Ama e dentro il tuo cuore ci sarà un piccolo frammento dell'infinito di Dio, un piccolo specchio che rifletterà l'azzurro del cielo. Entra nella cella del tuo cuore e immergiti nel suo silenzio...Ascolta, parla il tuo Maestro! Colui che creò le imponenti montagne e il mare immenso...
sabato 16 novembre 2019
Un film che insegna
Tra tanti film violenti,
ce ne sono altri che sanno insegnare qualcosa. Uno di questi è
sicuramente “Che Dio ci aiuti”. Ovviamente, come quando leggiamo
un libro, percepiamo e focalizziamo il nostro interesse su ciò che
ci interessa maggiormente o rispecchia e risponde alle nostre
aspettative. Per rispondere a queste, gli autori della fiction hanno
inserito anche l'elemento romantico delle storie d'amore difficili e
coinvolgenti, ma tutto verte sulla protagonista della storia, una
suora “sui generis”, suor Angela, un po' strana, impicciona, ma
che ha una grande sete di fare del bene, di amare il prossimo
aiutandolo a fare chiarezza nei loro cuori e a condurli per la giusta
strada. A me interessa principalmente l'aspetto religioso e mi
identifico in suor Angela, un personaggio che m'intriga, mi sprona a
compiere la missione ogni giorno. I film, così come i libri e tutti
i mezzi di divulgazione, hanno un ruolo molto importante nella
costruzione della mentalità della gente. Molto tempo fa lessi di
manifestazioni di anime venute dall'aldilà, sia dal Purgatorio che
dall'Inferno. Una di queste anime dovette scontare molto tempo in
Purgatorio perché aveva divulgato libri che incitavano all'odio,
alla violenza e alla lussuria. Il mezzo che oggigiorno ha un ruolo
ponderante e significativo è sicuramente internet. Con la velocità
pari quasi a quella della luce trasmette idee, pensieri, notizie
false e vere e
condiziona il pensiero, la mentalità in modo davvero
pesante, grevemente e efficacemente.
Gli autori hanno scelto
per i loro protagonisti nomi significativi, non so se i
telespettatori se ne sono accorti: Angela (messaggera), Costanza (la
costanza della superiora nella fede si svela durante le cinque
stagioni), Azzurra (come il cielo... diventerà suora?), Rosa (la
sorella opposta ad Azzurra), Valentina (forte, di valore... che dovrà
affrontare con forza la sua invalidità causata da un incidente.... e
così via...ne ho citato solamente alcuni per rendere l'idea.
La parte che più mi fa
riflettere sono quelli che vengono comunemente chiamati “monologhi
di suor Angela”, ma di fatto non sono dei monologhi, sono i momenti
in cui suor Angela prega davanti al Santissimo e al Crocifisso. Gli
autori, infatti, hanno sottolineato che quei momenti erano dei
dialoghi, delle richieste di preghiera di suor Angela, mediante le
inquadrature dei particolari del Crocifisso e lo scorrere dei vari
momenti di vita dei protagonisti della serie, evidenziando il
carattere verticale e orizzontale della preghiera e nel momento in
cui Azzurra si ritrova impacciatissima in cappella, come suor Angela,
a chiedere il miracolo del risveglio dal coma della sua carissima
amica Valentina che aveva provato a suicidarsi ed ottiene una
risposta. Non sono monologhi, ma preghiere... e sono davvero
toccanti. La risposta di Dio sono gli avvenimenti che si snodano
nelle varie direzioni, secondo ciò che suor Angela aveva domandato,
oppure in modo sorprendentemente diverso. La preghiera di suor Angela
diventa un monologo nella quinta serie quando la richiesta della
guarigione di Eugenia ammalata di cancro viene esaudita in modo
sorprendente e doloroso, ovvero con la morte di un altro bimbo che
aveva dedicato la sua vita ad aiutare il padre malato precocemente di
Alzheimer.
La quinta stagione,
infatti, verte su un argomento importantissimo mescolato nelle varie
vicende amorose e divertenti: la morte in tutte le sue sfaccettature:
degli adulti, dei giovani, dei bambini. È un argomento che si snoda
silenziosamente, emergendo prepotentemente nei vari momenti di
decisioni importanti e nelle crisi di fede. Vi riporto il monologo
originale di suor Angela.
venerdì 1 novembre 2019
Vi presento... l'invidia!
Ritorniamo al discorso
della gelosia e dell'invidia. È chiaro che l'invidia è uno dei
sette vizi capitali, ovvero quei peccati che potrebbero condurci
all'inferno, se non combattiamo contro questi e lasciamo che essi si
radichino nel nostro cuore. Potrei cominciare a disquisire su questo
argomento sciorinando le varie ipotesi o tesi tenute dalla Chiesa
partendo dal Vangelo, ma non lo faccio. Desidero partire da un
discorso “pagano”, iniziando proprio da teorie sostenute dagli
psicologi. Già... perché molto spesso le tesi degli psicologi
coincidono con la mentalità del Vangelo. Certamente, alcuni discorsi
divergono, soprattutto nella soluzione di alcuni problemi, ma il più
delle volte no. Insomma, non dilunghiamoci oltre in questi
discorsi... Cosa dicono gli psicologi su questo argomento?
Dicono che la gelosia e
l'invidia sono malsane e che nascono principalmente da una forte
insicurezza della persona che la prova. Sì, è proprio così, perché
tante volte la persona che prova gelosia o invidia, può essere
oggetto di tutte le attenzioni possibili o amore, eppure non si sente
amato, ha bisogno di essere ricoperto di lodi perché interiormente
non crede alle cose buone che possiede e alle virtù che ha... ma se
anche fosse lodato, dapprima sente una grande soddisfazione, ma
poiché non è convinto che ciò sia vero, ricade pesantemente nel
circolo vizioso e tristissimo dell'invidia e della gelosia. Si
confronta spesso con gli altri e ciò che possiedono e si sentono
sempre inadeguati. Recriminano sempre di non essere abbastanza
calcolati e lodati e...sembra un controsenso, ma coloro che soffrono
di questi tristi sentimenti, si lodano, sono spocchiosi, risultano
pesanti per quanto osannano le loro scelte e tutto ciò che
“appartiene a loro” o li circondano in quanto sono convinti che
gli altri non abbiano visto i loro pregi e la grandezza delle loro
scelte, per cui li pongono fortemente davanti alla considerazione
altrui... in caso non avessero notato che loro sono importanti!
Tutti soffriamo di
gelosia, nessuno ne è esente ed è normale avvertire questo
sentimento, ma bisogna, come un buon medico, prenderlo per il collo e
domandarci come mai è cresciuto dentro il nostro cuore, non dare la
responsabilità di questo agli altri perché non sarebbe salutare per
la nostra psiche e il nostro spirito. Nessuno psicologo di questo
mondo dice di coltivare questo sentimento così spiacevole che porta
a soffrire fortemente colui che lo prova e chi lo circonda.
Il fatto è che molte
trasmissioni che raccontano i più efferati delitti americani,
dimostrano come questi siano strettamente correlati con questi vizi
capitali o, se vogliamo chiamarli in modo pagano, i nostri sentimenti
ben radicati nella nostra mente da diventare uno schema applicativo a
tutte le realtà che ci circondano e come possano diventare
pericolosi e devastanti....
Sì, esattamente, avete
capito bene. Un'altra cosa che affermano gli psicologi è questa: noi
percepiamo la realtà circostante secondo degli schemi che abbiamo
nella nostra mente dettati dalla nostra esperienza del passato oppure
dal nostro carattere. Il carattere è modificabile, ma dobbiamo
essere onesti con noi stessi. Un esempio banale, ma significativo: le
persone cieche fin dalla nascita, hanno perso la fase della
conoscenza del mondo mediante il senso della vista ed è stato
supplito da tutti gli altri sensi. Queste persone non vedenti, pur
essendo state sottoposte in seguito ad operazioni che hanno fatto
loro riacquistare la vista, non hanno saputo dare significato a ciò
che vedevano con i loro occhi. È la teoria della psicologia della
forma Gestalt. Secondo tale teoria, quindi, percepiamo la realtà
secondo la nostra mentalità.... questo è assolutamente vero. Se due
persone si confrontano su come vedono una determinata realtà, vi
raccontano impressione diverse. Ciò è dovuto dalla diversità della
percezione del singolo.
Non c'è dubbio che chi
possiede l'invidia è anche molto egoista, come lo attesta la parola
invidia. D'altronde non serve considerare la sua etimologia per
capire quanto ci sia di egoista in questo sentimento. Si desiderano
per sé gli onori, le attenzioni, il successo, l'affetto degli altri
in modo totale e... diciamola tutta... se nel nostro cuore alberga
l'invidia, non vogliamo assolutamente bene agli altri. Anche persone
non credenti infatti hanno amato davvero tanto il prossimo da
desiderare il loro bene e felicità... perché voler bene agli altri
significa desiderare ardentemente che non soffrano per noi e siamo
contenti se hanno più di noi, a meno che li vediamo percorrere una
strada sbagliata e li correggiamo e... si sa, la verità fa male.
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