sabato 29 giugno 2019

Amore verso il prossimo

Il vero amore comincia con quello verso la propria famiglia ed è da intendersi bene, perché altrimenti rischiamo di fare un gran minestrone. Sembra scontata questa frase, ma non lo è. Il comandamento che Dio diede a Mosè riguardava il prossimo. “Ama il prossimo tuo come te stesso”... ed era un grande comandamento, esplicitato e ampliato da Gesù. Per prossimo si intendeva la propria famiglia e il proprio gruppo sociale. Non erano compresi gli stranieri e coloro che avevano fede differente da quella ebrea. Cominciare però ad amare quelli della propria famiglia è il primo passo fondamentale in assenza del quale sarebbe vacuo amare chi è lontano da noi.

La famiglia o il gruppo a cui si appartiene è il luogo in cui esercitare la propria carità vera, il luogo in cui ci si scontra molto spesso per divergenza di opinioni o di stile di vita, il luogo in cui bisogna praticare per la prima volta l'inclusività e soprattutto il perdono. Purtroppo dentro le mura della famiglia, proprio quella di sangue, vi sono tante gelosie, tanto sparlare dietro per spogliare il proprio fratello/sorella della propria dignità o reputazione di fronte all'autorità rappresentata dai genitori. Oppure vi è tanto interesse per il quale si ritiene che passare sopra la dignità e la felicità altrui, sia lecito. La gelosia e l'invidia sono il cancro delle famiglie, creano divisione ed emarginazione, si feriscono le persone fino ad arrivare a episodi di grande sopraffazione. Non è quindi così scontato il comandamento inteso dagli Ebrei di amare il proprio prossimo. Loro sapevano che era molto difficile. In fondo esistono ancora Caino ed Abele e sono ancora oggigiorno il prototipo di rapporti resi a brandelli dalla gelosia e dall'invidia. Se non si lavora su questo punto, non si può predicare l'amore verso coloro che sono lontani. Tale inclinazione verso gli altri è tutto meno che amore. Infatti spesso più siamo frustrati nel seno della nostra famiglia d'origine, più ci gloriamo e cerchiamo approvazione e lodi riguardo al nostro operato da parte degli estranei... e giù lodi verso noi stessi... senza accorgerci che ci rendiamo ridicoli agli altri, ma soprattutto a noi stessi. Ci raccontiamo bugie e, mentre le raccontiamo a noi stessi, viene automaticamente più naturale e comunque lecito, raccontarle agli altri. Ad un certo punto non ci accorgiamo di vivere nella menzogna, di vivere in un mondo parallelo che non esiste assolutamente, in un mondo in cui noi siamo i geni della situazione.
Gesù non è venuto per cancellare la legge data a Dio da Mosè, ma per darle compimento. L'ha detto più volte. Il compimento dell'amore è che bisogna procedere a gradini, prima la propria famiglia, il proprio gruppo sociale e poi gli altri. Da che mondo e mondo anche il più semplice degli apprendimenti avviene così.
Mi chiederete e … se siamo noi vittime di gelosia ed invidie? Perdonate... è difficilissimo, ma perdonate, anche quando siete bistrattati dai vostri cari... ma non lasciatevi trattare come zerbini! Dovete dimostrare che avete perdonato non per paura di essere poi dimenticati o messi da parte dai vostri, ma che è stata presa una decisione sofferta, da una persona con una personalità forte, capace di decidere e di stare da sola. Quindi perdonare non significa lasciare che gli altri decidano per noi e ci calpestino.

Lupi rapaci

La pericope del Vangelo letta qualche giorno fa, mette in luce un aspetto su cui dovremmo riflettere più sovente.
“Guardatevi dai lupi rapaci che entrano nel recinto del vostro gregge sotto l'aspetto di pecore... dai loro frutti li riconoscerete. Un albero buono produce frutti buoni, mentre uno cattivo, cattivi.”.
Il discernimento non è tanto facile, perché per fortuna tra coloro che si dichiarano atei, ci sono delle persone veramente stupende, al contrario, tra i cattolici, che dovrebbero intendere meglio cosa significhi che tutti hanno bisogno di conversione, ci sono persone che vivacchiano e fanno del male agli altri, oppure che tengono molto al prestigio personale.
Infatti, ci sono persone dichiaratamente cattoliche che vanno sempre a messa, eppure non curano l'aspetto interiore, quello più importante. È chiaro che nessuno di noi è santo (a partire da me stessa... le mie meditazioni partono sempre dalla mia realtà), ma si cerca di camminare verso il buon Dio chiedendogli di immergere il proprio cuore nel vero amore. L'atteggiamento del vero cattolico è quello del “pubblicano al tempio”. Egli sapeva bene di essere un peccatore pubblico e davanti alla presenza di Dio, inginocchiato in un angolo, incapace di alzare gli occhi, si percuoteva il petto, domandando pietà e perdono. Il cattolico non può giudicare gli altri perché sa bene che lui stesso è incline al peccato e se non cade in qualche peccato grave, lo deve solamente alla grazia di Dio. Le persone che non curano l'aspetto interiore, sono quelle raffigurate da Gesù, sempre nella stessa parabola, dal Fariseo che inizia la sua preghiera bene, con un ringraziamento, ma la continua male dicendo che non è come gli altri, come il pubblicano accanto a lui, sciorinando la sua superbia senza limiti. Ecco, ci sono persone cattoliche che apparentemente non ledono la carità, anzi sono sempre impegnatissime, al centro di ogni opera buona, ma... se vivi con loro capisci che non è oro tutto quel che luccica. Ogni opera viene fatta per la soddisfazione del proprio “io”, per avere un proprio tornaconto personale. Esternamente sembra che non critichino, ma poi sono proprio come l'acqua cheta che rode a lungo andare senza che gli altri se ne accorgano... ed è davvero la peggiore... Assecondano la loro gelosia, parlano direttamente con persone che contano per rovinare la vita agli altri o... si fissano con una persona alla quale non danno occasione di cambiamento, ma spesso e volentieri vedono in queste i propri difetti. Non è da Dio demolire le persone. La correzione fraterna è tutt'altra cosa.
Poi ci sono le persone atee di buoni principi, almeno apparentemente. A loro dire sono per l'accoglienza della diversità di qualsiasi tipo sia, per la tolleranza e il dialogo... ma se poi parli con loro, ci si accorge che spesso mettono etichette a chi la pensa in modo diverso e la loro accoglienza, tolleranza e dialogo sono per lo più fini a ricevere un tornaconto personale o si dedicano a criticare il prossimo senza scrupolo per il loro peso, per il loro stile di vita differente dal proprio... e in questi comportamenti, mi sapete dire dove sono l'accoglienza, la tolleranza e il dialogo? In realtà una persona che critica è spinta da due motivi fondamentali: la gelosia o la superbia. Una persona che critica tenta di sminuire l'altro per far capire o autoconvincersi di essere migliore.
L'ateo di principi davvero buoni, quello che supera il cattolico fatto solamente di tradizioni, è quello che spende davvero la vita a servizio degli altri. Ricordiamo Sanguineti il medico che aiutò padre Pio a tirare su l'ospedale Sollievo della Sofferenza.... Lui si dichiara ateo, ma di fatto serve Gesù nei propri fratelli. Questo è il prototipo anche del cattolico vero che si spende per gli altri. L'ateo e cattolico santi hanno un comune denominatore: l'umiltà... e l'umiltà non porta alla critica... Ricordiamo che la critica devasta il prossimo....

venerdì 28 giugno 2019

Il Ponte non c'è più... Il gigante si è addormentato

Risultati immagini per esplosione ponte morandiIl Ponte non c'è più... Il gigante si è addormentato...
Stamattina mi sono alzata come tutti i giorni, senza pensare che era il 28 giugno... eppure una tristezza mortale opprimeva il mio cuore, proprio come un'ombra di morte. Uno sguardo all'orologio... ore 7.15... ancora due ore e il Ponte sparirà, non ci sarà più. Vado al cimitero, ma il mio cuore era sempre rivolto al pensiero dell'esplosione, non riesco a trattenere le lacrime al pensiero delle varie tragedie che hanno colpito Genova, ma non solo. Il mio cuore batte normalmente e proprio quando sono davanti alla tomba di mio padre, sento il botto dell'esplosione. Guardo l'orologio: ore 9,40. E il mio cuore esplode con lui... poi il silenzio... Il gigante si è addormentato... Il gigante non c'è più, divorato dalla polvere, esploso come il mio cuore e poi... il silenzio...Il silenzio del dolore dei ricordi che riaffiorano violenti, delle vittime cadute in quella voragine. Ha lasciato un vuoto, è vero... ma come ogni cosa, dopo una grande sofferenza, dopo l'esplosione del dolore, vi è una rinascita. Bisogna toccare il fondo se vogliamo spiccare il volo, bisogna sperimentare l'assenza per assaporare la rinascita....
Ed è così che il grande gigante si è addormentato, tutti hanno potuto sentire il suo ultimo sussulto, ma è tempo di risvegliarsi, di rinascere, di riempire quel silenzio con la speranza di un nuovo inizio...

lunedì 24 giugno 2019

San Giovanni Battista

Oggi è san Giovanni Battista, patrono di Genova e di tante altre città. Egli era il Precursore di Cristo ed poco più grande di età di Gesù. La storia di Giovanni è simile a quella di Gesù, ma, come dice sant'Agostino, Giovanni era solamente la voce, mentre Gesù era il Verbo stesso.
Egli si ritirò nel deserto e predicava la conversione, battezzava con l'acqua... ma diciamo così, senza mezzi termini, non aveva davvero peli sulla lingua. La sua vita era austera, ritirata e quando gli scribi e i farisei si presentavano a lui per battezzarsi, usava un linguaggio molto duro al quale poi fece eco Gesù: “Razza di vipere...” etc... Di lui avevano paura anche i potenti. Fu imprigionato da Erode al quale diceva che si doveva convertire, che stava vivendo una situazione matrimoniale non regolare. Erode oltre ad averne paura, lo ascoltava volentieri. Giovanni diceva chiaro in faccia gli sbagli degli uomini, non aveva timore di nessuno, tanto che finì in prigione e fu decapitato a causa di Erodiade e della madre che domandarono la testa di Giovanni il Battista su un vassoio. Le sue parole davano fastidio e la mamma di Erodiade, visto l'attenzione che Erode metteva nell'ascoltarlo, temeva di perdere tutta la ricchezza di cui godeva accanto a suo marito. Ciò la portò all'omicidio.
Risultati immagini per san giovanni battistaAccostiamo a Giovanni la figura di Gesù. La figura di Gesù è stata edulcorata, spesso non vogliamo sentire parlare di giudizio di Dio, ma fu parte integrante della predicazione di Cristo. Come il tema del giudizio, così anche tante altre parti del Vangelo, vengono scartate. Non è il Gesù di Zeffirelli! Parlò dell'amore di Dio, della misericordia, dell'incapacità di comprendere da parte dei Farisei, Scribi e dottori della Legge, che Dio era Padre degli uomini e che l'amore è il riassunto e il cuore della Legge stessa. La situazione che porta alla condanna di Gesù alla croce è nettamente più complessa di quella che portò al patibolo Giovanni. Molte volte il motivo è il medesimo. Vediamo Gesù che senza mezzi termini afferma che le persone religiose autorevoli sono dei sepolcri imbiancati, cioè portatori di ogni putredine. Immaginiamo che sensazioni porta un corpo decomposto... Gesù disse che loro erano proprio quello! Tali espressioni lo portarono più volte a rischiare l'uccisione: “lo portarono nel bordo di un precipizio per buttarlo giù, ma poiché non era ancora giunta la sua ora, passò attraverso la folla e se ne andò”.
Gesù diceva la verità, ogni cattolico può dire la sua opinione così come l'ateo. Perché dobbiamo stare zitti? Gesù, proprio lui, una volta disse: “Se anche vi faranno tacere a forza, parleranno le pietre”. È proprio così. Il cristiano ha diritto come tutti di dire la sua opinione, perché Gesù lo fece e lui non era una banderuola che cambiava direzione a seconda del consenso della folla... anzi, era proprio il contrario. Tutti erano affascinati da lui, ma soprattutto i Farisei, gli Scribi e i dottori della Legge, non sopportavano le sue accuse e il fatto che si era fatto figlio di Dio. Non riuscivano a vedere i miracoli che compiva, piuttosto riuscivano a sindacare il fatto che li compiva il giorno di sabato, cioè del riposo. Potevano risuscitare i morti, camminare i paralitici, vedere i ciechi, ma a loro non importava nulla! La gelosia... il fatto che il comportamento integro di Gesù facesse risaltare la loro superbia e la non integrità, li faceva imbestialire!
È un po' quello che accade ai cattolici oggi: deve amare tutti, essere capace di andare contro corrente a costo di essere tacciato di “arretrato”, “tradizionalista” e quindi spesso a sentirsi solo, ma soprattutto non deve giudicare gli altri per la propria condotta. Gesù, come abbiamo visto diceva chiaramente i comportamenti che erano ispirati al peccato, ma amava profondamente l'uomo e perdonava ogni peccato. A tutti, anche ai Farisei, Scribi e Dottori della Legge, offriva la salvezza. L'unica cosa che non sopportava era proprio la superbia, la presunzione e la chiusura di cuore nell'accettare il messaggio di Dio.
Tutti siamo peccatori, anche il cattolico che va tutti i giorni a messa. Colui che si avvicina più a Dio sa di aver bisogno tremendamente della sua misericordia.

sabato 22 giugno 2019

Sansone

Risultati immagini per sansone capelli
















Oggi è la vigilia del Corpus Domini e nel Mattutino vi è la lettura cruda e dura tratta dall'Antico Testamento della morte di Sansone.
La storia di Sansone è una tragedia, ma è narrata con toni asciutti, senza commenti. Prima di tutto Dalila e il suo tradimento. Dalila vende ai Filistei la vita di Sansone, come poi fece Giuda con Gesù. Il tema del tradimento a noi tocca molto, fin nel profondo del nostro cuore. “Tradire” è un verbo che deriva dal latino e significa “consegnare”.... Sansone, come Gesù, fu consegnato nelle mani dei Filistei dalla sua amata la quale, compreso che la sua forza veniva dai capelli, glieli tagliò... ma la cosa terribile, è che recitò la parte di colei che amava fino alla fine. Quando gli furono tagliati i capelli, Dalila mise in allarme Sansone della venuta dei suoi nemici. Sapeva che lo avrebbero mutilato, eppure ella fece tutto questo per i soldi. In effetti nel Vangelo di questi giorni si diceva proprio questo: non si possono amare due padroni. I soldi, l'avidità, la gelosia, la forte competizione, portano davvero ad uccidere una persona.
Per chi non conoscesse la sua storia, a Sansone, dopo esser stato catturato dai Filistei, furono cavati entrambi gli occhi. Quando gli furono nuovamente cresciuti i capelli, portato davanti agli astanti per fare i suoi giochi da giullare, Sansone fu lasciato un attimo solo e domandò ad un ragazzino di esser portato vicino alle colonne portanti dell'edificio. Con la sua forza straordinaria, forzando le colonne, fece crollare completamente l'edificio e morì anche lui assieme ai Filistei, sotto le macerie.

mercoledì 12 giugno 2019

Persecuzioni

Risultati immagini per persecuzioniAltro post, altro avvenimento passato in fanteria....
Siamo in Cina dove impera ancora il partito comunista. In una città in cui lasciano libertà maggiore di culto, si è scatenata nuovamente la più violenta persecuzione contro i cristiani. Nonostante le persecuzioni, i cristiani in quella zona stanno aumentando sempre di più. Questo per il governo costituisce una minaccia, senza dubbio. Cosa fare per arginare questa terribile sciagura? Beh, prima di tutto visto che i cristiani crescono sempre di più bisogna sopprimere i segni cristiani. Ogni croce che sormonta le chiese (non cattoliche), devono essere rigorosamente abbattute. Semplice, no? Se si cancellano i simboli della fede i cristiani desisteranno dal credere a quel Dio invisibile, ma così potente che continua ad affascinare e fare seguaci soprattutto in mezzo alle persecuzioni. Benissimo, mano agli attrezzi e giù le croci delle varie chiese! Ma... ops, qualcosa non va secondo i piani, i cristiani non vogliono che abbattano la croce di una chiesa che viene presidiata giorno e notte dai fedeli. Bisogna puntualizzare che questa chiesa era stata registrata dallo Stato come chiesa evangelica, quindi non cattolica. Figurarsi se fosse stata cattolica! Sappiamo bene che in questi paesi, se proprio devono esistere dei cristiani, non devono essere cattolici. Il cattolicesimo mette al primo posto il Papa, il Pontefice e obbedisce alle sue direttive, per cui i cattolici risultano davvero molto ostici rispetto agli anglicani, evangelici, protestanti. Eppure tale azione da parte dello Stato dà fastidio anche a loro. Si sta toccando il cuore del cristianesimo. Non sono solamente simboli. Nel Crocifisso è racchiusa tutta la storia di salvezza dell'uomo, il Calvario e l'amore di un Dio che ha donato tutto se stesso per amore delle sue creature. Tutto il Vangelo, ogni parola del vangelo è racchiusa in quel simbolo. Non adoriamo di certo il Crocifisso in sé, ovviamente. Sarebbe stupido, oltre che darebbe adito ad infrangere il primo comandamento. Partiamo però dalla nostra esperienza umana. Quando teniamo a qualcosa, la custodiamo, cerchiamo di non sporcarla e di condividerla con i nostri amici o cari. Quando si è irriverenti verso il Crocifisso è perché lo vogliamo essere verso quello che rappresenta, non per il simbolo in sé.
Noi umani abbiamo bisogno di simboli. Se riflettiamo bene e non in modo superficiale, ci accorgeremo che la questione non si può assolutamente ridurre a una cosa semplice. Se riflettiamo ancor di più, ci accorgeremo senz'altro che noi siamo attorniati da simboli, che quando colpiamo uno di questi, desideriamo colpire l'ideologia che esso rappresenta e non il simbolo in sé.
Facciamo qualche esempio. Dapprima, quando il nazismo si affermò, l'antisemitismo era ancora in stato embrionale, ma scoppiò in tutta la sua potenza quando si compirono alcuni atti simbolici: bruciarono tutti i libri scritti da Ebrei. Inconcepibile! Eppure era l'espressione simbolica di un'idea che condusse al patibolo tantissime vite umane. Al contrario adesso, quando si vedono le svastiche disegnate sui muri, tendiamo (per fortuna) a coprirle con altri disegni, oppure, ancor meglio, a trasformarle in qualcosa di differente. In Germania esiste proprio un progetto che coinvolge i piccoli e che contempla appunto questo: trasformare ogni svastica che si trova disegnata in ogni quartiere in qualcosa di meraviglioso, di artistico e positivo. Se quel simbolo non volesse dire nulla, lo lasceremmo indisturbato sul muro, ma questo non è così. Ci dà fastidio perché dietro a quel simbolo, c'è un'ideologia forte che noi non condividiamo.
Distruggere o nascondere i Crocifissi è perciò un atto simbolico che il cristiano, se è vero, non può assolutamente accettare!
Nel caso della Cina il presidio dei Cristiani è terminato in uno scontro con la polizia: molti sono finiti in ospedale, massacrati... Ma il presidio continua. I Cristiani non sono disponibili ad accettare questo comportamento assurdo e, intervistati, sono pronti a diventare martiri. Un conto è se lo diciamo noi, un altro è se lo dice qualcuno che ha visto da sempre massacrare o sparire coloro che si dichiaravano cristiani o che semplicemente portavano dietro con loro la Sacra Bibbia.

domenica 9 giugno 2019

Controsensi...

Risultati immagini per embrioneSi guarda il TG ed ecco le manifestazioni pro aborto in Argentina... non ho potuto seguire a dire il vero, ma di tutto ciò mi ha colpito un'immagine pubblicata su internet, esattamente su Facebook. Era la fotografia di una donna vistosamente in stato interessante che teneva un cartello con su scritto: “Essere per l'aborto non significa che voglia abortire”... No, è vero, sicuramente e per fortuna, non significa che essere pro aborto, si voglia abortire... o almeno non in quel dato momento, sicuramente in certe occasioni quali le violenze sessuali oppure la presenza di una malattia grave del feto... non sempre, siamo per l'aborto solamente quando c'è uno stato di sofferenza da parte della madre, in difesa dei suoi diritti... appunto.. suoi diritti, non quello del bimbo in grembo che nemmeno lui ha chiesto di formarsi in seguito ad una violenza, oppure con una malattia. Ci sono però i casi in cui si concepisce nei rapporti occasionali... Si era pensato alla protezione, ma chissà perché qualcosa è andato storto... Ci sono i “momenti sbagliati” in cui si è concepito all'interno del matrimonio, ma in un momento sbagliato, quando la donna sta ascendendo al potere della sua carriera, oppure semplicemente non si sente pronta... o ha voglia solamente di divertirsi ancora prima di legarsi. Vi chiederete: “Ma questa è per l'aborto, o no?!”.
Non voglio lasciare adito a qualsivoglia tipo di dubbio: sono contro l'aborto, ciò che ho scritto era ironico, per tracciare più o meno, a grandi linee, le motivazioni per cui una donna o una coppia decida di abortire. Volevo far notare come si vada da motivazioni serissime, quali una violenza, una malattia che potrebbe pregiudicare la possibilità di vivere normalmente di un bambino, a motivi più futili, quali il desiderio di fare carriera, il desiderio di libertà. Sono motivazioni molto differenti tra loro e di gravità evidentemente diversa, questo salta immediatamente all'occhio, e che in effetti, il grado di responsabilità dell'atto varia.
L'aborto è un omicidio, in modo particolare quello ormai liberalizzato negli Stati Uniti, quando ormai il feto non è più feto, ma un bambino completamente formato. Le modalità con cui avviene questo è terribile. Praticamente fanno un buco nel cranio del bambino e aspirano il cervello. Io ho letto che si fa così... ma scherziamo?! Questo è far valere i diritti delle donne? Ma come non potete capire che si tratta di un omicidio? Mi controbatterete che siete per l'aborto entro il terzo mese. Ah allora cambia tutto! Non vedi il cervello, le manine, le gambine, i piedini, per cui puoi fare incetta di ciò che non vedi! Sì, adesso capisco l'umanità! Occhio non vede, cuore non duole! Ma no... non è proprio così. Abbiamo un concetto proprio sbagliato di democraticità e libertà. Anzi, possiamo affermare che abbiamo fatto coincidere la democraticità con “il poter fare di tutto di più, permettere tutto...”. Questa non è democrazia, anzi, rasenta quasi la dittatura del liberismo, dell'io esasperato, dei miei diritti, senza doveri verso gli altri.
La scienza afferma proprio il contrario: fin da quando il bambino è stato concepito, possiede nei cromosomi tutte le informazioni necessarie per creare un uomo/donna. L'uomo e la donna non sono ancora formati, però se qualche agente esterno agisce sull'embrione, la formazione subisce una deviazione dalla normalità e qualcosa non funzionerà.
Un altra tesi affermata dalla scienza è che nell'utero della mamma sopravvivono alcune cellule del figlio che ha portato nel grembo: sarà madre per tutta la vita e non basterà un aborto a cancellare questa cosa.
Una persona che non può parlare ha dei diritti quanto quelli che possono farlo! È un controsenso!

mercoledì 5 giugno 2019

Decido di morire...



Oggi mi è capitato per caso di leggere una notizia su internet che ha suscitato reazioni differenti. Una ragazza in Olanda ha deciso di porre fine alla sua esistenza in seguito ad una fortissima depressione dovuta ad una violenza sessuale subita da bambina.
Lì per lì sembrerebbe un suicidio, ma non è stato così: lei si è avvalsa del diritto di praticare l'eutanasia, in quanto dichiarata come caso pressoché senza possibilità di miglioramento e l'Olanda glielo ha concesso.
Risultati immagini per silenzio della morteNon ho letto molti commenti, ma tra quelli che mi sono saltati all'occhio, ce n'è stato uno scritto da un'italiana che vive in Olanda: “Qui non teniamo in vita i vegetali”.
Non si trattava di una persona che viveva come un vegetale, ma di una ragazza che, purtroppo, non riusciva più a vivere la sua condizione di forte depressione. A volte tali condizioni sono peggiori rispetto a quella di chi deve sopportare una malattia incurabile, sebbene anche quest'ultima coinvolga tutte gli aspetti della vita. In fondo i Romani avevano intuito molto bene: “Mens sana in corpore sano”. È davvero così! Taluni, però, sono riusciti a vivere la loro condizione di malati, sebbene esclusi dagli altri, vittime di pregiudizi, limitati nelle scelte, in modo straordinario e hanno deciso che il buon Dio aveva permesso quella grandissima croce per poter godere della Sua presenza in modo eccezionale e che Egli chiedeva loro di mettere a disposizione la sofferenza per la riparazione dei peccati dell'umanità. A questo si sono cimentate tante persone delle età più disparate... abbiamo visto dei bimbi diventare degli eroi, delle mamme che hanno preferito dare la vita ai propri bimbi piuttosto che salvare la propria, persone che hanno vissuto fino in fondo le persecuzioni obbedendo alla Chiesa, nonostante questa le trattasse duramente...
Ce ne sono tante per fortuna, tante davvero... e risplendono come astri del cielo. A me questi sembrano tutti dottori della Chiesa, ma in fondo la Chiesa, quando li ha canonizzati, ha dovuto privilegiare l'aspetto più proprio di quella persona. Sì, per me sono tutti dottori della Chiesa, perché ci insegnano a vivere coraggiosamente le sofferenze della vita.
Non voglio assolutamente criticare la ragazza che ha scelto l'eutanasia piuttosto che vivere e affrontare un dolore così grande. La fede è una grazia e quindi, in quanto tale, gratuita. Non so quanti di voi ha letto “Storia di un'anima”, la biografia di santa Teresina di Lisieux. Ella è morta giovanissima, a 24 anni, di tisi. Oltre a raccontare il suo grande amore verso il buon Dio, durante la descrizione del suo buio interiore, accenna al suo desiderio di suicidio o meglio, al desiderio di finire le sue sofferenze prendendo i farmaci abbandonati sul suo comodino. Questo episodio la dice lunga, su come in realtà nessuno nasce eroe, ma il desiderio di amare fino alla fine, di immolarsi per il bene dei peccatori, il desiderio di fare la volontà di Dio fino in fondo è una grandissima grazia concessa da Dio, ma anche una conquista dell'anima che si unisce al suo Redentore. Santa Teresina viveva con gioia la sua condizione di malata, sebbene soffrisse tantissimo. Dio non l'ha abbandonata e le ha dato la forza di affrontare il tutto...
Ritornando alla faccenda della ragazza, è chiaro che siamo davanti ad un caso completamente differente e nessuno di noi si deve permettere di giudicare la sua scelta in quanto non può davvero capirla fino in fondo... Non voglio assolutamente giudicarla, ma parlare del suo caso. Siamo di fronte ad un abuso terribile, una violenza sessuale subita da piccola che le ha provocato una fortissima depressione. Noi donne sappiamo bene che cosa si possa provare quando qualcuno usa il nostro corpo, sebbene tante di noi non abbiano subito violenza. Lo possiamo immaginare. Figurarsi quando questo avviene da bambine. È una ferita difficile da curare, se mai si rimarginerà...
Il fatto è che questa fortissima depressione non doveva esistere, perché NESSUNO, dico NESSUNO, doveva abusare di quel piccolo corpo! Stiamo parlando di uno stupro avvenuto su una bambina, ma non dovrebbe MAI accadere nemmeno ad una donna adulta! Scherziamo? Ma quando mai si deve ledere la libertà di qualcuno per ottenere ciò che l'altra persona ci nega? Lei non ha colpa della sua malattia. È nata dalla violenza, da un errore / orrore fatto da qualcun altro. Chi ha abusato di lei, ha sicuramente tantissime colpe, praticamente oserei dire tutte. Forse a sua volta lo stupratore ha avuto il suo aguzzino... non lo sappiamo perché nell'articolo si parla solo del caso della decisione della ragazza. Per tale motivo dobbiamo fissarci bene a mente che qualsiasi nostro comportamento ha una ripercussione sugli altri. Abbiamo una grande responsabilità nella nostra vita. Siamo custodi dei nostri fratelli, come Caino lo fu di Abele... Ma noi non DOBBIAMO arrivare al punto di rovinare la vita agli altri, tradendoli e uccidendoli come fece Caino. Il buon Dio non fece del male a Caino, ma con tale racconto, ci invita ad essere custodi dei nostri fratelli. Lo stupro è stato usato anche come arma durante le guerre... è una cosa inconcepibile che non ha nessuna giustificazione e non se ne devono trovare... Già, perché qualcuno dice che l'uomo è cacciatore e se una è una prostituta o si veste in modo provocatorio, è... praticamente quasi scusato. MA SCHERZIAMO? Non può essere così! Non deve essere così! Dicendo questo stiamo dando il consenso a un fatto contro la legge e l'essere umano... considerando che fra un po' questo non esiste nemmeno fra le bestie... Scusando l'uomo si afferma che la sua intelligenza è davvero a livello infimo e possiede davvero solamente un neurone, come dicono scherzando sui social. La ragazza viveva dei suoi sensi di colpa, non riusciva a vivere la sua condizione... Ma lei non aveva alcuna colpa. Ha avuto la grande sfortuna di non avere accanto persone che l'abbiano accompagnata lungo il suo difficilissimo cammino di ripresa, di riconciliazione con il suo passato. L'Olanda non è uno stato che ha manifestato il suo grande progresso, dovrebbe dire il suo “mea culpa” perché non ha saputo trasmettere a una sua figlia la voglia di lottare e di vivere, nonostante tutti i problemi.
Vedete, approvare per legge eutanasia, aborto... etc... è rendere legale e quindi possibile a tutti perdere la gioia di vivere. La gioia di vivere non è una conquista che richiede tanto tempo e si impara passando anche attraverso la disperazione, la sperimentazione della crudeltà umana. A 17 anni questa ragazza non aveva ancora trovato la persona che l'accompagnasse in questa incredibile avventura e, poiché tutto è lecito nel suo paese, ha deciso di porre fine alla sua vita, suicidarsi, in poche parole. Non aveva la forza di farlo con le sue mani (questo la dice lunga), ma ha permesso che lo facessero dei medici.... e qui lascio a voi le considerazioni...