sabato 14 agosto 2010

La preghiera mentale: la meditazione


Esiste un altro tipo di preghiera, quella mentale, comunemente definita meditatio in latino, meditazione in italiano. Colui che fa meditazione, legge un brano della Sacra Scrittura. S’immerge quindi nel silenzio interiore e cerca di comprendere la pericope, di entrare nel contesto, d’immaginare la scena e immedesimarsi in essa. Bisogna tener conto della mentalità di chi scrive e del tempo in cui si è svolto l’avvenimento. Cerco di far mio ciò che ho letto, trasferendolo nella mia vita, spirituale ma anche concreta. La meditazione deve sfociare sempre con un proposito di vita concreto sul quale, poi, bisogna fare l’esame di coscienza. L’esame di coscienza, sincero, senza veli, è fondamentale, perché mette in crisi il nostro agire, lo analizza, stabilendo una strategia per conseguire un miglioramento, con lo scopo di imitare in modo sempre più vero, il comportamento di Gesù. Rimane fondamentale il silenzio interiore, il raccoglimento, per poter ascoltare la Parola di Dio, valutare sinceramente il proprio operato, senza essere in balia dei sentimenti, del proprio giudizio, che potrebbero alterare il cammino, dandogli una direzione sbagliata o rischiando di dare ragione a noi stessi, per l’ennesima volta e quindi rimanere fermi o meglio, tornare indietro assecondando il nostro orgoglio.

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