lunedì 13 maggio 2013

Papa Francesco



Ieri, alcune scene viste in televisione, mi hanno fatto riflettere su qualche cosa. Era la Messa del Papa. Mentre talune Istituzioni della Chiesa, cercano di tornare alle origini percorrendo strade errate che portano alla chiusura di mentalità, al barricamento esteriore entro confini angusti di mancanza di carità, il Papa sta offrendo un modello totalmente diverso. Tornare alle origini non significa esasperare regole o altro, ma vivere il vangelo nella sua interezza. Così sta mostrando il Papa che spezza spesso i protocolli rigidi del Vaticano: il Papa dei poveri... Ma non solo, deve essere il Papa di tutti... e lo è. Il suo atteggiamento deve far aprire gli occhi, interrogare, additare il cielo. Ecco allora che Papa Francesco va oltre l'abbraccio del colonnato di San Pietro, per incontrare la gente, senza timore di attentati, di mettere a repentaglio la propria vita. Egli sa che oggi l'uomo, l'umanità intera, ha bisogno nuovamente di una Chiesa che si fa prossima, come i primi tempi. Non ha bisogno di una Chiesa che si barrica, che si chiude in atteggiamenti di superiorità o di Istituzionalismo rigido che dà spazio solo ad alcuni, neanche fra i migliori.

La seconda cosa che mi ha fatto riflettere è stato il modo in cui veniva distribuita la Santa Comunione a tutti fedeli, non solamente quelli davanti al Papa: in bocca e non sulla mano. I preti, quando vedevano che il fedele tendeva le due mani, dicevano risolutamente no: l'hanno data solamente in bocca!
Papa Francesco pone l'accento sull'apertura che deve avere la Chiesa che non deve adorare quattro mura in cui si chiude per pregare e fare del bene, solo lì, neanche per carità, ma per proprio tornaconto personale, e, nello stesso tempo, comunica che il centro della vita cristiana deve essere il Santissimo, al quale si deve rispetto!
Si deve rispetto al Santissimo! È Lui il centro della vita cristiana! A Lui si deve tornare, non all'inchiostro scritto su carta.

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