martedì 27 dicembre 2011

Il diario

Il Diario di santa Faustina ci rivela una santa carica di un'umanità e sensibilità eccezionali. Ella non copre le sofferenze causate dalle altre suore, ne parla tranquillamente, affermando sinceramente ciò che nei loro atteggiamenti la fa soffrire. Poiché questi scritti erano diretti al confessore, non sono soggetti ad alcuna censura che invece ha colpito e mutilato lo scritto di santa Teresina di Lisieux.
Santa Teresina, soprattutto nel Manoscritto C, parla spesso di carità, ma non racconta le occasioni miserevoli che l'hanno indotta ad esercitarla!
Racconta le sue tenebre interiori, ma quando parla di accettazione della sofferenza, non allude esclusivamente ad esse:.. Ed è proprio santa Faustina a parlarne nel suo diario così sincero. Dice che, trovandosi in difficoltà insormontabili all'inizio della sua vita religiosa, decise di fare una novena a santa Teresa di Gesù Bambino allo scopo di superarle. Essa le apparve in sogno, affermando che sarebbe stata liberata da tali difficoltà entro tre giorni. Suor Faustina, nel sogno non è consapevole della santità di santa Teresina e nega che lei abbia sofferto molto. Santa Teresa si rivelò, quindi, come santa e suor Faustina conobbe quanto ebbe a soffrire.
Santa Teresina affermò di aver sofferto molto, sofferenze che non avevano nulla a che fare con la tubercolosi che l'ha portata alla tomba... Si è scoperto dopo quando si sono raccolte le varie testimonianze: Il convento dove lei è vissuta ha subito varie prove, non vi regnava di certo la santità. In questo clima, che qualche biografo non ha esitato a dichiarare infernale, è cresciuto un fiore così bello come santa Teresina.
Santa Faustina racconta, invece, liberamente ciò che accade nel suo convento, lasciandosi scappare u commento anche abbastanza severo: "sembra incredibile che in un convento possano accadere tali cose!"
Sfiora le varie sofferenze che l'hanno tormentata, dando loro un significato redentivo. Dio stesso, attraverso queste sofferenze, lavora la sua anima facendole comprendere che il suo cuore deve appartenere a Lui solo. Egli lo vuole tutto e, per questo, le fa sperimentare l'abbandono , la solitudine, l'incomprensione. Il cuore di santa Faustina geme, soffre ma poi beve avidamente al calice che il Signore stesso le porge...

lunedì 26 dicembre 2011

Comprensione


Mi hanno fatto riflettere i punti 116/120 del primo quaderno del Diario di Santa Faustina. Ella stava parlando delle varie prove spirituali a cui è sottoposta un'anima. Ad un certo punto afferma che coloro che vivono insieme con queste anime, non dovrebbe aggiungere sofferenze esterne, perché questo non piace al Signore. Quando si vede un'anima provata, si tende sempre ad aggiungerne di più... Ci permettiamo di esprimere giudizi di ogni genere e parliamo là dove non avremmo mai dovuto dire quello che abbiamo detto. Ed ancora: "Se le suore oppure i superiori sapessero o supponessero che una certa anima sta attraversando varie prove e, ciò nonostante, da parte loro le aggiungessero altre sofferenze, peccherebbero mortalmente e Dio stesso rivendicherebbe quell'anima."

Segue poi un lungo discorso sul silenzio interiore ed esteriore, parole che anche San Giacomo aveva proferito in qualche sua lettera. Chi non bada alla propria lingua, s'illude di essere santo! Questa pagina è scritta da una santa, elevata dalla Chiesa agli onori degli altari. L'ho riportata in parte... Ella non si rivolge solamente ai religiosi ma alla gente in generale. E' ero, è proprio così... Spesso avvalendoci della nostra santità (presunta) ci ingeriamo dei fatti di quell'anima senza, in realtà, averla in cuore. Le osservazioni che noi facciamo sono dettata dalla durezza del nostro cuore e non dall'amore e, pensando di essere santi, pecchiamo mortalmente. Parola di santa Faustina! Purtroppo è così: afferrati dalla durezza di cuore, gioiamo delle sofferenze altrui e quando vediamo quell'anima in difficoltà, ecco che tendiamo a pavoneggiarci della nostra generosità (!!), della nostra osservanza muovendo osservazioni verso di essa. Alimentiamo così, la nostra superbia e la nostra durezza di cuore. Peccato: santità non è fare tutto bene esternamente, anche opere di carità, ma è giungere al vero amore e mentre giudichiamo, ne siamo lontani!

domenica 25 dicembre 2011

Buon Natale


Maria, giovane donna, ha accolto nel silenzio della sua dimora, l'annuncio della maternità. Una maternità speciale, inaspettata. Non si dice cosa stesse facendo quando l'angelo entrò da lei. I grandi pittori cristiani la ritraggono in preghiera, ma può darsi anche che non fosse così. Sappiamo infatti, che spesso i lumi maggiori, sono stati ricevuti da alcuni santi mentre facevano altre cose. Pensiamo ad esempio a Santa Teresina che viveva in una profonda aridità spirituale e affermò che non era durante la preghiera che riceveva i lumi decisivi, ma mentre compiva un lavoro. Questo perché Dio non vuole incarnarsi solamente nella preghiera ma nell'ordinarietà della vita, perciò durante le normali occupazioni della giornata. E' presente là, nell'ordinarietà della vita. allora Maria accoglie il progetto di salvezza che muterà totalmente la sua vita. Mette a disposizione il suo corpo per donare la gioia al mondo Accetta la vocazione di Madre di Dio e lo segue appassionatamente, cercando di comprendere ciò che il Signore stava compiendo nella sua vita. Se gli uomini non potevano accorgersi di ciò che di meraviglioso e straordinario si stava compiendo sulla terra, gli angeli non potevano tacere e recarono l'annuncio di gioia all'umanità intera. 

La Madonna di Medjugorie sta invitando gli uomini a gioire nei suoi ultimi messaggi. Maria, pur nelle contraddizioni che viveva, aveva accettato questo modo di agire così strambo di Dio, senza calcolarne le conseguenze.
Non è semplice, è un fidarsi completo di Dio, affidarsi ad un Altro nella consapevolezza che, ricercando Dio, non si può sbagliare.
Allora, buon Natale a tutti, un vero Natale di pace e gioia.

sabato 24 dicembre 2011

Dio sceglie i deboli


La logica di Dio è molto diversa da quella dell'uomo (meno male!).Egli non sceglie persone brillanti, potenti, per affidare il Suo messaggio  di salvezza; si serve in vece di persone umili, fragili per manifestare la potenza del Suo amore. Egli beffa il nostro desiderio di perfezionismo e ci aiuta a comprendere che la perfezione a cui tanto aneliamo, consiste nel suo Amore e nel viverlo intensamente. Egli gioca con i nostri difetti. Santa Faustina confidò alle sue superiore il suo rapporto stretto con Gesù, le sue locuzioni interiori. Ella raccontò anche che alcuni confessori non la compresero, che quando ella apriva loro la sua anima, indietreggiavano spaventati o escludevano a priori che suor Faustina potesse avere un'esperienza così profonda di Dio. Alcune superiore rispondevano che Gesù aveva rapporti così stretti solamente con anime sante e non con persone comuni come lo era suor Faustina. Queste risposte insinuavano dubbi nell'animo di suor Faustina. Dubbi normali, perché essendo santa, credeva fermamente di non esserlo. La risposta di Gesù all'esposizione dei suoi dubbi, fu che si compiaceva di servirsi di mezzi deboli ed imperfetti e che tramite questi mostrava l'onnipotenza del suo amore.

Vero e... sapiente! Dio sceglie i deboli, i fragili per far comprendere che la fede non è frutto dell'intelligenza umana, ma di un intervento divino.

venerdì 23 dicembre 2011

Santa Faustina

Mi piace riprendere il Diario di Santa Faustina e soffermarmi su alcuni punti, riflettere su determinati messaggi, così sorprendentemente umani che testimoniano come i santi siano vicini alle nostre quotidiane esperienze.

E' sorprendente come Dio scelga le persone più semplici! Gesù sceglie  una giovane suora per propagare una devozione così stupenda che dovrebbe essere il cuore di ogni vita cristiana: la misericordia divina. Gesù è il sole, la luce... e dal suo petto, dal suo Cuore si diramano i raggi della sua Misericordia che illuminano il mondo intero.

Sì, alcuni punti e passaggi del "Diario" fanno riflettere profondamente. Vediamone alcuni.

giovedì 22 dicembre 2011

Ombra

Uno dei "nomi" dello Spirito Santo, è proprio "ombra". E' interessante riflettere sul significato composito di ombra. Partiamo dal racconto dell'annuncio della nascita di Gesù nel Vangelo di Luca.

Nella nuova versione vi sono due espressioni che sembrano essere in opposizione: "Darai alla luce un figlio" e, in seguito, quando Ella domanda come sia possibile, "la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la Sua ombra".

L'ombra, per i paesi situati presso il deserto, è segno di refrigerio e ristoro... ma tutti noi possediamo un'ombra che segna e annuncia la nostra presenza corporale. Ombra è quella che noi proiettiamo sul terreno quando c'è il sole, la luce. L'ombra sbiadisce dove non c'è il sole... Lo Spirito Santo, con la sua ombra, manifesta la sua presenza...

mercoledì 21 dicembre 2011

Nell'ombra della morte

Ogni vita si apre nell'ombra della morte. La vita non è uno scherzo, si vive solamente una volta e quindi va vissuta bene, fino in fondo. Questo discorso sembra stonare in un periodo lieto, com'è il Natale, ma la liturgia dell'Avvento fa propria la preghiera dei primi Cristiani che invocavano la venuta finale di Gesù sulla terra, che credevano prossima. tutta questa vita terrena ci deve preparare alla venuta ultima di Gesù. Se guardiamo ai nostri peccati, non saremmo mai pronti. La nostra fragilità ci pone tante volte in pericolo durante la nostra vita, ma ciò in cui dobbiamo crescere è la fiducia nell'amore di Dio.

Vedo bene che ogni mia caduta ha origine da una mancanza di fede e amore nell'eterno. Anche ogni mancanza di carità verso il prossimo ha la medesima origine. Guardando la Passione di Mel Gibson, mi ha fatto sorridere e, nello stesso tempo, riflettere la scena familiare di Maria e Gesù. Gesù è impegnato a costruire un tavolo che a Maria risulta troppo alto. Scherzano e ridono sulla cosa! Riflettevo su questo... Per lungo tempo abbiamo avuto in mente la figura di un Gesù, se non musone, che si avvicina a tale versione... I Vangeli, però, ci offrono la "visione" realistica di un Gesù che non si vergognava di farsi vedere piangere, di lasciar intravedere la Sua commozione. Egli scoppia in pianto davanti alla tomba di Lazzaro... oppure, sconvolto dalla sua agonia interiore, trasudante sangue, non disdegna di farsi vedere in quelle condizioni.. Quindi, avrà riso qualche volta? O avrà solo pianto? Pretendere dai cristiani che non ridano o non piangono, è assurdo!

martedì 20 dicembre 2011

Vita e morte

Si sta avvicinando a grandi passi il Natale. E' una festa bellissima, un inno alla vita!Non ringrazieremmo mai abbastanza il Padre per averci donato suo Figlio in riscatto dei nostri peccati, di aver avuto pietà delle nostre nefandezze e aver così spezzato le catene che ci tenevano avvinti al peccato. Il suo amore è talmente grande che senza l'intervento dello Spirito Santo, non riusciremmo a capirlo. La logica di Dio travolge la nostra, i soi pensieri sono così diversi dai nostri!
Sacramento dell'amore di Dio è il corpo, così come siamo sacramento, segno, dell'amore sponsale dei nostri genitori. Ogni vita è nel pensiero di Dio il quale si serve di due persone per dare corpo a quel pensiero. Ho raccontato l'esperienza di Verdi Garandieu apposta: Egli si serve persino dei demoni per testimoniare la Sua Presenza... Quindi perché non servirsi di un uomo e una donna per rendere concreto e visibile il Suo amore<'
E' chiaro però, che ogni vita è segnata dal dramma della morte. Accogliamo e annunciamo la vita appendendo all'occorrenza un fiocchetto rosa o azzurro ai portoni...e dobbiamo farlo perché la vita è un dono, ma è precaria e fragile per natura. Nascondiamo così elegantemente i limiti umani! Pensiamo ad esempio al sonno, o al bisogno di cibo... sono limiti che il corpo c'impone... Non possiamo ignorarli, anche se il buon Dio ha permesso che nella soddisfazione di essi, sentissimo piacere, coprendo così elegantemente i nostri limiti... Allora, per rendere piacevole il sonno, disegniamo dei simpatici gattini o cagnolini sul pigiama in modo da decorare il nostro grande limite, che non sappiamo resistere alla fatica.
Gesù ha quindi scelto un corpo,sacramento dell'amore sponsale di dio e l'Umanità... e ha scelto non di apparire dal nulla, ma di riposare nel grembo di una donna. Dio non disdegna il corpo dell'uomo (uomo in generale, quindi anche la donna!) e la sua sessualità, ma li benedice. La vita e la morte, la precarietà della vita umana, si sono incontrate nel grembo di una donna.

E ritornando ai fiocchetti azzurri e rosa appesi ai portoni, annunciatori del sesso del neonato, quando una persona muore, si appende un nastro sciolto, senza più legami, nero, colore neutro,  assenza di ogni colore e distinzione.... Non ci abbiamo mai riflettuto?

La nostra vita ha inizio in un tempo determinato, ma attraverso la porta stretta della morte, passa nell'eternità, nell'assenza di tempo....

mercoledì 14 dicembre 2011

La verità

Che cosa strana... Scusate questa divagazione che sembra fuori tema... Rimanendo nel tema dell'Olocausto, si è messo in dubbio tutto quello che è accaduto nei campi di concentramento... So che forse il tema è più complesso... Ma tutte le testimonianze delle persone scampate? E il gioco di parole che i "grandi" della Germania usavano per nascondere i loro crimini????Mah...

martedì 13 dicembre 2011

Il nuovo olocausto

Si parla tanto di dialogo, di rispetto della vita, ma poi, in questo periodo storico, in cui i diritti degli uomini sembrano prevalere più dei doveri, accadono le più grandi nefandezze e le violazioni impressionanti della vita. Una di queste è senz'altro l'aborto che avviene fra l'indifferenza generale, pochi danno voce a questi piccoli. Sul web girano tanti video impressionanti a tal proposito. E' il nuovo olocausto perpetrato sui piccoli che senza protestare diventano angeli del cielo.
Le violenze sulle donne...stessa cosa. E' una violazione della vita stessa, queste violenze possono uccidere la persona, ferirla talmente tanto da rovinarle la vita. Tanti passi sono stati compiuti, ma di fatto, se esistono tante leggi a tal proposito, i violentatori, dopo pochi mesi di carcere, sono rilasciati tranquillamente...

lunedì 12 dicembre 2011

L'uomo degradato a animale

Alcune teorie correnti, apparentemente innocue, hanno velocizzato il processo di diffusione dell'ateismo nel mondo e inoculato il germe dell'idea, deleteria, che l'uomo è un animale dotato di una intelligenza straordinaria. Quando poi a questo è stato ribattuto che è l'unica creatura cosciente dell'esistenza della morte, si è affermato che pure una certa scimmia sembrava avere tale caratteristica.
L'uomo ha quindi pari dignità di un animale... Eh no, questo non vogliamo sentircelo dire: le strade traboccano di cortei inneggianti a diritti.... Giusto, lo sciopero è un diritto... ma noi uomini siamo solo animali e gli animali lavorano per l'uomo senza diritti e vivono d'istinti...
Una verità del Catechismo: l'uomo è creato da Dio; all'uomo è stato dato lo Spirito di Dio. Cosicché egli avrebbe più di una dimensione...Sembra possedere tre dimensioni: corpo, intelletto e spirito. Non mi è difficile spiegare razionalmente questo concetto, partendo dall'atteggiamento di alcune persone. L'uomo ha dimostrato ampiamente che nella società, agisce seguendo il proprio istinto. Non basta la ragione per avere atteggiamenti positivi e non sempre, chi commette delitti ha una ragione malata.
Proprio l'esistenza della ragione dimostra che si è capaci di compiere atrocità che gli animali non fanno.
La ragione è un privilegio per l'uomo, perché grazie a questa, può rendere più dignitose le condizioni di vita del corpo. La ragione non basta: proprio i più intelligenti sono diventati talvolta criminali.
L'uomo ha un'altra dimensione, quella spirituale, l'unica eterna delle tre, che regola i suoi atti in modo umano...e poi divino...

domenica 11 dicembre 2011

Rispetto per la Creazione

La Creazione è stata affidata da Dio all'uomo, così come la nostra stessa vita. E'quindi, nostro dovere rispettarla, custodire le sue risorse senza sperperarle. Il divario tra il Nord e il Sud del mondo diventa, con il passare del tempo, sempre più grande. Le risorse non sono distribuite equamente e ci sono zone in cui la gente muore di fame.
Non rispettare il Creato è peccato ed è giusto che, anche chi fa del male gratuito agli animali, debba pagare. E' il solito odio cieco che non osa scagliarsi sulle persone per timore, ma lo fa su creature indifese. E questo non è giusto.

sabato 10 dicembre 2011

Essere vegetariani

Mi è stato chiesto qualcosa sull'argomento. Nel formulare la domanda è emerso palesemente il concetto che, chi parla di spiritualità, non dovrebbe mangiare né carne né pesce. Ho riflettuto sull'argomento e ho fatto anche qualche ricerca per cercare delucidazioni. Il primo pensiero che ha sfiorato la mia mente è stato quello del libro della Genesi, quando Dio rese l'uomo "padrone del Creato": fu lui a dare il nome agli animali. L'Antico Testamento è la parte della Bibbia più complessa e prendere tutto alla lettera è assai pericoloso dal punto di vista spirituale. Che Dio abbia comandato all'uomo di cibarsi delle erbe e del frutto della terra, senza menzionare gli animali, è vero, ma se andiamo a leggere meglio, vediamo bene che il popolo ebraico non esitava a sacrificare animali in riparazione dei propri peccati, per placare l'ira di Dio...
Partiamo dall'atteggiamento di Gesù nel Nuovo Testamento, più comprensibile del resto della Bibbia. Gesù si cibò della carne d'agnello e dei pesci. E' vero che Egli digiunava sicuramente e che soffrì la fame ma nulla afferma che fosse vegetariano. Fu persino tacciato di essere un mangione e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori.
La Chiesa non comanda nulla a tale proposito, lasciando a ciascuno la libertà dei figli di Dio. Colui che è vegetariano per scelta perché ha compreso in modo più ampio il comandamento "non uccidere", non deve ritenere il suo modo esclusivamente giusto e tanto meno puntare il dito su chi mangia la carne... Non tutti poi possono seguire il regime di tale dieta.
Quel che si raccomanda è la sobrietà, l'accontentarsi del cibo, così com'è, senza lamentarsene.
L'importante è che chi è vegetariano lo sia per penitenza e non per l'infiltrazione di un vago pensiero orientale sulla reincarnazione! Tanti ordini religiosi hanno abbracciato una dieta ferrea, priva di carni e latticini, il fine di essa è la penitenza. Non tutti, ripeto, siamo portati a condurre un regime alimentare così duro. Se lo pretendessimo da tutti, mancheremmo alla carità... E se ancora tale regime ci portasse a puntare il dito sugli altri... ahimé ancor peggio... La carità è più importante del digiuno stesso, anche se questo non ci deve giustificare in tutte le nostre stravaganze alimentari.

venerdì 9 dicembre 2011

L'importanza della confessione


Il fatto che sto per raccontare dovrebbe indurci alla riflessione. Un giovane cadde in peccato mortale. Egli sapeva che era tale, tuttavia, al momento della Confessione, non riusciva ad accusarlo tanta era la vergogna che provava. Tormentato dal rimorso, si diede alla penitenza: decise di entrare in convento e finalmente fare una Confessione generale. Non avvenne così: egli entrò in convento ma non ebbe ancora il coraggio di confessare quel peccato. Condusse una vita di penitenza, tanto che i frati pensavano fosse santo. Quando morì, apparve ad un confratello e gli disse che le preghiere di suffragio erano perfettamente inutili: era dannato! Il confratello rimase colpito dalla faccenda e al frate impenitente non fu celebrato il funerale e non fu sepolto nemmeno nel cimitero...

giovedì 8 dicembre 2011

Maria, segno della purezza

Oggi, solennità dell'Immacolata, è uno spiraglio che lascia intravedere il Natale del Signore. Maria era pura di cuore. La purezza è una scala che porta a Dio. Non riflettiamo abbastanza sui sì di Maria, pronunciati l'uno al momento dell'Annunciazione, l'altro al momento della Passione.

Essa nella sua purezza viveva già la vita divina. Per qualcuno forse sarà incomprensibile il primo sì di Maria. Potrebbe obbiettare che Maria era predestinata. E da qui si giungerebbe a tanti discorsi, confutazioni teologiche o a "tanti dubbi".

Dio è onnisciente, quindi sa a chi può chiedere tanto.
A talune persone non domanda sofferenze particolari perché sa già che non risponderebbero generosamente. Anche queste sono libere di rispondere "sì o no".

Non si crede più alla Santa Messa


L'anima dannata del prete affermò che continuò a vivere nella tiepidezza, assolvendo solo esteriormente ai suoi impegni sacerdotali. In realtà, dichiarò che, di caduta in caduta, giunse a non credere più alla presenza reale di Gesù nell'Eucarestia. Non riusciva più a esortare in modo significativo il suo gregge, poiché, nemmeno lui viveva il messaggio cristiano. Il male che fece alle anime fu molto e si espanse come una lenta marea.

Dovrebbe far riflettere il fatto che un prete possa giungere a non credere nell'Eucarestia, anzi, sue testuali parole, a desiderare che non esistesse nemmeno.
E' difficile comprenderlo, aveva ragione S, Teresina, da chi è vissuto sempre nella ricerca di Dio. Tuttavia, Dio permise che nella sua anima scendessero delle tenebre così fitte da non vedere pi l'eternità e comprendere così, ciò che i peccatori avevano in cuore.

mercoledì 7 dicembre 2011

Il buon esempio

Un altro punto su cui ha posto il punto Verdi Garandieu per cui l'anima è andata all'inferno, è il cattivo esempio che ha dato E'un po' lo stesso discorso dei consigli. L'esempio può condurre al cielo o all'inferno. Si consiglia molto spesso, per rinvigorire il fervore, di leggere la vita dei santi. Essa è di sprone nella pratica della virtù e addita agli uomini l'amore di Dio per loro e la via per il cielo. Certo, Gesù stesso ne ha mostrato la vita, ma i santi, creature fragili come noi, sono l'esempio eloquente di come Dio si chini e agisca su coloro che si affidano a Lui. Al contrario il cattivo esempio può trascinare nel baratro dove noi stiamo per cadere, tante altre anime. E ci stupiamo? Lo ha detto anche Gesù nel vangelo: "Se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare".

martedì 6 dicembre 2011

Attenti ai consigli!

La vita del sacerdote deve perciò distinguersi nella mortificazione, preghiera e santità. Non può condurre la stessa vita di chi ha la vocazione laica. Come pastore di anime, il sacerdote è chiamato a dispensare consigli secondo il pensiero cristiano e non il rispetto umano. Questo vale anche per i cristiani laici: i consigli sono forieri di salvezza o di morte dell'anima. Pure Gloria Polo, dentista colpita da un fulmine, che è stata per cadere nell'inferno, ha senz'altro affermato che i suoi consigli sono stati, per coloro che li hanno ascoltati, strade larghe portanti alla perdizione o disperazione. In questo mondo individualista, non entra bene nella nostra mentalità che ogni nostro peccato si riflette su più persone, non rimane isolato alla realtà individuale, possiede conseguenze efficaci nel destino eterno del prossimo. Coloro per i quali i nostri consigli sono stati portatori di perdizione, saranno presenti al nostro giudizio, per vomitarci addosso le loro accuse (giuste). E avremo la consapevolezza dell'indelebilità dei nostri atti, di quelli che a noi parevano insignificanti e invece hanno una valenza eterna. Siamo parte del Corpo della Chiesa, cioè di Cristo.

Troppo spesso affermiamo che non siamo i custodi dei nostri fratelli e invece, con il nostro rispetto umano, abbiamo loro spianato la strada verso la morte! Certamente che dobbiamo analizzare quali sono le motivazioni per cui ci sentiamo responsabili del nostro prossimo. Spesso sono motivazioni di comodo o egoiste...o derivanti dalla superbia (ci sentiamo superiori),  e questo lo dimostriamo nel modo in cui palesiamo ai nostri fratelli la nostra responsabilità su di loro.

lunedì 5 dicembre 2011

I preti, consacrati speciali


Tutti i laici sono chiamati ad essere "sacerdoti", cioè mediatori tra l'uomo e Dio. Certamente, questo non possono dimenticarlo: unendosi spiritualmente all'Eucarestia, offrono il sacrificio di sé, cooperando alla salvezza dell'umanità. Sono chiamati ad essere testimoni credibili nell'ambiente in cui si trovano, trasfigurando la realtà terrena in realtà divina. La vita di ogni laico trova il perfetto compimento nella sua unione con quella di Gesù. Solo il sacrificio di Cristo è l'evento salvifico per eccellenza. Il prete riceve mediante il sacramento dell'Ordine, una consacrazione particolare. Egli è chiamato ad essere pastore di anime, ad immolarsi e donare Cristo agli uomini. Solamente attraverso le sue mani, Gesù scende dal cielo per rendersi presente realmente nell'ostia. Per questo motivo, il sacerdote deve essere particolarmente puro, distinguere la propria vita da quella degli altri. Non si può celebrare l'Eucarestia e gozzovigliare liberamente!

domenica 4 dicembre 2011

Dalla preghiera, la vera carità

Continuando a riflettere sulla manifestazione di Verdi Garandieu, egli dice una cosa forse scontata, ma ai nostri giorni dimenticata. La carità verso il prossimo è molto importante ma non avrebbe alcun senso o consistenza se non si alimentasse con la preghiera. Dall'amore di Dio scaturisce la vera carità verso il prossimo. Ai nostri giorni non si fa altro che parlare di carità materiale verso il prossimo, dimenticando quella spirituale. E' giusto aiutare materialmente il prossimo ma è  ancor più importante pensare alla salute della sua anima. In fondo il corpo è destinato a perire, a ridursi in polvere, mentre l'anima tende all'eternità. La fame, la sofferenza, il freddo, sono transitori in questo mondo; ciò che ci attende oltre la morte è eterno! Importante perciò avere cura dell'anima altrui, non per criticarla aspramente, rigettando in essa le nostre personali frustrazioni, ma per desiderare che giunga a Dio al più presto, che superi la nostra stessa santità.

sabato 3 dicembre 2011

Beni transitori

I beni transitori sono tutti quelli che non sono eterni, anche se sono cose buone, come può essere la salute... E' importante essere distaccati da essi, mortificare la sete di questi, per raggiungere l'eternità. E' quindi fondamentale mortificarsi anche nel cibo... fare piccole mortificazioni che non fanno male alla salute. Non dimentichiamoci, però, che anche la salute è un bene transitorio e che il Signore provvede alle nostre necessità: Lui solo possiede la Sapienza eterna.

venerdì 2 dicembre 2011

Sobrietà nel mangiare


Mentalità corrente? Salutismo a tutto spiano! Si fa tutto esclusivamente per la salute, persino la meditazione... che diventa un mezzo per raggiungere il Nirvana, l'annientamento dei propri sensi! La preghiera? Per avere un po' di pace, per superare i propri difetti che danno tanto fastidio... Questo è un bene, ma non deve essere solamente quello lo scopo, deve essere anche la gloria di Dio! Non sto assolutizzando... No, sicuramente ci sono tante persone che non la pensano così. Il prete dannato afferma che i sacerdoti, i vescovi, guardando troppo la carica che assurgono, non si danno cura di essere sobri a tavola. La gola, non dimentichiamolo, è uno dei sette vizi capitali. E' una ricerca smodata del piacere, delle sofisticatezze...Alla faccia di chi muore ancora di fame.

Il mangiare troppo indica un desiderio di compensare un qualcosa che manca nel nostro cuore, un desiderio forte di colmare quel vuoto, quell'insoddisfazione che non si riesce ad individuare.... Allo stesso modo chi è troppo schizzinoso senza ragione di salute, esprime il suo desiderio di esclusività, di emergere dalla massa, di distinguersi, di cercare, ovvero, particolarismi.
Verdi Garandieu, nella sua manifestazione tramite l'ossessa, osservò che Gesù conduceva una vita molto mortificata e che soffrì la fame più di quanto si pensi.... era vero che partecipava alle feste, ma per delicatezza, apostolato o per carità.E qui bisogna avere molta rettitudine di coscienza e discernimento. Già, perché, per far tacere la propria coscienza, si prendono come pretesto cose buone.

giovedì 1 dicembre 2011

Tralasciò il Breviario

La causa principale della caduta di Verdi nell'inferno, è individuata da lui stesso nell'aver tralasciato le preghiere. Giovane, sano e forte, egli cominciò a trascurare le preghiere, in particolare il Breviario. Egli dava la colpa principalmente alla fatica sostenuta nella giornata o alla previsione che tale sarebbe stata. Era una scusa, forse latente, infatti cominciò a considerare il Breviario fosse troppo lungo, inutile da recitare. Lo cominciò a tralasciare del tutto e si dedicò esclusivamente all'attività. Dalla sua testimonianza emerge che non aveva omesso la cura dei giovani, come tanti preti facevano al tempo della sua manifestazione (1978). Questo evidenzia che la tentazione che porterà alla perdizione, s'insinua nelle cose che sembrano innocue o addirittura giuste!