venerdì 23 ottobre 2009

Giornata piovosa

Altra giornata piovosa e piuttosto calda: come piange il cielo! A tratti sembra inconsolabile. Il pennello variopinto dll'autunno ha cominciato a colorare le foglie, spruzzandole di giallo. Non so per quale motivo, ma questa stagione dilata il mio cuore. Anelo alla pioggia e al freddo e questi m'infondono un senso di sicurezza.

mercoledì 21 ottobre 2009

Quando la luce del cuore s'accende

Calate le tenebre si specchiano sul volto del mare, tremule, danzanti, fosforescenti e brulicanti di vita. Hai specchiato le mie tenebre e le luci del mio cuore, cullandole con le tue armonie vibranti d'amore. Raccontami dei tuoi misteri...

martedì 20 ottobre 2009

Un soffio...

Sfuggono i miei ricordi
accarezzando le cime dei pini
come lo scirocco che dal mare corre ai monti.
Silenzio,
mentre il mare canta
la sua eterna canzone
colma i vuoti dei cuori.

lunedì 19 ottobre 2009

Nel deserto...

Assetata, mi aggiro per il deserto. Spira un forte vento che trascina i miei pensieri, lontano...come piccole stelle brillano nel cielo della mia anima...Il vento ulula e con la sua intensità porta granelli di sabbia nel cielo azzurro ai confini con l'orizzonte...
Assetata, affamata...Oh Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, ti te ha sete l'anima mia, a te anela la mia carne...
Il tuo silenzio è un deserto dorato, ulula il vento, la sua voce si fa sentire...ma non mi sento smarrita, vorrei solo comprendere le Tue parole, rivederti camminare, stare accanto agli infelici, gli ultimi della terra...

martedì 13 ottobre 2009

Nel silenzio, la preghiera

Le ondate dei ricordi si sono acquietate e mi hanno rilasciato tranquilla sulla rena del presente, un presente sereno dove spira leggera la brezza. Ho meditato sulla preghiera. Penso che sia una cosa meravigliosa ed essenziale, un dialogo profondo con una Persona a cui siamo legati attraverso l'amore con lo Spirito Santo. Devo credere con tutte le mie forze che là, davanti a me, c'è la Madre di Dio e la Madre nostra, Maria, e Gesù in persona nell'Eucarestia.. E' un dialogo...Non importa se per più di 50 volte pronuncio le stesse parole: se fosse il mio fidanzato, non mi stancherei mai di ripetergli che lo amo.
Il figlio non si stanca mai di dire alla sua mamma quant'è bella e dolce e di starle vicino. Quante volte mi è capitato nei momenti di sofferenza forte di ricevere consolazione rimanendo vicino alla mamma senza aver la forza di raccontare il mio dolore ma traendo forza solo dalla sua presenza.
L'amore filiale va al di là di ogni discorso, di ogni ripetizione, esso si nutre di lunghi silenzi, di sguardi e sorrisi. E' questa la libertà di figli che Dio chiede a noi.

domenica 11 ottobre 2009

Il mare ci unisce e divide...

...E il sole sorride...La nostra amicizia è cresciuta contemplando il Mare, quel Mare così bello, brillante sotto la carezza della brezza, uno specchio azzurro ed infinito dove i nostri pensieri si perdevano, si rincorrevano fra i vari interrogativi piccoli o importanti che punteggiavano le nostre esistenze. Là, di fronte al Mare, spumeggiante fra gli scogli, sferzato da un vento impetuoso, abbuiato da nuvole minacciose che si specchiavano nella sua trasparenza...cullata dalle dolci note che mi riportavano ad un passato recente, incontrai il mio Dio. "Non guardare più le cose passate, ecco ne faccio di nuove!" Ed egli infatti, sulle note di una canzone che mi ricordava un passato recente, fece cose nuove nel mio cuore e sbocciò la consapevolezza dell'esistenza di Dio.

Ascolta...silenzio...

Sto ascoltando la musica del "cocchiere"...Che pace, che beatitudine! So che mi sto lasciando andare alla danza dei miei ricordi che accarezzano la mia mente. C'è una motivazione per tutto anche se rimane nascosta quindi sconosciuta ai nostri ragionamenti. E' come se rivedessi la mia vita da un'angolazione precisa...Sta cambiando ancora la mia vita, sto eseguendo una svolta decisiva, senza merito...E' Lui che ha agito nel mio cuore. E' come se rileggessi la storia della salvezza, la MIA storia di salvezza, quella che Dio ha scritto lungo gli anni... Già, sono io: quella che scrive è la stessa che contemplava i tramonti...che osava fare gli scherzi ai professori (rrrr)...che giocava a pallone... Ma come una pianticella la mia anima sta crescendo, sta allargando le foglie per accogliere la luce del sole e fortificarsi.
Il sole benefico che la sta facendo crescere è anche la sofferenza.
In me sta avvenendo una metamorfosi così straordinaria che mi lascia con il fiato sospeso come quando ero adolescente ed attendevo il grande evento della vita che l'avrebbe colorata d'amore e di gioia.
Oh sì, straordinario! Questa nostalgia non è un contemplare il proprio ombelico ma è un integrare nella persona il presente con il passato per costruire un futuro consapevole. Ricordo che un certo filosofo affermava che il tempo presente non esiste e da una parte gli do ragione. Penso che l'attimo sia fuggente: mentre si pensa all'attimo presente, già questo è diventato passato e la mente è già proiettata verso il futuro...L'uomo non può vivere senza la speranza del futuro. La vita è una combinazione fra passato, presente, futuro.

Con il fiato sospeso...

Con il fiato sospeso aspettavamo nella vita un grande evento. Il tumilto delle emozioni, così nuove, così violente, così...affascinanti, sembrava il preludio di un qualcosa che avrebbe dato una svolta decisiva alle nostre vite. L'avvenimento per entrambe fu veramente inaspettato, un avvenimento che sconvolse indelebilmente le nostre vite...o almeno la mia!
Sì, doveva accadere qualcosa, ma non ciò che io avevo cercato da tempo. Ho forse ricordato già in qualche parte sul blog questo fatto che poi rimase inciso nella mia memoria. Non so per quale motivo ci vedemmo tardi: tutto era avvolto dal buio ed in fondo mi trasmetteva una certa pace. eravamo nella Spianata, avevo il cuore in tumulto e non sapevo definire quei sentimenti che agitavano la mia anima. Era un mondo nuovo quello che stava nascendo dentro di me. E in quel buio tu mi regalasti una fiaccola che sarebbe dovuta ardere, illuminare i miei pensieri e i miei sentimenti per sempre: il Vangelo. "No" ti risposi"vedi, non serve...l'ho già!"
Salimmo sull'autobus, il cuore in tumulto perché avevo intuito che il mio diniego ti aveva un po' fatto male...Pensavi infatti, di farmi il dono più bello, ma io non potevo dirti una bugia.

Lei, la mia amica, era come Filippo che portò Natanaele da Gesù. Natanaele rispose scettico così come risposi io. "Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?" E Gesù rispose anche a me come a Natanaele: "Ecco uno che non si vergogna di dire ciò che pensa!"
"Come, mi conosci?" "Ti ho visto mentre cercavi la verità"
Così come Natanaele, anch'io indagavo e mi domandavo quale fosse la verità. Ogni attimo della vita è una poesia, un inno all'amore di Dio.
Bisogna vivere in profondità attimo per attimo, anche quelli che paiono più brutti: facendo così, perderanno parte della loro bruttezza e diventeranno più facili da superare.
Non so perché, sto ripercorrendo alcune tappe della mia vita; mi sento di ricordare alcuni momenti che non hanno avuto un particolare spessore, ma che ho, tuttavia, assaporati e ho custoditi nella memoria.

sabato 10 ottobre 2009

Ed il mio cuore...come un fiore

Ho espresso in poche parole alcuni momenti della mia vita trascorsa, vibranti, ancora vivi che suonano le corde più profonde de mio cuore e mi sono accorta che il mio cuore è ...come un fiore. E' sbocciato accarezzato dal sole della vita che, con il tepore dei suoi aurei raggi, l'ha aiutato ad aprire la sua corolla. Ed il mio cuore è come un fiore rorido che cerca ancora il tepore dei raggi del sole, ma anche il ristoro delle piogge benefiche.
Viaggia ancora la mia mente nel tempo e mi vedo ragazzina mentre passeggio per Corso Italia ed il globo infuocato del sole indugia sulla linea del'orizzonte, confine tra cielo e mare, insanguinando le acque. Ed ecco la gente si ferma incantata! E' una domenica tranquilla, assolata ma fredda. Sembrava che la luce stessa del sole sfiorasse i palazzi e là rimanesse congelata, cristallizzata, illuminando i colori dei muri e accendendo il verde delle piante come si fa con una lampada.
In corso Italia, alla Foce, si ci andava solamente per passeggiare, contemplare il mare, respirare di quell'aria salubre, inzuppata di iodio e salsedine che il vento portava, con il suo piglio gelido, deciso, invernale, gettava sul viso. E in quella domenica invernale, sferzata dalla gelida tramontana, la gente si fermò incantata di fronte a quel meraviglioso tramonto, sanguigno, che solo in Liguria si può contemplare. La gente si fermò incantata trattenendo il respiro...Persino i bambini smisero i loro giochi e contemplarono il sole che concludeva, coricandosi sulla linea dell'orizzonte, la sua lunga giornata durante la quale si era divertito sfidando la tramontana, ad illuminare gli spruzzi candidi del mare, le bancarelle tirate su alla bell'e meglio sulle piastrelle lungo il corso, la chiesa di sant'Antonio di Boccadasse.
Allora il cuore della città continuava a pulsare con il suo ritmo regolare mentre il buio avvolgeva ogni cosa, si posava sonnacchioso sul Ponte Monumentale, sull'acqua scrosciante della fontana di Piazza De Ferrari che, se potesse parlare, chissà cosa racconterebbe!

La musica mi trascina lontano da quel tempo e mi porta in una certa via, teatro di un'amicizia profonda anche se di tanto in tanto il tempo ha diviso le strade della nostra vita... I muri che hanno ascoltato questa stessa musica che ascolto adesso, potrebbero raccontare i nostri sogni, le nostre paure... Le svolte così decisive della nostra vita che a volte assumeva i toni del dramma o la sinfonia di una musica romantica...Oh sì, ma per quanto la vita rivestiva gli abiti del dramma, trovava spazio per lunghe risate che sapevano scherzare con la quotidianità.
E queste stesse note che ora ascolto, rimbalzavano tristemente sui monti del Righi che di sera sbiadivano e accompagnavano le mie pazze corse lungo la discesa che mi portava alla via centrale... Fuggivo il buio e la solitudine di quelle vie che si arrampicavano per i monti che pure facevano da raggera al mare.
Mi accorgo che parlare del cuore della mia città è come se parlassi del mio.
Quante speranze, quante attese!

Queste stesse note mi trasportano ancora... lontano...quando nel cuore stava sbocciando una vocazione particolare e, sola, passeggiavo per le strade del Righi, assaporando l'aria intrisa del profumo dell'erba fresca e delle ginestre in fiore... Queste note hanno accompagnato sempre sentimenti particolari...

Remember rain o november rain...

Oh sì, qualche volta la scia dei ricordi con la sua dolce, delicata carezza, sfiora il mio cuore che continua a pulsare nella mia città, all'ombra della Lanterna. Eh sì, quanti cari ricordi che neppure la nobiltà della scelta, la sequela di Cristo, può, in fondo, cancellare perché Dio stesso ha scelto la città natale di una persona e ha permesso che crescesse, che si formasse in essa. "Remember rain", una bellissima canzone di Garfunkel, che ha accompagnato le mie dolci e soavi malinconie di adolescente, di un cuore che si apriva fresco, stillante rugiada, alla vita, alle sue violenti emozioni. Le note di questa musica riempiva i miei sogni fatti ad occhi aperti, cullavano le fioche stelle giocando tra le fronde che affondavano lentamente nel blu della notte, e trasportavano il mio cuore nella densa oscurità della mare che ad intermittenza rifletteva la luce dorata della Lanterna.
Ho sempre amato i monti ma i miei occhi di bambina, di adolescente, che siano stati ridenti o bagnati dalle lacrime, si sono sempre posati su quello scorcio di mare che si apriva al mio sguardo e che rifletteva l'azzurro e il grigio del cielo e minacciava con il suo moto una tempesta in arrivo o annunciava ridente con i suoi colori splendenti che il cielo ormai era sgombro di nuvole. Quante volte ho visto luccicare l'asfalto sotto la carezza della pioggia che tonificava il terreno e che, formando un sipario scuro, velava il mare che già sotto la sferza delle gocce, si turbava, si disfaceva, incupendosi e muggendo, ferito, contro gli scogli e dando un tocco di poesia alla Lanterna che affondava nel grigio il quale cangiava in un celeste carico di piogge. "Remember rain" cantava Simon Garfunkel mentre, chiuse in una stanza di una casa che aveva l'orgoglio di dominare sulla via del Righi, non più uno scorcio di mare, ma un ventaglio di costa lambita dalla carezza delle sue acque azzurre, progettavamo con timore ma con trepidazione, un futuro che adesso è diventato presente...Oh veramente assai diverso da quello pensato tanti anni fa. Due amiche...
"Remember rain" ...ansie e speranze sono state purificate dai lunghi inverni allietati talvolta dal candido manto della neve, irrorati dalle malinconiche ma poetiche piogge, veri pianti del cielo che invogliavano a chiudersi nel tepore della casa o a contemplare estasiati un cielo cangiante. Come si tingevano di silenzio, le domeniche sonnacchiose...!
Come non ricordare quella domenica, 27 settembre, quando il cielo s'incupì minaccioso e le due amiche si recarono allo stadio....
Una corsa allo stadio, ma il cielo diventò talmente scuro che sembrava quasi notte. Allora si aprirono le cateratte e una pioggia violenta si riversò sulla città. Era un alluvione violento che riempì il Bisagno fino all'orlo. E il torrente, che fino ad allora non era stato che un filo d'acqua che scorreva tra le rocce, diventò carico di fango, scuro, minaccioso. Straripò, poi, durante la notte nel quartiere di Borgo Incrociati...

Quando si è sulla Croce, non si fanno discorsi...

Il silenzio scende sulla città con il suo sipario scuro spruzzato di stelle ed il sorriso argenteo della luna che ammicca curioso come un piccolo taglio nel viola della notte.
Ogni vita ha il suo Venerdì Santo, in cui la folla o una persona che ti ha osannato, ti tradisce, ti consegna alla sofferenza. Scocca allora il momento della Passione, del patimento. La folla o la persona ti consegna ai carnefici. Ti legano alla colonna e crudelmente ti flagellano. E' il momento del dolore, della solitudine, il momento in cui il Male affonda la sua mano nel petto e stritola il cuore, così fortemente da farlo sanguinare.
Ma non è lui che vincerà perché Gesù con la sua croce ha superato i cieli e ha spalancato la porta del Paradiso. durante la Passione Gesù non proferì discorsi ma nel silenzio affiorò la Sua carica d'amore. No, mentre si sale il Calvario, non si possono pronunciare grandi discorsi e forse nemmeno grandi preghiere. Si può solo unire la propria volontà con quella di Dio. E dopo il venerdì santo, entrare nel silenzio del sabato santo per poi esplodere di gioia nella domenica di Resurrezione.