lunedì 27 luglio 2009

Passa anche luglio

I giorni seguenti al mio ritorno a Roma sono stati confusi, pieni di impegni e, nello stesso tempo, intrisi della sensazione di non aver concluso nulla. Anche riguardo ai blog ho passato momenti di confusione: come avrete notato non sono stati aggiornati con la stessa assiduità del periodo che ha preceduto il mio ritorno a Genova. Dopo aver saputo che rimango qua, ho cominciato ad ordinare la stanza, i vari cassetti, l'armadio. Sono riuscita quindi ad ordinare anche il mio tempo: quello da dedicare agli altri, alla scuola, ai blog...Quello della preghiera era già ordinato! Sono contenta di essere tornata! Non essendomi ancora organizzata, non sono riuscita a soffermarmi su nessun argomento in particolare. Mi torna alla mente un discorso intavolato fra i miei compagni di viaggio. Finalmente non ero sola...Il discorso è cominciato perché una signora ha raccontato di una battuta infelice di un prete dalla quale trapelava un certo dubbio sull'esistenza dell'aldilà. Qualcuno ha commentato: "Ma come, ci credo io e lui che è un prete..." In fondo anche tanti mistici sono passati per la cosiddetta notte dei sensi, come san Giovanni della Croce, santa Teresina di Liesieux e tanti altri. Quest'ultima fu poi sconcertante nell'affermare che di fronte al suo sguardo si era innalzato un muro che non le lasciava intravedere il "cielo" e che, nelle sue poesie, cantava ciò a cui anelava e non quello che sentiva realmente. I dubbi le si erano insinuati nella mente con una potenza tale che non sapeva più se esisteva davvero un paradiso. Per chi ha dato la vita a Dio questo è un dramma. E' come se una sposa un giorno si accorgesse che ha avuto un'allucinazione e colui che ha sposato non esiste se non nella sua mente. Qua sono in gioco tanti valori, tra i quali l'interrogativo più grande dell'uomo: l'eternità. Troppe volte, passato l'entusiasmo iniziale, il cristianesimo rischia di diventare una struttura moraleggiante o fatta di soli doveri. Il Cristianesimo ha un'anima che la vivifica ed è Cristo, cioè l'amore. E' l'amore che deve trapelare dai comportamenti. L'abito è espressione dell'amore che vivifica il cristiano e non solo dei doveri che deve imporre: Gesù viveva in mezzo ai peccatori e li amava. Non so se mi sono spiegata, spero di non venire fraintesa.

2 commenti:

julo d. ha detto...

Quello che diversifica la "notte del dubbio" dalla 'non-credenza' di tanti (purtroppo anche consacrati) è la sofferenza. Sia in s. Teresa del Bambin Gesù che in s. Giovanni dell Croce, più che un 'non credere' è un non vedere, ed è un non vedere che da molta sofferenza interiore. Ed è un 'non vedere' che non sfocia MAI in un deridere chi invece crede, anzi, c'è nei loro confronti una specie di sana invidia.

Invece in tanti che si proclamano 'non credenti' nell'aldilà si trova una derisione nei confronti di chi crede.

Pace e benedizione
Julo d.

Angel ha detto...

Io ho capito le tue parole, almeno penso. Vedi, tutti passano nel dubbio: purtroppo è normale perchè certe volte basta un solo momento di debolezza affinchè il dubbio si insinui in profondità. La nostra fede deve essere più forte, ma non è facile: la preghiera è l'arma che ci aiuta in questo.