Nella lettura dei documenti del Concilio Vaticano II a cura di don Guido Marini, è emerso con forza l'esigenza di osservare durante la Celebrazione Eucaristica, il sacro silenzio. E' una dimensione che la Liturgia odierna ha dimenticato. Esso ha un'importanza fondamentale, come ad esempio le pause in un discorso. Esso sono molto eloquenti e soprattutto danno solennità a ciò che si dice e si vuole affermare con convinzione. Danno tempo e fiato per riflettere dopo che abbiamo detto qualcosa d'importante che desideriamo gli altri comprendano bene.
Il sacro silenzio, quindi, nella Celebrazione Eucaristica, ha una valenza fondamentale. Si dovrebbe osservare prima della Colletta e, soprattutto dopo aver ricevuto la Santa Comunione. Spesso e volentieri si cerca di riempire lo spazio con canti, dimenticando che il silenzio è parte integrante della Celebrazione e che è espressione eloquente di adorazione.
Le emozioni forti del dolore, dell'ammirazione, dell'amore, della gioia, lasciano spazio ad un silenzio intenso, palpabile, più eloquente di qualsiasi parola. E' un po' come gli ultrasuoni, che, pur essendo molto intensi, non vengono percepiti dall'orecchio umano: superano la soglia di udibilità.
Così è delle emozioni forti: sono talmente intense che il cuore s'immerge nel silenzio più assoluto... Rimango a bocca aperta, non posso pronunciare sillaba! Ma perché, quindi, non essere stupiti di fronte al mistero eucaristico?
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