Quante volte questa domanda ha echeggiato nel nostro spirito, così drammatica, così piena di significato, di sgomento assoluto...! "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?".
È un versetto di un salmo, è l'esclamazione di Gesù sulla croce: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Quante volte ci siamo guardati attorno disperati, cercando un conforto, mentre il nostro spirito affondava, sempre di più, nella melma del dolore!
Chiunque si è trovato in momenti di sofferenza profonda, momenti in cui il buio ha attraversato l'anima fin nella sua essenza, lasciandola in un deserto inanimato e avvolto da un silenzio sconvolgente, anche i santi. A volte la sofferenza piomba nella vita sconvolgendola, togliendoti certezze o creando grande insicurezza riguardo al futuro.
Ma ecco che Gesù alza lo sguardo in un ultimo abbraccio all'Umanità ferita: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito". E dopo aver spirato, ecco un terremoto possente che fa fremere gli inferi.
Quando tutto sembra perduto, nella sofferenza più profonda, nell'abbandono di tutto e di tutti, nella solitudine che urla più di ogni altra cosa la sua agonia, Gesù consegna il suo spirito al Padre. Giuda lo aveva consegnato agli uomini per ucciderlo e Gesù si consegna al Padre. È la Pasqua, è un passare da uno stato all'altro... e Dio richiude le acque del Mar Rosso travolgendo l'inferno e chi aveva voluto il male di Gesù, e lo Spirito del Suo diletto Figlio si ricongiunge finalmente a Lui, perché le scritture sono compiute, perché tutto ormai è completo.Anche nella nostra esperienza, quando tutto sembra essere perduto, quando un terremoto scuote profondamente la nostra vita, e abbiamo il coraggio di consegnare il nostro spirito al Padre, il Mar Rosso si richiude e travolge le nostre paure, le nostre sofferenze e il nostro spirito si perde nel Padre.
"Padre, nelle tue mani affido il mio spirito".