Abbiamo bisogno di essere
amati. È il desiderio più profondo dell'uomo, perché senza l'amore
tutto perde di valore. Per amore siamo disposti a tutto, ma non ci
accorgiamo che spesso non sappiamo quale e cos'è il vero amore. Chi
ci spinge a far soffrire gli altri, oppure ci obbliga a fare quello
che lui /lei vuole, non è amore, ma possesso. Nonostante le nostre
paure di essere abbandonati, accettati, dobbiamo dire basta a questa
forma di possesso!
Ama e dentro il tuo cuore ci sarà un piccolo frammento dell'infinito di Dio, un piccolo specchio che rifletterà l'azzurro del cielo. Entra nella cella del tuo cuore e immergiti nel suo silenzio...Ascolta, parla il tuo Maestro! Colui che creò le imponenti montagne e il mare immenso...
martedì 29 ottobre 2019
lunedì 14 ottobre 2019
Libertà e rispetto
La superbia e la logica
del potere portano a scivolare in un baratro sempre più profondo di
cui non si riesce a vedere nemmeno il fondo. È una tragedia e la
tragedia più grande è che le persone che vi stanno cadendo, non se
ne accorgono. Credono di essere nel giusto e dall'alto della loro
cattedra accusano gli altri alzando la voce, mancando senza
accorgersi di rispetto nei confronti degli altri nel nome (sbagliato)
di “amore”, di “apertura nella famiglia”. Non si accorgono
nemmeno che l'elemento fondamentale di una famiglia è il rispetto.
Nessuno è perfetto, tutti sbagliamo... Alcune cose si imparano
strada facendo, altre sbagliando. Questo è lo scotto da pagare. Se
uno non facesse nulla, non sbaglierebbe nemmeno. L'elemento
fondamentale di una famiglia non è il dirsi tutto, ma il rispetto
che a volte esige il silenzio, l'attesa. A volte si scambia il
silenzio per omertà, ma non è così. Quando si ha a che fare con
l'educazione dei bambini, ci si accorge subito di come essi siano
delle tenere pianticelle e provi grande gioia nel vederle crescere secondo il loro ritmo. Ti accorgi subito che esse sono tenere e che i
loro tempi di crescita non sono tutti uguali: altri vogliono più
tempo, ma giungerà il momento di festa in cui tutti raggiungeranno
l'obiettivo. Da ciò ne consegue che un bambino che non sa fare
nemmeno 2 più 2 non puoi metterlo davanti ad un'espressione algebrica, perché sarebbe controproducente e del tutto inutile. Tale concetto
vale anche per gli adulti. Chi vuole imporre il proprio modo di
vedere e non accetta la diversità dell'altro nella loro molteplicità
di espressione, si espone a rischi grandissimi. Queste persone non
sono serene per niente. Loro osannano le loro scelte e le vogliono
imporre agli altri.... e non si accorgono che l'altro elemento
importantissimo che esiste in una famiglia o per chiunque altro è la
libertà. Abbiamo trovato due elementi fondamentali che devono
governare le nostre famiglie e di conseguenza le nostre società: il
rispetto e la libertà. La libertà va bene intesa: non è il fare
tutto quello che mi pare. Quando entro in una casa devo chiedere il
permesso, accertarmi che le mie scelte non urtino con le esigenze
degli altri: ecco che scatta l'esigenza del rispetto. La libertà
senza il rispetto non si sostiene. È vero, vista così ha dei
limiti: la nostra libertà ha fine dove inizia la libertà dell'altro
che è sacrosanta.
Fateci caso: coloro che
seguono la logica del potere hanno uno sguardo veramente duro.
Recitano la parte di chi è felice, ma in realtà scivolano in un
altro baratro pericolosissimo: quello della gelosia e dell'invidia...
di cui parleremo un'altra volta.
La logica del potere
Non condivido la logica
del mondo, assolutamente... e se ci penso, mi viene una rabbia... ma
una rabbia... In tale logica del mondo rivedo le tentazioni di Gesù
nel deserto: la superbia di desiderare di essere a tutti i costi
migliori degli altri, il delirio di onnipotenza, il potere dei soldi
e l'avere. La cosa terrificante è che spesso i genitori,
responsabili primari dell'educazione dei loro figli, non fanno nulla
per insegnare loro ad andare contro corrente, a far capire loro che
nel mondo non conta l'”avere”, ma l'essere. La vita è comunque
una dura e severa maestra che orienta i nostri cammini, volenti o
nolenti. Per fortuna esiste la sua saggezza. Una volta, quando si
riceveva la cresima, si diventava soldati di Cristo. A noi sembra una
figura lontana perché siamo ormai abituati a vivere in tempo di
pace, ma basterebbe girare il nostro sguardo oltre il nostro
adorabile orticello e comprendere che non è assolutamente così:
basti pensare alla tragedia della Siria. Se ci mettiamo nei panni dei
Siriani, se non disdegniamo di vedere le foto crudeli, ci
accorgeremmo davvero di che cosa significhi lottare strenuamente per la
vita e quindi cosa significhi diventare soldati di Cristo.
Quest'immagine desueta, è attuale: la vita è una continua lotta e
bisogna imparare anche ad arrivare ultimi, ad abbandonare i nostri
progetti più cari e le nostre aspirazioni. Ci sarà sempre qualcuno
più bravo di noi o che ha più di noi. Da ciò ne consegue l'urgenza
di insegnare ai nostri figli a perdere, ad accettare di non essere
sempre i primi. Alcuni sono disposti a dire bugie agli altri, pur di
APPARIRE primi, intelligenti, capaci di scelte che tutti
obbligatoriamente devono accettare.... Non si accorgono che non c'è
scritto da nessuna parte che gli altri debbano per forza accettare le
nostre scelte e nemmeno appoggiarle. Se hai fatto quella scelta in
quel preciso momento della tua vita, vuol dire che era importante...
e non ha bisogno di essere appoggiata da nessuno. Se invece si nota
che enfatizziamo le nostre scelte con gli altri, se le osanniamo al
di sopra di tutto arrivando ad ostentare addirittura disprezzo o
facendo capire che quella degli altri è inferiore, c'è davvero
qualche cosa che non va: la nostra scelta fatta in quel momento non è
stata fatta secondo il nostro cuore e la nostra razionalità, ma
dalla sete del potere, dei soldi... e così non ci accorgiamo che
piano piano stiamo scivolando in un baratro, sempre più profondo,
dell'egoismo, della superbia, della competizione a tutti costi che
soffoca la solidarietà. Per essa siamo pronti ad alzare la voce e ad
accusare gli altri, senza accorgerci che da quarantenni,
cinquantenni, sessantenni attempati, ci trasformiamo in bambini di 3
anni... nemmeno... perché chi lavora con i bambini sa quanto sia
importante per loro la solidarietà, soprattutto nel momento in cui
vedono il loro compagnetto piangere disperato...
Ma cosa abbiamo dentro il
nostro cervello? Invece di andare avanti, diventiamo dei bambini
dispettosi, che battono i piedi mendicando un amore malsano perché
non otteniamo ciò che vogliamo o non siamo riusciti a comandare agli
altri. Ma si rendono conto di che razza di persone odiose sono?
martedì 8 ottobre 2019
Rispetto per l'ambiente
Oggi vorrei parlare delle
varie manifestazioni per l'ambiente. So che, in un certo senso, andrò
contro corrente, ma ritengo opportuno affrontare l'argomento in modo
un po' più profondo. Premetto che come carattere non sono tanto da
manifestazioni, vorrei però andare al di là di questa cosa.
Da ragazza non ho mai
partecipato agli scioperi e tanto meno alle manifestazioni, forse
perché mio padre lavorava per lo Stato come militare, per cui
inconsciamente mi aveva instillato dentro il cuore lo spirito del
dovere e dell'obbedienza. Solamente una volta con una mia amica
espressi la volontà di prendere parte ad una manifestazione: era per
la pace quando scoppiò la prima guerra nel Golfo. In realtà io
rischiavo ancor più come persona, in quanto mio padre, come
militare, era stato allertato in caso di emergenza. Ricordo
perfettamente i sentimenti che serpeggiavano nel mio cuore e
scuotevano la mia anima: io credevo veramente nella pace e anelavo ad
essa anche dentro il mio spirito e per il mio spirito. Per me era il
bene più prezioso per l'uomo e capivo perfettamente che esso è un
dono. Percepivo il fatto che essere nata in un periodo di pace era
una grazia. Mi ero appassionata ad alcune letture che raccontavano
degli orrori della Seconda Guerra Mondiale e mi si stringeva sempre
il cuore... e forse non avevo nemmeno 10 anni quando lessi “Il gran
sole di Hiroshima”, sebbene ancora non avessi studiato quella parte
della storia e quindi non capissi bene la questione della bomba
atomica. Comprendo adesso che era però un seme gettato nel mio
cuore, un seme da cui è nata una piantina cresciuta poi attraverso
le spiegazioni dei libri di storia, in seguito dei documentari e
internet, di quegli avvenimenti di pazzia umana. In effetti non erano
strani e assetati di potere solamente i Tedeschi. In un modo diverso,
la sete di potere ha distrutto nei tempi l'uomo. La nostra
manifestazione non è servita a fermare la guerra, nessuno ci ha
ascoltato, sebbene fossimo anche noi in molti.... perché dietro a
quella guerra, come d'altronde in tutte, c'erano interessi economici.
Era forse semplicemente il bisogno di constatare che eravamo in molti
giovani a desiderare la pace e di far capire agli adulti dell'epoca
che non condividevamo assolutamente la loro logica di potere. Non
eravamo capitanati da nessuno e nessuno desiderava emergere dalla
folla, anzi, volevamo che capissero la nostra unione di intenti.
Al giorno d'oggi anche
nella mia vita sono cambiate moltissime cose, sono adulta e non
condivido ancora la logica di alcuni coetanei. La pace del cuore l'ho
trovata ed è meravigliosa e come i giovani di oggi, mi dispiace
molto vedere maltrattato il nostro pianeta, la vita umana ed
animale... ma ci sono molte cose che non vanno e stanno a monte del
non rispetto dell'ambiente... come ad esempio il non rispetto della
vita umana.
Riguardo all'ambiente
sono una di quelle persone che, piuttosto che buttare a terra una
carta, me la metto in tasca, per cui condivido in tutto quello che
dicono e vogliono i giovani, ma non ne condivido troppo il modo. In
un discorso Greta trasudava odio e incitava al non perdono nei
confronti di chi non tiene all'ambiente. Non credo che questo sia
l'atteggiamento giusto: ha ragione, spesso, come nel passato, i
Grandi della terra sono interessati all'economia più che al rispetto
dell'ambiente... questi anni non sono i primi che affrontano questo
discorso, perché la sensibilità per il rispetto per l'ambiente è
proprio nato verso gli anni Ottanta. Ricordo che ci avevano dato
anche il Diario Scolastico per educarci alla raccolta differenziata
e... non solo.
Il fatto è che il mondo
è distrutto perché abbiamo cestinato Dio, fonte di ogni armonia.
Abbiamo preferito il potere dei soldi, il benessere all'amore e alla
pace. Non rispettiamo più la vita che nasce nel grembo e nemmeno
quella terminale costretta in un letto di ospedale. Il rispetto per
la Vita comincia con il rispettare chi abbiamo accanto: ad esempio
quando si sale sull'autobus perché nessuno mette lo zaino a terra
per non urtare chi ci sta accanto... anzi si comincia a spintonare
ancora di più e si ci mette in posti proibiti come l'uscita? Perché
non raccogliamo da terra quella carta di caramella o merendina che ci
è sfuggita dalle mani? Perché i pavimenti delle nostre aule sono
pieni di materiale scolastico caduto dai banchi e non raccolto?
Perché le nostre mense scolastiche gettano nella spazzatura
tantissimo cibo, non a causa della salute dei bimbi, ma a causa di un
semplice “non mi piace”?
Comprendo benissimo che
la fede è un dono e non tutti l'hanno, ma tutti possono capire che
il rispetto per l'ambiente si impara facendo dei piccoli gesti che
hanno il gusto prelibato del rispetto di chi ci sta vicino e per il
Creato che con le sue meraviglie ci stupisce ed incanta.
lunedì 7 ottobre 2019
Vittimismo
Nei vari siti che parlano
di psicologia, vi sono spesso descritte alcune personalità. Fra
queste vi è quella del vittimista. Il vittimista è colui che non
trova nulla di positivo nella sua vita, che si lamenta in
continuazione, è in assoluto il più sfortunato del mondo. Getta
negli altri la sua negatività riuscendo a manipolarli.
La mia riflessione vuole
toccare l'aspetto spirituale della faccenda, per trovare una via
d'uscita a questa spirale di negatività che fa male alla persona che
l'ha nel cuore, ma anche a chi le è accanto.
Il fatto è che il
vittimista è racchiuso nel mondo del suo “Io” e tutto ruota
attorno ad esso. I dolori che lamenta possono essere veri, ma ciò di
cui non si accorge è la sua concentrazione eccessiva su di essi. Le
cause possono essere molteplici. Il brutto è che questa persona non
riesce ad aprirsi alla gioia, rimane intrappolata nel suo mondo di
dolore e ci sta bene perché attraverso esso cerca di legare a sé le
persone. È questo meccanismo che va spezzato perché rende infelici
tutti. Sembra strano, ma una persona egoista la si riconosce perché
è troppo concentrata su di sé, ha paura dei sentimenti e delle
proprie emozioni e ciò la porta a non vivere la sua vita, a
nascondersi ad evitare il contatto umano.
La risposta a tutto è
Dio. Il cammino è molto arduo: bisogna accorgersi di essere un
vittimista e non è così semplice, ma ci possiamo fare delle
domande: quanto mi lamento? Riesco a vedere il positivo della vita?
So rischiare o mi chiudo a riccio? Mi nascondo nei miei dolori? A chi
penso di più durante il giorno? (quest'ultima domanda va posta anche
al modo in cui penso agli altri, se li penso in relazione a me stesso
oppure no). Una volta che riesco a comprendere di far parte di questa
categoria, devo scrollarmi e lottare per uscire da quella prigione
dorata.
Dobbiamo affrontare la
cosa con Dio, non da soli. Convincetevi che Dio può togliere le
pietre più grandi dal vostro cuore.... Siate responsabili delle
vostre azioni senza incolpare gli altri. Noi possiamo creare il
nostro futuro e soprattutto la gioia esiste se abbiamo Dio nel
cuore....
La verità vi farà
liberi: liberi dagli egoismi, dal continuo lamentio, dalla tristezza
che attanaglia il cuore, dalle paure immotivate. Aprendosi veramente
all'altro e alle sue esigenze (non si tratta di chiedere solamente se
stanno bene), il nostro “io” finirà in secondo piano e le nostre
sofferenze troveranno la loro giusta dimensione senza apparire dei
giganti imbattibili. Davide combatté contro Golia e lo vinse, perché
Dio ha combattuto al suo fianco.
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