Quando diamo troppo spazio a ciò che è della terra, è perché perdiamo di vista l'eternità. Eppure il nostro pellegrinaggio sulla terra è molto corto, una manciata di anni che passano in un istante. Tutto ciò che è sulla terra è transitorio ma finché si vive in essa, si rimane impegolati nelle cose terrene, nei propri sentimenti e problemi. Ecco perché alcuni santi tenevano i teschi vicino a sé: per ricordarsi della morte. Essa è un po' come un fantasma. Ci sfiora solamente a tratti, si aggira silenziosamente attorno a noi, ma finché siamo pieni di vita, la vediamo lontana, come un tenue miraggio che sembra svanire alla luce della giornata della nostra vita. Essa però è in agguato e può prendere, a ben dire, a pieno titolo, il nome di destino, destino certo che fin dalla nostra nascita incombe su di noi. Noi siamo però nati per essere felici, per quell'eternità che dovrebbe guidare i nostri passi, per vivere il paradiso già su questa terra.
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