E come tutte le più belle cose
vivesti solo un giorno, come le rose.
Ama e dentro il tuo cuore ci sarà un piccolo frammento dell'infinito di Dio, un piccolo specchio che rifletterà l'azzurro del cielo. Entra nella cella del tuo cuore e immergiti nel suo silenzio...Ascolta, parla il tuo Maestro! Colui che creò le imponenti montagne e il mare immenso...
giovedì 30 dicembre 2010
La bellezza della vita
mercoledì 29 dicembre 2010
Parlando di tempo...
Come in un film
In attesa della fine dell'anno
martedì 28 dicembre 2010
Le anime del Purgatorio proteggono
Le anime che muoiono in incidenti stradali
domenica 26 dicembre 2010
Un altro fatto sorprendente
Un caso ancora irrisolto
sabato 25 dicembre 2010
Buon Natale a tutti!
giovedì 23 dicembre 2010
In attesa del Natale
sabato 18 dicembre 2010
Il sole dopo la pioggia
venerdì 17 dicembre 2010
La neve a Roma
domenica 12 dicembre 2010
Commento al video
mercoledì 8 dicembre 2010
domenica 5 dicembre 2010
Verso il Natale...
sabato 4 dicembre 2010
Crescere umanamente...
Oltre quella porta
Le meraviglie della natura...
Il tempo passa, è una legge così strana e inesorabile...severa... Non si torna più indietro: i minuti che passano, diventano passato, indelebile, separato dal presente da una porta robusta, chiusa a chiave, chiave che solo chi vive il presente possiede. Nessun altro può entrare, se non per brevi istanti chi ha condiviso con la persona quello scorcio di tempo, un piccolo tratto di quella meraviglia che si chiama VITA.
giovedì 2 dicembre 2010
Andare incontro a Cristo
Rispetto per l'Eucarestia
Inoltre pensavo che nelle apparizioni della Madonna, approvate dalla Chiesa, il o la veggente s'inginocchia di fronte alla Madre di Dio...Ma perché allora noi, quando riceviamo il Corpo di Cristo che è anche Dio, non ci inginocchiamo e ci permettiamo di prenderLo sulle mani...Magari ci laviamo le mani dopo...Il colmo! Abbiamo tolto la divinità a Dio, quando in realtà i veggenti cascano in ginocchio di fronte alla Madonna...
domenica 28 novembre 2010
sabato 27 novembre 2010
La Comunione
Vero, nessuno è degno, solo il Suo perdono, il suo Amore ci rendono degni di partecipare alla Sua mensa. Solo la Sua Parola ci rende santi e ci permette di accostarci alla Sua mensa. Altrimenti non ne saremmo degni. Questo passaggio mi ha fatto riflettere sul come si prende la Comunione. Ormai la pratica della Comunione presa in mano è diffusissima, ma io non riesco più. Lo sento vicino, vicinissimo, entra nella mia vita, ma mi pare che questa pratica Gli dispiaccia. E' vero, Gesù era un uomo ma era anche Dio. Mi sembra quasi che ci contraddiciamo dicendo che non siamo degni e poi lo arraffiamo per il collo... Non so...
venerdì 26 novembre 2010
c.v.d.
Le frasi che ha pronunciato il papa vanno lette nel contesto del discorso tenuto. Egli, in una serata in cui ha rivestito d’autorità alcune persone, ha fatto un discorso sull’umiltà e quindi ha asserito che anche lui, non aspirava tanto all’autorità che gli appioppano le persone che lo contestano, ma, semplicemente si sente pronto a compiere la volontà di Dio, foss’anche di lasciare il pontificato.
Lui, che fu il primo, non certo papa Benedetto XVI, a predicare il celibato per il regno dei cieli e la continenza nel matrimonio assolse una che fu sorpresa dentro il letto con un uomo…
mercoledì 24 novembre 2010
Un video con la mia vita
Anche questo è un video prodotto da me, in ringraziamento dei doni ricevuti da Dio. Egli ha saputo sempre riempire i lunghi silenzi della mia vita... Almeno da quando ha ricevuto il dono della fede.
martedì 23 novembre 2010
Alla tua presenza
sabato 20 novembre 2010
Video
lunedì 15 novembre 2010
Desiderio d'eternità
domenica 14 novembre 2010
Senso di ecclesialità
venerdì 12 novembre 2010
Un amore che abbraccia il mondo
domenica 7 novembre 2010
Il cammino di Gesù sulla terra
sabato 6 novembre 2010
Amareggiati nella sofferenza...
Voglio raccontare un breve episodio della mia vita che senz'altro mi ha segnato profondamente. Per vari motivi sono stata a contatto con il favoloso ex reparto di pediatria del Galliera di Genova. Là ho conosciuto la sofferenza degli innocenti, di tanti bambini la cui vita non si era ancora schiusa, ma già dovevano affrontare un passo più grande di loro, quello della morte. In quel reparto, per la prima volta, anch'io, sebbene fossi piccola, mi domandai: "Dove sei, Signore?" Ho conosciuto, però, anche la generosità di molti medici che hanno dato la vita per ridare salute a tanti piccoli che avevano bisogno di loro. Ho incontrato medici che hanno vissuto la loro professione come una missione. Era un'equipe di giovani medici, impegnati a lenire anche il dolore interiore di tanti piccoli bimbi martoriati. Nel reparto vi era degente una ragazza, Emanuela, ammalata di leucemia. La si vedeva scivolare per il reparto, flebo alla mano, con un vago sorriso sulle labbra. Siccome io ero molto più piccola, avevo dodici anni di meno, la guardavo un po' come un modello. La vedevo camminare per il reparto, con passo veloce. Il suo capo, privo di capelli, era coperto da un fazzoletto rosso, era alta, magrissima. Lo studio dei medici era tutto tappezzato dei nostri disegni che facevamo per dimostrare loro la gratitudine che avevamo nei loro confronti. Sì, perchè tutti noi, sebbene piccoli, comprendevamo bene che stavano facendo di tutto per salvare o rendere migliori le nostre vite. Ben lungi da noi, il pensare che le punture, i prelievi o qualsiasi altro esame, fossero fatti per farci del male. Anzi, offrivamo la nostra collaborazione, seguivamo il decorso della malattia, discutevamo di essa con loro. I medici ci parlavano apertamente, non ci nascondevano nulla. Lungi da noi, davvero, i capricci che fanno certi bambini di fronte ai camici bianchi dei medici: sapevamo bene che la vita nostra, dipendeva da loro. E veramente, sarà la generosità dei bambini stessi, erano lontani da noi anche certi atteggiamenti di non accettazione o ostentazione della malattia di alcuni adulti. Capitava, perché nessuno, nemmeno i santi hanno accettato la sofferenza a cuor leggero: hanno sudato per accettarla, per accoglierla nella propria vita e solo così si accumulano meriti. Ma, appunto, dopo il momento di sconforto, ecco comparire nuovamente il sorriso, come il sole dietro una nuvola. E lei, Emanuela, la mia "sorella maggiore", camminava dritta con l'albero della flebo accanto, senza ostentare la sofferenza, senza camminare curva sotto il suo peso. Ed un giorno vidi un suo disegno attaccato al muro dello studio dei medici; ce n'erano tanti suoi e mi colpì una scritta, forse di qualche medico...Non so. Emanuela aveva 22 anni. C'era scritto: "Arrivederci, Emanuela." Chiesi spiegazioni, ero ancora piccola. Mi risposero senza guardarmi negli occhi, che era andata in cielo. Avrei voluto piangere, chiedere il perché: tanti bambini che avevo conosciuti sono andati in cielo. Ho vissuto la speranza dei genitori, l'altalena di gioia e dolore, dei giovani pazienti. Il mio cuore era colmo di dolore. Fu la prima, vera volta, che dal mio cuore emerse questa domanda, grondante dolore: "Dove sei, o Dio?"
Sì, Dio talvolta si nasconde ai nostri occhi: ci sentiamo travolti dalla sofferenza, dalle tragedie. Tante volte in seguito mi sono chiesta dove fosse Dio, ma poi, un giorno, aprii gli occhi, quelli del cuore e vidi bene dov'era: era appeso ad una croce. Lui che aveva vissuto nella giustizia, sanando e facendo del bene, era stato picchiato, flagellato e Crocifisso: sì, insomma, anche Lui, pur essendo innocente, aveva subito il dolore...
Dove sei, o Dio?
Domanda dell'uomo in ricerca di Dio, della Sua presenza, soprattutto di fronte a certe sofferenze umane che sembrano insormontabili. La sofferenza a volte, raggiunge l'apice, soprattutto quando è causata dalla cattiveria umana. Pende, allora, come un macigno questa domanda: "Dov'è Dio?"
Gesù è ancora sulla Croce: nonostante sia risorto, Egli è rimasto sul legno della croce, sullo strumento di salvezza per gli uomini, sembra quasi a voler significare che soffre ancora con noi e per noi.
giovedì 4 novembre 2010
Entrando nel silenzio
martedì 2 novembre 2010
Credere nell'impossibile
lunedì 1 novembre 2010
Festa dei Santi
domenica 31 ottobre 2010
Riflessioni
Lì per lì ho provato indignazione, ma dopo un po' mi sono dovuta ricredere. Non gli ho dato ragione in modo assoluto, però da una parte, non mi sono sentita di smentire drasticamente... Anzi, vergognosamente, ho capito che un certo fondo di verità c'è, perché anche a me talvolta sfugge l'eternità, sebbene fin dall'infanzia, come ho raccontato prima, ho sentito la precarietà della vita, facevo discorsi che bambine della mia età non facevano. Io credevo alla morte, non ho mai pensato che non mi avrebbe potuto mai toccare. Adesso che il tempo è passato, ancora di più: la morte e il pensiero della vita eterna dominano la mia mente... Non è in mio potere non pensarci. Qualche volta, come l'uccellino descritto da Santa Teresa di Lisieux, mi perdo nelle cose della terra, dilettandomi a bagnarmi le piume nelle pozzanghere, a becchettare qua e là in cerca di cibo... della terra. Eppure, posso asserire con sincerità che il mio cuore desidera l'eternità. L'ho sempre desiderata. Come ho detto un'altra volta, a 16/17 anni avevo scritto nel diario che provavo tanta sofferenza a vedere come il mondo grondava sangue e, lontana comunque dalla Chiesa, esclamavo: "Non date solo il corpo alla nuda terra, ma l'anima alla luce!" Non sapevo bene definire che cosa fosse la luce che avevo descritto. Non era strettamente collegata a Dio, che, a quell'epoca, mi aveva profondamente deluso!!!! Sembra strano, ma era così, il mio ragionamento, appunto, si basava sulla prima parte di questa frase: "La vita a volte, non è giusta".
Ma è bella, degna di essere vissuta, perché dietro le nuvole splende sempre il sole ed ogni attimo va assaporato, anche se nasconde il trabocchetto della sofferenza. Allora non comprendevo la seconda parte di questa frase: tante volte capita che la vita sia davvero ingiusta, ma tutto va letto secondo la Sapienza di Dio, a noi incomprensibile. Non secondo visioni pre - concettuali che, inevitabilmente, diventano filosofia di vita, fossilizzata entro un limite, oltre il quale non si può andare. La religione va assimilata e non vissuta tanto perché ce l'hanno insegnata o peggio ancora per abitudine.
Pioggia..
Tempo...
sabato 30 ottobre 2010
Il dolore delle cadute, il coraggio di rialzarsi
E' facile avere dubbi: si possono comprendere i non credenti, quando si domandano dov'è Dio. Forse per questo Dio permette che scendano queste terribili tenebre che fanno dubitare di tutto, di Dio, di una vita oltre la morte. Si comprende perfettamente, nella desolazione più assoluta, che, senza Dio, la vita non ha senso. Quel "non - senso" della vita ti fa pensare alla morte come alla fine di tutto, ad un epilogo inevitabile e terribile. La notte oscura dell'anima... Terribile: ti vedi ad un passo dalla tomba, da una tomba fatta di pietra che raccoglierà le tue ossa: il buio dove piomberai per l'eternità. Nonostante tutto l'anima geme, cerca il suo Creatore così tanto amato e che sente così lontano, come una bruma leggera che indugia sui rami degli alberi ed accarezza i prati. Piano piano le ombre si diradano e da quella cortina che la teneva avvinta, vede filtrare un sottile raggio... Ma, sapete, un raggio, per quanto sia sottile, nell'oscurità più profonda, illumina e scalda l'ambiente. Senti l' anima rinascere, lentamente. Una resurrezione che ti fa stare con il fiato sospeso. Com'è possibile che un cuore che ha sentito il desiderio profondo di Dio, possa essere stato avvolto da tenebre così fitte da dubitare persino dell'esistenza del Paradiso? I piani di Dio sono misteriosi. Non si comprendono, a volte sono dolorosi. Ma, come ho già detto, sono salutari per l'anima, una piccola spinta verso la perfezione.