martedì 19 ottobre 2010

Scalando la montagna

Mio Dio, mi affanno nella sofferenza. Combatto con me stessa e mi pare che non riuscirò mai a vincere. Con la mente offuscata, odio i miei limiti, li detesto, vorrei aver già scalato la montagna e poterti incontrare. Vorrei cancellarli, ma comprendo che anche loro, nella mia vita sono importanti, mi fanno crescere. Colui che raggiunge la vetta, il più bravo scalatore, non è colui che sa percorrere i sentieri dolci, ma chi affronta con coraggio la tormenta di neve, il gelo profondo che penetra l’anima, i pendii più scoscesi, gli ostacoli più impensati, senza abbattersi, senza desiderare qualcosa di meglio se non la vista spettacolare che godrà sulla vetta, che gli è stata promessa. Il bravo scalatore sa scommettere anche la vita, mette in gioco tutto seppur la posta sia molto alta. Quella, l’eternità, è la nostra meta che a volte non scorgiamo, avvolta com’è nelle tenebre della nostra ignoranza e delle prove che ci travolgono. Ma chi ha fede sa che oltre quelle nuvole, c’è un sole sfolgorante che splende e inonda della sua luce anche le nuvole.

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