domenica 9 giugno 2019

Controsensi...

Risultati immagini per embrioneSi guarda il TG ed ecco le manifestazioni pro aborto in Argentina... non ho potuto seguire a dire il vero, ma di tutto ciò mi ha colpito un'immagine pubblicata su internet, esattamente su Facebook. Era la fotografia di una donna vistosamente in stato interessante che teneva un cartello con su scritto: “Essere per l'aborto non significa che voglia abortire”... No, è vero, sicuramente e per fortuna, non significa che essere pro aborto, si voglia abortire... o almeno non in quel dato momento, sicuramente in certe occasioni quali le violenze sessuali oppure la presenza di una malattia grave del feto... non sempre, siamo per l'aborto solamente quando c'è uno stato di sofferenza da parte della madre, in difesa dei suoi diritti... appunto.. suoi diritti, non quello del bimbo in grembo che nemmeno lui ha chiesto di formarsi in seguito ad una violenza, oppure con una malattia. Ci sono però i casi in cui si concepisce nei rapporti occasionali... Si era pensato alla protezione, ma chissà perché qualcosa è andato storto... Ci sono i “momenti sbagliati” in cui si è concepito all'interno del matrimonio, ma in un momento sbagliato, quando la donna sta ascendendo al potere della sua carriera, oppure semplicemente non si sente pronta... o ha voglia solamente di divertirsi ancora prima di legarsi. Vi chiederete: “Ma questa è per l'aborto, o no?!”.
Non voglio lasciare adito a qualsivoglia tipo di dubbio: sono contro l'aborto, ciò che ho scritto era ironico, per tracciare più o meno, a grandi linee, le motivazioni per cui una donna o una coppia decida di abortire. Volevo far notare come si vada da motivazioni serissime, quali una violenza, una malattia che potrebbe pregiudicare la possibilità di vivere normalmente di un bambino, a motivi più futili, quali il desiderio di fare carriera, il desiderio di libertà. Sono motivazioni molto differenti tra loro e di gravità evidentemente diversa, questo salta immediatamente all'occhio, e che in effetti, il grado di responsabilità dell'atto varia.
L'aborto è un omicidio, in modo particolare quello ormai liberalizzato negli Stati Uniti, quando ormai il feto non è più feto, ma un bambino completamente formato. Le modalità con cui avviene questo è terribile. Praticamente fanno un buco nel cranio del bambino e aspirano il cervello. Io ho letto che si fa così... ma scherziamo?! Questo è far valere i diritti delle donne? Ma come non potete capire che si tratta di un omicidio? Mi controbatterete che siete per l'aborto entro il terzo mese. Ah allora cambia tutto! Non vedi il cervello, le manine, le gambine, i piedini, per cui puoi fare incetta di ciò che non vedi! Sì, adesso capisco l'umanità! Occhio non vede, cuore non duole! Ma no... non è proprio così. Abbiamo un concetto proprio sbagliato di democraticità e libertà. Anzi, possiamo affermare che abbiamo fatto coincidere la democraticità con “il poter fare di tutto di più, permettere tutto...”. Questa non è democrazia, anzi, rasenta quasi la dittatura del liberismo, dell'io esasperato, dei miei diritti, senza doveri verso gli altri.
La scienza afferma proprio il contrario: fin da quando il bambino è stato concepito, possiede nei cromosomi tutte le informazioni necessarie per creare un uomo/donna. L'uomo e la donna non sono ancora formati, però se qualche agente esterno agisce sull'embrione, la formazione subisce una deviazione dalla normalità e qualcosa non funzionerà.
Un altra tesi affermata dalla scienza è che nell'utero della mamma sopravvivono alcune cellule del figlio che ha portato nel grembo: sarà madre per tutta la vita e non basterà un aborto a cancellare questa cosa.
Una persona che non può parlare ha dei diritti quanto quelli che possono farlo! È un controsenso!

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