sabato 6 dicembre 2008

I miei parenti

Piove a dirotto. Un cielo giallo - grigio piange inconsolabile, mentre gli alberi stanno perdendo le loro foglie, ormai ingiallite, sotto la sferza di un vento impetuoso. La prossima settimana farò celebrare le Sante Messe in suffragio dei miei parenti defunti, esattamente dei miei nonni. Non li ho conosciuti, tranne mia nonna materna di cui ho un bel ricordo. Ella era molto devota alla Madonna della Guardia e, tutte le volte che veniva a Ge,desiderava recarsi al Santuario, per renderle omaggio. Ricordo soprattutto la pazienza con cui mi fece assaggiare il succo di frutta al gusto di pera. Io ero fissata con quello di albicocca, ma quello alla pera, dopo l'intervento di nonna, lo sostituì egregiamente, tanto che diventò il mio preferito! A proposito invece della sua devozione alla Madonna della Guardia, ricordo un episodio che spesso ho sognato tale e quale come era, tanto che la reminescenza sembra mescolarsi con il sogno. Era venuta a trovarci nei mesi invernali e per farle piacere ci siamo recati al Santuario. Era coperto di neve. La neve fece impazzire me e mia sorella. La nonna aveva un gran ben da dirci di stare attente: noi, come spesso ci accadeva durante i temporali, diventammo sorde, ci tirammo delle belle e candide palle di neve ed io feci un bel capitombolo, infradiciandomi tutta.
Dei nonni paterni non so quasi nulla, non li ho mai conosciuti. Del nonno materno so che soffrì molto e morì molto presto. Alla luce della fede mi sono spesso domandata "dove sono finiti?". Per fede so che esiste il Paradiso, il Purgatorio e l'inferno. Rifletto spesso sulla vita eterna, soprattutto da qualche anno, l'interrogativo si è fatto più pressante e serio, per via forse della salute o delle persone che ho conosciuto e hanno già lasciato questo mondo. Prima, la morte mi appariva come qualcosa di più lontano, di quasi intangibile, anche se, come raccontai in un articolo precedente, fu questa signora con la falce che venne a prendere tanti giovani amici di sofferenza, ammalati di cancro, leucemia, a lacerare la mia anima, a creare quella crisi interiore che genera LA domanda fondamentale della vita: "Chi sono e dove sto andando?"
Non so quando scoccherà la mia ora, ma so che prima o poi arriverà ed anche il mio corpo si dissolverà. Prima o poi dovrò affrontarla. Con cautela, e anche un po' di timore, mi domando come sarà. Soprattutto temo quando capiterà ai miei genitori. So che forse sto affrontando un discorso per alcuni un po' lugubre, ma ho detto che questa è LA DOMANDA per eccellenza della vita a cui bisogna rispondere per poter affrontarla con serenità. Se so dove vado, non avrò timore più di tanto di quel salto nel buio. Gesù ha testimoniato che la vita è eterna e che la morte è solo un passaggio. Ultimamente ho riflettuto sulla sua morte che è quella che ci ha salvato. Gesù deve aver sofferto tremendamente, penso abbia subito prima di tutto una morte interiore. Il tradimento, che noi subiamo durante la vita da parte degli amici, ci fa soffrire immensamente. Lui nel Getsemani, subì il tradimento di milioni e più di uomini, cioè di quelli che nel futuro l'avrebbero tradito. Già è duro essere condannato a morte per aver commesso qualche grave colpa, figuriamoci se innocente e per di più dopo aver sanato tante persone!
Dopo aver subito la morte, Egli apparve risorto ai suoi increduli discepoli, scoraggiati e delusi: come deve essere stato duro per loro vedere il Maestro inchiodato sulla croce, Colui che tanto aveva predicato la libertà...Eppure erano quegli stessi che poi furono contenti di morire per la fede...

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