mercoledì 20 gennaio 2021

Natale 2020... un Natale un po' speciale..


 Anche quest'anno è arrivato Natale, in modo diverso dagli altri anni, purtuttavia non meno autentico. Il Natale 2020 è severo, ci vuole riportare alle origini. Tante sedie delle nostre case sono libere, non a causa delle restrizioni, ma perché purtroppo quella persona non c'è più. Ed è davvero un Natale diverso per chi quest'anno ha dovuto salutare qualche caro, senza poterlo nemmeno comporre nella bara, per chi ha visto il lungo triste corteo di bare con i corpi che sarebbero stati cremati lontano dalla propria città e regione. Nessuno di noi può dimenticare questa tragedia che come una scure si è abbattuta su di noi generando paura, talvolta terrore... 

Il 2020 ci ha cambiato in modo definitivo, ci ha riportato a riflettere sulla veridicità del fatto che tutti siamo interconnessi e che ogni nostro atteggiamento può avere una conseguenza terribile sugli altri... Ci ha riportato a capire che ognuno di noi deve avere cura dell'altro anche a costo di sacrifici enormi. Non siamo mai stati  combattuti in questo modo da una contraddizione così strana e sconcertante che ci chiede la lontananza anziché la vicinanza per dimostrare il nostro affetto...

Eppure, nonostante questo, è un Natale vero. Se ci riflettiamo è la tradizione che ha trasformato il Natale in festa della famiglia, in un momento in cui ci si ritrova tutti insieme nella convivialità... ed è una cosa bella e giusta, ma il senso vero del Natale, ci riporta alla stalla dove Gesù è nato, alla sua solitudine, al suo disagio. Dobbiamo ricordare che Egli è Dio e che viveva nel seno del Padre, quindi nella comunione piena con Lui, nella felicità intramontabile. Gesù, infinita carità, ha detto il suo sì e si è separato dal Padre lasciando quella felicità immensa per abbracciare una vita fatta di restrizioni dovute all'assunzione di un corpo umano con tutto ciò che ne consegue e che noi conosciamo bene. Essendo Dio Forte, Gesù ha avuto una croce pesantissima da portare. Ha sperimentato il tradimento, l'ignominia, la solitudine, l'abbandono, la sofferenza fisica, per noi, per redimerci dal peccato e il Natale era pensato in previsione della morte e risurrezione di Cristo. 

Quella del 2020, ripeto, è stata una lezione durissima per noi che sembra voler ribadire: "Tornate all'essenziale!"... Tradotto in parole povere: tornate a Me, a Dio... che sta al di sopra dei nostri affetti, di tutti gli affetti. I nostri affetti più grandi esistono perché li ha chiamati alla vita Dio stesso. 

Non è stato bello e non è bello ancora vedere la lunga processione di bare ed è concesso chiedersi il perché ed inquietarsi, rimanere sbigottiti davanti a tale sofferenza e bufera e soprattutto è giusto desiderare e pregare che tutto finisca presto... ma questa immane sciagura ha fatto emergere la durezza di alcuni cuori che hanno preferito nascondere sotto la sabbia e minimizzare ciò che è accaduto, negando parzialmente o totalmente l'esistenza del Coronavirus. Per dissipare i dubbi della sua esistenza, basterebbe, in realtà, avere un contatto umano vero con le persone vicine e lontane, sentire i loro racconti e le loro esperienze e non gettarsi e nascondersi nei social dove sempre più spesso il vero incontro si spegne, si mira a far branco e a far morire la vera capacità di dialogo fra di noi e... lasciatemelo dire... a bloccare coloro che non la pensano come noi, perché la diversità genera una crisi dentro di noi che ci mette in discussione. Tante volte è meglio bloccare per avere l'illusione di essere nel giusto.