La medicina adatta è soltanto l'amore di Dio, nient'altro può guarirci, psicologia, altro!
Ritornando alle Briciole, mi dona davvero tanta pace, sapere che Dio ha bisogno di tutti noi! Di tutti noi! A volte si misura la santità da quanto si lavora, da quanto si soffre...Ma tutto ciò, come anche San Paolo disse, non vale a nulla senza la carità.
Questa mia malattia è una grande gioia! Dio mi dà sempre la forza di saper superare i conseguenti momenti di debolezza interiore! Essa è la mia speranza nella vita eterna, è la grande grazia della mia vita. Ho domandato con fede solo una volta, prima che compissi la grande scelta della mia vita, di essere guarita, ma non mi guarì. Mi voleva alla sua sequela così, con questa malattia, forse incompresa da alcuni che mi sono vicini e che mi limita tantissimo nella mole di lavoro che vorrei fare e non riesco a svolgere.

Il Papa ha detto...

"Non abbiate paura di apparire diversi e di venire criticati per ciò che può sembrare perdente o fuori moda: i vostri coetanei, ma anche gli adulti, specialmente coloro che sembrano più lontani dalla mentalità e dai valori del Vangelo, hanno un profondo bisogno di vedere qualcuno che osi vivere secondo la pienezza di umanità manifestata da Gesù. Quella dell'umiltà non è la via della rinuncia ma del coraggio. Non è l'esito di una sconfitta ma il risultato di una vittoria dell'amore sull'egoismo e della grazia sul peccato."
BENEDETTO XVI

martedì 2 dicembre 2008

Vocazione...

Ciascuno ha una sua vocazione speciale nella vita. Siccome lavoro nella scuola, , da come forse avrete capito dalle mie parole, ho letto un libretto per i bambini, "Frankestein", che tratta della superbia di uno scienziato dalle cui mani nasce un mostro ricavato dall'assemblamento di pezzi di cadavere. Fisicamente è un mostro. Nessuno lo accetta e lui, bisognoso d'amore, vaga alla ricerca di qualcuno che lo ami. Nonostante esso sia un racconto per certi versi inverosimile, tocca due argomenti principali riguardo alla vita.
Il primo è che il bisogno principale dell'uomo è proprio l'amore, l'essere accettato così com'è.
Il secondo è il concetto dell'alito di vita, come cioè lo spirito sia nato dall'invisibile e dall'eterno. Ciò che chiama alla vita il mostro è una scossa elettrica. L'elettricità è un po' "come Dio". L'elettricità non si vede, ma si vedono i suoi effetti. Pur non vedendola essa esiste.
La vocazione dell'uomo è vivere l'amore totalmente, nello stato in cui è chiamato a vivere. L'uomo così si realizza nel profondo...
Da una parte hai ragione. Ho scelto questo colore perché è un po' come una lavagna dove appunto i miei pensieri. E' strettamente correlata all'apostolato che svolgo! Non è per me segno di negatività, gli articoli sembrano spiccare di più. Prima avevo aperto un blog con lo sfondo bianco. Confrontandoli, questo con lo sfondo nero è più fine!

lunedì 1 dicembre 2008

Per Riccardo

No, non mi devo sposare, a questo proposito ho rimandato la mia risposta sul tuo blog! Ciao!

Fatica...

Che giornata difficile oggi! Un mal di testa fortissimo mi stordisce, non riesco ad auto controllarmi di fronte a certe osservazioni...Insomma invece di contare fino a 10 devo contare fino a 1000 e chissà se sono capace! Essere del nord e abitare al centro pesa....nel linguaggio da usare! Ma da me parlano così...
Ad un certo punto, forse a causa della salute, non ero più io: non ho perso la pazienza con i bambini, ma stavo per perderla con gli adulti. Non ho risposto....però...
Mi sono fermata giusto in tempo. E giusto il tempo non aiuta: oggi non si riesce a comprendere se è nuvoloso o sereno, avrà cambiato 3000 volte nel giro di un'ora . Della mia salute non sopporto queste oscillazioni interiori paurose, durante le quali devo essere ancora più attenta ai moti della mia anima che tendono all'impulsività. Mi sembra di essere a bordo di una nave che beccheggia paurosamente in balia delle onde del mare. A parte quei momenti di esplosioni interiori, rispondo con serenità a chi ha opinioni diverse dalle mie ed io stessa mi stupisco.
I bambini sono cari, ma oggi mi logorano.