Altro aspetto su cui riflettere è il destino. La mamma di Forrest, nel suo discorso prima di morire, afferma che la vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti può capitare, e, poco dopo, che siamo noi gli artefici del nostro desti:no. Noi, infatti, ci dibattiamo in questa dualità: la novità della vita e la nostra operosità nel costruire il nostro destino.
Entrare nel cuore di questo discorso è molto difficile: la vita ci riserva alcune cose che non ci aspetteremmo mai, ma noi stessi possiamo decidere se essere sereni oppure no. Qualche volta, però, il Signore non permette che percorriamo una determinata strada: non tutti quelli, ad esempio, che vogliono diventare medici riescono. Noi siamo gli artefici del nostro destino tanto quanto impieghiamo la nostra buona volontà... Ma certe cose avvengono per volere di Dio. Mi viene in mente a tal proposito Benedetta Bianchi Porro e la sua tenacia a non arrendersi di fronte alla sua malattia e a frequentare la facoltà di medicina. Sì, il Signore voleva che percorresse quella strada, ma, alla fine, a voluto la sua testimonianza nel vivere la sua malattia con coraggio.
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