mercoledì 6 ottobre 2010

Dietro la porta dell'eternità

Questa sera mi sorprendo a pensare ancora una volta a sorella morte, al suo passo felpato simile al buio della notte che sembra ingoiare la fioca luce delle stelle. Mi sorprendono ancora quelle domande fondamentali a cui solo la fede può dare una risposta. Tanti interrogativi emergono dal mio passato, come una chiazza galleggiante su un mare opaco. Un tuffo nel passato, quando gl’interrogativi gorgogliavano nel profondo del mio cuore. Emergono allora figure, sensazioni, sofferenze e gioie, in uno scenario avvolto dall’aroma della salsedine. Il mio spirito si ferma là, nell’alto di quel monte, da cui si poteva ammirare una vista da fiaba e che sovrastava anche quella che viene comunemente chiamata la casa di tutti, ovvero il cimitero. Già, ancora una volta, come feci quel giorno, di fronte a quel mare d’argento, pensai alla morte, come alla mia compagna più vicina. La scrutavo con interesse, sorpresa e sgomento e così reale e tangibile quanto una persona in carne ed ossa. Sentii quella pace profonda, ma come una bruma lieve e delicata, gl’interrogativi pressanti dell’uomo, aleggiavano nel mio cuore. Dove sto andando? vedevo fuggire i miei giorni, come uno stormo di uccelli migrare verso terre lontane… Ma dove stavo andando? Pur essendo molto giovane, comprendevo che quello era il destino ultimo dell’uomo. Quella bruma aleggia ancora come un velo sul mio cuore, galleggia indifferente e pallida, lasciandomi con il fiato sospeso, perché qualcuno che conosco bene, squarcerà quel velo e aprirà la porta che accede alla Luce eterna. Respiravo, respiro di quel desiderio, non posso davvero credere che l’uomo è solo fatto di quest’involucro che è il corpo, che si dissolverà e diventerà di nuovo terra, un mucchio di polvere destinato a perdersi nel vento. Penso e credo che l’uomo sia quella luce che porta dentro il cuore, quel frammento di cielo nel cuore, destinato all’eternità, ad immergersi nell’infinito di Dio. Com’è fragile l’uomo e la sua vita, legati ad un sottilissimo filo destinato a spezzarsi per ben poco! Curiosità, desiderio e timore si compenetrano a vicenda di fronte a sorella Morte. E bussa ancora una volta alle porte del mio cuore, confondendosi fra le nuvole del passato, emergendo lentamente, come una macchia dal fondo, sulla superficie limpida di un lago.
Allora scruto, attraverso quell’opacità che ottenebra la vista, quella porta che un giorno, lo sento così forte, si aprirà anche per la mia anima. Penso alla luce che la inonderà e mi sembra di vedere le lontane domeniche affogate di sole che facevano da scenario ai miei pensieri, alle mie sensazioni così strane per quell’età. Uno sguardo nell’infinito, sperando davvero di poter immergermi presto in esso.

1 commento:

tangalor ha detto...

Già, eppure ci sentiamo così invincibili!

In efftti siamo solo un soffio di vento: m non ci pensiamo mai forse questo è nche un bene perchè se ti metti a pensare, allora hai paura di perdere quel che hai faticosmnte guadagnato.