giovedì 6 febbraio 2025

L'essenziale

 La vita è davvero dura, per tutti. Ognuno dovrebbe prepararsi ad essa, predisponendo la propria mente a dire tanti addi. Questi vanno dalle cose terrene, astratte e concrete, alle persone. Ecco il distacco che Gesù chiede ai discepoli. Il distacco non è fine a se stesso, ma è per attaccare il cuore alle cose che contano, cioè al Paradiso, a Dio. C'è un distacco ancora più forte, determinato da un amore senza confini, ovvero desiderare di essere abbandonato da Dio, anatema, per dare la possibilità ad altri fratelli di sperimentare la fede.  


Allora, per arrivare a questo traguardo, bisogna puntare all'essenziale, ad avere il nostro tesoro nei cieli. Non ci sarà alcun addio che ci distoglierà da Cristo, dalla gioia, perché il nostro cuore abiterà già in Cielo!

lunedì 3 febbraio 2025

L'indemoniato di Gerasa

 I Vangeli raccontano via via il grande potere di Gesù sul Creato, in modo da testimoniare che davvero Lui è il Cristo, ovvero il Figlio di Dio.



Sabato Gesù è alle prese con gli elementi metereologici: seda la tempesta e riporta la tranquillità, regalando agli apostoli la salvezza fisica. Oggi, Gesù ha a che fare con il demonio, con lo spirito del male. L'indemoniato non è posseduto da un solo spirito, ma da una legione, un gruppo di demoni che lo ha rovinato. Di fatto lo ha tolto dalla sua vita ordinaria condannandolo alla solitudine, all'incapacità di relazionarsi con se stesso e con gli altri. La sua condizione lo spinge a vivere lontano dagli altri che hanno terrore di lui, niente gli dona tranquillità. Gesù non aspetta richieste e suppliche e comincia a scacciare il male che è in quel povero uomo. Il demonio lo ferma con suppliche. Lo riconosce come Figlio di Dio. Questo fa pensare alla qualità della nostra professione di fede, che non deve essere solamente a parole, ma deve coinvolgere la vita in modo completo, sia il rapporto con Dio, con se stessi e con il prossimo. 

Solamente Gesù ridona completamente la vita a quell'uomo, liberandolo dai demoni e restituendolo alla quotidianità guarito, riconoscente, con il desiderio di annunciare ciò che Dio ha fatto per lui. 

Il Vangelo non spiega il motivo per cui i demoni chiedono di entrare nel corpo dei porci, ma basta meditare che per gli Ebrei i porci, insieme ai cani, erano considerati animali impuri e rappresentavano quanto di più ripugnante si potesse incontrare...

domenica 2 febbraio 2025

Società virtuale

 A volte è opportuno fermarsi a riflettere su dove sta andando il mondo, perché in esso viviamo. Ricordo che tanto tempo fa, quando ero molto giovane, non mi piaceva assolutamente la mentalità del mondo, la vomitavo letteralmente. Come cristiani, però, siamo chiamati a vivere questo tempo che Dio ci ha dato. Ogni epoca ha le sue caratteristiche, sia belle che brutte e la nostra sta prendendo una strada che stupisce, che interroga.



Internet e i mezzi di comunicazione sono strumenti che possono essere usati in modo negativo o positivo. In sé non hanno nulla di cattivo, è l'uso che se ne fa che determina l'impatto sociale. 

Nell'era della Comunicazione, siamo sempre più distanti gli uni dagli altri, preferiamo i rapporti virtuali a quelli reali perché rapportarsi con gli altri suscita inevitabilmente sofferenza o comunque fatica... fatica a comprendersi, a stare insieme, ad accettarsi. Nell'era in cui si parla maggiormente di inclusione, spesso e volentieri ci siamo persi in un buonismo decadente, perdendo così il vero significato di amare tutti e della carità cristiana. Peggio ancora, non riusciamo a sopportare le semplici differenze dell'altro che esistono, ma solamente con il nostro impegno possono diventare un arricchimento. 

E così, nell'era della pretesa dell'uguaglianza, assistiamo a una scristianizzazione della società: si accettano idee contro la vita, ma non si accetta chi la pensa in senso cattolico e cristiano che viene puntualmente emarginato, messo da parte, escluso.

E così, si assistono a matrimoni con se stessi (un tale si è vestito metà da donna e metà da uomo), con pupazzi e con intelligenze artificiali. 

È una società che fugge da se stessa, che ripugna l'Umanità stessa, sempre più virtuale, ricercante disperatamente soluzioni nel benessere che non l'appaga più.

Il vero coraggio e forza

 Ieri, navigando tra i real, mi sono imbattuta in una testimonianza veramente commovente di un bambino ammalato di cancro. Era un ragazzino americano e un giornalista lo stava intervistando. Il bambino ha affermato che si sentiva scelto da Dio per soffrire ed era contento che le sue sorelle e i suoi fratelli non passassero per il suo stesso patire. Ciò che davvero mi ha colpito è la sua affermazione di sentirsi onorato per essere stato scelto da Dio a soffrire e che era veramente contento.



A volte si misura la forza di una persona dal fisico, ma c'è un'altra forza, sicuramente più importante di tutte, quella che aiuta ad accettare la sofferenza nella vita. Quando la malattia bussa alla porta della nostra vita, vuole dirci qualcosa, vuole insegnarci qualcosa. Dio ci chiama a qualcosa di grande, perché di solito la malattia non colpisce solamente il fisico, ma coinvolge anche l'anima e la psiche, soprattutto quando ciò avviene quando si è piccoli. La malattia, soprattutto se cronica, insegna giorno per giorno a spogliarsi di sé, a sentire tanti no, a vedere i propri progetti sgretolarsi lentamente, ad affrontare tanti pregiudizi, ma anche incomprensioni. Ti senti senza forze e gli altri ti giudicano senza sapere che la malattia è come un vestito personale, fatto su misura. Quello è l'abito che devi indossare tu, a nessun altro va bene, sebbene altri siano chiamati a soffrire della stessa malattia. 

In un mondo sempre più materiale che tende a scartare chi non produce (a volte anche nell'ambito delle comunità religiose), la sofferenza è proprio quella che lo redimerà, ovviamente quella accettata con amore e generosità... ma veramente, dal profondo del proprio cuore. Di fronte a quest'affermazione, spesso, soprattutto chi è avvezzo alla vita spirituale, pensa che l'accettazione volenterosa della sofferenza debba avvenire immediatamente per diventare santi, invece non è così. Se leggiamo le storie dei santi, soprattutto dei santi più recenti, notiamo spesso che le testimonianze di chi li ha conosciuti, affermano che inizialmente la persona si è ribellata alla malattia, ma poi, è stata considerata come una benedizione. Questa è la vera santità, perché richiede davvero sforzo, coraggio, non quando si accetta la sofferenza semplicemente per farsi vedere santo... o sì, perché può capitare anche questo.

domenica 19 gennaio 2025

Il vino nuovo

 Oggi le letture della Santa Messa sono meravigliose. 

Nella prima lettura, c'è l'entusiasmo del Profeta che annuncia l'amore del Signore e il suo forte desiderio di annunciarlo. Tale entusiasmo deve appartenere ad ogni cristiano. Ad un certo punto il profeta dice:

"Ti si chiamerà con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà"

Nella cultura ebraica il nome diceva tutto di una persona, il suo carattere, la sua missione nel mondo, tanto che, quando Elisabetta rimase incinta, l'Angelo indicò a Zaccaria il nome da dare al bambino... così anche a Maria. Il nome di ciascuno è determinato da Dio e racchiude un significato profondo. Anche il Profeta Isaia, in questa pericope della Bibbia, racconta lo sposalizio tra il Popolo e il Signore e di conseguenza l'assegnazione di un nuovo nome, un nuovo modo di vivere e di essere. Il Popolo non sarà più abbandonato, sarà una magnifica corona, preziosa, unica. Con l' incontro del Signore ci deve essere un mutamento, una conversione.



Nella seconda lettura, san Paolo afferma l'esistenza di vari carismi: ognuno ha il suo carisma e il suo compito nella Chiesa (da scoprire), ma che ogni carisma è dono dello stesso Spirito Santo che si comunica ai fedeli con tutte le sue qualità. Ecco perché noi cristiani siamo interconnessi ed esiste la comunione dei Santi, perché siamo gocce di un unico mare, la Chiesa, ma ognuno sviluppa il suo carisma secondo le sue capacità e il suo carattere. Dio, infatti, nella sua Creazione utilizza materiale già esistente e crea cose nuove. 

Nel Vangelo, vi è la narrazione delle nozze di Cana, quando Maria intercede per l'umanità. Il vino era segno di gioia e allegria, era il frutto della vite e del lavoro sodo nei campi e, in quella festa di matrimonio, mancava. Maria si accorge. Quel matrimonio aveva perso l'entusiasmo e la gioia, il vino non era dei migliori e adesso era anche finito. Maria si accorge della sofferenza del popolo e intercede per esso, affinché Gesù ridoni l'entusiasmo e la gioia. Così, Gesù cambia l'acqua (elemento comunque importantissimo) in vino, in qualcosa di nuovo, in qualcosa che disseta e dà gioia. Ridona la gioia nel nostro cammino di fede. La gioia è un elemento fondamentale. 

San Giovanni Bosco, infatti, disse:

"Siate sempre allegri e siate pronti a fare del bene, perché chi è allegro in cuor suo fa del bene a chiunque."

sabato 18 gennaio 2025

La chiesa vera

La Chiesa è un'Istituzione e, nonostante la sua funzione sia cambiata nel tempo, ha, in un certo qual modo un potere temporale. 



Non è la Chiesa dei forti, di quelli che pensano che gli altri siano deboli, ma è la Chiesa di Gesù che si china su chi ha bisogno, su chi è più lontano da lei. Se la Chiesa è Corpo di Cristo, si deve comportare come Gesù si è comportato. 

Nel Vangelo di oggi gli scribi e i farisei si scandalizzano perché Gesù si mette a tavola con i peccatori. Nella mentalità ebraica del tempo, chi veniva a contatto con i peccatori, si contaminava. Gesù piano piano apriva gli occhi della gente, mediante miracoli oppure con questi gesti che attiravano l'attenzione e mostravano il volto di un Dio ancora sconosciuto a molti.

La Chiesa ha ormai 2025 anni, eppure vi sono ancora delle persone che pensano alla maniera degli scribi e dei farisei. Esiste una linea sottile nella consapevolezza dell'errore e nel puntare il dito sugli altri. Tutti noi abbiamo la capacità di giudizio, ma essa, in taluni casi, si può ritorcere su di noi, pensando di essere migliori degli altri e, di fatto, allontanandoci da loro. Gesù si è mischiato ai peccatori, ha curato i malati, non ha allontanato nessuno perché Lui è il Buon Pastore.

lunedì 13 gennaio 2025

Tempo di sequela

 Oggi è cominciato il tempo ordinario. Il Vangelo secondo Marco ci racconta della vocazione degli Apostoli Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni. Chissà che cosa li ha colpiti di più in quel momento di Gesù! La narrazione dei vangeli è sempre asettica, priva di commenti personali e di fronzoli, proprio per comunicare la loro veridicità. Ci vuole un po' di riflessione per comprendere ciò che ha colpito i nuovi Apostoli di Gesù. Hanno lasciato immediatamente le loro certezze e la loro famiglia per seguire praticamente uno sconosciuto. Molto probabilmente hanno visto e sentito qualcosa di grande per il quale valeva la pena lasciare tutto, la zona comfort, come oggi si chiama, e abbracciare una vita piena di incertezze. Dio affascina e conquista anime da sempre. Chi è ateo pensa che chi è attirato da Dio ha subito un dispiacere tale, da disdegnare la propria vita e le cose della terra. I santi, però, hanno testimoniato il contrario. Tutto dipende dalla prospettiva con la quale si guarda la propria vita. Il cambiamento, la conversione, avvengono sempre dopo il vero incontro con Dio, un incontro che sembra un attimo, ma ti immette in una realtà trasfigurata che vale la pena vivere, anche se questo può portare a derisione e prese in giro. Il fatto è che, una volta che si viene a contatto con Dio, si capisce maggiormente la dimensione e importanza della vita e si ama di più. Si vive davvero una sola volta ela vita è una cosa importantissima, con essa si gioca tutto... Ahimé, al momento della nostra morte, quanto rimpiangeremo quegli attimi non spesi per amore di Dio, ma sciupati in lamenti o in cose futili, alla ricerca del proprio godimento!



No, il cristiano non è stupido, non è una persona delusa dalla vita. È una persona che ama profondamente la vita e la vive seriamente, senza sciupii inutili. Il cristiano è colui che ha incontrato Qualcuno che ha dato un senso alla propria vita ed è vero, qualche volta si incontra Dio proprio nella sofferenza, ma semplicemente per il fatto che la sofferenza porta maggiormente alla riflessione.

domenica 12 gennaio 2025

L'Eucaristia

 Con la festa odierna, termina il tempo di Natale e inizierà il tempo ordinario, tempo di attesa che ci preparerà ad affrontare quello più impegnativo della Quaresima. Ogni solennità è importante, ma sicuramente la Pasqua, celebrazione della risurrezione di Cristo, è il fulcro di tutto. Per questo motivo, il periodo della Quaresima è molto più lungo dell'Avvento. Entrare nel mistero della Passione, morte e Risurrezione, è difficile e impegnativo. Non tutti possono capire o credere alla Risurrezione, nemmeno chi va sempre in chiesa, eppure è la chiave di lettura di tutta la vita cristiana, non tanto per rincuorarci quando qualcuno muore, ma per l'orientamento e il tenore di tutta la nostra vita concreta. Credendo nella vita eterna, la realtà si trasfigura... ma, per favore, non collocate tutti in paradiso dopo la loro dipartita. Entrare in Paradiso è una cosa seria, la misericordia di Dio è una cosa seria... A volte guardo la mia anima davanti alla grandezza di Dio e mi accorgo della sua pochezza... figurarsi quando apparirò davanti a Dio, senza il velo della fede! Così penso accada a tutti, sebbene siano più santi di me, non tanto perché non siano perfetti, ma in quanto la grandezza di Dio è davvero incommensurabile.



Riflettevo su questo proprio oggi durante la Consacrazione dell'Eucaristia: quanto sono piccola davanti a Lui e quanto è grande Dio! Il Natale e  la Pasqua sono due solennità, due ricorrenze che si sostengono a vicenda. Nel Natale contempliamo Dio che si è fatto carne: Dio assume la nostra natura e vive una vita terrena come la nostra, con gioie e dolori, pur essendo Dio. Nella Passione, Gesù prende corpo in un pezzo di pane. L'umiltà di Dio... il grande amore che Dio ha nei nostri confronti: portare il Suo Cielo sulla terra... per elevarci al Suo Paradiso... Che grande mistero! Lui vuole che tutti siano salvati, ma il cammino cristiano è impegnativo e non basta appartenere ad una associazione, ma è importante lavorare proprio sulla retta intenzione delle proprie opere. Non tutti coloro che hanno costruito delle grandi opere sono "diventati santi".

sabato 11 gennaio 2025

L'amore

 "Ama e fa ciò che vuoi: se taci, taci per amore, se parli, parla per amore, se correggi, correggi per amore, se perdoni, perdona per amore".



Per chi è cristiano, questa frase di sant'Agostino sembra scontata, ma se si analizza bene la propria vita cristiana, si comprende che non basta fare del bene, bisogna proprio modificare e correggere le proprie intenzioni. 

Sant'Agostino vuole proprio dire questo. Dietro ad ogni nostra azione buona, può nascondersi un nostro tornaconto immateriale: una soddisfazione, un apparire buono davanti agli altri, un cercare di eliminare i difetti altrui per stare meglio noi e non per la salute spirituale di chi correggiamo. 

L'intenzione cambia davvero il nostro cuore, cambia davvero la sostanza della buona azione. Potremmo tirare su ospedali per i poveri, fondare associazioni benefiche, ma se lo facciamo perché vogliamo essere elogiati o realizzati, abbiamo sbagliato bersaglio. Ci sarà chiaramente un tornaconto ad un certo punto, perché raccogliamo ciò che seminiamo, ma ciò che ci spinge ad agire deve essere l'amore per il prossimo.

sabato 4 gennaio 2025

"Un magico Natale"

 "Un magico Natale", film del 2011, dà molti spunti su cui riflettere. Oltre che essere romantico, tocca argomenti profondi  che suscitano domande importanti. La trama è questa (senza il finale)

"Carrie ha una splendida carriera come organizzatrice di eventi a New York ma un giorno la sua vita cambia drammaticamente dopo essere rimasta vittima di un incidente durante una tempesta di neve. A causa di un trauma cranico la giovane perde conoscenza e, una volta ripresi i sensi, si risveglia in Central Park accanto ad un uomo anziano, Henry. Henry e' il suo Spirito Guida che è sceso sulla terra per aiutarla a oltrepassare l'Aldilà. Prima però ha un compito da svolgere...."

In fondo il finale non ha importanza riguardo alle meditazioni che voglio proporre. 

Prima di tutto, questa donna è fissata con la sua carriera: dopo essere morta si accorge di aver rincorso spasmodicamente il successo lavorativo, ma di aver vissuto veramente poco. Capisce di aver tralasciato ciò che più conta nella vita, l'amore, la pace, la gioia, l'armonia con se stessa e con gli altri. Capisce di aver trascurato le relazioni umane. Il compito che deve assolvere Carrie prima di andare in Paradiso è quello di aiutare Scott che aveva perso la moglie in un incidente e stava fallendo nella sua attività di ristoratore, a dare una svolta alla propria vita.

Carrie riscopre la gioia del donarsi gratuitamente e si apre all'amore e di fatto, non solo risolleva la sorte economica di Scott, ma gli dona gioia, amore e un senso alla sua vita. Carrie si abbandona al suo spirito guida nonostante le chieda qualcosa di impegnativo e lei obbedisce nonostante non capisca il senso di alcuni comandi.

Il primo spunto su cui riflettere è su cosa stiamo impostando la nostra vita, su quali valori... e dobbiamo essere davvero sinceri, fino in fondo con noi stessi, altrimenti non riusciamo a camminare nello spirito. Dopo questo, dobbiamo riflettere se siamo noi stessi degli angeli per gli altri, se entriamo nelle loro vite per aiutarli e per essere un segno di speranza e redenzione. 



Ecco alcune frasi del film su cui riflettere:

"A volte dobbiamo morire per poter vivere". È il concetto del vangelo: se il chicco di grano caduto in terra non muore rimane solo, se invece muore produce molto frutto. Sì, per vivere bene, non c'è altra via se non quella di non ricercare se stessi e il proprio compiacimento.

"La vita è fatta di momenti, e il più importante è quello che stai vivendo ora".  Ogni momento è un dono, ogni istante è prezioso e va vissuto con intensità, essendo presenti a noi stessi.

"Il vero cambiamento inizia quando apriamo il cuore agli altri".

"Non importa quanto tempo ci vorrà, se ci credi, tutto è possibile".

"La vita non si misura per quanto tempo viviamo, ma da come amiamo"

"Gli adulti non credono agli angeli perché non sanno più come guardarli"

Queste citazioni non hanno bisogno di approfondimento, visto che esplicano tanto in poche parole.

Questo film, nonostante non sia diventato famoso, ha dei contenuti davvero profondi e dei passaggi emozionanti che fanno vibrare il cuore. Non è il semplice film romantico di Natale, va al di là della nostra esperienza terrena, sebbene il romanticismo alla fine prenda il sopravvento. Merita davvero di essere visto e meditato.