giovedì 25 giugno 2020

Il linguaggio corporeo

A volte i doni del Signore hanno un prezzo da pagare. Come doni sono gratuiti, è chiaro che non li abbiamo meritati, ma spesso portano con sé come conseguenza una certa sofferenza. Dio ci dà sicuramente la grazia di sopportarla, ma bisogna essere dei buoni amministratori e saperla gestire in modo che sia a servizio degli altri. 
Padre Pio, ad esempio, aveva il dono di saper leggere nei cuori. Egli lo amministrò ammirevolmente e lo mise a servizio degli altri... Ma riflettiamo su alcuni doni più piccoli, che molti di noi possono avere... Prendiamo ad esempio l'intuizione e l'empatia.
Queste due qualità vanno a braccetto, fanno parte dell'intelligenza emotiva. Chi le possiede sa bene che non è così semplice gestirle: dietro ad esse si può nascondere la sofferenza e bisogna essere forti e saperla gestire.
Facciamo un esempio che tocca anche i bimbi e i giovani, oltre che gli adulti.
La persona intuitiva è attenta ad ogni dettaglio, ogni parola, spesso possiede una buona memoria. Su questo la donna ha una marcia in più, l'intuizione fa parte della sua natura. Passiamo all'esempio concreto, un esempio che calza a pennello con il periodo d'emergenza sanitaria, ma che si può trasporre nella realtà di tutti i giorni. 
Durante l'emergenza sono andate molto le video chiamate e le video conferenze. Mettiamo che durante una di queste, dopo aver parlato notiamo una reazione sospetta, uno scatto di riso da presa in giro, ucciso sul nascere per il semplice fatto dell'osservanza dell'etichetta. Di fatto la video chiamata/ conferenza continua normalmente, ma sai bene che c'è stata una presa in giro.
È un esempio banale, molto probabilmente anche chi non possiede l'intuizione se ne sarebbe accorto. Quel piccolo movimento di labbra è un chiaro messaggio, in questo caso soffocato per convenienza. A volte purtroppo può capitare anche con i parenti. La conseguenza è che si ci deve mordere la lingua: ti sei accorto di tutto, ma per non scendere al loro livello, non rispondi, fai finta di nulla, passando per scemo o scema. Scegli di passare per scemo/scema per non fare polemiche, su questo ci vuole tanta diplomazia, perché la natura umana ti suggerisce di mandarli a quel paese, di sbattergli in faccia la loro stupidità.
Questo esempio si può applicare anche alla realtà no – covid, cioè quando gli incontri avvengono di persona. In questo caso è ancor più facile intuire i pensieri delle persone. Come ben sappiamo, la maggior parte della comunicazione fra le persone avviene in modo non verbale. Mentre le parole possono mentire, distorcere la realtà, il nostro corpo non riesce.
Che brutta cosa quando si criticano le persone, quando si prendono in giro! È grassa, è magra, non sa parlare, è brutta... Questi commenti fanno emergere la meschinità e superficialità delle persone!... talvolta anche la cattiveria.
Fra i nostri giovani purtroppo si possono instaurare queste relazioni sbagliate, in cui l'ironia non c'entra nulla, relazioni che portano anche al bullismo.

sabato 20 giugno 2020

I fratelli mafiosi in corsia con dottor House

Chi non conosce lo "scorbutico", l'intuitivo dottor House? Qualche sera fa, in un episodio, dottor House era alle prese con due fratelli mafiosi, prepotenti, autoritari. Uno di loro aveva avuto dei sintomi terrificanti che sembravano il preludio di una morte imminente. Il team di House non riusciva a capire quale fosse la malattia che generava tutte quelle sofferenze, ma, come sempre avviene in questa serie, House arriva alla soluzione che salverà il paziente.
La soluzione nasconde il grande segreto del malato: la sua omosessualità. Per i mafiosi questo non era ammissibile e il fratello del malato non lo accetta proprio. Dopo molti stratagemmi e intuizioni, House riesce a tirare fuori il meglio dal fratello del malato. Il malato infatti sarebbe potuto entrare in un programma di protezione in seguito alla sua testimonianza contro la mafia, che lo avrebbe portato fuori dalla sua città, lontano dal fratello (non voleva allontanarsi da lui), ma che gli avrebbe permesso di vivere lo stile di vita che avrebbe desiderato.
Non voglio entrare nel merito di questa decisione, ma riflettere sugli atteggiamenti del fratello del malato. Dapprima non accettava l'omosessualità del fratello e la non accettazione lo aveva portato a schiaffeggiare il medico che gli aveva dato questa notizia. Sapeva molto bene che la mafia non avrebbe tollerato quella diversità e in fondo temeva per il fratello. Piano piano ha fatto emergere l'affetto sincero che aveva per il fratello accettando il suo allontanamento definitivo e la possibilità di vivere la vita che aveva sempre sognato.
A prescindere dal contesto e dai soggetti, come il film "47 metri" di cui ho parlato nel post precedente, l'amore vero lascia le persone libere, non soggioga nessuno, anche se questa libertà porterà lontano fisicamente la persona che si ama. I due film, "47 metri" e l'episodio di dottor House, trattavano rispettivamente  di due sorelle e di due fratelli, aventi un legame di sangue, ma sappiamo bene che spesso si creano con altre persone legami più stretti di quelli di sangue e quindi le riflessioni scaturite valgono per tutte le relazioni amicali. 

giovedì 18 giugno 2020

47 metri

"47 metri " è un film thriller che non tratta di omicidi e di cattiverie umane, ma racconta la vicenda di due sorelle completamente diverse fra loro come carattere che si trovano ad affrontare una situazione drammatica. 
Durante un'immersione nelle acque del Messico, qualcosa non va: la gabbia di sicurezza che avrebbe dovuto proteggerle dagli squali, precipita fino a 47 metri, diventa una trappola. Le ragazze sono immerse in acque infestate dagli squali e hanno una limitata riserva di ossigeno.
La cosa su cui vorrei riflettere è il contesto in cui si svolge questa drammatica vicenda. Il film lascia davvero lo spettatore costantemente con il fiato sospeso perché le probabilità di salvezza per le ragazze sono esigue.
La sorella maggiore, Lisa, è un carattere tranquillo, ama l'ordinarietà della vita e disdegna ogni rischio che la getta nella paura.
Kate, la sorella minore, al contrario, fa scelte fuori dall'ordinario, rischiose, è generosa e supera la paura.
Nel film la descrizione è veloce e avviene attraverso alcune scene che portano subito alla situazione dell'immersione.
Fanno vedere Kate che trascina la sorella in mille divertimenti dopo aver saputo che era stata lasciata dal suo ragazzo perché la trovava noiosa. In una discoteca incontrano due ragazzi del posto che propongono loro un'immersione per vedere gli squali.
Kate accetta con entusiasmo e supera la sua paura, mentre Lisa entra quasi nel panico. Alla fine Lisa accetta ed entra in acqua nella gabbia. Il cavo di sostegno della gabbia si spezza proprio nel momento in cui la stanno tirando su e la gabbia precipita nel fondo del mare. La gamba di Lisa rimane incastrata sotto la gabbia, mentre Kate, in riserva d'aria,  esce da essa per recuperare le bombole d'ossigeno gettate dai ragazzi. Al ritorno sarà attaccata da uno squalo e scompare. Nel tempo in cui le due ragazze si ritrovano intrappolate nell'attesa di una decisione risolutiva, si scambiano dei pensieri che delineano la vera natura del loro rapporto. Lisa dice a Kate che il ragazzo con cui aveva una relazione era l'unica cosa giusta, in più, rispetto a lei. Kate rimane interdetta da questa frase e risponde che fra loro non c'era mai stata competizione. La risposta di Lisa è disarmante: "Forse in te non c'è competizione!". 
Vorrei riflettere proprio su questo brevissimo dialogo svoltosi fra le due sorelle. In una non c'era competizione e prendeva le decisioni in modo libero, anche quelle che avrebbero potuto metterla in pericolo, mentre l'altra agiva sempre per competizione. In realtà non amava il suo ragazzo, lei voleva avere o essere qualcosa di più rispetto alla sorella minore per apparire più in gamba agli occhi dei genitori. Questo si evince nel dialogo tenutosi prima di andare a divertirsi e conoscere i due ragazzi. "I nostri genitori sanno che vi siete separati?" "No, non gliel'ho ancora detto, non ne faccio una giusta!".
Lisa era ingabbiata nel suo egoismo, nella sua paura, paura che alla fine le salverà la vita. Salvarsi la vita non sempre è sinonimo di successo. Tante volte ci si salva per egoismo, perché una situazione ci è comoda anche se inconsciamente non ci rende felici. Si agisce per competizione che porta gli altri alla morte... Nel film quella di Kate. Era solamente Lisa che viveva in competizione, perché Kate vedeva le cose in maniera totalmente differente. 
Vivere in competizione vuole dire far morire gli altri, toglier loro l'ossigeno per vivere, rimanere in una gabbia che protegge, ma che
avvilisce l'animo... è capire che alla fine si rimane soli, che le persone si scostano da noi perché dentro di noi non vi è armonia...

venerdì 5 giugno 2020

Fare verità, dire la verità, essere veritieri

Il cristiano deve essere trasparente a cominciare da se stesso. Senza fare verità dentro di sé, dire la verità, essere veritieri, non si può essere cristiani. Lo dice il vangelo stesso: Gesù dice di essere  tre cose fondamentali. Alla dichiarazione di Dio nell'Antico Testamento  di essere "Io sono", Gesù afferma senza remora: "Io sono la Via, la Verità e la Vita". Da questo ne consegue necessariamente che chi vuole essere discepolo di Gesù, deve cercare la Verità e la Vita in tutto. In altre pericopi del Vangelo si ripete spesso che il demonio, il diavolo è il padre della menzogna. Filosoficamente parlando, possiamo dire che Gesù è il bene e il diavolo il male: la Verità coincide con il bene e la menzogna con il male. Verità e menzogna sono opposti.
Prima di tutto il cammino spirituale, ma anche quello psicologico, esige inderogabilmente il "fare verità" dentro di sé, senza puntare il dito o responsabilizzare gli altri, le situazioni, le occasioni, del nostro modo di essere: dobbiamo essere perfetti a prescindere dalle situazioni, dagli altri, proprio per godere della vera libertà di spirito... che non è ovviamente il fare tutto ciò che si vuole. Essere perfetti non significa non sbagliare mai, anche il più santo di questa terra è imperfetto davanti a Dio. Ritorniamo al concetto da concretizzare nella propria vita di fare verità dentro di sé. Si deve prendere distanza dagli altri, dalle situazioni e analizzare se stessi e le proprie reazioni davanti a queste, per aggiustare il tiro, per essere capaci di rimanere saldi nella serenità anche di fronte alle cose o persone che temiamo di più. Ci vuole molto coraggio e discernimento, ma anche tanta fede. Se ci immergiamo in noi stessi e siamo veramente leali, vedremmo davvero che nel nostro spirito tutto è in disordine e che  avrebbe bisogno di una bella pulizia, una pulizia a fondo... È una pulizia molto faticosa... facciamo un esempio concreto.
L'emozione che spesso sente una persona quando si accosta agli altri, in modo particolare alle persone a cui è più legata, è la gelosia. La gelosia è infida, lo sappiamo tutti, spesso è l'anticamera dell'invidia ed è generata dalla menzogna! Sì, perché la gelosia distorce la realtà, ci fa vedere tutte le cose negative, senza captare quelle positive, spinge le persone una contro l'altra e se non è corretta, può portare anche a diffamare una persona, togliendole la dignità, la possibilità di vivere, fino ad arrivare a casi estremi come l'omicidio.
Dobbiamo conoscere e saper dare un nome alle emozioni. Tutti le proviamo, anche quelle più negative, ma vanno assolutamente riconosciute e analizzate, cercando la strategia migliore per superarle o canalizzarle verso il bene, senza cadere nel tranello del responsabilizzare gli altri dando loro la colpa e creando la nostra verità. Tale spirale è pericolosissima: agli inizi sentiremo ancora il dolore di questa emozione negativa e quindi aborriremo ogni cattiva azione che ci spinge a far soffrire gli altri, ma se la giustificheremo autoconvincendoci che sono gli altri che fanno preferenze o ci tradiscono, non riusciremo più a vedere la verità perché l'acqua della nostra anima è diventata talmente torbida da creare una realtà assurda e soggettiva.
Se si sente spesso la gelosia, pensiamo che gli altri siano trattati meglio o preferiti rispetto a noi e questo ci spinge addirittura a diffamare questa persona...ahimé se siamo a questo punto, forse siamo già quasi arrivati al punto di non ritorno: non siamo più capaci di fare verità in noi e abbiamo creato la nostra verità soggettiva fasulla.
Bisogna chiedersi a prescindere dalle situazioni che SECONDO NOI ce lo confermano, perché sentiamo questa emozione, questo sentimento. Quasi sempre la gelosia nasconde una grande insicurezza interiore: abbiamo bisogno di continue conferme da parte degli altri, di complimenti,di sicurezza, perché siamo fondamentalmente molto insicuri. Non ci apprezziamo davvero per quello che siamo e abbiamo paura che gli altri non vedano le nostre qualità e ci possano mettere da parte, non amarci. Da qui nasce la percezione che preferiscano gli altri a noi: ci sentiamo inferiori... Anche il lodarci troppo o sottolineare i nostri successi, che sembrano appartenere a una troppa sicurezza, possono nascondere la nostra insicurezza: dobbiamo convincere gli altri delle nostre qualità di cui forse non si sono accorti! Il grosso problema è che, arrivati al punto di separare per questo motivo delle persone parlando male di loro, non ce ne accorgeremo più... non saremo più in grado di fare chiarezza!
Questo non vale solamente per la gelosia, ho preso questo ad esempio perché l'abbiamo sentita tutti almeno una volta nella vita nel nostro cuore. 
Fare verità dentro di sé è importantissimo perché ci porta al secondo punto che ho già toccato facendo l'esempio concreto: "dire la verità". La bocca parla dalla pienezza del cuore e se nel nostro cuore c'è la menzogna, diremo solamente bugie (o diremmo la verità secondo il nostro punto di vista) e saremo capaci di far del male indiscriminatamente con la nostra lingua, ma non solo, a coloro che ci sono vicini.
Ammettiamo i nostri sentimenti o emozioni peggiori, non nascondiamoci mai dietro delle verità soggettive! Quando sentiamo muoversi qualcosa di negativo dentro di noi, dobbiamo fermarci e capirne la provenienza.... perché le emozioni possono essere catalogate in negative e positive, lo si insegna anche ai bambini. Se anche ci sembrasse giustificato il sentimento della gelosia (riprendiamo l'esempio di prima), dobbiamo rendercene superiori: ci saranno delle motivazioni per cui gli altri hanno agito così, quali sono? Tale esercizio fa parte della nostra intelligenza emotiva che prende spunto dalle altre, da quella linguistica, scientifica...etc.... In poche parole deve essere l'intelligenza a guidarci, a CAPIRE IL PUNTO DI VISTA DELL'ALTRO. Quest'abilità è molto importante nei rapporti sociali, ci aiuta a non fare del male, a non accusare, a vedere la realtà da tanti punti di vista differenti e a non esasperarne un aspetto. Ci vuole intelligenza per farlo, come la ebbero i grandi scienziati che hanno fatto scoperte importanti, come ad esempio Einstein: tanto più scoprivano le regole dell'universo, più prendevano consapevolezza di non sapere. È l'umiltà che caratterizza i grandi, il sapere di non sapere e che spinge sempre di più alla scoperta di cose nuove.
Da qui, dal dire la verità, scaturisce l' "essere veritieri". Sì, non recitare una parte. Ai giorni nostri, nei rapporti sociali, si finge molto: si finge di essere altruisti, generosi, aperti..... In realtà non lo si è: dobbiamo analizzare cosa ci spinge: avere un tornaconto di qualsiasi genere? essere rimunerati? apparire più bravi degli altri?
Dico solamente quest'ultima cosa e poi chiudo. A volte dobbiamo imparare davvero a dire "no". Una persona che non sa dire "no", ha paura di essere abbandonata, di essere giudicata male, di mostrare le sue debolezze. Una persona che sa dire "no" è libera!