domenica 2 agosto 2015

Mario Filippo Bagliani

A proposito dell'intendere la vita come un dono, come un dono eterno, ha dato esempio concreto Mario Filippo Bagliani la cui vita è stata raccontata da don Paolo Gariglio. Purtroppo il libro non si stampa più, però il suo contenuto è davvero eccezionale, da meditare e ammirare. Il libro ha come titolo “Ciao don!”, il saluto che il ragazzo rivolgeva al sacerdote che aveva chiamato e a cui aveva chiesto di accompagnarlo nell'ultimo tratto della sua giovane vita. Ne vale davvero la pena scorrere quelle pagine intrise di speranza e di eternità. E proprio oggi sia il Papa che la Madonna di Međugorie hanno affermato che la vita, la vita vera è quella eterna e tutto deve essere vissuto in funzione di essa. 
Un melanoma si è impossessato del corpo di Filippo e nel giro di due mesi l'ha consegnato alla morte... anzi, come lui diceva, il vero Inizio! Un ragazzo di diciannove anni appena compiuti, con in cuore il desiderio di vivere ancora e assaporare la gioie della vita, si deve cimentare, suo malgrado, ad affrontare un esame importantissimo, che tutti noi saremo chiamati ad affrontare: la morte.
Agli inizi, quando sa della malattia, Filippo soffre molto. Vorrebbe vivere, la sua giovane età glielo impone! Ama molto la natura e la gente e tutto ad un tratto deve abituarsi ad affrontare un destino anormale per la sua età... Oltre tutto il melanoma è lo stesso male che aveva portato via suo papà all'età di 29 anni. Filippo non può ricordare il padre, aveva pochissimi mesi quando Claudio era volato in cielo. Gli voleva bene e desiderava conoscerlo... Filippo è vissuto sempre con la mamma e la nonna, una famiglia striminzita però felice nonostante la morte l'abbia visitata più volte. Dopo l'iniziale combattimento, Filippo, ben presto, accetta la volontà di Dio nella sua vita e vive profondamente e intensamente anche gli ultimi mesi di vita, dando coraggio a tutti coloro che erano vicini a lui, la mamma, la nonna, lo zio Carlo, medico, e gli amici. Il male lo divora, ma Filippo, inaspettatamente, riesce a toccare i tre mesi... contro i due mesi che di solito concede alle sue vittime. Fino in fondo, Filippo sta accanto alla mamma e alla nonna, s'incanta davanti alla neve che gonfia fiabescamente il parco, rivede e assapora il suo mare e piano piano si spoglia del suo corpo... un vestito che gli sta troppo stretto. Prepara il suo cuore all'eternità, all'incontro con Cristo e il suo papà che desidera tanto conoscere e abbracciare. Semplicemente vive la comunione dei Santi, scritta nel suo cuore. Filippo ama, incoraggia, sorride, si prepara all'eternità, mentre veramente la morte lo sta venendo a prendere. Il suo coraggio è davvero grande. In un istante comprende che deve lasciare tutto sulla terra, le sue cose... ma anche i suoi affetti più cari... raccomanda loro di amare, di fare del bene come lui avrebbe fatto se il Signore gli avesse concesso più giorni. Sa che rivedrà i suoi cari nell'aldilà, come d'altronde anche lui si sta per unire con gli affetti che già hanno varcato quella soglia. Struggenti gli ultimi saluti prima di essere sedato, per poi morire dopo appena 36 ore... Sa che non li rivedrà più! Saluta tutti, per tutti ha delle frasi appropriate ed ironiche. Anche scritti semplicemente sul libro, fa tremare il cuore. Non è una fiaba raccontata, è una storia vera, la storia di una persona come noi, non dotata di doni straordinari! Desidero riportare solamente alcune parole del suo testamento, scritto prima di morire:
“Miei cari,
spero leggiate presto queste parole perché ciò significherebbe che le mie agonie sono finite. La nonna Miranda scrisse il suo testamento morale nel 1989 ma morì nel 2000; fui colpito da questa anticipazione di morte, ma contemporaneamente lo trovai stupendo e mi diede ispirazione per ciò che scriverò. Questo testamento lo dedico soprattutto a mia madre, donna della quale posso dire di conoscere tutto, pregi, difetti e preconcetti. Devo ringraziare mia madre (i cui pregi svettano sopra i suoi difetti) perché è stata l'unica, soprattutto in questo mio terribile periodo, l'unica che mi capiva fino in fondo e mi accettava. Soffriva per me, assieme a me, mi voleva bene con tutto, tutto il cuore per come ero, non per quello che sarei stato o per quello che gli rappresentavo; in questo era l'unica. Cara mamminetta, so quanto sarà duro sopportare tutto ciò, diciannove anni passati a sotterrare una lancia che ti trafisse il cuore {la morte del marito Claudio, padre di Mario Filippo, N.d.R} per poi essere colpita alle spalle! Mamma, prova a pensare a questa morte come una liberazione, come una Grazia di Dio Misericordioso per liberarmi dalle pene morali e fisiche e portarmi a Salvezza. Mamma, fai morire con me una parte di te, così mi sarai sempre vicina. Ma con l'altra parte lotta per salvarti dall'oblio. Lotta come hai sempre fatto nella vita, non aver paura di piangere o di sentirti bene e cerca di fare tutto il bene che puoi e che io mi ero ripromesso di procurare agli afflitti se si fosse trattato di un banale “linfonodo”:...
Passiamo alla Nonna. Sei forte e sai ottenere ciò che vuoi. Non piangere su te stessa ma aiuta e sorreggi mamminetta che, così piccola, può essere spazzata via da questa tremenda tempesta. Hai la mia completa fiducia. Non annegare in un mare di lacrime, tu sei un leone, non una pecora...
A proposito di cose e di patrimonio, aiutate i bisognosi, come avrei fatto io certamente. Dello zio Carlo ho ammirato la sua calma e flemma in ogni momento... tanto che mi faceva pensare che avesse raggiunto l'illuminazione...
Ti ringrazio per ciò che hai fatto per me in vita; mi hai seguito nella mia agonia fedelmente e sei stato di grande sostegno.

Qui ringrazia i parenti e gli amici più cari che l'hanno assistito e i medici, i colleghi di sua madre... 
Non senza una vena di humour; ad uno dice: <>.
Conclude:

Spero conserviate un buon ricordo di me. Il mio funerale sarà la mia fonte di liberazione dalle pene. Statemi certi che non vagherò nel buio ma nella Luce e con le persone che amo: nonna Miranda, nonno Filippo, il grande nonno Silvio, i grandi del Cielo e finalmente potrò abbracciare il mio papà per la prima volta e per questo saranno valse le pene che ho passato. Signore, Misericordia fammi sta Grazia.
Voglio bene a tutti!!!

Mario Filippo Bagliani”

E ancora la lettera scritta poco prima di morire:
“Carissimi tutti,

Non sapete quanto sia difficile per me buttare giù queste due righe, stanco e assonnato come mi sento ultimamente. Credo di aver sofferto abbastanza in questa vita e non augurerei all'essere più crudele esistente sulla terra di sopportare ciò che è toccato a me. È già da un po' che mi sento stufo e straziato, proprio per questo non pensate alla mia morte come ad una fine, ma come ad un grande inizio. L'inizio di una Nuova Vita dove la mia anima si separa finalmente da questo corpo ormai martoriato e devastato dalla malattia. Comunque dell'esistenza trascorsa qui non dimenticherò mai il colore mutevole delle stagioni, quello sgargiante dei fiori, il bianco della neve, i profumi, le montagne, il mio amato mare. Credo che il mio futuro sarà migliore, anche perché so che incontrerò finalmente i miei cari che mi hanno preceduto in questo viaggio e potrò abbracciare mio padre. Non posso fare a meno di ringraziare tutte le meravigliose persone che mi hanno sempre voluto bene e seguito anche nei momenti più difficili e tristi, cercate di essere amorevoli ed uniti tra voi e solidali col prossimo che soffre, anche quando non sarò più tra voi. Desidero infine dare ancora un grosso abbraccio alla mia mamma, la persona che ho amato di più in questo mondo e dirle che le sarò sempre accanto.

Arrivederci a tutti.
Mario Filippo
9 luglio 2002”

E non ci sono parole da aggiungere...

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