Nelle necessità crediamo
che Dio ci abbia dimenticato. Vorremmo una vita che scorresse senza
intoppi, liscia come il velluto, ma troppe volte ci rendiamo conto
che non è così: c'è un qualcosa di superiore che la regola, che
talvolta le dà una svolta inaspettata e dolorosa... allora la nostra
fede vacilla. La nostra barchetta annaspa tra le onde, talvolta
imbarca acqua e minaccia di essere travolta dai marosi. Dio dov'è? È
la nostra domanda che echeggia nel nostro cuore, domanda drammatica
che è rimbalzata nel cuore di molti e ha riempito lo spirito anche
di tanti santi... Rincuoriamoci perciò e non scoraggiamoci davanti a
questa domanda che sembra minacciare pericolosamente la nostra fede e
il nostro rapporto con Dio. San Paolo, nella lettera ai Romani, ci
ricorda che nulla può separarci dall'amore di Cristo. Tutto ciò che
noi riteniamo male, non può allontanarci dall'amore di Cristo...
anzi, dice di più: in tutte queste cose noi siamo più che
vincitori...
D'altronde è quello che
ha vissuto lo stesso Gesù. Dopo aver predicato l'amore del Padre,
aver fatto tanto bene, liberato dal demonio e dalle malattie la
gente, viene condannato alla morte di croce, perseguitato,
oltraggiato. La sua predicazione è stato un fallimento totale anche
tra gli apostoli: nessuno, tranne Giovanni, gli è rimasto accanto!
Totale fallimento... eppure Lui vive la croce fino in fondo. Non
scende dalla croce anche se ai piedi della croce, fra tutta la gente
che aveva beneficato, non era rimasto che un manipolo di donne, sua
mamma e Giovanni.

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