giovedì 21 agosto 2014

Accoglienza

Volevo soffermarmi, però, su un altro aspetto che si sta vivendo in Iraq: la persecuzione dei Cristiani. A volte non si pensa: noi cristiani potremmo essere chiamati, tutti, a questa testimonianza e dovremmo prepararci giorno per giorno per essere pronti a tale evenienza. È vero che il nostro mondo, imbevuto di ateismo, ci offre un altro tipo di persecuzione, tuttavia quella di sangue rimane quella estrema. Oltre ad essere consapevoli di avere molti martiri per la Patria, lo siamo anche di averne altri per la fede? Quanti! Tantissimi e a loro dobbiamo la nostra spiritualità. Che dire che nemmeno di questo ci rendiamo conto? Le nostre chiese si sono svuotate, coloro che dovevano essere testimoni sono diventati codardi e sostenitori di una vita pressoché mondana che poco ha di che spartire con la spiritualità se non una facciata esterna fatta di parole ripetute all'infinito, gente che si barrica nel proprio perbenismo spirituale, dimenticando che la perfezione sta nell'amore! Gente che pensa che farsi vicino al prossimo significa tenere lo stesso loro stile di vita. Quante volte papa Francesco ha cercato di rompere il muro dei cattolici perbene che non hanno più il coraggio di sporcarsi le mani ma sono diventate aziende, come qualsiasi, che non sanno più dare vita, ma sempre più spesso comunicano stanchezza, morte ed egoismo. Dovremmo prepararci, sì, sempre, rispolverando le nostre radici, per poter conoscerci meglio... Un giorno Cristo ha scelto Roma per espandere il suo messaggio d'amore e di pace... Dovremmo esserne fieri, ma purtroppo abbiamo dimenticato le nostre origini. Però qualcosa ridonda nel modo di essere di noi italiani, se non altro per l'accoglienza e la difficoltà con cui penetrano le idee atee nella nostra legislazione. E riguardo all'accoglienza... è tutto chiaro: la tragedia di tanti immigrati che preferiscono affrontare viaggi pericolosissimi su mezzi di fortuna per approdare in un'Europa più fortunata economicamente parlando... Il fatto è che non vorrebbero rimanere in Italia, il loro viaggio dovrebbe continuare per stati che stanno ancor meglio dell'Italia... Il “bello” è che nessuno di questi li ha accolti o ha pensato di aiutare l'Italia nella sua difficile incombenza. Ma siamo noi Italiani dei boia, da lasciar affondare quei barconi, senza muovere un dito? Come potremmo? Gli altri stati si vantano del loro benessere economico grazie alle loro leggi spietate, noi dobbiamo vantarci della nostra accoglienza che sebbene non sia fatta sempre più spesso a regola d'arte, ci ritornerà prima o poi, magari non come i più si aspetterebbero... il bene che si fa non va mai perso e sono sicura che ci ritornerà. Fiera di essere cristiana? Sì, certo!

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