domenica 27 marzo 2011

La pace, quel bene prezioso

Non commenterò politicamente ciò che sta accadendo ultimamente in Libia, perché i fatti sono ormai conosciuti da tutti, però rifletterò su essi.
La guerra è generata dall'odio, dalla sete di potere. Ho letto proprio poco tempo fa la storia di Massimiliano Kolbe. La conoscevo vagamente, tanti lati mi erano oscuri ed è stato un vero piacere riflettere su di essa. Ancora una volta un santo ha dimostrato che non si nasce santi ma si ci forma rimanendo fedeli alla grazia,  giorno per giorno. La vita di San Massimiliano Kolbe ha dimostrato che è la fede che abbatte le barriere dei propri limiti e che, assecondando la grazia, l'amore si dilata fino ad essere infinito. San Massimiliano Kolbe ha vissuto la storia della sua nazione fino in fondo e non ha accettato compromessi. Ha accettato il martirio della sua malattia, giorno per giorno e questo ha rafforzato il suo carattere... Riuscì a trasformarla in un tesoro immenso... Che grazia stupenda la malattia! Essa forgia il carattere e nella sua immensa debolezza, risalta la forza di Dio. E nonostante la malattia, tirò su un grande impero d'amore. Tutto è possibile a Dio. I compromessi non erano affatto per lui, tanto che, quando, scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, gli fu chiesto di diventare tedesco, egli rifiutò energicamente: "No, io sono polacco!".
Egli predicò il perdono fino alle estreme conseguenze. Insegnava a perdonare tutti, anche i tedeschi. I tedeschi avevano ridotto gl'internati nei campi di concentramento a non essere più uomini, avevano inoculato in loro il germe dell'odio. Ma Padre Kolbe testimoniò che essere uomini anche in un campo di concentramento, era possibile e lo testimoniò nell'atto estremo della donazione della vita.

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