martedì 23 luglio 2024

L'amore per Dio

 Ieri sera sul 28 hanno trasmesso un film sulla vita di Claret. Non conoscevo la sua vita, sebbene sia stata a contatto con la congregazione da lui fondata. Mi ha davvero edificato: magari dessero in onda sempre dei film così, che toccano le corde più profonde del cuore!

Nominato vescovo e mandato a Cuba, è testimone della condizione di schiavitù di tanti fratelli di colore. Claret non ci sta davanti a queste ingiustizie e combatte per vincerle fino a quasi perdere la vita. Ecco, mi piacciono molto i santi che si adoperano per i poveri, per gli ultimi, per coloro che sono emarginati nella società. Se la preghiera e la partecipazione ai Sacramenti sono assolutamente le basi per una vita vera cristiana, è anche vero che non bastano. La vita di preghiera deve concretizzarsi in atti di vera carità, di amore verso il prossimo. 



lunedì 22 luglio 2024

Rapportarsi con Dio

 Oggi è la festa di santa Maddalena, una festa che vuole comunicarci tutto l'amore di Dio per noi, per come siamo noi. Egli ci ama non perché siamo perfetti, ma per come siamo. Maddalena era stata una donna posseduta dal male, ma Gesù ha toccato profondamente il suo cuore, convertendolo e chiamandolo, di fatto, a compiere il primo annuncio della sua Risurrezione. E noi? Anche noi, come lei, siamo chiamati per nome da Dio, con tutti i nostri difetti, imperfezioni, peccati. Il suo amore è gratuito... eppure, noi pretendiamo sempre tanto da Dio. Pretendiamo che lui ci faccia vivere sempre nelle consolazioni, che ci doni ciò che noi chiediamo immediatamente o comunque, come vogliamo noi... Insomma, desideriamo assolutamente che Dio si comporti come vogliamo noi eppure non ci appartiene nulla, è Lui il nostro Creatore, il padrone della nostra vita! 



Noi non siamo disposti ad offrirgli nulla, nemmeno un po' di aridità spirituale, rivendichiamo la sua presenza, senza comprendere che proprio in quel momento in cui viviamo nel silenzio di Dio, dobbiamo donargli qualche cosa. Perché non gli offriamo la nostra aridità unendola alla Sua Passione per i bisogni urgenti del mondo che Lui conosce meglio di tutti? 

Non siamo disposti ad offrire quei momenti, pestiamo i piedi come bambini rivendicando la sua grazia, senza sapere che, in realtà, proprio in quel momento in cui sentiamo la sua assenza, stiamo sperimentando appieno un momento di grazia, un momento favorevole, il momento favorevole per compiere i nostri passi verso la meta eterna...

domenica 21 luglio 2024

Una lettura di ascetica

 In questo periodo, avendo più tempo a disposizione, riesco a leggere di più. Ultimamente, riguardo alla mia preghiera, sono riuscita ad aggiungere una lettura di ascetica: riguarda sul come una persona non sposata deve comportarsi. Si tratta di una lettura datata, ma sicuramente molto attuale per chi volesse consacrarsi a Dio pur stando in casa. 



Il capitolo che ho letto oggi, riguardava il fatto di mettere Dio al centro della propria vita. Esso poneva l'accento sul fatto che si dovesse fare sempre, costantemente. Lì per lì, tale considerazione appare ovvia, ma riportandola alla propria esperienza concreta del proprio cammino di fede, si capisce benissimo che è un'osservazione assolutamente necessaria. Come avevo scritto tempo fa, la nostra vita è fatta di alti e bassi, anche quella spirituale. Nel libro c'era scritto che inizialmente Dio attira l'anima a sé con regali spirituali graditi, consolazioni, gioia, ma ad un certo punto, quando il cammino va avanti e si fa più serio, Dio comincia a comportarsi usando con noi molta confidenza, cioè non facendo più sentire la sua presenza, facendo sentire, invece, la fatica quotidiana di unirsi a Lui mediante una preghiera faticosa e distratta. Eppure, osserva lo scrittore, è proprio in quel momento che vi è più merito. Sono osservazioni che faccio spesso anch'io. Riflettevo su come quando si conosce e si vuol bene ad una persona, si ci comporta in modo più libero: non abbiamo paura di essere giudicati perché ci sentiamo amati dall'altra persona. Così, presa confidenza, anche Dio si comporta così con noi: comincia a dormire quando è stanco, decide di assentarsi e non stare con noi. La persona che non ha fede si smarrisce, domanda disperatamente dov'è Dio e spesso e volentieri se ne allontana perché non c'è più la sua presenza...

Ma Lui c'è... sebbene sia in un'altra stanza o impegnato in altre cose. 

Chi ha fede, sa che Dio c'è, che s'interessa a lui sebbene in quel momento la sua presenza sia meno ingombrante e vivendo serenamente nel nostro deserto, ci guadagniamo il Paradiso.

venerdì 19 luglio 2024

Libertà

Anche il Vangelo di oggi poneva l'accento sulla libertà basata sull'amore. Su questa scia sant'Agostino affermava: "Ama e fa ciò che vuoi". Non voleva assolutamente dire che all'uomo è concesso tutto, ma che il metro di valutazione per tutto ciò che si fa, è l'amore: ogni cosa deve essere fatta per amore.
Al giorno d'oggi chi sostiene alcuni valori, viene tacciato di essere tradizionalista o retrogrado. Il metro di valutazione della società di oggi, è infatti la libertà, ma una libertà intesa male, malata... Tale libertà esaspera l'egoismo, mette al primo posto il proprio benessere o tornaconto. Alla fine la vita perde il proprio valore, gli animi si intristiscono, tutto si tinge di egoismo.
La Verità ci renderà liberi, liberi dalle cose terrene, dalle nostre passioni che sviliscono l'uomo e la donna. In nome della libertà voglio fare ciò che mi piace, senza considerare la libertà altrui, creando così dei grandi fraintendimenti e generando una radice di peccato.


Il ragazzo non sopporta di essere respinto dalla sua ragazza e così porta all'esasperazione la sua sofferenza  che genera violenza. Egli non accetta la libertà della sua ragazza di scegliere un' altra persona con cui condividere la propria vita e così la elimina o la intimidisce per costringerla a rimanere con lui. Ecco, in questo caso, "ama e fa ciò che vuoi" è inteso davvero malamente. Il vero amore lascia la libertà a chi si ama, si accetta persino che questa persona esca dalla nostra vita e non ci voglia vicino. 
Questo è uno dei tanti esempi dell'idea di libertà distorta.
La libertà del cristiano è quella che ci stacca dalle realtà terrene, dai sentimenti che ci fanno soffrire di più, da una realtà che non ci piace perché, anche nella sua crudezza, ci vuole insegnare qualcosa.

giovedì 18 luglio 2024

Venite a me..

 In quel tempo, Gesù disse:

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.

Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».



Nella vita ci sono momenti in cui ci si sente smarriti. La strada diventa in salita e sembra che Dio si nasconda al nostro sguardo. Lui c'è, è vicino a noi, forse in un modo in cui noi non vorremmo o non ci aspetteremmo, ma c'è. È possibile anche che non lo sentiamo nemmeno quando ci mettiamo in ascolto o in silenzio davanti a Lui o chiediamo il suo aiuto. Rimaniamo là, in attesa della grazia che non arriva. Mi è capitato tantissime volte nella  vita di sperimentare il deserto, la percezione dell'assoluta assenza di Dio, l' incapacità di mettermi in contatto con Lui perché presa da numerosi impegni o, semplicemente, dalla mia distrazione... Eppure Lui c'è. Mi sembra che in questi momenti di vuoto assoluto, Lui si rivolga a me come fece con Pietro dopo la risurrezione: "Mi ami tu?". Sì, perché in questo caso entra in gioco la mia volontà di unirmi a Lui, è quell'un per cento che Dio mi chiede per dimostrargli il mio amore.

In questo deserto e silenzio, Gesù ci invita, comprendendo pienamente che siamo in difficoltà: "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi" e. insieme a questo, ci promette che ci donerà il suo ristoro. Pensate al momento in cui avvertiamo una sete terribile e aneliamo a bere più di ogni altra cosa... Dio è la nostra sorgente, è quell'acqua viva che noi desideriamo e da cui spesso ci allontaniamo senza accorgercene.

Una volta andati da Lui, dovremmo prendere il suo giogo, perché avere fede o andare da Lui non ci risparmia dalla sofferenza o dalla fatica del cammino... ma di nuovo Egli ci solleva con il Suo amore, assicurandoci che il suo giogo, che dovremmo comunque portare, è dolce e il peso, che comunque c'è, è leggero... Basta che il nostro cuore aneli o sia rivolto solamente a Lui.

domenica 14 luglio 2024

La tentazione

 Dopo il momento della pace, arriva quello della tentazione. È il ciclo della vita stessa: momenti di gioia, di piattume, di sofferenza, di pace, di tentazione, si avvicendano in continuazione. 

È l'esperienza di Pietro, Giacomo e Giovanni. Gesù li porta in disparte sul Monte Tabor dove, in seguito, si trasfigura. I tre apostoli esperiscono la pace, la gioia, la divinità di Gesù e sentono il desiderio forte di rimanere là. La loro esperienza è straordinaria e suscita tanto timore: l'uomo, quando si avvicina al Divino, sente sempre un reverenziale timore, perché percepisce la sua immensa e disarmante piccolezza davanti a Dio. 


Dopo tale episodio, Gesù e i tre discepoli scendono dal Monte Tabor e là s'incontrano e scontrano nuovamente con la sofferenza: ecco che un uomo, un padre di famiglia, scongiura Gesù di liberare suo figlio dal demonio. La poca fede dei discepoli non aveva ottenuto nulla. Gesù allora sospira e gli esce dalla bocca una frase d'insofferenza sulla poca fede dei suoi discepoli. A questo segue l'annuncio della passione.

Dopo il Monte Tabor i discepoli vengono proiettati in una realtà cruda di tentazione da parte del demonio, di sofferenza, della prospettiva futura della passione, morte e quindi assenza di Gesù. 

Anche a noi capita spesso che, dopo un momento di pace intensa in cui avvertiamo la presenza di Dio, proviamo l'amarezza della sofferenza e della tentazione che ci scuote fin dalle fondamenta e sembra cancellare in un istante quella pace intensa sperimentata... e ci troviamo soli e la presenza di Dio sembra svanire nel nulla. Ricordiamo che Dio ci ama immensamente e che è presente, nonostante la tempesta infuri nel nostro cuore. Ricordiamoci dell'episodio della tempesta nel lago, quando Gesù dormiva nella barca e la violenza dei flutti rischiava di ribaltare l'imbarcazione e di far annegare tutti. Lui c'è e quando meno ce l'aspettiamo, interviene e riporta la pace... ma dobbiamo avere fede in Lui, rinnovare la nostra fede e speranza che ci traghetteranno in un approdo sicuro di tranquillità e pace. Dobbiamo avere il coraggio di invocare l'aiuto di Dio, di svegliarlo dal suo sonno con continue preghiere e suppliche. Non sempre Gesù interviene subito, ma, di certo, lo farà al momento giusto e ci riporterà alla sua presenza. Non abbiamo timore, Lui non ci abbandonerà mai!


sabato 13 luglio 2024

La Pace

Parlare di pace in questo periodo difficilissimo in cui spirano venti di guerra da ogni dove, è quasi scontato, eppure è l'argomento più complicato in assoluto.
La pace, quella vera, è un dono di Dio. Chi ha pace dentro il proprio cuore, non vede il male attorno a sé, almeno per quanto riguarda i normali rapporti interpersonali, tanto che pensa sempre che gli altri siano ricolmi di buone intenzioni. Se il male è evidente e il peccato sovrabbonda, il cuore pieno di pace è anche pieno di speranza e fiducia che tutto potrà volgersi al bene. 
La pace, quella di Dio, non è quella del mondo, essa rimane imperturbabile anche quando intorno a noi infuria la battaglia più cruenta.

"Vi lascio la mia pace, vi do la mia pace, non come la dà il mondo io la do a voi".
La pace di Dio è diversa da quella del mondo. Viene spontaneo domandarsi: ma qual è la pace di Dio?
La pace del mondo è quando tutto va bene, non ci sono litigi, la si pensa in modo uguale, ci si schiera nella stessa fazione. Si riconosce da quella di Dio, perché basta un piccolo ostacolo che tutto salta in aria e la pace sfuma nel nulla. La pace del mondo non sopporta che il nostro "ego" venga calpestato dagli altri, venga dimenticato, non compensato o lodato abbastanza. Se non si ottiene l'approvazione altrui, ecco che qualcosa dentro di sé si spezza, si pensa che tutti vogliano il nostro male o emergere al posto nostro. 
Dio invece asserisce: "Beati gli ultimi, perché saranno primi"... Sì, primi ad avere la pace, la pienezza spirituale, quella che coloro che aspirano ad essere i primi nella stima degli uomini, non hanno. 
La pace del cristiano possiede la consapevolezza che tutto gli è stato donato da Dio e quindi, non gli appartiene e potrebbe perderlo da un momento all'altro. Per tale motivo, quando qualcuno lo giudica, lo disprezza, il cristiano, sebbene senta la sofferenza, non perde la pace, la fiducia, la speranza, sicuro che Dio lo riscatterà. Gli basta il suo amore, non si sazia di altro, perciò diventa "santo", cioè separato dagli uomini.

Molti sono i chiamati, pochi gli eletti

"Molti sono i chiamati, pochi gli eletti"

Questa breve frase è stata riportata nei Vangeli e, secondo me, è densa di significati. Su di essa si potrebbero fare tante meditazioni, non si può saltare e fare finta che non esista. Ogni parola del Vangelo è detta per un motivo specifico che non può e non deve assolutamente essere eluso, come d'altronde altre parti di Esso che ci sembrano scomode. Tutta la vita di Gesù è una catechesi. 



Ritorniamo alla nostra frase che ha dato il titolo al nostro post. Molti sono i chiamati: tanti sono i battezzati, meno vanno in chiesa, ancor meno sono gli eletti. L'etimologia della parola "eletti", significa "scelti". Dio chiama tutti alla santità, nessuno è escluso, ma non tutti rispondono decentemente e  pienamente alla chiamata. Sono pochi quelli scelti a una vera vita cristiana, forse perché il messaggio del Vangelo va contro corrente rispetto alla mentalità del secolo. In certi casi è totalmente l'opposto. 

Secondo il mondo è forte colui che urla, che fa valere le proprie opinioni, mentre per Gesù, colui che è mite ed umile di cuore. Non basta andare in Chiesa per essere cristiani, bisogna abbracciare tutto ciò che Gesù dice e, spesso e volentieri, ci comanda di mettere sotto i nostri piedi il nostro orgoglio, il nostro ego.

Pochi gli eletti: pochissimi sono coloro che abbracciano in toto il messaggio cristiano. Spesso, se si fa, si è tacciati di essere deboli, di non sapersi difendere. Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti. Non riusciamo a porgere la guancia, ad essere rivestiti di cariche minori, ad essere ignorati, giudicati. Per questo pochi sono gli eletti. Anche in questo caso Gesù è stato chiarissimo: Chi salverà la propria vita, la perderà. Significa proprio questo: chi ricerca continuamente se stesso, non è degno di Gesù. 

Ognuno dovrebbe compilare la propria scala di valori e quindi, su questa, edificare la propria vita. Si ci accorgerà presto che, nonostante abbracciare totalmente il cristianesimo sia arduo, ciò porta la pace.

Cerchiamo, quindi, di far parte dei pochi eletti: perderemo la faccia, l'onore, forse la stima degli uomini, ma saremo assolutamente di Dio.