sabato 24 agosto 2024

Ciò che è importante

 "O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia"



Desidero cominciare dalla preghiera con cui  finiscono i primi vespri di oggi. 

Dio unisce in un solo volere, quello suo, le menti dei fedeli. Qual è il suo volere? Il suo è un disegno di redenzione, perciò desidera che tutti gli uomini vivano in Lui, nell'amore. Il suo volere è quindi l'amore e il volere di ogni uomo cristiano dovrebbe essere l'amore, ma per capire questo deve sperimentarlo, deve sentire, gustare, assaporare la gioia e la pace che ne provengono, altrimenti il suo volere rimane una gioia effimera dovuta alle cose della terra che, sappiamo tutti, passano in un lampo, in un soffio... Un minuto prima ci sono, un istante dopo sono scomparse. Il nostro cuore non deve puntare a queste gioie terrene, anche se effettivamente ci danno pace e serenità, perché c'è qualcos'altro di più duraturo, di più importante a cui dobbiamo puntare.

La preghiera continua su un tono assai strano: concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi. Alla base di tutto c'è un atto d'amore, altrimenti non riusciamo a compiere il volere di Dio. Non basta andare a Messa, dire qualche preghiera quando ci pare o quando le tempeste della vita ci colgono di sorpresa e  vediamo che tutto ci crolla addosso, che le felicità effimere su cui avevamo contato, sono distrutte e hanno lasciato un vuoto incolmabile. A volte guardando al nostro spirito, ci accorgiamo quanto siano fugaci le nostre sensazioni, perché soggette al nostro corpo così fragile, così vulnerabile... 

Egli ci comanda di amare gli altri, il nostro prossimo: Gesù lo ha esplicato più e più volte ai discepoli e a coloro che lo interrogavano per sapere cosa avrebbero dovuto fare per conquistare il regno di Dio. Se da una parte, amare è sacrificio perché pone la felicità altrui al primo posto, anche rispetto alla nostra, dall'altra Dio non si fa vincere in generosità e ripaga il nostro spirito con una serenità senza pari. Perché? Perché con l'amore ci libera dalle catene dell'egoismo che ci costringe a vedere le nostre sofferenze, i nostri bisogni e rimaniamo intrappolati là, incapaci di reagire e di muoverci. Allora bisogna desiderare amare, sentirsi sedotti da questo amore che domanda, che scava nelle profondità del nostro essere. 

"... e desiderare ciò che prometti". Vi sembra strano? Non è così scontato che il cristiano desideri ciò che Dio promette: la vita eterna, essere ammessi nel suo Regno. La nostra vita è tutta orientata all'eternità e bisogna desiderarla. Non bisogna fermarsi al venerdì santo. 

È chiaro che per amare ciò che Dio comanda e desiderare ciò che Lui promette, bisogna andare alla Fonte, assaporare quell'acqua viva che è Cristo e si può solamente quando ci mettiamo in preghiera, quando siamo in ascolto della Sua voce, altrimenti amare il prossimo rimane mera filantropia che non ha nulla a che vedere con la carità cristiana. Bisogna desiderare il paradiso, la vita eterna, solamente così riusciremo ad amare Dio e i fratelli/sorelle più di noi stessi. E dove possiamo imparare ad amare il prossimo se non contemplando Cristo crocifisso? Ma poi, dobbiamo davvero credere che non è finito tutto là. La grande pietra è rotolata dal sepolcro e il Corpo di Gesù è davvero risorto! Ma quale vantaggio avrebbero ottenuto gli Apostoli nel predicare una cosa del genere, quando per questo hanno affrontato la morte?

E là, in questa infinita gioia deve essere fisso il nostro cuore, nonostante le vicende della vita che ci possono portare a dubitare, ad attraversare momenti di tempesta in cui la nostra barchetta fragile sembra affondare... il nostro cuore deve essere fisso, fermo...Niente deve farlo muovere, niente... perché là sta la vera gioia!

sabato 10 agosto 2024

Il dono

 "Dio ama chi dona con gioia". Oggi la prima lettura esorta a donare con gioia. La dimensione del dono deve entrare nella mentalità del cristiano. La gioia nel donare è fondamentale. Non si può dare qualcosa a qualcuno con espressione triste e abbattuta. Immaginate la festa di Natale quando si scambiano i doni. Chi ha fatto il dono volentieri, scruta con trepidazione l'espressione di chi lo ha ricevuto per cogliere la gioia nell'espressione degli occhi e del viso. Può capitare che si faccia un regalo per semplice scambio, ma ciò toglie ad esso il significato più profondo. 



Durante la nostra vita otteniamo da Dio le grazie necessarie per diventare santi: tutto ciò che ci accade, le persone che incontriamo o abbiamo accanto, sono permessi da Lui affinché sfruttiamo quelle occasioni per santificarci, per offrir ciò come un dono. Non diamo a Dio queste cose con tristezza, perché perderemmo parte della ricompensa, ma offriamo tutto con gioia. Non è facile, perché la nostra anima è racchiusa in un corpo che ci dà dei limiti che a volte percepiamo come insormontabili. Questa percezione deve essere superata: Dio è il Dio dell'impossibile! Lui è capace di fare meraviglie con il nostro niente. 

mercoledì 7 agosto 2024

Gratitudine

 La gratitudine è un elemento fondamentale nel rapporto personale con Dio. Attraverso essa, si riesce a intuire il grande amore del Creatore nei nostri confronti. Il buon Dio costella il nostro cammino di numerose grazie, di regali che non meritiamo. Se riusciamo ad allenare i nostri occhi a vederlo, scopriremmo quanto siamo importanti per Lui e quanta cura abbia nei nostri confronti. 



Dio ci guida nel nostro cammino, ogni istante: non permette che noi cadiamo davanti ad un pericolo; ci dona la gioia in un momento in cui affonderemmo; ci mette le persone giuste accanto quando il cammino si fa più duro. Tante volte queste grazie sono piccole, quasi nascoste, perché Dio ci ama gratuitamente e non vuole nemmeno essere ringraziato. Siamo noi che dobbiamo allenare i nostri occhi a vederle, così riusciremo a vedere anche il positivo di cui la nostra vita è piena. Allora la gratitudine riempirà i cuori e con la gratitudine i cuori si riempiranno di gioia. Noi non meritiamo nulla, il suo amore è gratuito!

martedì 6 agosto 2024

La trasfigurazione

 Oggi è la festa della Trasfigurazione di Gesù. Gesù chiamò in disparte su un alto monte Pietro, Giacomo e Giovanni. Non tutti gli Apostoli vissero l'esperienza della Trasfigurazione. Gesù sceglie alcuni con uno scopo preciso, non conosciuto da noi. Dà a ciascuno di loro un dono particolare ed unico. Gesù cambiò aspetto davanti a loro e apparvero Mosè ed Elia. I discepoli provarono paura, come sempre sentiamo davanti a ciò che  non capiamo, ma percepiamo molto più grande di noi e non alla nostra portata. Sentirono, però, anche tanta gioia dentro il cuore, perché Pietro percepì l'esigenza di rimanere là, di costruire 3 tende per Gesù, Elia e Mosè. Tutto  finisce con una raccomandazione di Dio Padre: "Questo è il Figlio mio, l'amato, in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo!". Riporta a uno dei primi tre comandamenti che esplicano il rapporto dell'uomo con Dio e termina con l'ordine di ascoltarlo. Ripete esattamente lo Shemà Israele (Deuteronomio 6), come a voler dire che, per raggiungere il Paradiso, per rivivere il momento della Trasfigurazione per sempre, l'unica strada è ascoltare Gesù. Nelle Parole di Dio Padre vi è la proclamazione della divinità di Gesù. 



lunedì 5 agosto 2024

La fede

 Qual è la strada giusta per saltare il Purgatorio??? Domanda da 1 milione di dollari. Non abbiamo una risposta decisiva che possa togliere, come d'incanto, tutti i nostri dubbi. Le varie devozioni approvate dalla Chiesa, ci mostrano varie strade che possiamo percorrere, ma potrebbero non essere decisive. Non sono quel Jolly che ci dà la certezza di vincere... ma possiamo cercare, se non altro, di darci una risposta.



Partiamo proprio dal Vangelo. L'opera più grande che l'uomo può fare, è credere in Dio. Lo dice Gesù nel Vangelo,  non per sminuire la volontà o la capacità dell'uomo, ma per far comprendere che, se l'uomo crede fermamente in Dio, la sua realtà si trasforma, la sua vita si trasfigura. In questo modo la realtà assume un' altra connotazione, quella dell'eternità e ogni cosa viene vissuta in modo diverso, più leggero, a partire dalla realtà più cruda e drammatica che è la morte. Vero è che l'uomo, senza Dio, non può far nulla. Non è vero che l'uomo può vivere senza Dio. Se l'uomo non crede in una divinità, questo per includere tutte le religioni, si appiglia ad altri idoli per costruire le sue certezze e la sua felicità, idoli che possono essere il denaro, gli oggetti che possiede, ma anche la famiglia, il proprio successo... Queste cose sono, però, effimere, non sono stabili, sono legate ad altre circostanze e quindi, destinate a scomparire, anche le cose buone e belle. Colui che costruirà la propria felicità su queste cose effimere, raggiungerà sì la felicità, ma non duratura, e, in quell'instabilità, si formerà un vuoto che nessuna cosa e persona colmeranno.

E poi... c'è santa Teresa di Lisieux che ci indica la sua piccola e semplice via: abbandonarsi all'amore di Dio. Così tanto semplice non è per noi che siamo attaccati alle cose terrene, al nostro modo di vedere, ai nostri progetti e alla nostra esigenza di avere tutto sotto controllo. La piccola via che è quella dell'umiltà, ci riporta a ciò che ho detto prima: se si crede fermamente che Dio esiste, si ha fede e ci si affida a Lui. 

La strada è, insomma, quel del Vangelo, nessun'altra ci può portare in paradiso velocemente ed è l'amore di Dio che compirà quest'opera in noi. 

Ricordi belli

 I ricordi belli suscitano in noi gioia e desidereremmo rivivere quei momenti. Quando la nostra mente li accarezza, li ripercorre, sentiamo nel nostro cuore una sorta di nostalgia che fa quasi male, soprattutto quando non si possono più creare le circostanze per le quali i ricordi si sono generati. Il problema è che tante volte quei momenti sono unici, irripetibili. Se anche noi vivessimo nuovamente le medesime circostanze o ci trovassimo nello stesso scenario, le sensazioni prodotte non sarebbero come quelle provate nel passato e rischieremmo di rimanere delusi... Ma come??? L'altra volta avevo sentito così tanta pace! E cerchiamo di ricreare le stesse condizioni, ma non ce la facciamo: il ricordo è unico, irripetibile. Riproponendo la stessa condizione, non abbiamo fatto altro che generare un altro ricordo, non coinvolgente come quello di prima, forse deludente. Molto probabilmente, ciò che lo rende unico è proprio il fatto di crearsi in quella circostanza, per la prima volta, per la novità del contesto.

È interessante notare come un ricordo bello sia semplice. A volte è un odore particolare, legato a una circostanza che abbiamo desiderato tanto, perché le nostre aspettative erano alte. Ad esempio da bambina desideravo tanto andare al mare e, quando mi recavo in spiaggia (in realtà era una scogliera😁), il profumo della crema solare, della salsedine, della gomma infuocata dal sole, mi colpivano gradevolmente le narici. All'epoca avevo associato il fatto di recarmi al mare, che mi divertiva così tanto, agli odori prima elencati... I profumi dell'estate! Allora, adesso, quando risento questi odori, il mio cuore ripercorre velocemente il tempo che mi separa dal mio desiderio infantile di andare al mare ed è scosso dalla gioia. 



La mia riflessione è questa: c'è stato un momento in cui si è incontrato il Signore, si è sentita la sua presenza in modo ponderante. Magari, proprio in quel momento è capitato che ci siamo innamorati di Lui perché la pace di cui è stato inondato il nostro cuore è stata unica: nessun'altra cosa ha suscitato in noi quelle sensazioni. Quando entriamo nella nostra aridità, nel nostro deserto interiore o delle prove fisiche, dobbiamo ripercorrere quel ricordo per spronare la nostra volontà a continuare il nostro cammino cristiano.  

Il segreto è la vigilanza, che non è cosa facile: immersi nelle cose da sbrigare, spesso non ci accorgiamo dei piccoli segni della vicinanza di Dio, perché forse vorremmo che si facesse manifesto in modo spettacolare... invece non è così, Egli è presente nelle cose più piccole e semplici della vita, che riusciremo a cogliere solamente se il nostro cuore sarà pieno di gratitudine: può essere presente nel verde intenso delle foglie in primavera, nel candore della neve in inverno, nella maestosità delle montagne, nel momento di gioia che ci ha regalato un/a amico/a... o addirittura in un momento di solitudine, quando leggiamo un buon libro che ci rende felici, quando sorseggiamo il nostro tè o caffè mentre fuori il sole scompare all'orizzonte... 

Ecco il segreto della felicità: sta nel saper accogliere questi momenti semplicissimi, ma unici, regalatici da Dio a cui il nostro cuore dovrebbe rendere sempre grazie...

domenica 4 agosto 2024

Ricordi brutti

 La nostra vita è fatta di ricordi. Questi costituiscono la nostra storia personale. 



I ricordi possono essere belli e brutti, ma tutti si sono creati mediante le emozioni, fissandosi così nella nostra memoria più facilmente. Sono fatti di piccole cose, a volte di semplici colori e odori, momenti di intimità e tranquillità personale, pace, benessere, che hanno suscitato nel nostro cuore emozioni positive e ci hanno lasciato il segno. Quelli brutti hanno le stesse caratteristiche di quelli belli, solamente che ci hanno trasmesso un altro messaggio. Se si ripercorrono con la memoria, alcuni ci hanno insegnato qualche cosa, altri sono finiti bene in gloria, c'è stata la fatica del percorso dopodiché tutto è finito bene sfociando in un' emozione positiva. I ricordi brutti creano delle ferite interiori che non vanno trascurate. I ricordi brutti vanno ripercorsi con la propria memoria per metabolizzare e prendere da essi ciò che di positivo ci possono insegnare, ma di fatto rimangono ricordi brutti che non vorremmo più rivivere. Eppure anche questi ricordi ci danno qualcosa, ci permettono di migliorare il tiro... L'importante è curare queste ferite, non lasciare che esse ci mutilino e ostacolino il nostro cammino. È l'arte di rialzarsi, di imparare, di mettersi in discussione. Allora, solamente così, i ricordi brutti ci insegneranno qualcosa, saranno valorizzati e canalizzati nella giusta direzione.  

A volte i ricordi brutti vengono rimossi, perché dietro di essi ci sono traumi psicologici importanti. In questo caso ce ne accorgeremo dai nostri comportamenti. Noi non possiamo far altro in questo caso che affidarci a Dio e chiedere di essere guariti e cercare di correggere le nostre reazioni nel "qui ed ora" che viviamo.


venerdì 2 agosto 2024

Ritirarsi in disparte

Spesso il Vangelo racconta che Gesù invita i suoi discepoli a ritirarsi in disparte con Lui o, addirittura, che Gesù stesso  si ritira a pregare.
Abbiamo bisogno di ritirarci, di stare con Dio per raccogliere le idee, di allontanarci dalla frenesia del nostro operare per recuperare l'essenziale. 


Le preghiere comunitarie sono una cosa buona perché in un altro passo del Vangelo si dice che dove due o tre si accordano per chiedere una cosa, il Padre gliela concederà, ma la preghiera personale è importantissima. Essa ci trasforma e , nel silenzio della Sua Presenza, ci mettiamo a nudo e raccogliamo ciò che Dio ha seminato nella nostra vita e l'assimiliamo. 
Abbiamo bisogno della preghiera personale, del silenzio affinché la nostra vita preghiera diventi vita concreta e donata agli altri, altrimenti rischiamo di essere travolti dalla frenesia delle cose da fare, dalla stanchezza, dalla mancanza di tempo. 
Ecco quindi l'importanza della domenica: di domenica riposiamo in Dio, stiamo con Lui per capire qual è l'orientamento che stiamo dando alla nostra vita. Ovviamente questo andrebbe fatto ogni giorno di sera, se non altro per aggiustare il tiro del nostro operare.