giovedì 6 ottobre 2011

Inginocchiarsi...

Numerose le "rivelazioni"o meglio testimonianze che dicono che di fronte a Dio, anche le anime dannate, che non ne resistono la visione, si prostrano...
Anna Katherina Emmerick nel suo racconto della Passione riporta che Cassio, il comandante romano a cui viene affidato il compito di colpire il costato di Gesù con la sua lancia, investito dal Sangue di Cristo in pieno viso, viene guarito: si getta subito in ginocchio per adorare quel Corpo piagato che non scende dalla croce, ma compie ancora miracoli. Questo la dice lunga: Gesù, in punto di morte, mentre sperimenta la solitudine, l'abbandono e l'odio della gente, non pensa di certo alla sua sofferenza, ma ancora si prodiga, se non può con parole e gesti, a fare del bene ai suoi crocifissori. Investito dal Santissimo Sangue, Cassio guarisce dal suo strabismo e si getta in ginocchio dimentico di tutto se non di adorare Colui che era appena spirato. Molti soldati romani erano là semplicemente per adempiere il loro dovere, colpiti dalla pazienza del Redentore, rispettosi del dolore della Madre che, invece di nascondersi, scappare dalla Croce, si getta in ginocchio ai piedi di Essa e bacia i piedi di Gesù, bagnando di sangue le sue labbra. Oh Maria... Quante volte dimentichiamo il tuo dolore! Ma noi al tuo posto, vedendo soffrire così un nostro caro, come avremmo reagito? Anche Maria, perciò, cade in ginocchio ai piedi della Croce, abbraccia quei santi piedi inondati di sangue...Ma perché noi, dopo aver ricevuto il Corpo di Cristo, rimaniamo comodi, seduti e non sprofondiamo nella gratitudine e nel dolore di aver provocato un così acerbo dolore al nostro Redentore? Ma perché?

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