domenica 26 febbraio 2023

Sacra Scrittura

 Quando ci apprestiamo a leggere qualsiasi brano appartenente alla Sacra Scrittura, che sia del Nuovo o del Vecchio Testamento, dovremmo pregare Dio che mandi il suo Spirito Santo nel nostro cuore affinché ci faccia comprendere l'ampiezza, la profondità della Parola di Dio. Non possiamo accostarci ad essa con supponenza o superficialmente come con qualsivoglia lettura: dobbiamo avere la consapevolezza di essere ignoranti, di non essere capaci di comprenderla

se non con l'aiuto dello Spirito Santo. 

La lettura della Sacra Scrittura ci aprirà ogni volta orizzonti nuovi, scopriremo sfaccettature nuove. Questa è l'opera dello Spirito Santo in noi che ci spiega le Scritture affinché riusciamo poi a metterle in pratica. Metterle in pratica non sarà una cosa immediata, c'è la fatica di superare le nostre debolezze, il nostro egoismo, la nostra durezza di cuore. 

Non dobbiamo stupirci delle nostre debolezze, attraverso di esse capiremo quelle degli altri e saremo più inclini al perdono. Non dobbiamo essere convinti che "noi non faremo mai quella cosa" o che "a noi non capiterà mai" (ovviamente sono convinzioni che toccano il soggetto in prima persona). Dobbiamo essere vigili e chiedere in ogni istante della nostra vita l'aiuto di Dio. Non scorderò mai le parole di santa Teresa di Lisieux durante la durezza della sua malattia: "non lasciate mai accanto al letto di una malata grave delle medicine, perché esse non siano una tentazione di abbreviare le sofferenze".

Ella non supponeva di sé, sapeva che la forza le veniva da Dio. Quest'atteggiamento di umiltà ci mette in ascolto delle sofferenze e debolezze altrui, le considera con riguardo e ci pone in una condotta di accompagnamento rispettoso, senza giudizio o condanna verso gli altri.

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