domenica 15 febbraio 2009

A proposito di sofferenza altrui...

Mi piace stare accanto agli ammalati. Vicino a dove abito, ci sono la nostra casa di riposo e un piccolo ospedale gestito dalle nostre suore.
Negli anni precedenti avevo meno impegni e mi piaceva passare un po' di tempo ad aiutare le suore anziane. Mi è capitata una cosa curiosa due anni fa. La mia dottoressa pensò bene di ricoverarmi per "aggiustare" la mia malattia. Una di quelle sere, mentre l'oscurità della sera scendeva sulla terra con il suo nero sipario, passeggiavo per il corridoio del reparto avanti e indietro. In testa portavo un cappellino di pile. Avevano portato, forse da chirurgia, una signora di mezza età di circa una cinquantina di anni, coperta da un telo verde. Sembrava grave ma non tanto da essere moribonda. Mentre passavo di fronte alla porta della sa camera, ella mi fece cenno di avvicinarmi. Non aspettavo altro...Entrai e mi fermai al capezzale del suo letto, sorridendole. Lei mi rivolse la parola con una voce cavernosa ma chiara. "Tu che sei una suora e che sei buona, potresti farmi un favore?" "Insomma, buona...come ha fatto a capire che sono una suora?" Non mi rispose e continuò il suo discorso: "Potresti aiutarmi a sedere su quella poltrona che qua non riesco a respirare bene?"
Oh bella ! Lei era il triplo di me, forse gonfia, non lo so, era corpulenta insomma, ed io a suo confronto, uno scricciolo! "Bhe, sì, posso provare!" Quella mi fissò, respirava già con un rantolo debole. Ma io non avevo esperienza, la ebbi dopo con tante altre persone che vidi poco prima che morissero. L'aiutai a edersi sulla sponda del letto, notai che mi stava fissando e provai un po' d'imbarazzo. Allora spezzai il silenzio chiedendole: "Da dove viene?" La risposta fu chiara e repentina: "Dall'inferno!" Oh Dio, mi sentii come uno scoiattolo in trappola. Anche se le mie forze erano poche riuscii a farla sedere sulla poltrona dove sprofondò. Mi ringraziò ed io di rimando le domandai se aveva ancora bisogno di qualche cosa. "No" rispose. Ed io andai via, lasciandola sola con il suo pesante respiro strappandole la promessa di chiamarmi se avesse avuto bisogno di qualche cosa. La sera, prima di andare a dormire, passai per salutarla, ma lei sembrava dormire russando...a me pareva così. Di notte uno scalpiccio di infermieri e un chiamare forte: "Signora, signora!". La signora era andata tra le braccia del Padre. La mattina dopo, vidi il suo letto completamente disfatto qualcuno mi informò che era morta durante la notte. Le avevo offerto l'estremo saluto con quel gesto. Grazie, chiunque tu sia!

1 commento:

eremita ha detto...

...quanta tenerezza!