mercoledì 27 aprile 2011

Finalmente Pasqua

Questi giorni sono stati ricolmi della benedizione del Signore...Quante prediche belle, toccanti... Perché in fondo il mistero più profondo dell'uomo è la morte, quel salto nel "buio" che solo la fede con la sua luce può illuminare. Tra le tante cose ascoltate, ne riporto qualcuna che mi ha segnato più profondamente. E' vero, spesso e volentieri non si accetta la sofferenza, non si vuole pensare alla morte. E' da stolti! Infatti, come possiamo cancellare un avvenimento così certo nella nostra vita come lo è la morte? Possiamo non pensarci, crederci eterni, ma prima o poi bussera alla porta del nostro cuore, e non chiederà nemmeno il permesso...entrerà e ci troverà così come siamo. E' vero, per quanto siamo malati, comunque la morte ci traghetterà all'altra sponda quando meno ce lo aspettiamo. Mai lasciare conti in sospeso perché non sappiamo se il Signore ci accorderà il tempo di regolarli su questa terra.
La morte è il dramma umano più sconvolgente, che appassiona e ripugna. Si dice che il grande poeta Leopardi, sebbene abbia desiderato e decantato le meraviglie della morte, ne avesse una paura matta. La morte c'insegna, però, tante cose, è una maestra di vita. Nella sua crudezza ci comunica la nostra precarietà in questo mondo e ci esorta a cercare ciò che è veramente importante nella nostra vita.
E' vero che per adesso aspettiamo ancora la Resurrezione dei nostri corpi e quindi viviamo una pasqua parziale... ma è pur sempre una pasqua!
Oggi, navigando per internet, mi sono imbattuta in alcune presentazioni di Power Point sulla morte. Là ho letto una frase che, mai come adesso, comprendo pienamente. L'amore è più forte della morte. La morte rafforza i vincoli. Dio che ci ama immensamente, cosa farà per non spezzare i vincoli che ci tengono a Lui legati!
Inoltre la Croce... Strumento infamante di tortura per coloro che hanno compiuto i più efferati delitti... Ci siamo un po' abituati a vedere la Croce, il prete diceva che è diventata persino una moda fra i giovani: croci belle, dorate, di ogni forma e colore ma... una croce senza Gesù, non ha senso.
Da questa constatazione del Celebrante, sono scaturite tante riflessioni importanti. Luca ci fa notare che accanto a Gesù furono crocifissi due ladroni che vissero differentemente la sofferenza della Croce. Uno morì tra i più atroci dolori maledicendo Dio, unendosi ai carnefici, l'altro morì riconoscendo i suoi delitti e quindi accettando il supplizio come espiazione e riparazione delle sue malefatte, inoltre riconobbe Gesù come Salvatore e Re del Suo Regno. Ciò gli garantì il Paradiso. La croce è la stessa, le sofferenze sono le medesime, è il modo con cui si vive il dolore che cambia.
E finalmente Pasqua! La Resurrezione. Sembra tutto finito. Sicuramente gli Apostoli avranno ripercorso con il pensiero tutte le tappe fino alla Passione di Gesù. Sfiducia, sofferenza, speranza? Quali sono i sentimenti degli Apostoli in quei tragici momenti?
Non si sa. Fatto sta che le donne quando videro Cristo Risorto, non stavano più nella pelle; corsero quanto più potevano per annunciare che Gesù era vivo senza curarsi di ciò che avrebbero pensato. Ed infatti le presero quasi per matte. Pietro e Giovanni corsero al sepolcro per accertarsi che non stessero vaneggiando. Dopo un lutto si pensa spesso che forse non è vero ciò che è accaduto, ma quando ormai il corpo è affidato alla terra, la speranza si spezza... Ecco perché Gesù ha aspettato ad essere deposto dalla croce e sepolto. Altrimenti l'avrebbero presa per morte apparente. Che gioia sapere che quella persona vive ancora! Ci crediamo sì o no? Spesso anche la Resurrezione di Cristo è diventata una bellissima filosofia.
La Resurrezione è un fatto concreto che avverrà anche al nostro corpo.
Auguro quindi a tutti una vera Santa Pasqua di fede e gioia autentiche!


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