giovedì 18 aprile 2013

Il pane della vita


Gesù si definisce il pane della vita. La vita non è essenzialmente quella materiale, lo abbiamo meditato più volte: l’uomo vive di cose astratte, non è quello che possiede che lo rende felice. Esiste, però, una vita, quella dello spirito e tale vita bisogna alimentarla, fortificarla. I mezzi sono la preghiera e la frequentazione dei Sacramenti. L’Eucaristia è l’Alimento per eccellenza che permette la crescita dello spirito e  va mangiata degnamente e non superficialmente. L’anima deve mettersi in sintonia con Colui al quale si unisce. Gesù, infatti, non invita nessuno alla sua mensa, ma è lui stesso che si dona come cibo. Questo è un impegno più gravoso che richiede maggior impegno rispetto ad essere semplicemente dei commensali. Lo spiego come si farebbe con i bambini.
Ultimamente sono sorte in modo esagerato delle intolleranze a particolari sostanze contenute nei cibi. Sono cibi buoni, non a tutti fanno lo stesso effetto. Vuol dire che è il corpo che ha sviluppato alcune reazioni chimiche, non buone, verso alcuni alimenti anche fondamentali. Pensiamo al latte e agli elementi del pane. Anche nello spirito si possono sviluppare tali allergie, astratte, non le vediamo, forse le sentiamo, ma non vogliamo accorgerci della loro presenza. L’Eucaristia è un Alimento buono, ma a taluni può creare delle allergie che fanno male allo spirito: queste allergie sono determinate dal peccato. Quelle lunghe file per ricevere l’Eucaristia preoccupano, perché spesso il medico delle anime, il confessore, rimane disoccupato. Colui che riceve l’Eucaristia forse non sa di possedere queste allergie, ma queste sono deleterie nel tempo e il pane della vita non genera vita spirituale come dovrebbe.
Dobbiamo metterci, perciò, in sintonia con Gesù e con il prossimo. Ricordiamo che la croce è composta da due bastoni: quello verticale, il rapporto con Dio, e quello orizzontale, il rapporto con i fratelli. Non possono essere scisse queste due dimensione, altrimenti non genererebbero l’albero della salvezza che fu il legno della croce. Non abbiamo pensato che senza il legno orizzontale che inchioda le mani alla croce, non potremmo stare sulla croce, e quindi non avremmo l’amore perfetto, quello di Dio? E d’altronde, senza quello verticale, l’uomo potrebbe scappare molto facilmente. Quello che vuole Dio da noi è un amore senza confini, che prenda e coinvolga tutte le dimensioni dell’uomo: la mente, lo ha dimostrato con la corona di spine; le membra, inchiodate sulla croce; il cuore, dal quale è scaturito nella Chiesa l’annuncio del vangelo.

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