sabato 16 marzo 2013

Il Venerdì Santo

Non è fuori luogo parlare di morte in quaresima, visto che ci stiamo avvicinando a grandi passi, al venerdì santo. Riguardo a questo, ricordo proprio in questo momento, un sogno che avevo fatto tempo fa: stavo facendo la via crucis e giunta alla stazione della morte di Gesù, il prete mi disse che dovevo vivere il venerdì santo, il mio venerdì santo. È logico che il nostro venerdì santo, è differente da quello di Gesù, tuttavia può essere assai simile. Non possiamo di certo sopportare tutto ciò che ha sopportato Gesù durante la sua vita e passione. Spesso non ci soffermiamo a pensare che il dolore di Gesù è stato immenso, così come quello della Madonna. Un peso terribile che noi uomini non potremmo mai sopportare. D'altronde Lui era Figlio di Dio e doveva riparare al debito immenso che abbiamo contratto con Dio con il nostro peccato., ha ripristinato il nostro rapporto di figli con il Padre. Gesù ha subito l'ingiustizia, il tradimento, l'abbandono, la sofferenza fisica generata dalla crudeltà degli uomini che non aveva alcun motivo di esistere nei suoi confronti. Ha deciso di apparire come il più grande malfattore degli uomini, eppure Lui era il Santo dei Santi. In quel momento tragico, ha subito tutte le ingiustizie umane e la Madonna ha voluto assistere alla condanna a morte, alla crudeltà con la quale si accanivano sul povero corpo di Gesù. Quale madre avrebbe avuto il coraggio di assistere a tutto quello? Come poteva avere poi fede nella Resurrezione, nel momento in cui sembrava che il male trionfasse senza alcun confine? L'assenza del Padre, in chi ha fede è terribile! Pensiamo inoltre alla mentalità del tempo dei Giudei: la morte violenta comportava che colui che la subiva, fosse un peccatore incallito. La Madre sapeva che Gesù aveva sanato tante persone, aveva percorso le strade della Galilea, curando, perdonando, non solo predicando: Egli andava ai fatti, le sue non erano solo parole. La Madre sapeva, ma pure coloro che avevano vissuto con Lui. Forse coloro che avevano ricevuto nuovamente la speranza di una guarigione, di una liberazione dal male, una parola di resurrezione, agitavano il pugno, sobillati dai farisei, i religiosi per eccellenza, contro Gesù, desiderando la liberazione di Barabba. Meglio Barabba che un uomo che ha fatto del bene. Quante volte anche noi siamo stati parte di quella folla, o ci siamo messi nei panni di Pilato che per orgoglio, rispetto umano e paura, ha permesso che Gesù fosse ucciso... Lui che non esitava a spargere il sangue dei Giudei per il bene dell'Impero Romano. Non era di certo un agnellino, ma lui aveva capito bene che Gesù era innocente e non era reo di morte. Possibile? Eppure fu così. Incredibile, questo fa soffrire. Gesù morì come uno scomunicato, escluso dall' “Assemblea religiosa” del tempo. Sì, non lo riconobbero.... questo dovrebbe far riflettere... Ma per carità, lo facevano per il bene della nazione come disse il Sommo Sacerdote: “Meglio che muoia un uomo che una nazione intera!”.

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