
Veni Creator Spiritus,
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pectora...
mentes tuorum visita,
imple superna gratia
quae tu creasti pectora...
Ama e dentro il tuo cuore ci sarà un piccolo frammento dell'infinito di Dio, un piccolo specchio che rifletterà l'azzurro del cielo. Entra nella cella del tuo cuore e immergiti nel suo silenzio...Ascolta, parla il tuo Maestro! Colui che creò le imponenti montagne e il mare immenso...

Ieri ho ricevuto un semplice libretto con alcuni disegni e frasi tratti dagli scritti di un santo che conobbi più di dieci anni fa quando, in estate, mi recai a Ponte di Legno, dove vi era la casa estiva dei Fatebenefratelli: san Riccardo Pampuri, un medico che si fece frate e morì ad appena 33 anni. Una vita bellissima, spesa al servizio di Dio e degli ammalati. Mi ha colpito una frase scritta da lui:
Nel precedente post, non vorrei essermi espressa malamente o fraintesa su alcuni punti e così aver tratto in inganno tante piccole anime assetate di Dio che sono passate di qua.
"Dal profondo a te grido, o Signore, Signore ascolta la mia voce..."..
sotto i dardi infuocati del sole. Domenica tranquilla, soleggiata, prima veramente estiva, con un cielo velato di afa...Domenica scorsa siamo andate a Santa Marinella per eseguire una certa commissione. Anch'io mi aggrego : desidero tanto vedere il mare! L'auto correva veloce sul nastro d'asfalto che si snodava tra i prati interrotti da boschi che si arrampicavano sui colli dalle punte arrotondate e dolci. Il sole ardeva affondando nel cielo che sbiadiva sempre di più. Dopo un breve viaggio, ecco che il mare, lucente, è apparso al mio sguardo. Una massa immensa d'acqua con la superficie increspata dal vento, tinta di un azzurro sbiadito come quello del cielo. Nonostante mi piaccia di più la montagna, il mare affascina il mio cuore. Che tentazione tuffarmi nelle ormai tiepide acque! Si sono accontentate le orecchie di ascoltare lo sciabordio dell'acqua che s'insinuava tra le pietre ricoperte di scivolose alghe. Ed è il canto triste e monotono dell'umanità intera che presa dai mille pensieri, non si accorge che il tempo fugge tra le mani. Viviamo immersi negli affari da sbrigare, risucchiati da un vortice sempre più intenso e feroce delle cose da fare, pronti a giungere ad un traguardo che nemmeno vediamo o ci appare un punto talmente lontano che ci appare minuscolo. Poi la sofferenza, la precarietà piombano su di noi senza preavviso, senza lasciarci nemmeno il tempo di respirare più a fondo e renderci conto di ciò che ci circonda. Se solo l'umanità trovasse un attimo per immergersi nel ritmo del respiro della natura...comprenderebbe che le domande fondamentali della vita non possono essere ignorate, poste in un cantuccio e così dimenticate. Interrogativi che diventeranno principio di crisi, di scisma interiore se non avranno risposte adeguate e significative. Gli interrogativi diventeranno problemi insoluti e saranno sempre più complicati. E se anche la precarietà non ha bussato alla nostra porta, un giorno o l'atro non potremo più lavorare: il tempo sarà più vuoto e con che cosa lo potremo riempire? Cosa rimarrà della nostra esistenza? La vita non è un'avventura: a volte diventa così cruda e buia che se ne rimane soffocati. La vita ha un senso solo se la sua anima diventa l'amore...Allora anche il più piccolo gesto assume un significato profondo e partecipa al grande disegno della creazione.


Il cielo è terso, solcato dal volo delle rondini che si rincorrono allegramente garrendo. Mi tuffo nel passato, a quando avevo 8 anni e dopo cena correvo in giardino per vedere le rondini volare. Che gioia! Esse, con il loro canto mi annunciavano l'arrivo dell'estate...Bhe, forse erano dei rondoni...comunque il loro canto mi infondeva tanta gioia...Che bello, finalmente le tanto sospirate vacanze, il mare, le giornate trascorse andando in bicicletta..! Chi immaginava a quei tempi che avrei guardato quello stesso cielo ma in un'altra città? Sotto il mio sguardo adesso non c'è il mare, ma sembra lo stesso cielo di allora...Mi piaceva il mare, mi piacevano le vacanze ma alla fine dell'estate, il mio cuore veniva invaso da quella nostalgia delicata dell'inverno, delle giornate trascorse a scuola a lavorare fra libri e quaderni....






