martedì 17 aprile 2018

Il nostro pane

Risultati immagini per pane disceso dal cieloIo sono il pane disceso dal cielo, chi mangia il mio corpo e beve il mio sangue, non avrà più fame e sete in eterno.”. Ho riportato alcune frasi del Vangelo che completano la pericope di oggi. I Farisei chiedono un segno e, facendolo, menzionano il fatto straordinario dell'Antico Testamento, quando Dio sfamò il suo popolo nel deserto con la manna. Il popolo stremato, affamato, assetato, timoroso riguardo alle numerose incognite del futuro, riceve da Dio un cibo che piove dal cielo: la manna. Tutti contenti al momento, ma al ripetersi del prodigioso evento che li ha salvati, il popolo si stanca e comincia a brontolare. È praticamente il prototipo del nostro comportamento che assumiamo talvolta nei confronti di Dio: quando otteniamo qualche dono che abbiamo bramato e atteso e che, in ogni caso, la sua presenza ci avrebbe salvato sicuramente, dopo un po' ci stufiamo e cominciamo a brontolare.
Siamo tanto abituati a vedere ciò che ci manca che la nostra povera mente non riesce neppure a intravedere i doni che possiede e, soprattutto, la gratuità con la quale essi ci sono stati elargiti.
Il “mugugno è libero” si dice a Genova, purtuttavia si deve andare oltre: è importante saper vedere le cose positive e non lasciarci prendere dal pessimismo.
Ritornando al discorso sul pane, Gesù a quei tempi parlava a persone che avevano bisogno di una sicurezza e che lavoravano sodo per guadagnarsi il pane quotidiano. Non vivevano come noi, vivevano per lo più alla giornata ed il pane era tutto. Il fatto che noi abbiamo la pancia piena, ci fa scordare i bisogni non materiali, altrettanto fondamentali. Ancora oggi abbiamo bisogno del pane, siamo disorientati, impauriti, insicuri davanti ad un futuro incerto, bisognosi d'amore, insoddisfatti perché pieni d'impegni di ogni genere, irrealizzati. La risposta a queste nostre domande, al vuoto interiore è Gesù. Egli dà al nostro spirito e al nostro corpo il cibo fondamentale per essere per sempre sazi.


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