giovedì 30 aprile 2009

L'umiltà è una scala che porta in cielo


Proprio in questi giorni si è letto il brano del Vangelo in cui Gesù afferma che l'unica opera dell'uomo è quella di credere in Dio. Questo mi ha fatto meditare sull'umiltà, quella vera...Sì, perché così come esiste una carità pelosa, cioè che desidera un certo tornaconto, c'è anche un'umiltà pelosa, o comunemente detta falsa. L'umiltà non è certo quella basata sul non riconoscimento dei doni di Dio! Scendo sul pratico: so di possedere una bellissima voce ma nego, di fronte agli altri l'evidenza: ripeto che ho una voce brutta e sono stonata...Oddio! Non è che devo andare a caccia di lodi, questo no, sarebbe contro lo spirito di umiltà, ma nemmeno posso o devo negare l'evidenza di un dono che Dio mi ha palesemente fatto. Altrimenti le cose sarebbero due: ho una falsa umiltà, oppure sono affetta da complessi.

Dicendo questo, emerge nella mia memoria il ricordo di Santa Teresina di Lisieux, che spiegò semplicemente il mistero della diversità delle strade che portano alla santità.

Lei, infatti, si domandava come mai esistevano santi che dopo aver vissuto nel peccato, si convertivano, tanto da riuscire a donare totalmente la propria vita, ed altri che non hanno mai peccato.

Le anime sono come fiori in un prato: se tutti desiderassero essere"rose", non esisterebbe più la varietà di aromi e di colori della natura, ma tutto si rivestirebbe di una certa monotonia. Spiegò anche che la timida e delicata violetta non ha di che invidiare alla stupenda rosa. Perché?... Perché un ditale pieno d'acqua non ha da invidiare il bicchiere altrettanto pieno d'acqua. Sono entrambi pieni...e se tentassi di mescere altra acqua nel ditale, uscirebbe senz'altro. Il ditale non può contenere più acqua della sua capienza.

Non riconoscere i doni di Dio sarebbe un po' come affermare che in noi ha fatto solo disastri, nulla di buono.

E mi viene in mente la Madonna quando esclamò: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente!"

Umiltà, però, è riconoscere anche che i doni sono di Dio e non attribuibili a noi stessi...Insomma, l'umile dovrebbe sentire come S. Paolo: "Sono iniziato a tutto, alla povertà e alla ricchezza..." . Importante non essere attaccati ai doni di Dio, il quale potrebbe toglierceli quando meno ce lo aspettiamo...Nulla è mio, tutto è di Dio!

3 commenti:

Calliope ha detto...

E' così!
Sai..leggendoti ho visto scritto cose che avrei potuto anche scrivere io ma non così bene ed immediate, complete...io non ho una conoscenza così grande, ma all'ignoranza conoscitiva c'è rimedio, è all'ignoranza del cuore che non c'è così tanto rimedio, ma quella non mi sento di averla...sono sulla buona Via.
^_______________^
Un bacio ed un abbraccio.
Sei l'unica che da me ha parlato di Fede....Grazie.
buon weekend!!

Marina ha detto...

Grazie per aver proposto questa riflessione sull'umiltà.
il mio padre spirituale dice sempre che la miglior teologia è l'umiltà: la fede non deriva certo dalle conoscenze teologiche ma dall'apertura del cuore a Dio che ci porta a riconoscerlo come unico Siognore della nostra vita.
Un abbraccio,
Marina

Paola C. ha detto...

Ciao Alessandra , hai un modo così chiaro e semplice , ma al tempo stesso efficace e immediato , che è un piacere leggerti . Sono convinta che tutto ciò che possediamo è dono di Dio , e solo suo ,e Lui può anche togliercelo.
Un carissimo saluto
Paola