Si guarda il TG ed ecco
le manifestazioni pro aborto in Argentina... non ho potuto seguire a
dire il vero, ma di tutto ciò mi ha colpito un'immagine pubblicata
su internet, esattamente su Facebook. Era la fotografia di una donna
vistosamente in stato interessante che teneva un cartello con su
scritto: “Essere per l'aborto non significa che voglia abortire”...
No, è vero, sicuramente e per fortuna, non significa che essere pro
aborto, si voglia abortire... o almeno non in quel dato momento,
sicuramente in certe occasioni quali le violenze sessuali oppure la
presenza di una malattia grave del feto... non sempre, siamo per
l'aborto solamente quando c'è uno stato di sofferenza da parte della
madre, in difesa dei suoi diritti... appunto.. suoi diritti, non
quello del bimbo in grembo che nemmeno lui ha chiesto di formarsi in
seguito ad una violenza, oppure con una malattia. Ci sono però i
casi in cui si concepisce nei rapporti occasionali... Si era pensato
alla protezione, ma chissà perché qualcosa è andato storto... Ci
sono i “momenti sbagliati” in cui si è concepito all'interno del
matrimonio, ma in un momento sbagliato, quando la donna sta
ascendendo al potere della sua carriera, oppure semplicemente non si
sente pronta... o ha voglia solamente di divertirsi ancora prima di
legarsi. Vi chiederete: “Ma questa è per l'aborto, o no?!”.
Non voglio lasciare adito
a qualsivoglia tipo di dubbio: sono contro l'aborto, ciò che ho
scritto era ironico, per tracciare più o meno, a grandi linee, le
motivazioni per cui una donna o una coppia decida di abortire. Volevo
far notare come si vada da motivazioni serissime, quali una violenza,
una malattia che potrebbe pregiudicare la possibilità di vivere
normalmente di un bambino, a motivi più futili, quali il desiderio
di fare carriera, il desiderio di libertà. Sono motivazioni molto
differenti tra loro e di gravità evidentemente diversa, questo salta
immediatamente all'occhio, e che in effetti, il grado di
responsabilità dell'atto varia.
L'aborto è un omicidio,
in modo particolare quello ormai liberalizzato negli Stati Uniti,
quando ormai il feto non è più feto, ma un bambino completamente
formato. Le modalità con cui avviene questo è terribile.
Praticamente fanno un buco nel cranio del bambino e aspirano il
cervello. Io ho letto che si fa così... ma scherziamo?! Questo è
far valere i diritti delle donne? Ma come non potete capire che si
tratta di un omicidio? Mi controbatterete che siete per l'aborto
entro il terzo mese. Ah allora cambia tutto! Non vedi il cervello, le
manine, le gambine, i piedini, per cui puoi fare incetta di ciò che
non vedi! Sì, adesso capisco l'umanità! Occhio non vede, cuore non
duole! Ma no... non è proprio così. Abbiamo un concetto proprio
sbagliato di democraticità e libertà. Anzi, possiamo affermare che
abbiamo fatto coincidere la democraticità con “il poter fare di
tutto di più, permettere tutto...”. Questa non è democrazia,
anzi, rasenta quasi la dittatura del liberismo, dell'io esasperato,
dei miei diritti, senza doveri verso gli altri.
La scienza afferma
proprio il contrario: fin da quando il bambino è stato concepito,
possiede nei cromosomi tutte le informazioni necessarie per creare un
uomo/donna. L'uomo e la donna non sono ancora formati, però se
qualche agente esterno agisce sull'embrione, la formazione subisce
una deviazione dalla normalità e qualcosa non funzionerà.
Un altra tesi affermata
dalla scienza è che nell'utero della mamma sopravvivono alcune
cellule del figlio che ha portato nel grembo: sarà madre per tutta
la vita e non basterà un aborto a cancellare questa cosa.
Una persona che non può
parlare ha dei diritti quanto quelli che possono farlo! È un
controsenso!
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