Ma tra una versione di latino (odiavamo particolarmente quelle di Cicerone), un’espressione a due incognite di algebra, ci scambiavamo la nostra visione della vita, ammiravamo i cambiamenti del nostro spirito, con quell’attesa tipica degli adolescenti che, con meraviglia, s’affacciano dalla finestra della vita, e scrutano con trepidazione l’orizzonte, se per caso ci sono dei grandi mutamenti nella vita. E noi, riguardo all’orizzonte, non avevamo nulla da invidiare a nessuno. Dalla via dove lei abitava, sovrastata dai monti, si poteva contemplare la lunga linea dell’orizzonte dove spesso scomparivano le grandi navi con i loro comignoli che sputavano fumo nero. Così sembravamo noi: dei marinai che scrutavano con trepidazione l’orizzonte, in attesa della comparsa di una nave che avrebbe imbarcato i nostri sogni e li avrebbe portati lontani da noi, dove noi, invero, non osavamo sperare. Mi piacevano quei pomeriggi che si tingevano di un colore cupo, scuro. Le nuvole si ammassavano sui monti e non riuscivano a passare oltre quella barriera. Ed ecco che anche il mare, minaccioso, diventava color platino, brillava ancora specchiando le nuvole nere. Si alzava un vento sinistro che, con il suo alito, presagiva pioggia.
Ama e dentro il tuo cuore ci sarà un piccolo frammento dell'infinito di Dio, un piccolo specchio che rifletterà l'azzurro del cielo. Entra nella cella del tuo cuore e immergiti nel suo silenzio...Ascolta, parla il tuo Maestro! Colui che creò le imponenti montagne e il mare immenso...
domenica 12 settembre 2010
Incontro all'autunno
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