martedì 17 agosto 2010

Il bisogno di Dio

Mentre pregavo, giungeva al mio udito, come un'onda mugghiante sugli scogli, il rumore delle auto, del traffico convulso. Ero contenta di stare là, di fronte al Signore e non avere altro se non Lui. Scoprirmi imperfetta è un'umiliazione, forse duole più l'amor proprio che altro, perà come mi ha fatto notare, si deve agire solamente per gloria sua e non per essere lodati dalla gente. Ci vuole fede, tanta fede. Dio non è passato di moda. Non è un palliativo delle varie sofferenze, perché la vera fede, in verità, non ricerca nemmeno la gioia o la pace. Certo, nei tempi di povertà l'uomo cercava maggiormente Dio e se da una parte forse era vero, era per cercare conforto e aiuto, dall'altra penso che, a differenza di noi che abbiamo tutto, erano più abituati a riflettere, a vedere i miracoli della natura e del giorno che nasce. Noi non abbiamo tempo di riflettere, incalzati da ogni dove, da stimoli sempre più accecanti e abbaglianti che feriscono il nostro cervello, così come una luce intensa ferisce la nostra vista e ci rende ciechi, incapaci di vedere la sofferenza altrui e di riflettere sul nostro destino, chi siamo, dove andiamo. E poi, questa società dimostra di aver più bisogno di Dio rispetto a quella del passato, infatti sono aumentati i depressi e i casi di suicidio. Non si ha più bisogno di Dio? No! Si ha più bisogno, ma non si ammette, è questa la differenza, e così si va ancora di più alla deriva, come barche senza timone, sballottate dai violenti marosi e colpiti dal vento impetuosi, con il rischio di affondare da un momento all'altro, inghiottiti dai flutti, soffocati dal nostro stesso egoismo...

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